venerdì 14 ottobre 2011

Turchia, uova sul dirigente del Fondo Monetario

Un gruppo di studenti turchi lancia uova contro Mark Lewis, rappresentante del Fondo Monetario Internazionale, durante una conferenza nella provincia di Bursa

La rivoluzione mondiale del 15 ottobre

La rivoluzione mondiale del 15 ottobre
Blog di Enzo di Frenna, Il Fatto Quotidiano

Sta per scendere in piazza l’indignazione mondiale. Con lo slogan 
Noi siamo il 99 per centomilioni di cittadini si mobiliteranno contro
l’1% di banchieri e speculatori finanziari che hanno innescato una crisi
pianificata per arricchirsi senza scrupolo. Il 15 ottobre il popolo
mondiale di indignati protesterà in 791 città di 71 Paesi.

Jeffrey Sachs, direttore dello Earth Institute della Columbia University
e autore del libro “Il prezzo della Civilizzazione” ha descritto molto bene
in questo post i sentimenti che spingono studenti, lavoratori e professori
occupare i luoghi simbolo della speculazione finanziaria,
chiedendo una maggiore “giustizia economica”. Su YouTube ci sono
centinaia di video spot per la “rivoluzione del 15 ottobre” in tutte le lingue.
Quello sotto è uno dei più linkati. Si ha la sensazione che l’avidità delle
banche e degli speculatori abbia svegliato la bestia rabbiosa dei popoli,
che ora sanno, comprendono, anche grazie a Internet che veicola
 informazioni censurate dai grandi network televisivi.

Naomi Klein nei giorni scorsi ha parlato al popolo di “Occupy Wall Street”
senza poter usare un microfono e un altoparlante, vietato dalle autorità
di polizia. Ma ha vinto la creatività: le sue parole sono state trasmesse
da un microfono umano. Una breve pausa e ogni indignato americano
ripeteva le parole al proprio vicino.

Cosa ha detto Naomi? Che sta soffiando il vento di una rivoluzione storica.
 E ha citato anche l’Italia: «Se c’è una cosa che so è che l’1 per cento della
popolazione ama la crisi. Quando la gente è nel panico e disperata e nessuno 
sembra sapere cosa fare, è il momento ideale di fare approvare la loro lista 
di desideri di politiche pro-aziendali: privatizzare l’istruzione e la sicurezza 
sociale, tagliare i servizi pubblici, eliminare le ultime limitazioni al potere 
delle grandi multinazionali. In mezzo alla crisi economica, questo sta 
accadendo in tutto il mondo. E c’è solo una cosa che può bloccare questa 
strategia, e per fortuna, è una cosa molto grande: il novantanove per cento. 
E questo novantanove per cento sta scendendo in piazza da Madison a Madrid 
per dire “No. Noi non pagheremo la vostra crisi“. Questo slogan è nato 
in Italia nel 2008. E’ rimbalzato attraverso la Grecia, la Francia e l’Irlanda e 
infine si è fatto strada nella piazza in cui la crisi è iniziata.»

Anche in Italia – finalmente –  il 15 ottobre migliaia di persone grideranno
 il loro “basta” nei confronti della politica che va a braccetto con la finanza,
distruggendo il futuro, il lavoro, la società. Un basta che è indirizzato
soprattutto a questo governo e Parlamento, ostaggio di un imprenditore
 e finanziere che ha occupato la poltrona di presidente del Consiglio.

La rivoluzione probabilmente si infiammerà ancora di più nel 2012,
quando il fallimento economico della Grecia  - pari al collasso di 5 Lehman 
Brothers –  metterà in ginocchio le economie di molti Paesi, insieme alla
nuova scadenza di “junk bond” americani per un importo tre volte superiore
a quelli scaduti nel 2008.

E’ una data da ricordare: 15 ottobre 2011. Bisogna partecipare e diffondere…

Milano: gli Indignati tentano il blitz in Goldman Sachs


Milano: gli Indignati tentano il blitz in Goldman Sachs

Blitz, 14 ottobre 2011

MILANO, 14 OTT – Un gruppo di una ventina di studenti hanno tentato, staccandosi dal corteo studentesco che sta sfilando oggi per il centro di Milano, di entrare di sorpresa nella sede meneghina della banca americana Goldman Sachs, in piazzetta Bossi, vicino piazza Cordusio.
Respinti da alcuni dipendenti della sede, i giovani allora hanno imbrattato l’androne vergando scritte con vernice spray e gettando sacchi pieni di immondizia.
Il corteo, formato da centinaia di ragazzi delle scuole superiori di Milano e provincia, sta intanto proseguendo il suo percorso per chiedere maggiori fondi per la scuola pubblica e per ribadire che ”noi la crisi non la paghiamo”, come recita uno dei cori piu’ gettonati.
Il corteo studentesco ha preso poi di mira vetrine e sportelli bancomat degli istituti bancari incontrati lungo il tragitto. In particolare, a partire dall’inizio di via Mazzini, in pieno centro, gruppi di giovani hanno bersagliato con secchiate di vernice e uova ogni filiale bancaria trovata, scrivendo frasi sui muri con spray e attaccando manifesti.
Studenti e forze dell’ordine si sono poi fronteggiati all’angolo tra piazzale Cadorna e via Paleocapa a Milano, a due passi dalla sede di Finivest, meta finale del corteo studentesco. I cordoni di agenti e i mezzi della polizia sono stati tempestati da un fitto lancio di frutta, ortaggi, bombolette spray e immondizia, ma le due parti rimangono ancora al momento a distanza.

Indignati, dall'assedio a Bankitalia al sit-in da Tremonti

LA PROTESTA

Indignati, dall'assedio a Bankitalia
al sit-in da Tremonti con il drago dipinto

Studenti, lavoratori, precari, artisti  hanno bloccato di nuovo stasera via Nazionale, dopo un'assemblea davanti al PalaExpo che era stato chiuso per sicurezza.  Poi in corteo verso il ministero di Tremonti. Occupato l'ostello della gioventù. Chiuso il PalaExpo

di VIOLA GIANNOLI E MANUEL MASSIMO, la Repubblica, 13 OTTOBRE 2011

E' stata riaperta al traffico via Nazionale che studenti, lavoratori, precari, artisti  avevano bloccato, dopo un'asseblea davanti al PalaExpo che era stato chiuso per sicurezza. Il corteo pacifico con dragone dei manifestanti che stavano andando sul marciapiede verso piazza della Repubblica è stato fermato dalla polizia. Due cellulari hanno bloccato l'accesso all'altezza di via Genova e un massiccio cordone di agenti si è schierato in tenuta antisommossa. Poi il via libera con lo striscione verso il minisero dell'Economia di via XX Settembre. "Porteremo il drago" dicono i manifestanti "al ministro Tremonti". Alla fine il corteo è tornato a via Nazionale sulle scalinate del Palazzo delle Esposizioni.

Il giorno precedente a notte fonda gli Indignati di via Nazionale, portati via di peso uno ad uno dal centro della strada e spinti sul marciapiede dalla polizia, avevano montato le tende proprio sulle scalinate del Palazzo delle Esposizioni. Si beve birra, si discute della giornata e di come proseguire fino al corteo del 15 ottobre, si leggono i giornali, si cantano cori. Bersagli principali: il ministro dell'Economia Giulio Tremonti e la crisi. Richieste: il diritto all'insolvenza e il default programmato.

OCCUPATO L'OSTELLO DELLA GIOVENTU'


IL RISVEGLIO DEGLI INDIGNATI


Ma non escludono altre iniziative. Stamattina, infatti, è stato occupato l'ostello della gioventù al Foro Italico da un gruppo di ragazzi che si sono presentati come "Giovani verso il 15 ottobre". "Abbiamo voluto riaprire - dicono - uno dei luoghi simbolo dell'accoglienza e della libertà di movimento per generazioni di giovani, che da diversi mesi ha serrato i battenti". Un'azione decisa anche in vista di sabato, del corteo degli 'indignados' nella capitale: "accampati sulla riva sinistra del Tevere - scrivono infatti ancora nel comunicato - accoglieremo qui quanti e quante in questi giorni volessero condividere con noi la strada verso il 15 ottobre".

La giornata di ieri è stata lunga anche per loro, i Draghi Ribelli. E' iniziata alle 16 con l'occupazione di piazza a pochi metri da Palazzo Koch, la sede di Bankitalia presidiata per ore da decine di camionette, blindati e agenti per l'arrivo del capo dello Stato Giorgio Napolitano (a cui tre studenti della Sapienza hanno consegnato una lettera) e del governatore Mario Draghi, prossimo presidente della Bce. Una giornata non ancora terminata perché la mobilitazione, si è deciso, dev'essere lunga e permanente. E così scatta l'accampata. Delle centinaia di manifestanti del pomeriggio di ieri ne resta, in tenda e sacco a pelo, qualche decina, lo zoccolo duro dell'indignazione, della rabbia, dell'insofferenza di chi non vuole pagare "una crisi che non abbiamo creato noi".

Oggi un altro giorno. Il tempo di svegliarsi, passare a casa per un panino e una doccia, e poi ricominciare. Da mezzogiorno corsi di auto-formazione politica sui social network. Alle 16 una assemblea pubblica. In mezzo assemblee nelle facoltà universitarie della Sapienza (alcune delle quali, venerdì notte, verranno occupate), come nei centri sociali e nelle associazioni che raccolgono i pezzi di questo movimento.

