(Segreti di Stati - torna all'indice)
Capitolo 12 - Il contadino Raul Gardini
"Gardini lo avevo incontrato almeno due volte in casa di Charles Bernard Moses, a Roma, intorno alla prima metà degli anni '70. Non era ancora famoso, i tempi del Moro di Venezia erano lontani, ma si intuiva che con quel carisma era uno che avrebbe fatto strada. Ebbi nuovi rapporti con lui come marittimo, quando imbarcai sulla motonave Maria Speranza della compagnia Fermar (Ferruzzi Marittima) che faceva capo al gruppo Ferruzzi, che lui guidava. Fui inviato a Ravenna il 1 aprile 1982 e, dopo un breve colloquio per istruzioni, fui regolarmente imbarcato sulla sua nave, in sosta a Ravenna e diretta sul Mississipi, dove aveva dei silos per il carico della soia. Uno stabilimento davvero imponente; quei silos sul Mississipi sembravano grattacieli". Da "L'ultima Missione - G71 e la verità negata", di Antonino Arconte, 2001
La missione di Nino consisteva nel proteggere i silos di Gardini da possibili attentati, uno dei quali avvenne in quel periodo. Questo uso privato di un operativo della Stay-Behind si può spiegare solo se si considera che anche Gardini era un appartenente all'organizzazione S/B. E poi Nino va avanti, sostenendo che anche Gardini, gladiatore della divisione "Colombe", quella d'appoggio, costituita da civili, avrebbe voluto vuotare il sacco sulla questione Gladio. Se Gardini ebbe occasione di parlarne al suo avvocato, Giovanni Maria Flick, rimane un mistero coperto dal segreto professionale (vedi sotto la sua testimonianza). La prima volta che mi occupai del caso Gardini, nel 1996, mi venne in mente, chissà perché, un altro suicidio misterioso avvenuto a Milano: quello del neo amministratore dell'assicurazione Fondiaria, Ludwig von Hackwitz, che aveva rilevato delle irregolarità nel bilancio della società: poche ore dopo si "suicidò" buttandosi giù dalla Torre Velasca, era l'8 maggio 1995 (questo episodio non vi ricorda forse il recente suicidio del vicepresidente della ENRON? Non aveva anche lui qualcosa da dire sui bilanci della sua società?). Anche nel caso "Fondiaria", le indagini milanesi archiviarono come suicidio. Sempre nel 1995, si "suicidò" un altro amico del gladiatore Arconte: Alex Langer. Verrà trovato il 3 luglio 1995, a Fiesole, impiccato con uno spago ad un albicocco "alto e maestoso", come ebbe a scrivere la giornalista Nadia Scardeoni. Ma vediamo quello che mi ero appuntato sull'agenda a proposito dei fatti accaduti nel 1993: "Roberto Boemio muore l'11 gennaio 1993. Sergio Castellari muore il 25 febbraio 1993. Il 23 aprile, con una lunga lettera al «Corriere della sera», Cesare Romiti invita gli industriali a fare piena luce sul sistema delle tangenti «andando dal magistrato e confessando tutto». All'età di 79 anni muore a Roma l'ex ministro del Tesoro Guido Carli, per quasi quindici anni governatore della Banca d'Italia. La lira risale a quota 1.483 nei confronti del dollaro e 935 nei confronti del marco. Il Csm sospende Corrado Carnevale dal suo incarico in Cassazione e dallo stipendio. Franco Parisi muore il 27 giugno 1993. Gabriele Cagliari muore il 20 luglio 1993. Vincent W. Foster Junior muore "suicida" il 20 luglio 1993. Il gladiatore Raul Gardini muore il 23 luglio 1993. Il 16 Settembre, la Procura della Repubblica di Roma apre una inchiesta con un rapporto congiunto di polizia e carabinieri che individua in 16 ufficiali del SISMI i telefonisti che hanno rivendicato le azioni della Falange Armata. L'inchiesta parte da una indagine