Agenzie di rating: mandanti ed esecutori piano discredito processo
Trani (OPi – 12.3.2015) Mario Lettieri, già sottosegretario all’Economia, e
l’economista Paolo Raimondi non sono gli unici a constatare che i
responsabili politici e governativi ed anche i media italiani stanno
trattando con troppa sufficienza, se non con ostilità, il processo in
corso presso il Tribunale di Trani nei confronti delle agenzie di
rating, la Standard and Poors’ e la Fitch. Tra maggio 2001 e gennaio
2012 esse resero pubbliche delle analisi che declassavano drasticamente
l’Italia e il suo debito pubblico, provocando un terremoto economico e
finanziario. Ciò, come è noto, fece schizzare lo spread, la differenza
tra i tassi di interesse dei bond italiani e di quelli tedeschi, fino a
575 punti.
Il comportamento delle suddette agenzie di rating era –
sottolineano I due economisti - consapevolmente viziato e, attraverso
un’informazione falsa e una tempistica manovrata, mirava a mettere in
ginocchio l’Italia e a destabilizzare l’intera Europa. Secondo noi erano
proprio l’Unione europea e l’euro i veri bersagli economici e
geopolitici degli attacchi speculativi. Chi cerca di denigrare il
sostituto procuratore di Trani, Michele Ruggiero, come un esagerato
complottista dovrebbe rileggere i dossier preparati dalle varie
commissioni americane sul ruolo nefasto delle agenzie di rating nel
favorire prima la crisi finanziaria globale più devastante della storia e
poi nel detonarla.
Il rapporto del 2011 della bipartisan “Financial
Crisis Inquiry Commission” di Phil Angelides, al termine di centinaia
di pagine piene di dettagli comprovanti le varie responsabilità degli
attori coinvolti, dice: “Sosteniamo che i comportamenti fallimentari
delle agenzie di rating siano stati le componenti essenziali nel
meccanismo della distruzione finanziaria. Le tre agenzie sono state gli
attori chiave del meltdown finanziario. I derivati emessi sulle
ipoteche, che sono al centro della crisi, non potevano essere piazzati
né venduti senza il loro bollino di approvazione. Senza le agenzie di
rating la crisi non ci sarebbe stata.“
Anche la Commissione
d’indagine del Senato americano, guidata da Carl Levin e Tom Coburn, nel
rapporto “Wall Street and the Financial Crisis: The Role of Credit
Rating Agencies” del 2010 scriveva:” La Commissione ha provato che le
suddette agenzie di rating hanno permesso a Wall Street di influenzare
le loro analisi, la loro indipendenza, la loro reputazione e la loro
credibilità. E lo hanno fatto per soldi.. Esse hanno operato con un
inerente conflitto di interesse in quanto venivano pagate dagli stessi
istituti che emettevano i titoli a cui loro davano il rating.”
Secondo noi – affermano inoltre Lettieri e Raimondi - è rilevante il
fatto che a Trani anche la banca americana Morgan Stanley, uno dei
colossi della speculazione in derivati otc, sia stata messa sul banco
degli imputati. Essa era azionista della S&P e, proprio nel mezzo
dello sconquasso provocato dal declassamento del rating dell’Italia,
mise all’incasso un derivato sottoscritto con il Tesoro italiano nel
1994. Si trattava di un classico derivato capestro che, a seguito
dell’impennata dei tassi di interesse, era arrivato fino a 2 miliardi e
mezzo di euro. Nel corso del 2012 il governo italiano pagò senza
fiatare. Quei dirigenti che sollevarono dubbi e richieste di ulteriori
valutazioni vennero zittiti. La Morgan Stanley avrebbe portato, a
giustificazione della repentina richiesta di monetizzazione del
derivato, supposte pressioni fatte dalle autorità di vigilanza americane
e inglesi che avrebbero ritenuto inaccettabile l’esposizione della
banca con l’Italia. Anche in questo caso emerge chiaramente il conflitto
di interesse tra l’agenzia di rating e la banca in questione. Era una
cosa risaputa e generalizzata. Perciò si rende ridicolo, se non peggio,
chi sostiene di non aver saputo di una tale commistione di interessi!
Già nel 2006 analizzammo e pubblicammo le strutture di controllo delle
agenzie di rating per evidenziare, ancora prima del fallimento delle
Lehman Brothers, come le “tre sorelle” fossero compenetrate e
teleguidate dalla grande finanza globale.
Non era certamente
proibito, ma era sorprendente trovare nei direttivi delle agenzie di
rating uomini che provenivano dalle grandi banche impegnate nella
speculazione con derivati finanziari ad altissimo rischio. Ad esempio,
la Standard & Poor's (S&P) è una controllata della
multinazionale McGraw-Hill Companies, il colosso delle comunicazioni,
dell'editoria, delle costruzioni che è presente in quasi tutti i settori
economici. Allora era guidata dal presidente della Citigroup Europa,
dal presidente della Coca Cola, della BP, ecc., nonché partecipata anche
dalla citata Morgan Stanley.
La ragione vera degli attacchi contro
il lavoro del sostituto procuratore Ruggiero, secondo noi, è dovuta al
fatto che a Trani si sta celebrando il primo, e finora unico, vero
processo a livello internazionale nei confronti delle agenzie di rating.
Nemmeno negli Stati Uniti si sono tenuti dei validi processi contro di
loro. Anche per questa considerazione sarebbe stato opportuno che il
governo italiano si fosse costituito parte civile nel processo di Trani.
Se a Trani le agenzie di rating dovessero essere condannate allora si
potrebbe avere ovunque un’ondata di casi legali contro le stesse. Le
richieste di risarcimento sarebbero di proporzioni gigantesche.
Probabilmente emergerebbero anche tante verità sui giochi e sulle
manipolazioni delle grandi banche. Ecco perché – sottolineano infine
Lettieri e Raimondi - la finanza mondiale sta facendo di tutto per far
passare sotto silenzio il processo in questione.