Ieri la manifestazione era stata pacifica. Canti, balli, cartelli sui blindati delle forze dell'ordine, mascherine da drago. E poi l'annuncio: "Da qui non ce ne andremo. Indietro non si torna". Almeno fino al 15 ottobre, giorno "caldo" del grande corteo che da piazza della Repubblica attraverserà la capitale per raggiungere piazza San Giovanni con possibili blitz a sorpresa, deviazioni, nuovi camping urbani.

Dopo mezzanotte però l'atmosfera si scalda, sale la tensione. Le camionette della polizia avanzano, gli agenti indossano i caschi, poi li svestono, in un estenuante "gioco" di resistenza. I manifestanti si dividono, poi ritrovano un filo comune, si riuniscono in gruppetti, poi di nuovo in assemblea plenaria, trattano con la Digos e la Questura. Alla fine decidono: tutti seduti in terra e resistenza passiva.
La polizia, che aveva chiuso intanto quel tratto di via Nazionale su quattro lati, si stringe intorno agli Indignati e gli agenti li trascinano via, sollevandoli da terra, uno ad uno. Alcuni per le identificazioni (una decina in tutto), altri vengono spinti sul marciapiede davanti al museo perché solo lì, spiegano, può proseguire il sit-in. Niente scontri, solo qualche spintone e qualche urlo. Poi gli agenti indietreggiano, formano un cordone e alla fine tornano verso Bankitalia.
(13 ottobre 2011)


Indignati/ corteo in Via Nazionale e sit-in a Bankitalia


Indignati/ corteo in Via Nazionale e sit-in a Bankitalia, VIDEO


Newspedia, 14 ottobre 2011
Indignati/ corteo in Via Nazionale e sit in a Bankitalia, VIDEO
Prosegue la protesta degli indignati, un gruppo denominato “Giovani verso il 15 ottobre” ha dichiarato “Abbiamo voluto riaprire – dicono – uno dei luoghi simbolo dell’accoglienza e della libertà di movimento per generazioni di giovani, che da diversi mesi ha serrato i battenti”. Un’azione decisa anche in vista di sabato, del corteo degli ‘indignados’ nella capitale: “accampati sulla riva sinistra del Tevere – scrivono infatti ancora nel comunicato – accoglieremo qui quanti e quante in questi giorni volessero condividere con noi la strada verso il 15 ottobre”.
Una protesta pacifica, che ricorda ben altri tempi, gli indignati di via Nazionale, hanno trascorso la notte così, montando le tende sulle scalinate del palazzo delle Esposizioni.

Qualche birra, si discute attendendo il 15 ottobre, il giorno scelto dagli indignati, qualcuno che canta dei cori o legge i giornali. I principali bersagli di questa manifestazione pacifista di protesta, sono il ministro dell’economia Giulio Temonti e in generale la crisi economica finanziaria, una delle peggiori dopo quella del 1929 e la recente del 2008 che sta giorno dopo giorno distruggendo il futuro dei giovani, già reso sempre meno instabile dalla precarietà moderna. Le richieste del gruppo sono il diritto all’insolvenza e il default programmata. La giornata appena trascorsa, dai manifestanti è stata lunga e faticosa, diversi i gruppi rappresentati.
C’erano i draghi ribelli, costituiti da lavoratori, precari e artisti. Il corteo ha avuto inizio alle ore quattro del pomeriggio, occupando la piazza, pochi distante al Palazzo Koch, dove c’è la sede di Bankitalia. Una mobilitazione lunga e permanente di cui gli indignati non vogliono assolutamente rinunciare. Qui sotto trovate il video con unìintervista al sindaco di Roma, Gianni Alemanno, in vista della protesta degli indignati di sabato prossimo. A seguire voce ai protagonistiindignati che spiegano le ragioni della protesta. E voi cosa ne pensate? Fanno bene a scendere in piazza gli indignati? Buona visione.

I draghi ribelli invadono Roma

Napoli, blitz dei precari e dei "Draghi-ribelli" all'Inps

Napoli, blitz dei precari e dei "Draghi-ribelli" all'Inps

Tentato ingresso nell'istituto, ma bloccati dalla polizia

TMNews, 13 ottobre 2011
Precari napoletani mobilitati senza sosta in vista del 15 ottobre, il giorno
della manifestazione di Roma organizzata dai Draghi ribelli, gli indignati
italiani. Dopo i sit-in e le proteste davanti alle sedi regionali della
Banca d'Italia, i precari di Napoli hanno scelto la sede dell'Inps per
manifestare il loro disagio. Non è la prima volta che vengono qui, come
spiega uno di loro.Per rendere più visibile la loro protesta, i manifestanti
si sono riuniti in blocco davanti alla sede dell'Istituto e hanno
esposto mega-striscioni colorati. Fallito invece il tentativo di entrare
nella sede con un blitz di sorpresa: hanno trovato la strada
sbarrata dalla polizia.L'alternativa è la sosta davanti all'ingresso dell'Inps:
e qui i precari hanno deciso di restare, illustrando le loro ragioni, in
attesa del 15 ottobre.

Indignati/I collettivi: il 15 occuperemo Roma


Indignati/I collettivi: il 15 occuperemo Roma

PaneAcqua,   12 ottobre 2011, 13:23

Indignati/I collettivi: il 15 occuperemo RomaPolitica     "Il 15 ottobre scendiamo in piazza per rimanerci. Portate una tenda", è chiaro il messaggio lanciato dal Coordinamento nazionale dei collettivi affidato ad un editoriale di Atenei in rivolta. Su Facebook adesioni all'evento


L'evento "OccupyRome" si diffonde su Facebook, dietro un cartellone-slogan altrettanto esplicito: sullo sfondo il Colosseo, il simbolo di una tenda da campeggio, con la scritta imperativa "non torniamo a casa portati una tenda", e la parafrasi del motto che ha portato al successo Obama "Yes we camp". La risposta che inizia a girare sul social network è entusiasta: "Sì. Occupiamo tuto".
"Il 15 ottobre è necessario andare oltre un corteo rituale, oltre una semplice sfilata che si concluda a San Giovanni. Vogliamo scendere in piazza per rimanerci, accamparci e porre un problema al potere, fino a quando questo governo non se ne sarà andato", si legge nell'editoriale di AteneinRivolta.
Dalla crisi dei mutui subprime - ricordano i collettivi "la crisi economica è venuta a bussare alla porta del "bel paese" chiedendo il conto (salato) di anni di sprechi, di speculazioni, di sfruttamento, di politiche scellerate che da sempre svendono i diritti dei cittadini per i profitti di pochi (soliti noti)".
Così "la storia non cambia, il metodo è sempre lo stesso: a pagare sono sempre i soliti, chi lavora, chi produce, chi rivendica una vita libera e dignitosa, ed ecco tagli all'università con la legge 133 del 2008 e successiva riforma Gelmini, ecco l'attacco di Marchionne ai diritti degli operai, ecco le solite facilonerie nei confronti degli impiegati della funzione pubblica". E "non contenti i signori dell'economia mondiale si sono buttati a capofitto - sempre con i soldi dei cittadini - nei mercati finanziari, ed ecco l'imminente catastrofe dinnanzi ai nostri occhi: l'Europa è a rischio default, a cominciare dalla Grecia".
Come nell'autunno dell'anno scorso, delle proteste contro la riforma Gelmini ei tagli all'università, i collettivi lo ripetono: non ci stanno a subire la "retorica del debito": "Questo debito non l`abbiamo contratto noi e dunque il loro debito non lo paghiamo". Ed è "con questo spirito ci accingiamo ad affrontare le giornate di mobilitazione che abbiamo davanti".
La prima - ricordano - oggi, 12 ottobre davanti alla Banca d`Italia, in occasione del convegno internazionale 'L'Italia e l'economia mondiale, 1861-2011' al quale parteciperanno il Presidente della Repubblica Napolitano e Mario Draghi, "per restituire al mittente la lettera firmata da Draghi-Trichet e contestare la manovra finanziaria dettata dalla Bce". Poi l'appuntamento è il 15 ottobre, "nella giornata internazionale contro il debito, riprendendoci le strade e facendo sentire la nostra voce contro la dittatura finanziaria imposta dalla Troika formata da Bce, Fmi e Commissione Europea". Ma per gli studenti i due appuntamenti o singole manifestazioni non sono sufficienti e avvertono "è solo un inizio di mobilitazione che dovrà necessariamente andare oltre, innescare una dinamica di mobilitazione permanente imparando dagli esempi greci e spagnoli". Ed per questo che il 15 ottobre non sarà "una semplice sfilata".
(TMNews)

Cittadini italiani denunciano le agenzie di rating ai cc


Alcuni cittadini italiani denunciano le agenzie di rating ai Carabinieri ed alla Procura della Repubblica…