interna ordinata da Paolo Fulci, capo del CESIS, il comitato di coordinamento dei servizi segreti , fino al '92. Fulci infatti, per scoprire la fondatezza di voci che individuavano come provenienti dagli uffici del SISMI le telefonate della Falange Armata, fece predisporre delle intercettazioni telefoniche che avrebbero dato esito positivo. Fulci però aspetterà fino all'estate del '93 per rendere noto alle autorità di polizia ciò che conosceva già nel 1992. Il 18 ottobre 300 uomini del SISMI, tra cui i 16 di cui sopra, verranno semplicemente trasferiti ai loro incarichi di provenienza. Dal 9 all'11 Novembre: Operazione Ditex Superga Sette, lo Stato-ombra si prepara alla guerra civile. Il gladiatore Vincenzo Li Causi muore il 12 novembre 1993 in Somalia". Un anno denso di avvenimente, il 1993, non c'è che dire. Ufficialmente il caso Gardini è un caso chiuso. Anzi, a dire la verità, non è mai stato aperto. La morte per suicidio, avvenuta a Milano il 23 luglio 1993, di un personaggio del suo spessore, così legato ai poteri politici e a quelli "forti" in generale, ha fatto tirare un sospiro di sollievo a molte persone. Anche il trattamento così intransigente a lui riservato dalla magistratura, in fondo, suggeriva di chiudere in fretta e furia l’indagine sulla fine di quello che era stato uno degli uomini più potenti, temuti e rispettati d’Italia. Restano però tutta una serie di domande a cui nessuno ha ancora dato una risposta. A metterle in fila ci aveva provato un dossier del sito Affari Italiani
, curato da Pinkerton (si tratta di uno pseudonimo). Eccone alcuni. Perché non è stata stabilita con certezza l'ora della morte di Raul Gardini? Perché il cadavere fu rimosso da piazza Belgioioso prima dell'arrivo della polizia scientifica? Perché l'autopsia tardò di 36 ore e non fu fatto il sopralluogo? Perché nessuno dei presenti udì lo sparo della Walther & Williams PPK 7,65 se all'esterno non c'era nessun rumore ostativo? Perché non si cercò di stabilire chi aveva spostato la pistola sulla secretaire dove fu trovata, lontana dalla scena del suicidio-delitto? Perché il bossolo calibro 7,65 fu rinvenuto sul pavimento a tre metri di distanza da dove doveva trovarsi? Perché la ricerca di eventuali impronte sull'arma in oggetto ha dato esito negativo? Perché su due cartucce delle 18 inesplose c'erano frammenti di impronta non appartenenti a Raul Gardini? Perché i frammenti di impronta sulla parte esterna della busta con biglietto d'addio non appartenevano a Raul Gardini? E perché sul biglietto da visita non è stato evidenziato alcun frammento di impronta papillare latente? Perché sui tamponi adesivi praticati sull'orologio, sul copriletto, sui tre piccoli cuscini e sul lenzuolo, non sono state rilevate particelle di residui di polvere da sparo combusta? Perché il PM non ha dato seguito al sequestro dei tabulati delle telefonate dal cellulare di Raul Gardini fino all'ora della morte? Perché il tabulato inviato dalla Sip all'autorità inquirente si arresta alle 20.33 del 22/7/93? Possibile che Gardini non abbia più telefonato fino al mattino successivo? Perché sul biglietto da visita d'addio fu fatta una controperizia a insaputa del perito grafico nominato in prima istanza dal Tribunale di Milano? Perché Idina Gardini, moglie di Raul, fu interrogata per la prima volta solo dopo 14 mesi dal fatto? Perché i documenti processuali pubblicati da "Affari Italiani" sono stati eliminati e non sono più disponibili online? Ma sentiamo cosa ebbe da dire il suo difensore.
