martedì 28 gennaio 2014

Tagliola Bankitalia: non ci avrete mai

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Una parola che non avevamo mai sentito prima, in Parlamento, in settant'anni di storia della Repubblica: tagliola.
Si tratta di un potere speciale, di uno strumento limite di esclusiva competenza del Presidente della Camera, che permette di bypassare il regolamento e porre fine ad ogni attività ostruzionistica delle opposizioni. L'uso è previsto quando si tratta di consentire la conversione di un decreto d'urgenza evitandone la decadenza.
Settant'anni, e nessun Presidente della Camera ha mai attivato questo suo "potere speciale". Perché? Semplice: perché tutte le opposizioni che hanno fatto ostruzionismo (ricordiamo le storiche "maratone" dei radicali), sotto la minaccia della tagliola hanno fatto un passo indietro, hanno rinunciato ad opporsi ad oltranza consentendo ai decreti di passare.
C'è sempre una prima volta, però. E quella prima volta si chiama MoVimento 5 Stelle: noi non facciamo passi indietro. Un decreto porcata, uno dei soliti decreti macedonia che mischiano l'aceto col vin santo (Bankitalia e IMU), non possiamo consentire che ancora una volta la faccia franca. Si tratta di 7,5 miliardi dei cittadini, consegnati alle banche italiane e straniere, si tratta della Banca d'Italia, e noi facciamo opposizione vera. Tirarsi indietro non ha senso.
La minaccia che ci viene sussurrata è quella che, se si rompe la "tradizione" e si sdogana la tagliola... beh, ce la beccheremo sempre da ora in poi. Capito? Un bel ricatto: se non cedete stavolta, vi imbavaglieremo ogni santa volta proverete ad opporvi. D'altronde, stanno persino pensando di modificare alla radice il regolamento della Camera per infilarci una specie di tagliola permanente. Pensate quanto diamo fastidio.
La Boldrini si trova in una bella situazione: appartiene ad un partito di opposizione (si fa per dire), e passerà alla storia come il primo Presidente che ha tagliato la lingua alle opposizioni. Quale onore, ad imperitura memoria.
Fate pure. Noi sappiamo quello che dobbiamo fare, perché a differenza vostra abbiamo una coscienza. Non ci avrete mai come volete voi.

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A. Bianchi intervista Luciano Barra Caracciolo*


- Gli Stati sono oggi circa 200 e le Organizzazioni internazionali più del doppio. L'azione di quest'ultime è perlopiù esente da alcuna forma di controllo e responsabilità attraverso i consueti meccanismi democratici nazionali. Nel suo libro, inoltre, spiega molto bene la differenza che non viene colta dall'opinione pubblica tra quelle organizzazioni nate per lo sviluppo della pace e della cooperazione internazionale con quelle che, al contrario, hanno fini prettamente economici e che stanno portando ad una riformulazione del vecchio sistema di Westfalia.  Come evolverà il rapporto tra Stati ed organizzazioni internazionali e quali sono i meccanismi di difesa rimasti ad i primi?
 
In un mondo che sostanzialmente vede la diffusione del modello capitalista (liberoscambista) a livello praticamente planetario, i rapporti di forza della comunità internazionale, che una volta erano legati alle cannoniere, sono oggi sul piano esclusivamente economico e legati sempre più alla capacità di penetrazione dei grandi gruppi finanziari internazionali. Non si tratta più di indagare la prevalenza degli stati in sé, ma il modo in cui gli stati collimino, nelle loro scelte, con la classe dirigente mondiale, la famosa oligarchia mondiale e non più con l’interesse nazionale in senso democratico. E su questo il professore coreano di Cambridge Chang nel suo libro “Bad samarhitans” credo offra il punto di vista più lucido.