Premessa:
Come promesso… abbiamo mantenuto…
Giorgio, Casimiro, Ivan ed io ….. abbiamo depositato la denuncia/querela contro le agenzie di rating e gli amministratori delegati degli “Specialisti delle aste dei Titoli di Stato..
Noi buona parte dei nostri compiti li abbiamo svolti….. Adesso tocca anche a voi che condividete e supportate le nostre idee e lotte….. voi avete il compito di diffondere per quanto più possibile la conoscenza dell’esistenza di questo strumento per utilizzarli sia voi che chi è a contatto con voi….. amici, conoscenti, familiari, giornali, radio, siti web, social…. Etc., etc.,..
Sono sinceramente soddisfatto del lavoro che ho fatto e davvero (pure se con qualche pecca qua e la) penso che meglio non sarei riuscito a fare neppure lavorandoci per mesi invece che soltanto due pomeriggi….
Spero che questa operazione mediatica e divulgativa che stiamo attuando riceva il successo di diffusione e di condivisione che secondo me merita.
DATEVE DA FA’
Laudetur Semper Priapus, Pan et Sol Invictus.
Veiensfurens.
…………………………..
ROMA, 13/10/2011
Al Comando stazione dei Carabinieri
SEDE
Alla Procura Della Repubblica Competente
E, p.c. Ad Altri
QUERELA/DENUNCIA CONTRO :
1. I responsabili legali dell’agenzia di “Rating” internazionale Standard & Poors, con sede in Milano
vc. San Giovanni Sul Muro,1 – 20121 – tel: 02 72111;
2. I responsabili legali dell’agenzia di “Rating” internazionale Moody’s, con sede in Milano Corso di
Porta Romana, 68 – 20122;
3. Eventuali responsabili legali di altre agenzie di “Rating” internazionale;
4. Governatore Mario Draghi e direttore generale Fabrizio Saccomanni di “Banca d’Italia S.p.a.” ;
5. L’amministratore delegato di Banca IMI S.p.A.
6. L’amministratore delegato di Barclays Bank PLC
7. L’amministratore delegato di BNP Paribas
8. L’amministratore delegato di Citibroup Global Markets Ltd.
9. L’amministratore delegato di Commerzbank A.G.
10. L’amministratore delegato di Credit Agricole Corp. Inv. Bank
11. L’amministratore delegato di Credit Suisse Securities (Europe) Ltd.
12. L’amministratore delegato di Deutsche Bank A.G.
13. L’amministratore delegato di Goldman Sachs Int. Bank
14. L’amministratore delegato di HSBC France
15. L’amministratore delegato di ING Bank N.V.
16. L’amministratore delegato di JP Morgan Securities Ltd.
17. L’amministratore delegato di Merrill Lynch Int.
18. L’amministratore delegato di Monte dei Paschi di Siena Capital Services Banca per le Imprese S.p.A.
19. L’amministratore delegato di Morgan Stanley & Co. Int. PLC
20. L’amministratore delegato di L’amministratore delegato di Nomura Int.PLC
21. L’amministratore delegato di Royal Bank of Scotland PLC
22. L’amministratore delegato di Societè Generale Inv. Banking
23. L’amministratore delegato di UBS Ltd.
24. L’amministratore delegato di UniCredit Bank A.G.
25. ed eventuali altri, secondo il ruolo ed il grado di responsabilità risultante dalle indagini.
Per le ipotesi dei reati p. e p. dagli articoli:
1) Concorso formale in reato continuato (art.81 c.p.);
2) Pene per coloro che concorrono nel reato (art.110 c.p.);
3) Circostanze aggravanti (art.112 c.p.);
4) Corruzione del cittadino da parte dello straniero (art. 246);
5) Disfattismo politico (art.265 cp);
6) Disfattismo economico in periodo di guerra contro Serbia, Iraq, Libia, etc., etc., (art.267 c.p.);
7) Devastazione, saccheggio e strage (art.285 c.p.);
8) Corruzione per un atto d’ufficio (art.. 318 c.p.);
9) Corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio (art. 319 c.p.);
10) Corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio (art.320 c.p.);
11) Rifiuto di atti d’ufficio (art.328 c.p.);
12) Abusivo esercizio di professione (art. 348 c.p.);
13) Turbata libertà degli incanti (art.353 c.p.);
14) Omessa denuncia di reato da parte del cittadino (art. 364 c.p.);.);
15) Associazione a delinquere (art.416 bis);
16) Devastazione e saccheggio )art.419 c.p.);
17) Distruzione di materie prime o di prodotti agricoli o industriali ovvero di mezzi di produzione
(art.499 c.p.);
18) Rialzo e ribasso fraudolento di prezzi sul pubblico mercato o nelle borse di commercio
(art.501 c.p.);
19) Manovre speculative su merci (art.501 bis c.p.);
20) Turbata libertà dell’industria o del commercio (art.513 c.p.);
21) Istigazione o aiuto al suicidio (art.580 c.p.);
22) Furto (art.624 c.p.);
23) Truffa (art.640 c.p.);
24) Frode informatica (art.640 ter c.p.);
25) Pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate, o tendenziose, atte a turbare l’ordine
26) pubblico (art. 656 c.p.);
27) Procurato allarme presso l’autorità (art. 658 c.p.)
28) Abuso della credulità popolare (art.661 c.p.);
29) Ed eventuali altre fattispecie di reato che venissero rilevate nel corso delle indagini.
LUOGO DI COMMISSIONE : Territorio nazionale ed internazionale
TEMPO DI COMMISSIONE : Reati in corso di esecuzione;
Arresto obbligatorio in flagranza
1. Gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria procedono all’arresto di chiunque colto in flagranza di un delitto non colposo, consumato o tentato, per il quale la legge stabilisce la pena dell’ergastolo o della reclusione non inferiore nel minimo a cinque anni e nel massimo a venti anni.
2. Anche fuori dei casi previsti dal comma 1, gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria procedono all’arresto di chiunque è colto in flagranza di uno dei seguenti delitti non colposi, consumati o tentati:
a) delitti contro la personalità dello Stato previsti nel titolo I del libro II del codice penale per i quali è stabilita la pena della reclusione non inferiore nel minimo a cinque anni o nel massimo a dieci anni;
b) delitto di devastazione e saccheggio previsto dall’articolo 419 del codice penale;
c) delitti di promozione, direzione, costituzione e organizzazione della associazione per delinquere prevista dall’articolo 416 commi 1 e 3 del codice penale, se l’associazione è diretta alla commissione di più delitti fra quelli previsti dal comma 1 o dalle lettere a), b), c), d), f), g), i) del presente comma.
Persone offese: la Repubblica italiana, tutti i Cittadini italiani, tutti i Contribuenti italiani
Questa è una denuncia che chiede al potere giudiziario di prendere una chiara ed inequivocabile posizione rispetto a questi illeciti, politici, finanziari, economici.
SCENARIO DI RIFERIMENTO E CONDIZIONE INTERNAZIONALE ATTUALE DELL’ITALIA
L’Italia è ormai di fatto da molti anni in stato di guerra…. Il fatto che ormai sia entrata in disuso la formale notifica di dichiarazione di guerra non sta a significare che noi italiani siamo in periodo di pace… questo in quanto insieme ad altri maggiori aggressori abbiamo corpi di spedizione armati di tutto punto in una decina di Paesi esteri … in particolare contribuiamo ad occupare massicciamente IN ARMI (e non con per gioco) la Serbia, Iraq, Afganistan, Libia, Libano, etc., etc…. e questo per me/noi sta a significare indiscutibilmente il nostro “stato di guerra de facto e de Jure” contro i Paesi succitati ….. Tant’è, se ne occorresse riprova, che ormai quasi giornalmente muoiono nostri giovani ragazzi colà visti, giustamente, come invasori di un violento occupante straniero… Checchè ne dicano e tentino di giustificarsi i nostri governanti..
Occorre prendere atto senza falsi ed ipocriti buonismi che l’Italia da oltre un decennio è perennemente in “istato di guerra”… Per di più noi cittadini, per essendo per la massima parte contrari costretti a finanziarne i non lievi costi di circa due miliardi di euro l’anno…..
Per questi motivi si deve considerare quanto sotto descritto ed i relativi reati, come commessi in periodo di guerra e come tali considerati e valutati, e quindi i fatti di seguito descritti devono essere visti anche secondo l’art. 265 in vigore …
E altrettanto l’articolo 267 …..
PREMESSA
Sono in corso da molti anni una serie di reati di ogni genere in danno dello Stato e dei cittadini tutti commessi da una innumerevole quantità di personaggi italiani e stranieri di ogni ordine, grado, rango e ruolo sia all’interno delle istituzioni pubbliche e private italiane e altrettanto in istituzioni pubbliche e private estere… A costoro si devono ad esempio le cosiddette “liberalizzazioni”, le “privatizzazioni” e le continue regalie effettuate da numerosi personaggi pubblici già da noi numerose volte denunciati.
Ora, sempre nel quadro di una medesima, continuativa e complessiva strategia, siamo qui a denunciare un’ ulteriore serie di atti delinquenziali messi in azione da ben precise ed individuate istituzioni di “Rating” internazionale che da anni, ma sempre più negli ultimi mesi, si muovono con una decisa e precisa volontà di saccheggio, devastazione, turbativa, speculazione, su ogni tipo di risorsa e ricchezza sottraibile sia allo Stato che ai Cittadini italiani.
CONSIDERAZIONI
Quanto segue non è una mia scoperta o teoria, ma riporta studi economici e giuridici di carattere scientifico e prodotti da studiosi e da accademici di diversi paesi: i proff. James Robertson e Joseph Huber[1]; Richard Werner[2]; John Sloman[3]; il famoso Giacinto Auriti docente in varie università italiane; l’ex P.G. presso la Corte di Appello dell’Aquila, dr. Bruno Tarquini[4]; l’avv. Marco Della Luna[5]; Steven Zarlenga[6], presidente dell’American Monetary Institute, e tanti altri illustri economisti.