La deposizione dell'avvocato di Gardini, Giovanni Maria Flick
N. 2635/93 Mod. 45
Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Milano
Verbale di assunzione di informazioni - art. 362 c.p.p.
L'anno 1993, mese di luglio, il giorno 27, alle ore 11.50, in Palazzo di Giustizia - Milano, st. 68, Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Milano in relazione al procedimento su indicato; Innanzi al Pubblico Ministero Dr.ssa Licia SCAGLIARINI, che si avvale dell'auslio dell'Assistente Giudiziario Sig. Rocco FARRUGGIA; In presenza altresì dell'Uditore Giudiziario Dr. Massimo BARALDA; Giovanni Maria FLICK che richiesto delle generalità risponde: Giovanni Maria Flick, nato il 7 novembre 1940 a Ciriè, residente a Roma in via Linneo 8; Avvocato iscritto all'Albo degli Avvocati e Procuratori di Roma; Avvertito dell'obbligo di riferire ciò che sa intorno ai fatti sui quali viene sentito, dichiara: "Faccio parte del collegio difensivo di Raul GARDINI, unitamente all'avv. DELUCA. Avendo pernottato all'Albergo Jolly President, in Largo Augusto di Milano, nella notte tra il 22 e il 23 luglio 1993 avevo appuntamento con Raul Gardini, unitamente all'avv. Deluca, nello studio di quest'ultimo per le ore 10.00 del 23 luglio 1993. Avendo visto nelle edizioni del mattino dei telegiornali l'enfasi con cui era stata riportata la notizia delle dichiarazioni di Garofano, incentrando tutto sul Dr. Gardini, dopo colazione, verso le 8,45, decisi di chiamarlo al telefono per passare da lui e valutare la cosa, anziché vederci alle ore 10 da Deluca. Chiamai il centralino, mi feci passare una segretaria (non ricordo se Renata o Alessandra) e chiesi come di solito che mi passassero il Dr. Gardini. Mi dissero dopo poco che non prendeva la telefonata e non ricordo se, in prosecuzione della stessa telefonata o in una telefonata successiva di pochissimo, chiesi che mi mettessero a disposizione una macchina perché dovevo anche recarmi al Palazzo di Giustizia e poiché la macchina non era disponibile dissi di preavvertire il dottore che sarei arrivato con un taxi per parlargli e poi recarmi a Palazzo di Giustizia con la macchina che avrebbero fatto arrivare nel frattempo. Mi recai con un taxi a Piazza Belgiogioso ove arrivai dopo qualche minuto (il taxi mi lasciò dall'altra parte della strada che era bloccata) e sulla porta trovai il Dr. Michetti il quale mi disse che il dr. Gardini si era sparato. Ebbi la sensazione che fosse un fatto appena verificatosi e rimasi sconvolto, chiesi dov'era e mi dissero che era in camera sua. Fu Michetti a dirmi ciò, così almeno mi pare. Uscii e attraverso il cortile entrai nell'abitazione e mi affacciai alla camera dove vidi il Dr. Gardini sul letto. All'ingresso dell'abitazione mi pare vi fosse il maggiordomo, mentre Michetti era rimasto negli uffici unitamente al figlio del Dr. Gardini. Non mi sono avvicinato al letto su cui si trovava Gardini e non sono in grado di descriverne il vestiario, né ho fatto caso alla posizione del braccio o alla presenza della pistola anche perché la camera era in penombra. Posso dire che ho visto soltanto il corpo sul letto, dalla porta, perché non me la sono sentita di entrare nella camera. Sono ritornato sui miei passi attraverso il cortile, almeno mi pare, sia per vedere se arrivava la polizia, poiché Michetti mi aveva detto di aver già chiamato il 113, sia per vedere il figlio del Dr. Gardini che si trovava nell'ultima stanza a sinistra della zona uffici. Nel frattempo chiamava al telefono l'avv. Deluca e l'ho informato della cosa. Sono tornato subito nel cortile perché qualcuno, forse il Dr. Michetti, mi ha detto che stavano portando via il dr. Gardini ed io ho detto: "Non muovetelo e non toccate niente fin che non arriva la polizia". Sono uscito in cortile di corsa per fermarli, ma un barelliere mi ha risposto che c'era ancora un battito. A quel punto ho detto al Dr. Michetti di accompagnare Gardini all'Ospedale, preferendo fermarmi in prima persona per attendere la polizia. Vi è stato un momento di blocco dell'ambulanza sul portone perché c'era una macchina, nel frattempo è arrivato deluca e stava arrivando una volante e allora sono andato con Deluca al Pronto Soccorso. Non abbiamo visto il corpo di gardini all'Ospedale, mentre io l'avevo intravisto prima mentre i barellieri lo stavano caricando sull'ambulanza. In quell'occasione l'avevo visto da vicino. Mi sembra di ricordare che il capo fosse coperto o comunque circondato da cuscini. Ho provato molta pena. Non ho visto la pistola. dal pronto soccorso siamo venuti in Procura ad informare il Procuratore della Repubblica e i tre Sostituti che si occupavano delle indagini e ci siamo trattenuti circa una mezzoretta. Sono stato nominato difensore di Gardini nel gennaio-febbraio scorso. Non l'avevo mai conosciuto prima. Da aollora ho avuto una serie di incontri con Gardini in prevalenza in presenza dell'avv. Deluca e talvolta da solo, in particolare a Roma quando pendevano presso quella Procura le indagini ENIMONT. Da quando le indagini vennero trasferite a Milano ebbi una serie di incontri prevalentemente presso l'avv. Deluca, talvolta in via Belgioioso. Una delle poche volte che ho visto da solo il dr. Gardini è stato a Ravenna sabato 17 luglio. Rientravo da un colloquio presso il Procuratore della Repubblica di Pordenone per ragioni di lavoro e temendo di arrivare tardi a Milano il lunedì ove dovevamo incontrarci con il Dr. Gardini decisi di fermarmi da lui a Ravenna e facemmo colazione assieme sul prato di casa sua. Il Dr. Gardini era solo e parlammo delle vicende processuali. Lo rividi lunedì sera con Deluca a Milano in P.zza belgioioso e più ampiamente il giovedì quando ritornai a Milano esplicitamente per questa vicenda. Posso dire su espressa domanda dell'Ufficio che il Dr. Gardini per un verso da parecchio tempo desiderava chiarire la situazione ai magistrati e assumersi un ruolo e una responsabilità nella vicenda processuale, dall'altro lato temeva, conoscendo soltanto le grandi linee delle vicende e non essendo in grado di fornire dettagli e specificazioni, di non essere credulo o di non essere in grado di svolgere appieno quel ruolo di assunzione di responsabilità. Il Dr. Gardini sapeva della possibilità di una custodia già da tempo ed in particolare da quando la stampa aveva riferito la notizia di provvedimenti cautelari richiesti dai P.M. e non accolti dal G.I.P. Non posso peraltro dire almeno a mia sensazione, che temesse in particolare la prospettiva degli arresti quanto piuttosto quella di non essere in grado di fare chiarezza. In questi ultimi tempi talvolta soffriva di vuoti di memoria. io lo prendevo in giro dicendogli che doveva fare "il compito in classe", ma Gardini aveva difficoltà a mettere per iscritto queste problematiche. Anche sabato l'avevo spronato a fare il "compito in classe" in vista di un incontro con i magistrati che ormai ritenevamo prossimo. Lunedì non ci portò il "compito in classe", mentre giovedì vi erano una serie di appunti che io non esaminai nel corso della riunione e sul cui contenuto devo invocare il segreto professionale. Posso dire che Gardini era teso e provato ma non