Esiste, come anche sostenuto da questi economisti, da lungo tempo un meccanismo di falsi contabili e falsi in bilancio (dello Stato, della Banca d’Italia, delle banche commerciali), evasione fiscale, truffa,
usurpazione, di diritto e tutta la serie innumerevole di fattispecie di reato elencato in prima pagina tutti tesi ad un fittizio ed artefatto “Debito Pubblico”.
Un meccanismo che porta a creare false, apparenti e indebite passività della finanza pubblica,le quali a loro volta portano alla presente, oppressiva, e conseguente pressione fiscale ed infine alla perdita dei beni dei cittadini e dello Stato ed infine al DEBITO PUBBLICO….. all’improprio, indebito, inventato, illusorio indebitamento di enti locali, di province e di regioni.
Artificio criminoso e criminogeno per la sua perversa intensità e falsità dei suoi presupposti, e soprattutto per l’arbitrarietà realizzato attraverso la costruzione di falsi ed illeciti presupposti giustificativi.
Infatti la contrazione del debito pubblico attraverso l’emissione di titoli del debito pubblico avviene in modo pretestuoso, senza reale corrispettivo, al solo fine di attuare un trasferimento di potere d’acquisto
dai contribuenti (dal popolo) ai banchieri privati ed un indebitamento dello Stato e del popolo verso costoro.
Quest’operazione per le sue dimensioni nel corso degli ultimi decenni in particolare ha attuato di fatto un trasferimento di potere politico in favore dei predetti banchieri privati.
Cosa che si è apertamente manifestata pochi giorni or sono con l’apparizione della lettera segreta, poi pubblicata, indirizzata da Trichet (governatore della B.C.E.) al presidente del Consiglio dei Ministri Berlusconi…. In cui gli si imponeva senza mezzi termini il “Diktat” delle severe restrizioni e rinunce che lo Stato ed i cittadini italiani dovranno accettare senza condizioni, comportamento di gravità inaudita!!
L’intera operazione configura un’eversione dell’ordinamento e della legalità costituzionali, ed è perpetrata in forma ovviamente e palesemente ed inconfutabilmente associativa.
La presente denuncia intende quindi provocare una risposta del potere giudiziario, nell’un senso o
nell’altro, anche per accertare quali margini di legalità e di recupero di legalità rimangano in Italia e fino a che livello sia pervenuta la dipendenza della politica e delle istituzioni rispetto al potere bancario.
Il sistema bancario internazionale, in mano a finanzieri privati, di fatto ha esautorato lo Stato e le
istituzioni democratiche e rappresentative, spogliandoli della sovranità e della stessa indipendenza, e sottomettendoli all’interesse e alla volontà dei propri capi, per lo più stranieri.
Inoltre, il debito pubblico è illegittimo e incostituzionale, fraudolento, in quanto nascente dall’uso di questo potere monetario da parte di soggetti privati che non hanno titolo ad esercitarlo, per di più nel processo di realizzazione pure truffando!.
Tutto ciò premesso come situazione di sfondo poco rassicurante, anzi tenebrosa ed infida….
L’ultima truffa in ordine di tempo messa in atto per mettere in ginocchio la Nazione consiste in un’operazione all’apparenza del tutto onesta, e legittima…. E cioè nel classificare i titoli di debito pubblico degli Stati in generale … in particolare a noi interessa le operazioni che riguardano conseguenze allo Stato italiano…. che sono stati emessi appunto a fronte del debito pubblico dello Stato italiano e i cui “Titoli di debito” sono stati messi all’asta in vari periodi successivi, anche distanti molti anni tra di loro e che fluttuano di rendimento, Interesse…… (usura…..) a seconda di vari parametri ….. fra i quali certamente il più importante è la cosiddetta “valutazione di rischio “che viene stilata periodicamente da delle “istituzioni” private, che non rispondono delle proprie delinquenziali esternazioni a nessuno Stato e a nessun codice penale…. Ma solo esclusivamente ai propri azionisti privati cittadini per la stragrande maggioranza esteri…..
In pratica succede questo
L’economia dello Stato necessita di denaro come unità di misura del valore e soprattutto quando il prodotto dell’economia cresce le banche private ed anche la Banca d’Italia hanno bisogno di nuove
“iniezioni” di valore”… per cui la Banca Centrale di emissione cede allo Stato (direttamente o mediante l’interposizione di SIM in funzione di foglie di fico) banconote contro la cessione di titoli del debito pubblico soggetti a interesse passivo.
I titoli e l’interesse vengono pagati con le tasse, quindi gravano sui contribuenti e sullo Stato, mentre vanno ad arricchire gli azionisti privati delle banche di emissione.
L’indebito arricchimento è grosso modo pari al debito pubblico contratto dallo Stato e dalle P.A. verso le banche suddette, …pure se … e per di più ……. il cosiddetto “debito pubblico” IN REALTA’ non è dello Stato verso le banche, ma delle Banche verso lo Stato ed i cittadini.
Ma tralasciamo quest’aspetto che abbiamo già esaminato in precedenti denunce
Il profitto così realizzato a spese dei cittadini è stimabile, in Italia, intorno agli 80 miliardi di euro l’anno. Lo Stato, come suggerito dai succitati autori (Robertson, Huber, Tarquini, Della Luna potrebbe e dovrebbe, a rigor di logica e di diritto, emettere le banconote in proprio, esattamente come tuttora e sempre emette in proprio le monete metalliche, e come emetteva i biglietti di Stato di 500 Lire (negli USA, l’amministrazione Lincoln e l’amministrazione J.F. Kennedy emettevano pure United States Notes, ossia biglietti governativi). In tal modo non si produrrebbe alcun tipo di debito pubblico.
Ma questo incredibilmente ed inspiegabilmente non avviene
Ed invece lo Stato a fronte di pezzi di carta colorati (non garantiti da nulla) “preferisce” emettere “Titoli” di indebitamento pubblico….. garantiti (questi si) dallo Stato….
Stato che oltre ad essere succube di molti possibili ricatti, come fin qui descritto, e nelle altre precedenti denunce …. È per di più asservito e soccombente rispetto alle cosiddette “classificazioni” delle cosiddette “agenzie di rating”……
È ciò completa una infame “summa” di gran porcate e costituisce la ciliegina sulla torta di una enorme truffa, ma soprattutto un’eversione dell’ordine costituzionale, un’usurpazione e sottrazione di potere sovrano, in cui banchieri, ministri, alti dirigenti dello stato, tutti concorrono e sono concorsi.
Il FATTO
L’attacco della speculazione che l’8 luglio 2011, e poi tuttI i successivi saccheggi verificatisi ripetutamente fino ad oggi sono stati diretti dalla finanza internazionale contro la Borsa italiana, provocando un ribasso del 3,47% pari a una perdita di 14,1 miliardi di capitalizzazione, solo nella prima citata occasione….non è una semplice operazione finanziaria; continuare a parlare dei “mercati finanziari” astrattamente è pura omertà costoro hanno nomi e cognomi, sono uomini e gruppi con precisi e chiari interessi ed obiettivi …… la destabilizzazione di interi Paesi.
L’Italia viene attaccata perché è uno dei Paesi più ricchi in assoluto che resiste alla crisi finanziaria grazie alle famiglie e alla rete delle sue piccole e medie imprese fregandosene delle idiozie della globalizzazione finanziaria. Le imprese, le banche le aziende e gli immobili italiani rappresentano quindi primario obiettivo per chi spera di comprarle a costo zero fra qualche mese.
Si attacca l’Italia perché per se stessa, per dare il colpo definitivo all’euro e perché come sempre il nostro Paese ha una posizione determinante rispetto ai futuri assetti del Mediterraneo e del Medio Oriente.
La visione del mercato finanziario globale come potere regolatore degli assetti economici mondiali, ha conferito alle forze speculative insite in sé di esercitare un infinito potere di estorsione politica; non vi è più alcun Paese al mondo che non dipenda in qualche modo da questa ristrettissima élite di signori
dello strozzinaggio del denaro, i quali dispongono di uno strumento di controllo imbattibile , costituito dalle agenzie di rating che, a livello mondiale, sono soltanto cinque, delle quali tre hanno un
monopolio di fatto del settore.
Moody’s e Standard&Poor’s sono all’attacco dell’Italia, come della Grecia un anno fa, sono stati infatti principalmente gli outlook(previsioni) di queste due agenzie di rating a dare il segnale che si poteva colpire l’Italia. Alexander Kockerbeck, vice-presidente di Moody’s, e Alex Cataldo, responsabile Italia della stessa agenzia, emettono sentenze definitive sul presente e sul futuro economico del nostro Paese, senza essere dotati di alcuna autorità il loro potere deriva unicamente dal fatto di essere società controllate a loro volta da società finanziarie internazionali, ….. le stesse società di cui dovrebbero valutare obiettivamente prodotti e performance.