sono in grado di individuare a quale motivazione specifica (se la sconfitta del gruppo; se il ruolo di passività a cui in questo momento era costretto; se altro) potesse ricollegarsi tale stato. Debbo dire come mia sensazione che il Dr. Gardini mi è parso soprattutto provato dalla debacle del Gruppo non tanto o quantomeno non solo sotto il profilo di conseguenze pratiche ulteriori ma soprattutto con riferimento al suo ruolo quale artefice delle fortune del Gruppo; non so dire peraltro quanto questa sensazione nasca non solo dai contatti di questi ultimi tempi, ma anche dalla rilettura del libro autobiografico di Gardini che ho fatto recentemente. Sia io sia Deluca gli suggerivamo di mantenere il ruolo di leader anche nella vicenda giudiziaria; anzi per la verità più che un suggerimento era una valutazione da lui pienamente condivisa e la sua difficoltà nasceva da una mancanza di dati di dettaglio che solo altri potevano fornire. Non l'ho mai sentito dire che non ce la faceva. L'ho sentito invece più volte negli ultimi tempi sottolineare la difficoltà che ho sopra menzionato. In questo momento viveva il processo e il crollo del Gruppo e non parlava con noi di prospettive successive. Non vi è dubbio che vi erano dei contrasti soprattutto con il cognato ma su questo devo invocare il segreto professionale. Per quanto mi risulta aveva il pieno appoggio della moglie e dei figli nei cui confronti manifestava un enorme affetto e dai quali appariva ritrarre molta fiducia e sicurezza anche se mi è sembrato non volesse far partecipe la moglie della vicenda. Tanto dico perché la sera prima disse alla moglie e al figlio di allontanarsi dalla riunione. Devo confermare che sono rimasto commosso dal vedere l'unione della famiglia che non mi aspettavo così grande. Il Dr. Gardini, pur avendo manifestato - se non proprio dall'inizio, quasi da subito - la volontà di presentarsi ai giudici e di chiarire la propria posizione (pur con i limiti e le difficoltà sopraindicate), non mi sembrava logorato o teso per l'attesa della presentazione. Semmai mi sembrava più teso dalla difficoltà di non avere tutti gli elementi per fare chiarezza. Ho parlato a lungo ieri ai funerali unitamente all'avv. Deluca con la moglie e con i figli di Gardini e mi sembra che gli stessi non abbiano particolari da aggiungere a quanto ho già descritto, né sensazioni ulteriori da riferire. I familiari non mi hanno parlato di messaggi giunti oltre a quello rinvenuto, né a me consta che ve ne siano. Non ho trovato alcun messaggio del dr. Gardini sulla mia segreteria telefonica dello studio, sia perché ero a Milano e quindi penso che non mi avrebbe chiamato, sia perché d'abitudine non mi chiamava mai direttamente, ma mi faceva chiamare dai suoi complicatissimi centralini. Ricordo che scherzavamo con lui sulla complicazione dei telefoni e lui mi diceva: "Anche lei è come me che non sappiamo usare i telefoni". Non avevo mai visto la pistola né saputo che la possedesse. Avevo invece visto dei fucili nella casa di Ravenna. Durante la riunione del giovedì sera, quando arrivarono i flash dell'ANSA sulle dichiarazioni di Garofano, Gardini mi sembrò più colpito dal fatto che venisse tutto scaricato su di lui nella presentazione giornalistica che non dal fatto che Garofano parlasse; però non mi sembrò colpito in modo particolare. Gardini in passato ha compiuto quantomeno una svolta clamorosa quando prima uscì da ogni carica che rivestiva in Italia sbattendo la porta e poi, al momento della separazione dal gruppo Ferruzzi. Voglio dire che era un uomo dai grandi gesti".