“Il primo azionista di Moody’s, con il 13,4% del capitale, era a fine dicembre del 2009, secondo rilevazioni Reuters, Warren Buffett, con il suo fondo Berkshire Hathaway; al secondo posto con il 10,5% Fidelity, uno dei più grandi gestori di fondi del mondo, eppoi State Street, BlackRock, Vanguard, Invesco, Morgan Stanley Investment .
Goldman Sachs e JP Morgan “specialisti” della Banca d’Italia nell’aquisto di titoli del “Debito Pubblico”) …….. I N C R E D I B I L E ! ! ! ! !
Insomma … LE BANCHE “SPECIALISTE” IN ACQUISTO DEL DEBITO PUBBLICO ITALIANO sono anche fra i più grandi gestori di fondi a livello mondiale ….e…. sono anche azionisti di Moody’s. E guarda caso lo stesso vale anche per Standard&Poor’s : ….. Blackrock, Fidelity, Vanguard. …………..Gli stessi nomi……
Insomma tutta questa filiera di truffatori professionisti… ha tutto da guadagnare (miliardi di euro) a parlare male dell’Italia
E’ NORMALE, LECITA…… LEGALE una simile concatenazione di fatti in conflitto di interessi??????
Per di più queste agenzie non hanno alcuno status giuridico, nemmeno negli Stati Uniti……
Il loro infingardo e truffaldino ruolo è stato reso possibile dal fatto che il governo degli Stati Uniti le ha definite Nationally Recognized Statistical Rating Organizations (NRSRO) e lo stesso ha fatto la Securities and Exchange Commission (SEC), agenzia governativa che vigila sui mercati azionari.
Nonostante le frequentissime e numerose loro previsioni si siano dimostrate semplicemente ridicole come mostrano il caso del crollo della Enron o quello di Lehman Brother’s, quando di queste aziende le agenzie in questione hanno continuato a dare fino ad un minuto prima del crack valutazioni di altissima affidabilità. Frequenti le indagini a loro carico tenutesi negli Usa, e come anche pochi mesi fa è avvenuto presso la Consob italiana, senza che il pubblico sia stato edotto di quanto emerso.
E soprattutto va tenuto ben presente che sono sempre questi mascalzoni matricolati (anzi senza matricola) che hanno permesso la crescita esponenziale e poi l’esplosione dei titoli tossici.
Un monitoraggio effettato dall’Adusbef su oltre 1.000 “report” (consigli per gli acquisti o per le vendite su titoli e/o azioni) emessi a pagamento (quindi con un potenziale conflitto di interessi, a volte anche quando non è stato richiesto) dalle maggiori agenzie di rating, anche di origine bancaria, ha rappresentato la prova provata che tali rapporti sono risultati sballati al 91 per cento,efficaci al 9 per cento. Quando le agenzie diffondono su internet, tramite lettere finanziarie o stampa specializzata,i loro reports su società quotate, i consigli (ad acquistare: buy; vendere: sell; o tenere: hold ) 9 volte su 10 si sono rilevati vere e proprie bufale a danno dei risparmiatori i quali, seguendo quei non proprio
disinteressati consigli, hanno messo a repentaglio il frutto del loro sudato risparmio, con perdite maggiori rispetto alla loro normale capacità di investimento.
Le società di rating,poiché sono pagate dai committenti e non dagli investitori,sono portatrici di un conflitto di interessi, che ha mostrato tutta la sua evidenza negli scandali finanziari mondiali: dalle Enron e Worldcom alla Parmalat.
Contro ogni logica considerazione Moody’s, Standard&Poor’s e Fitch continuano da anni a macinare profitti incredibili…..Eccone il dettaglio…. “Moody’s, solo nel 2009, per ogni 100 dollari che ha fatturato ne ha guadagnati sotto forma di utile operativo ……. Omissis …. sul mestiere più remunerativo, quello appunto dell’assegnare pagelle, la redditività balza al 42% sui ricavi. Un exploit il 2009? No. Gli anni d’oro sono stati altri: nel 2007 il margine operativo era al 50% dei ricavi e nel 2006 si è toccato il picco del 62% di utili operativi sul fatturato. …. Omissis….. (fonte: Il sole 24 Ore).
Insomma i nostri Paesi sono soggetti a valutazioni di valore internazionale da parte di agenzie che da tali valutazioni traggono direttamente profitto e che sono per di più di proprietà di società finanziarie che da quelle valutazioni possono trarre a loro volta direttamente profitto! I così detti “Specialisti investitori d’asta” un elenco di una ventina di banche ……………
Quando queste agenzie tagliano il rating di uno Stato, accrescono il tasso di interesse richiesto dagli “SPECIALISTI AUTORIZZATI” per acquistare titoli di debito pubblico di questo Stato così accrescendo il rischio della bancarotta che hanno annunciato e quindi “realizzare” le proprie profezie.
Da evidenziare il fatto che alla base dell’attuale critica situazione dei Paesi europei ed in primis dell’Italia sta il Trattato di Maastricht (una delle maggiori idiozie del genere umano), che ha fatto un “regalo” ai poteri del capitale finanziario internazionalizzato, sancendo le modalità che gli Stati membri devono seguire per approvvigionarsi di moneta … inarrivabile oscenità demenziale e delinquenziale…. Avendo stabilito che le banche centrali hanno il divieto di finanziare direttamente gli Stati, i quali devono quindi trovare prestatori sui mercati finanziari. (GLI STROZZINI INTERNAZIONALI).
Vale a dire gli “specialisti delle aste” ….. che si chiamano Morgan Stanley. (vedi elenco), …… che sono i controllori di quelli che stabiliscono il grado di rischio dei Paesi e che quindi determinano il salire del tasso di interesse … Così permettendo insani guadagni alla filiera di rapina/saccheggio/estorsione….
Questa “punizione monetaria” deriva dalla cosiddetta “liberalizzazione finanziaria”, che è l’esatto opposto delle politiche adottate dopo la il crollo di Wall Street del ’29 ….sarà casuale?.
È ormai chiarissimo che lo scopo dei trattati europei è di assoggettare gli Stati, giungendo a condizionare la vita di intere generazioni di comunità nazionali: il fatto che gli Stati e le regioni, le province, i comuni siano andati a cercare i soldi sui mercati finanziari, proprio mentre il credito veniva, come in Italia, trasformato per legge da funzione sociale ad attività esclusivamente lucrativa, pone i nostri Paesi alla mercè dei signori della moneta debito.
Se fossero semplicemente i deficit e le cattive amministrazioni pubbliche a giustificare la
speculazione finanziaria, ci si dovrebbe chiedere come mai questa colpisca l’Europa e non gli Stati Uniti, e come mai gli attacchi si dirigano contro l’Italia o la Grecia e non contro la California, uno stato americano che è in conclamata bancarotta da anni!
L’unico aspetto positivo che si appalesa della tempesta che si annuncia nei prossimi mesi sull’Italia è la presa di coscienza della necessità di sottrarre i nostri Paesi al condizionamento del capitale finanziario internazionale, riaffermando il principio che, nelle nostre democrazie, la gestione della cosa pubblica deve essere demandata esclusivamente a rappresentanti eletti dal popolo e ai “Poteri nazionali”.
È inoltre necessario ed indeferibile richiedere l’apertura di un’inchiesta internazionale sulla condotta delle agenzie di rating, da promuovere presso le Nazioni Unite, allo scopo di verificarne composizione azionaria, conflitti di interesse, liceità delle attività svolte ed effetti diretti ed indiretti della
loro condotta sulle economie dei singoli Paesi negli ultimi venti anni; nel frattempo le attività di rating di queste agenzie, in quanto parti interessate, devono essere sospese a tempo indeterminato.
Nel contempo riconsiderando finalmente la questione della sovranità economica delle comunità nazionali che è la sola via per riscattare i nostri popoli dalla schiavitù del debito falso, artefatto e truffaldino.
Ma chi sono gli “Investitori istituzionali” che strozzano i titoli di debito pubblico degli Stati???
1) Banca IMI S.p.A.
2) Barclays Bank PLC
3) BNP Paribas
4) Citibroup Global Markets Ltd.
5) Commerzbank A.G.
6) Credit Agricole Corp. Inv. Bank
7) Credit Suisse Securities (Europe) Ltd.
8) Deutsche Bank A.G.
9) Goldman Sachs Int. Bank
10) HSBC France
11) ING Bank N.V.
12) JP Morgan Securities Ltd.
13) Merrill Lynch Int.
14) Monte dei Paschi di Siena Capital Services Banca per le Imprese S.p.A.
15) Morgan Stanley & Co. Int. PLC
16) Nomura Int.PLC
17) Royal Bank of Scotland PLC
18) Societè Generale Inv. Banking
19) UBS Ltd.
20) UniCredit Bank A.G.
Il modo di agire è sempre lo stesso … le recite della “pagella” sono sempre di una ripetitività e di una banalità disarmanti: i tagli nelle spese di bilancio non sono sufficienti e la “riforma delle pensioni” (leggi privatizzazione delle pensioni) va troppo a rilento. Sono giudizi, ripetuti in salse un po’ diverse, che sono stati emessi per tutti, siano questi paesi industrializzati o nazioni in via di sviluppo. L’effetto immediato del voto negativo è un aumento dei tassi di interesse per “ricomprare” la fiducia dei sottoscrittori di obbligazioni e di altre forme di credito, per cui tutto il debito pubblico e privato di una nazione costa subito di più (la stima del declassamento italiano, calcolata da Adusbef,è pari a circa 3,3 miliardi di euro), con ricadute negative sul bilancio statale e con l’aggiunta di ulteriori tagli alla spesa sociale.