Letto e sottoscritto
Giovanni Maria Flick Licia Scagliarini
----------0---------------
Vi sono delle precisazioni da fare. Dell'inchiesta ENIMONT a Roma se ne occupava Ettore Torri, procuratore aggiunto. Il problema era capire dove erano finiti i 600 miliardi di sovraprezzo pagati per l'operazione. Una volta scippata dalla Procura di Milano, l'inchiesta si concentrò sulle tangenti pagate per ottenere il sovraprezzo, badate bene, circa 70 miliardi. Delle altre centinaia... non si saprà più niente. Cusani d'altra parte non parlò. L'avvocato di Gardini fece carriera e diventò ministro della Giustizia. Il PM divenne senatore...dei DS.
La pista americana
In America, per la precisione a Chicago, esiste un "Comitato per la ripulitura delle corti di giustizia" (CITIZENS' COMMITTEE TO CLEAN UP THE COURTS, http://www.skolnicksreport.com), fondato nel 1963. Questo comitato cittadino fa capo a Sherman Skolnick, che si occupa di corruzione nella magistratura dal lontano 1958. Solo tra il 1983 ed il 1993, il comitato ha fatto arrestare per corruzione ben 20 giudici e 40 avvocati, negli USA naturalmente. In Nord America i giudici vengono eletti alle loro cariche tramite campagne elettorali, a differenza che in Italia, dove ottengono le cariche per "concorso". Le campagne elettorali costano e così avviene che molti giudici abbiano forti legami "bancari". Alcuni di essi fanno parte di consigli d'amministrazione di banche oppure ne sono addirittura soci. In particolare, Skolnick, che è un anziano ricercatore su una sedia a rotelle, si è occupato della coincidenza temporale dei "suicidi" di Foster e di Gardini, avvenuti a distanza di soli tre giorni ed in circostanze analoghe, benché in due continenti diversi. Le sfortune americane del gruppo Ferruzzi, che come abbiamo già visto subiva attentati dal 1982, non sono molto note al pubblico italiano, almeno nei particolari. Esponiamo i risultati della ricerca di Skolnick.
La Ferruzzi Finanziaria S.p.A., la holding del gruppo Ferruzzi, era gestita da Raul Gardini che aveva sposato la figlia di Serafino Ferruzzi.Le filiali americane erano la Central Soya Co. di Ft. Wayne, nell'Indiana, e la Ferruzzi U.S.A., Inc., con uffici in Louisiana. Quelli che se ne intendono, sanno che la Ferruzzi era di proprietà del Vaticano e del capo della banca vaticana, il vescovo Paul Marcinkus che originariamente aveva una parrocchia a Cicero, un quartiere di Chicago, ed era la forza dominante della First national Bank di Cicero. La società italiana acquisiva una presenza sempre maggiore sui mercati della soia, nella borsa di Chicago, il Chicago Board of Trade. In due parole, nel 1989 la società aveva acquisito legalmente una posizione dominante sul mercato della soia proprio mentre ci si aspettava una carestia. C'era scarsità di semi di soia. I principali concorrenti di Ferruzzi erano la Cargill e la Archer-Daniels-Midland.
La Cargill era una società privata molto riservata con base nel Minnesota. La Cargill conduceva molti affari assieme alla BCCI che era a sua volta coinvolta in loschi affari con Marc Rich. Marc Rich (ma il vero cognome è Reich) è quel delinquente che venne graziato da Bill Clinton poco prima di lasciare a Bush la Casa Bianca. Secondo Skolnick, Marc Rich avrebbe pagato 100 milioni di dollari per l'amnistia ricevuta da Clinton, versandoglieli in 16 conti correnti off-shore. Skolnick arriva ad affermare che Rich, oggi residente a Zug in Svizzera, sarebbe stato l'ufficiale pagatore - "Paymaster" - di Stay-Behind. Questo ruolo lo vedrebbe affiancato a Alfred Hartmann, il misterioso banchiere che rimase coinvolto nello scandalo di Seveso del 1976, nella sua qualità di direttore della Hoffmann-La Roche di Basilea [Marc Rich ed Alfred Hartmann operavano assieme tramite la BCCI. Nessun organo di informazione occidentale ha mai riportato che al cuore dello scandalo BCCI stava il Rotschild assieme al Soros, e che questi due rappresentavano un accordo tra le intelligence americana, francese ed israeliana.. Il loro uomo in seno alla BCCI era lo stesso Alfred Hartmann. Hartmann, assieme a Richard Katz, era tra i direttori del NM Rothschild & Sons, di Evelyn de Rothschild, a Londra. Inoltre il signor Hartmann sedeva nel consiglio d'amministrazione della BCCI, era vice presidente della Rothschild AG di Zurigo (nel 1991), era direttore della banca "The Royal Bank of Scotland AG" di Zurigo, della Lavoro Bank sempre di Zurigo (BNL), della Banca del Gottardo di Ginevra, della finanziaria Creafin di Zurigo, era presidente della Banque de Commerce et de Placements SA di Ginevra (BCP) e vice presidente della Bank of New York-Inter Maritime Bank, sempre di Ginevra. Il presidente di quest'ultima era lo l'americano naturalizzato svizzero Bruce Rappaport, già coinvolto nel riciclaggio dei narcodollari di Oliver North, che presenziava in due società: la EP Services e la sovietica Intershipbuilders. Per chiudere il cerchio, in queste due ultime società troviamo anche Robert Vieux che, assieme a Erwin W. Heri, trasformò la Banca Karfinco, di Pierfrancesco Pacini Battaglia, nella Banque des Patrimoines Privés di Ginevra - la BPG - ovvero la "Banque Privée Genevoise". Vedi anche: "Come i Rothschild controllano il Quantum Fund", Solidarietà, anno V n.1, febbraio 1997].
L'altra concorrente della Ferruzzi, la Archer-Daniels-Midland (ADM), era una società molto politicizzata che aveva il suo quartier generale nell'Illinois. Uno dei suoi direttori, Dwayne Andreas, avrebbe dovuto essere incarcerato durante lo scandalo Watergate: riciclava i soldi della presidenza Nixon. Dal 1995, la ADM venne accusata di fissare i prezzi di certi prodotti, ma non della soia. I maggiori dirigenti vennero per questo condannati ed incarcerati. Siccome la ADM sponsorizza varie televisioni, questo episodio non è stato molto pubblicizzato.
Durante la situazione che si era venuta a verificare nel 1989, la Cargill e la ADM si trovarono scoperte. nelle loro posizioni contrattuali riferite alla soia, nei confronti della Ferruzzi. Per soddisfare gli ordini, interni ed esteri, le due società avrebbero dovuto raggiungere un accordo con la Ferruzzi, che aveva scommesso forte contro di loro. La società del Vaticano avrebbe potuto metterle in condizione di non adempiere ai loro contratti. Secondo la legge internazionale che regola la consegna a termine delle materie prime, il mercato dei futures, se un venditore risulta inadempiente lui stesso, come società, può essere acquisito, a soddisfacimento del debito, dal creditore. Se io come operatore vendo delle mele a termine, posso sia consegnarle alla data prefissata, sia, come è più normale nella Borsa, pagare o incassare la differenza di prezzo rispetto al prezzo che avevo fissato al momento della vendita. Questo è il meccanismo con cui in seguito Soros aveva fregato le banche centrali: aveva acquistato oro a termine e pretendeva che glielo consegnassero alla data di scadenza... oro che era stato venduto dalle stesse banche centrali "allo scoperto", cioè senza che esse effettivamente lo possedessero. E' difficile che il compratore pretenda la consegna della materia prima poiché normalmente il mercato dei futures è prevalentemente speculativo. Se noi comuni mortali vendessimo qualcosa che non possediamo, saremmo immediatamente arrestati per truffa.