Inoltre le “tre sorelle” hanno partecipazioni dirette, attraverso i membri dei loro consigli direttivi, Board of Directors, delle più grandi corporations internazionali e delle più grandi banche internazionali, pesantemente coinvolte nelle operazioni di finanza derivata, cioè in quelle speculazioni finanziarie principalmente responsabili delle bolle speculative e dell’attuale crisi finanziaria sistemica globale.
1) La Standard & Poor’s (S&P) è sussidiaria della multinazionale McGraw-Hill Companies. Il presidente di McGraw-Hill è Harold McGraw III, che è, tra le altre cose, contemporaneamente membro del Board of Directors della United Technology (multinazionale degli armamenti) e della ConocoPhillips (petrolio ed energia). È stato anche membro del “Transition Advisory Committe on Trade” del presidente George W. Bush padre.
Tra i membri del Board of Directors della McGraw-Hill, che decidono quindi anche dell’attività della
S&P, troviamo: Sir Winfried Bishoff, presidente della Citigroup Europa e uomo di punta della Henry Schroder Bank di Londra; Dougals N. Daft, presidente della Coca Cola Co.; Hilde Ochoa-Brillenmbourg, alto responsabile della Credit Union del FMI-World Bank; James H. Ross, della British Petroleum; Edward B. Rust Jr., presidente della’assicurazione State Farm Insurance Company,
direttore della Helmyck & Payne, e già membro del Transition Advisory Team Committee on Education della presidenza di George W. Bush (padre); Sidney Taurel, presidente della farmaceutica Eli Lilly (che in passato ha vantato tra i suoi dirigenti anche Kenneth Lay, condannato per la bancarotta della Enron) e direttore dell’IBM, già membro nel 2002 dell’Homeland Security Advisory Council (l’apparato dell’antiterrorismo statunitense).
2) L’agenzia di rating Fitch di New York è sussidiaria della multinazionale dei servizi finanziari Fimalac, con sede centrale a Parigi. Nel 2005 la multinazionle americana delle comunicazioni Hearst Corporation ha rilevato il 20% del pacchetto azionario.
Il suo presidente è Marc Ladreit de Lacharriere, uomo della Renault e della Banque Suez.
Tra i membri del Board of Directors troviamo: David Dautresme della banca Lazard Freres; Philippe Lagayette della JPMorgan & Cie; Bernard Mirat della Cholet-Dupont (finanza); Bernard Pierre della Fremapi (metalli preziosi).
La Fimalac vanta anche un International Advisory Board per dare più lustro e potere alla multinazionale, che nel 2002 annoverava tra gli altri: Felix Rohatyn della Lazard Freres, l’uomo che ha recentemente smantellato l’industria americana dell’auto; Sholley della UBS Warburg, Reimnits della Kommerz Bank, Peberan della Paribas, rappresentanti della Nestlè, della Bentelsmann e anche l’ex presidente della Federal Reserve americana Paul Volker e l’italiano Lamberto Dini.
3) L’agenzia di rating Moody’s è sussidiaria della Moody’s Corporation, con sede centrale a New York. Il presidente è Raymond W. McDaniel Jr.
Tra i membri del Board of Directors troviamo: Basil L. Anderson della Stables Inc. e della Hasbro Inc (due giganti del settore vendite e servizi); Robert Glauber della ING Group (settore bancario e assicurativo con base in Olanda), già sottosegretario del ministero delle finanze americano nel periodo 1989-92; Henry Mc Kinnell, della multinazionale farmaceutica Pfizer e della Exxon Mobil (petrolio); Nancy S. Newcomb della Citigroup e della Sysco Corporation (settore alimentare);
John K. Wulff, della multinazionale chimica Herculer, della KPMG (la multinazionale di consulenza finanziaria e di certificazione dei bilanci), della Sunoco (petrolio) e della Fannie Mae (che insieme alla Freddie Mac detenevano quasi tutto il pacchetto ipotecario immobiliare americano della bolla).
Le “tre sorelle” del rating quindi, non sono solamente l’espressione dell’intreccio dominante delle multinazionali, ma in particolar modo sono una struttura organizzata delle principali banche del pianeta che controllano il sistema finanziario e debitorio delle nazioni e di tutti i settori dell’economia sia privata che pubblica. Ma la cosa che si vuole con precisione sottolineare è l’influenza determinante esercitata sulle “tre sorelle” da quella finanza altamente speculativa che è responsabile della gigantesca bolla in derivati finanziari che ha precipitato il mondo intero in un processo di crisi sistemica.
Secondo i rapporti della Banca dei Regolamenti Internazionale (BRI) di Basilea, la banca di coordinamento di tutte le banche centrali, alla fine di dicembre 2005 solamente il totale del valore nozionale di tutti i derivati finanziari Over The Counter (OTC), cioè quelli che non appaiono sui bilanci delle banche e finanziarie che li sottoscrivono, aveva raggiunto i 284.819 miliardi di dollari, cioè sette volte il PIL mondiale ( alla fine del 2003 era di 197.167 miliardi, cioè quasi 100.000 miliardi in più solamente in 24 mesi!). Oggi siamo arrivati ad una inimmaginabile, folle cifra di circa 700.000 miliardi di dollari ……oltre 12 volte tutto il PIL mondiale annuale …..
Queste sono operazioni finanziarie altamente speculative, soprattutto scommesse sugli andamenti futuri dei tassi di interesse, che hanno già portato l’intero sistema in crisi con il fallimento del fondo LTCM nel 1998 e continuano a scuotere quotidianamente il sistema finanziario e monetario, fra cui il fallimento per 6,5 miliardi di dollari del fondo americano Amaranth (con ricadute negative anche sui
fondi gestiti italiani,dal san Paolo Imi alle Generali). Si noti che alla vigilia della crisi del 1998 il totale dei derivati OTC era di 28.000 miliardi di dollari.
Secondo l’ente statale di controllo sul denaro circolante negli USA, il Comptroller of the Currency, a fine giugno 2006 la JPMorgan vantava da sola un valore nominale di derivati OTC pari a 57.300 miliardi di
dollari (cinque volte il PIL americano) e la Citigroup vantava 25.327 miliardi di dollari in derivati OTC. Anche le altre banche sono pesantemente coinvolte in queste operazioni sebbene seguano a grande distanza questi due colossi della speculazione finanziaria.
Tutto questo ci porta a concludere che le “tre sorelle” sono totalmente squalificate nella pretesa di valutare la solidità economica e finanziaria degli stati e delle imprese, e per di più sono parte integrante del PROBLEMA che sta portando il mondo economico verso il crack e la crisi sistemica con conseguenze devastanti per l’intera vita economica, sociale e politica del pianeta. Questa riflessione non si deve fermare soltanto al rifiuto delle ricette imposte dalle agenzie, ma deve sollecitare un’azione, coordinata internazionalmente, per ridefinire le regole e i progetti per un nuovo sistema monetario e finanziario internazionale, per una nuova Bretton Woods capace di promuovere un nuovo ordine economico mondiale più giusto.
La risoluzione, approvata in questi giorni all’unanimità dalla Commissione Finanze della Camera, con la quale il Parlamento accusa le agenzie di rating di comportamenti molto gravi, “aggiotaggio e destabilizzazione del mercato”, e invita il governo a denunciare queste agenzie alla neo costituita Authority europea per il controllo dei mercati (Esma: European securities market authority). Si tratta di una decisione importante, politicamente forte (l’unanimità in Parlamento è cosa rara), una scelta che condividiamo. Di recente, autorevoli studi e indagini, a cominciare da quelli della Sec americana (Security exchange commission, l’organo di controllo della Borsa di New York), hanno ampiamente dimostrato che c’è del marcio nelle agenzie di rating.
Ma la cosa che lascia davvero sbigottiti ed interdetti….. è che nonostante quanto fin qui detto…. Del tutto a conoscenza degli esperti economici…. Anche del presente governo italiano…. Questi rimanga assente, passivo, remissivo ed impotente di fronte alla inoppugnabile evidenza, sotto gli occhi di tutti…. Ed osservi imperterrito e impassibile l’esecuzione brigantessa di sottrazione e dilapidazione della sua ricchezza da parte di questi lestofanti…
Un governo degno di questo nome avrebbe come minimo fatto immediatamente arrestare i sopra denunciati…. Avrebbe sospeso le concessioni agli “specialisti delle aste dei titoli di Stato….. li avrebbe immediatamente e temporaneamente sostituiti con altri…..e… in attesa dell’esito delle indagini e dei procedimenti avrebbe sospeso le licenze ad operare per le agenzie di rating (che fra l’altro già ora sono prive di autorizzazione) ….
Salvo poi a biglie ferme…. E confermate le loro responsabilità ……. Richiedere l’intervento di un “tribunale internazionale” per ottenere la ferma condanna anche dell’intero orbe terracqueo…. E “least but not last (da ultimo… ma non meno valido…) Richiedere la restituzione del maltolto ed il giusto riconoscimento del danno…
NULLA DI TUTTO QUESTO È STATO FATTO!!!
Si appalesa a questo punto sempre il solito dilemma ….. costoro (i governanti) sono dei poveri idioti incapaci di intendere e di volere oppure sono collusi con la mafia dell’alta finanza che qui denunciamo congiuntamente???
In ogni caso anche loro dovrebbero essere inquisiti da una magistratura che fosse degna dei grandi valori di cui dovrebbe essere portatrice…….