Poiché i due concorrenti non erano in grado di consegnare la soia alla Ferruzzi, Gardini avrebbe potuto appropriarsene in base alle leggi che governano il mercato delle materie prime, anche perché le somme in gioco erano enormi. Per salvarsi, La Cargill e la ADM fecero pressioni sul Chicago Board of Trade (CBT). L'allora presidente, l'11 luglio 1989, emise una risoluzione urgente che cambiava le regole del gioco nel bel mezzo della partita. La Ferruzzi venne intimata di abbandonare le sue posizioni sul mercato della soia. La Ferruzzi fece appello per richiedere un'ingiunzione contro il CBT, presso l'altamente corrotta Corte Federale Distrettuale di Chicago - la "Federal District Court". [Ferruzzi Trading International, et al., vs. Board of Trade of City of Chicago, causa numero 89 C 5469.] La causa vebbe assegnata al giudice James B. Zagel, un amico dell'ex governatore dell'Illinois Jim Thompson. Zagel e Thompson sono collegati a Marc Rich nel traffico dell'eroina cinese, la "China White", molto pura, che viene importata a Chicago attraverso piccoli aeroporti di periferia. La CBT serve per riciclare i profitti di questo ed altri traffici di droga, organizzati da Marc Rich e dalla sua banda. Ad esempio vi si riciclavano i narcodollari delle importazioni di droga effettuate tramite l'aeroporto di Mena in Arkansas, ed organizzate insieme tra la CIA, George Herbert Walker Bush, Oliver North e Bill Clinton. I soldi venivano trasferiti attraverso la "Garfield Trust & Savings Bank" di Chicago, di cui uno dei proprietari era il parlamentare ed ex galeotto Dan Rostenkowski. Da questa banca i soldi arrivavano alla CBT ed al Chicago Mercantile Exchange, con la connivenza di Marc Rich, e si trasformavano in transazioni sulla soia.
Non tenendo conto della legge né dei fatti, il giudice Zagel era contrario al fatto che la Ferruzzi si appropriasse delle due società concorrenti a causa della loro inadempienza. Il giudice alla chetichella rifiutò l'appello di Gardini arbitrariamente. La Ferruzzi fu costretta a liberarsi delle sue posizioni sul mercato della soia. Migliaia di contadini vennero rovinati, finirono in bancarotta ed alcuni si suicidarono (questa volta, spontaneamente). Come è potuto accadere? In un momento di carestia in cui non c'era soia sufficiente per soddisfare il mercato interno e quello estero, com'è stato possibile che i prezzi della soia crollassero invece di salire?
Nella corte distrettuale di Chicago, venne promossa una causa di massa da parte dei molti contadini imbufaliti (American Agriculture Movement, Inc., et al., vs. Board of Trade of City of Chicago, causa numero. 89 C 8467). La causa venne assegnata al giudice federale George M. Marovich, un banchiere la cui banca, la "South Holland Trust & Savings Bank", situata in un sobborgo a sud di Chicago, era la corrispondente della "Continental Bank" di Chicago, la banca di riferimento del mercato delle merci e del "Chicago Board of Trade". Il CBT pagò 62 milioni di dollari per corrompere il giudice Marovich e gli altri giudici della Corte d'Appello (i giudici James B. Zagel, Joel M. Flaum, Kenneth F. Ripple e Jesse E. Eschbach): la causa venne persa, ovviamente, dai contadini. Secondo Skolnick, non solo Marc Rich aveva organizzato la corruzione dei giudici di Chicago, ma avrebbe anche organizzato i "suicidi" di Foster e Gardini: sarebbero stati gli scomodi testimoni dei loschi traffici e del riciclaggio dei narcodollari alla "soia".
Nel 2001, il giudice Marovich venne promosso: gli altri giudici rimasero in carica e solo Eschbach non praticava più.Una società francese si appropriò della "Central Soya", una società del gruppo Ferruzzi, assieme alla famiglia Riady, di etnia cinese, che possedeva la piccola First National Bank of Mena, Arkansas: la banca che era il punto di transito delle centinaia di milioni di narcodollari che venivano riciclati sui mercati della soia di Chicago.