In conclusione lo scenario d’insieme messo in atto dalla combriccola/masnada/orda composta da politici/banchieri/parlamentari/tribunali nazionali ed internazionali/società di recupero crediti è questo :
1) le banche nazionali (si fa per dire … [meglio dal nome italiano]), le B.C.E e tutte le grandi multinazionali della finanza/moneta, stampano ormai da decenni pezzi di carta straccia che si ostinano pervicacemente a chiamare “banconote” mentre non hanno più alcuna delle caratteristiche intrinseche che le distingueva (e che quindi dava loro valore), ora non hanno più alcun controvalore convertibile e quindi quando le banche la emettono non possono portare in contabilità la loro entità al passivo.
2) Così facendo creano un accumulo di capitale di quantità industriale, che addebitano allo Stato al valore facciale più costo di produzione più interessi, che inoltre non viene dichiarato al fisco, e attraverso queste immense disponibilità, fra i tanti infiniti scopi comprano tutti i corruttibili sul mercato, in particolare i politici, che fanno questo di professione.
3) I quali politici e parlamentari promulgano una serie di leggi a favore delle banche, ed assimilate, cambiando, se necessario, il codice civile e quello penale, nonché i rispettivi codici di procedura,
producendo leggi incostituzionali a raffica.
4) Dopodiché tutto il denaro rapinato attraverso la illegittima ed illegale creazione di banconote tramite il signoraggio primario e secondario, e relativo addebitamento a carico dello Stato (debito pubblico), e quindi dei cittadini, non contenti tutti gli associati in questa immane azione criminogena, vanno ad attaccare direttamente i beni dello Stato, delle Regioni e degli enti locali.
5) Non ancora soddisfatti, poiché le banche sanno benissimo che in questo regime monetario il vero valore non sta nella banconota ma nei beni dati a garanzia dei mutui e dei fidi, e dei beni e servizi prodotti, ….. approfittando della crisi artificiosa, assolutamente falsa e da esse stesse indotta, …. Dopo aver dragato tutta la moneta circolante al fine di non lasciarne più sul mercato (basta vedere i rientri forzosi messi in atto negli ultimi mesi dalle banche commerciali), mettono in azione le loro controllate società di recupero crediti e attraverso l’estromissione del filtro e controllo del giudice naturale, basando i procedimenti in Paesi stranieri.
6) 3.000.000, ed oltre, di pignoramenti dal 2008 sono la fotografia dello stato di degrado della Legge, del Diritto e della Giustizia e della grande sofferenza, strazio, scempio e sciagura dei cittadini direttamente coinvolti e della Nazione nel suo complesso.
7) A questo punto la corruzione della logica, delle leggi e del Diritto, oltrecchè della morale in senso lato, ormai ha raggiunto una dimensione tale che soltanto l’azione decisa della magistratura inquirente potrebbe, forse, porvi rimedio prima delle prevedibili sommosse, delle tragiche e fratricide rivolte.
8) Ora per completare, fino a possibili future ulteriori “sorprese”…. lo scenario che DENUNCIAMO si arricchisce di questa insospettabile soverchieria, ricatto e rapina “istituzionale”, apparentemente legale che viene messa in atto dalle agenzie di rating, operanti in Italia senza alcuna delle necessarie autorizzazioni …. e che si chiama “classificazione del rischio” la quale mette a disposizione di queste agenzie un potere di concussione assoluto nei confronti dello Stato….. Basta una “A” in più o meno per gonfiare il debito ed aggiungere miliardi di in più a carico dello Stato e dei cittadini.
9) Ma la cosa davvero incredibile, inaccettabile, perversa e delinquenziale deriva dal fatto che le agenzie di rating sono controllate e di proprietà delle STESSE banche i”istituzionali” che comprano il debito dello Stato…. Ed aumentare o diminuire del tutto fittiziamente di una “A” la classificazione di rischio del debito pubblico di uno Stato (sovrano???) da parte delle agenzie ……. Permette alle banche “istituzionali” che le posseggono…… di guadagnare miliardi di euro a danno dello Stato e dei cittadini. Semplice ed efficace truffa, furto aggiotaggio e quant’altro….
10) E gli apparati di controllo dello Stato ….. in questi decenni dove si erano persi???
Tutta questa serie di violazioni, strategicamente, organicamente e funzionalmente strutturate per la loro stessa natura e per l’alto livello di consapevolezza, informazione e potere di chi l’ha compiuta, non possono che essere intenzionali e pianificate, a danno dello Stato e a beneficio dei privati finanzieri.
Questo procedimento sopra descritto punto per punto ravvisa una pura, perfetta, cristallina fattispecie di reati compiuti in associazione a delinquere….. Negarlo significherebbe non capire nulla di diritto, oppure essere collusi, oppure entrambe le ipotesi….. O forse soltanto essere un po’ vigliacchi…….
In ambito bancario, monetario ed istituzionale, i predetti comportamenti di reato vengono compiuti da molti anni senza che vengano perseguiti, ma ciò non impedisce di perseguirli ora, perché in materia penale non esiste la desuetudine delle norme, e quantomeno questa procura dovrebbe ragguagliarcene.
Tutto ciò premesso, e con riserva di fornire ulteriori chiarimenti, se del caso.
CHIEDIAMO
Valutare se si configurino le ipotesi di reato in in calce evidenziate e finora descritte, e di procedere per la penale punizione dei colpevoli, nonché preliminarmente, richiedere gli opportuni sequestri di
documenti cartacei e telematici, azioni, partecipazioni, valori mobiliari e immobiliari, nonché crediti, ai fini di:
a) assicurare la prova dei reati;
b) impedirne la soppressione e l’inquinamento;
c) impedire la continuazione dei reati;
d) assicurare la solvibilità dei responsabili nei confronti dello Stato e dei cittadini cui deve essere risarcito l’ingente ed immane danno cagionato con i comportamenti che si descrivono.
Sollecitiamo pure l’esecuzione di opportune perizie per la conferma della qui fornita ricostruzione.
È anche vero che è possibile che alcune delle persone che concorrono alla commissione di questi reati non siano consapevoli di come funziona il sistema e del fatto che ciò a cui collaborano è illecito, e che
quindi non siano punibili perché in buona fede; ma i dirigenti delle banche e dei ministeri, i governatori, i finanzieri, i direttori generali, i ministri, ed i loro esperti e consiglieri, non possono pretendere essere considerati inconsapevoli di ciò che stanno facendo, perché è il loro mestiere.
Ricordo, sottolineo ed enfatizzo ad uso di chi mi legge rammentando l’ obbligatorietà dell’azione penale in caso di evidenti violazioni di legge ….. e qui se ne sono verificate a josa, ricordo altresì il giuramento prestato nei confronti della Legge, delle Istituzioni, della Repubblica, dello Stato e dei Cittadini italiani tutti, a cui l’operato di questo giudice si deve uniformare e deve rispondere, e di cui noi a nostra volta saremo severi giudici.
Chiediamo quindi la punizione nei termini di legge per tutti i reati sopra contestati, e quant’altro ravvisabile nell’esposizione dei fatti a scaturenti dalle indagini, il ripristino della legalità, della giustizia e le più severe sanzioni e condanne previste dalla LEGGE.
Ci riserviamo inoltre di costituirci parte civile nell’instaurando procedimento penale;
e, ai sensi dell’ex art. 408 c.p.p., chiediamo di essere avvisati in caso di richiesta di archiviazione.
IN FEDE. 
ALLEGATO :
Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-02406
Atto n. 3-02406 (in Commissione)
Pubblicato il 27 settembre 2011
Seduta n. 610
LANNUTTI – Al Ministro dell’economia e delle finanze. –
Premesso che:
l’agenzia di rating Standard & Poor’s, indagata dalla Procura di Trani per gravissimi reati, nonostante non abbia superato l’esame dell’Esma (European securities and markets authority) ed in data odierna non sia registrata tra le agenzie di rating certificate, quindi non sia abilitata ad emettere pagelle sull’Italia, a causa di una serie di conflitti di interesse poiché all’interno del suo azionariato vede un colosso dei fondi come Black Rock, con un patrimonio di circa 3.000 miliardi di dollari nel suo azionariato, che è tra i maggiori azionisti di Unicredit, nei giorni scorsi ha declassato l’Italia portandola da A + ad A;
scrive la giornalista, Carmen Carbonara, su “Il Corriere del Mezzogiorno” del 27 settembre 2011: «Il report di Standard & Poor’s che ha bocciato l’Italia una settimana fa, finisce nel fascicolo della procura di Trani che ipotizza i reati di insider trading e market abuse a carico di una delle “tre sorelle” (le altre sono Moody’s e Fitch) del rating americano. È l’ultimo capitolo dell’inchiesta aperta dal pm Michele Ruggiero sulle agenzie di rating, sospettate di aver emesso giudizi non veritieri nei confronti del sistema economico e bancario italiano, così come denunciato da Adusbef e Federconsumatori.
La decisione, già nell’aria da qualche giorno, è diventata concreta dopo l’incontro che il magistrato tranese ha avuto venerdì scorso con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, a Roma. È stato un incontro del tutto informale. Letta non è stato ascoltato come persona informata sui fatti come avvenuto invece con altri esponenti di governo nei mesi scorsi interessati alla vicenda Moody’s, la prima agenzia a essere finita nel registro degli indagati per un report del 6 maggio 2010 che definiva l’Italia come un Paese “a rischio” al pari di Grecia e Spagna. Il sospetto della procura, che coincide sostanzialmente con quello di Letta, è che l’ultimo report di S & P, che ha declassato l’Italia da A+ ad A il 20 settembre scorso, non sia obiettivo perché espresso non sulla base di valutazioni economiche, ma politiche.
Non a caso gli analisti, nel declassare di un nocth (cioè un gradino) il debito italiano, hanno anche detto di aspettarsi che “la fragile coalizione di governo e le differenze politiche all’interno del Parlamento
continueranno a limitare la capacità del governo di rispondere in maniera decisa alle sfide macroeconomiche interne ed esterne”. Per questo il pm ha acquisito dalla Presidenza del Consiglio il
testo tradotto in italiano del report, che finirà all’attenzione di due consulenti già individuati dalla procura: gli economisti Donato Masciandaro della Bocconi di Milano e Giovanni Ferri dell’Università di Bari.
In realtà, però, materiale ancora più interessante è quello che il pm dovrebbe portare a casa dagli Stati Uniti, dove è programmata una trasferta il mese prossimo per acquisire gli atti della Sec (Securities and exchange commission, per intenderci la Consob americana) sul declassamento degli Usa fatto da Standard and Poor’s il 5 agosto scorso, quando il rating sovrano per la prima volta è passato da AAA ad AA+. L’atto portò a un’immediata reazione dello stesso presidente Barack Obama, che si affrettò a smentire la veridicità di quanto affermato da S & P.
Dopo una prima richiesta di quel rapporto, la procura ha deciso di fare una trasferta negli Stati Uniti. Lunedì, intanto, a Trani arriverà una delegazione greca, capeggiata da Kiriakos Tobras, che nell’aprile
2010 presentò una dettagliata denuncia al procuratore capo presso la Corte di Cassazione di Atene, contro gli speculatori»;
considerato che:
«l’onda lunga dello scandalo dei mutui subprime, trasformati in obbligazioni “sgonfiate” dallo scoppio della bolla immobiliare del 2007 – scrive Glauco Maggi su “La Stampa”-, ha raggiunto ieri, e non è la prima volta, Standard & Poor’s, e potrebbe avere conseguenze finanziarie molto serie per i conti dell’agenzia, nota per aver tolto in estate la Tripla A all’America di Obama per la prima volta. La McGraw-Hill, la compagnia di comunicazioni e analisi societarie che ha tra le sue divisioni l’agenzia di rating Standard & Poor’s, ha comunicato ieri di aver ricevuto un avviso di garanzia (Wells Notice) dalla Sec (Securities Exchange Commission, la Consob Usa), in cui è stata informata che sono in corso indagini contro la sua divisione aziendale responsabile della assegnazione dei rating ai debiti societari e governativi.
Questo avviso rappresenta il sospetto della Sec di un comportamento non etico tenuto dalla società ricevente, ed espone la lista completa delle questioni sotto esame. Il destinatario deve rispondere dando le sue argomentazioni a difesa, e se non lo fa, o se comunque viene giudicato alla fine colpevole, fioccano le multe.
Questo procedimento mira a concludersi con una ingiunzione civile, e la Sec potrà infliggere a S&P una pesante punizione pecuniaria sotto forma di risarcimento per i danni materiali procurati, e di richiesta di restituzione delle commissioni incassate in relazione al rating controverso. La Standard & Poor’s Ratings Services, in particolare, deve difendersi dall’accusa di aver violato la legge federale sulle emissioni di titoli mobiliari per il rating AAA dato nell’agosto 2007 a una offerta da 1,6 miliardi di dollari di obbligazioni, commercialmente note come Delphinus Cdo 2007-1, sottoscritte per i 3/4 dalla Mizuho International Plc (gruppo finanziario giapponese Mizuho), e gestite dalla Delaware Asset Advisors.
La polemica sulla “generosità” delle agenzie di rating nel valutare con addirittura tre A questi debiti costruiti sulla bolla del mattone è annosa: Delphinus crollò al rating spazzatura già a fine 2008.
La causa civile avviata ora si aggiunge ad altre iniziative legali della stessa Sec e del dipartimento della Giustizia contro le agenzie di rating e le maggiori banche americane negli Usa, sempre per questi bondbond. I Cdo, collateralized debt obligations, erano la famiglia di titoli più in voga nella stagione di boom immobiliare del decennio scorso.
La loro caratteristica era di essere “garantiti” da assets (beni) “collaterali”, come le rate dei mutui o di altri crediti da restituire negli anni a venire. Non era, in sostanza, l’emittente nominale del bond a rispondere del buon fine del credito di fronte agli investitori acquirenti dei Cdo, ma una miriade di altri debitori.
Quando i prezzi delle case sono caduti e i mutuatari non hanno potuto o voluto onorare le rate, i Cdo sono diventati titoli «tossici», non più in grado di pagare le cedole né di restituire il capitale. La riduzione, e in molti casi l’azzeramento, del loro valore di libro da parte delle banche che li avevano in portafoglio ha portato ai deficit di bilancio e alla crisi del sistema finanziario, che non è ancora stata superata.
Nel comunicare il ricevimento dell’avviso, la McGraw Hill ha aggiunto che sta cooperando con la Sec nelle indagini. Né la società né l’organo di vigilanza federale hanno fornito, fino a ieri, commenti più specifici sulla natura delle accuse. Le due altre maggiori agenzie di rating, Moody’s Investors Service, che ha tra gli azionisti Warren Buffett, e Fitch, il cui primo azionista è la società francese Fimalac, hanno detto di non aver ricevuto avvisi dalla Sec riguardante questo o altri Cdo»,
si chiede di sapere:
se il Governo non ritenga doveroso di intervenire, nelle sedi internazionali, per impedire che società private, come Standard & Poor’s, prive della necessaria autorizzazione dell’Esma che le abilita ad operare in Italia, possano continuare imperterrite ad emettere report ad orologeria anche su istituzioni, enti locali e banche italiane per rendere più fertile il terreno alla speculazione, e se sia a conoscenza della meritoria inchiesta della Procura della Repubblica di Trani, avviata sulla base di denunce di Adusbef e Federconsumatori, che registra al momento sei indagati, tra i quali tre analisti della Standard & Poor’s, uno di Moody’s oltre ai responsabili legali per l’Italia delle due agenzie;
se le transazioni sui mercati azionari ed obbligazionari conseguenti all’ultimo report con cui Standard & Poor’s ha declassato il debito sovrano italiano da A+ ad A, che potrebbe contenere anche giudizi di natura politica, più che economica, non abbiano risentito di eventuali informazioni privilegiate da parte di alcuni soggetti operanti sui mercati, posto che i titoli di Stato italiani non sembra abbiano subito grandi oscillazioni nella data di diffusione del rapporto, ossia nella giornata di borsa di martedì 20 settembre, mentre al contrario ci sarebbero stati forti oscillazioni nella giornata precedente e se le transazioni sui BTP non possano aver concretizzato il reato di insider trading, aggiotaggio e manipolazione dei mercati;
quali misure urgenti il Governo intenda attivare, anche nelle future riunioni del G20 convocate nei prossimi giorni, per impedire che una consolidata cricca affaristico-finanziaria, composta da agenzie di rating, banche di affari (in primis Goldman Sachs e JP Morgan), fondi speculativi, in concorso tra loro e con le distratte autorità vigilanti quali Consob ed Esma, possano distillare quotidiane pillole avvelenate sui mercati, per determinare i corsi delle azioni, delle obbligazioni e dei titoli di Stato, con la finalità di conseguire enormi profitti, sulla pelle dei risparmiatori, delle famiglie e delle piccole e medie imprese, vessati da quelle stesse banche, che, con i loro dolosi ed avidi comportamenti, hanno determinato la crisi sistemica e messo a repentaglio la solidità dell’euro e dell’Europa;
quali urgenti iniziative intenda attivare nelle prossime riunioni del G20, per discutere regole e norme stringenti per un nuovo ordine monetario, che sottragga alla finanza speculativa ed alla dittatura dei cosiddetti mercati un potere enorme sugli Stati, che vedono limitare la propria sovranità, da una finanza spregiudicata che, dopo aver creato montagne di derivati OTC (700.000 miliardi di dollari, contro un PIL mondiale di 55.000) scambiati su piattaforme opache, hanno assunto funzioni arbitrarie che non dovrebbero essere nella disponibilità degli oligarchi che alimentano leve finanziarie, swap e CDS, ma dei Governi democraticamente eletti che, se non vogliono assistere ai funerali dell’euro e del sogno europeo, devono riacquistare la loro sovranità, su banche di affari, fondi speculativi e banche centrali, che, a giudizio dell’interrogante, appaiono come criminali seriali.
Primo Firmatario: ORAZIO FERGNANI
VIA DI BACCANELLO, 16 00060 FORMELLO – ROMA