LETTERA APERTA A BEPPE GRILLO 2.0
DECIMO ANNIVERSARIO DELL’INVASIONE AMERICANA DELL’IRAQ
Caro Beppe,
sono padre Benjamin. Oltre ai miei complimenti per la tua performance e quella
degli eletti M5S, voglio dirti quanto fai bene non concedere interviste ai giornalisti della
stampa e televisione. Si sa che nelle loro Redazioni devono rendere conto agli ordini
venuti dall’alto e seguire le “istruzioni dell’Azienda”. Ben pagati (dalle lobby
dell’informazione) devono obbedire o tornare a casa. Per questo, i giornalisti della RETE
sono liberi di scrivere e di raccontare il vero.
Anche a me stanno sulle palle questi giornalisti che proclamano il falso per
denigrare, per offendere, per screditare e distruggere i testimoni di verità. Come si
divertono sulle tue spalle in questi giorni!
Mi è rimasto sullo stomaco il criminale George W. Bush, che ha la lingua nera per
gli effetti delle sue menzogne e la coscienza più nera ancora, e sta tranquillo nel suo
ranch del Texas quando Tareq Aziz, che aveva dichiarato la verità, sta morendo in
carcere a Baghdad. Hai mai sentito un giornalista in televisione raccontare il vero
sull’Iraq, sulla Libia, su quello che sta realmente accadendo in Siria, in Mali e soprattutto
nella grande democrazia dell’Arabia Saudita, dove stano accadendo un sacco di cose
interessante in un perfetto silenzio stampa?
Nel 2007 hai pubblicato sul tuo blog la mia lettera sull’IRAQ
http://www.beppegrillo.it/2007/09/una_lettera_di_1.html
nella quale denunciavo una prassi
disgustosa di manipolazioni delle coscienze di giornalisti che hanno promosso, senza
vergogna, le bugie pronunciate in 935 discorsi da George W. Bush e dalla sua criminale
Amministrazione sulle armi di distruzioni di massa di Saddam Hussein e altre montagne di
menzogne. Tutto quello che dicevano e pubblicavano gli ispettori dell’ONU (Scott Ritter
ad esempio) è stato filtrato, manipolato, falsificato, snaturato, con falsi documenti
fabbricati dallo squallido
Michael Ledeen e dal SISMI italiano, tra tante altre cose,
sull’uranio comprato da Saddam Hussein alla Nigeria. Tutta roba falsa, in nome della
Democrazia!
A “Porta a porta”, il deprimente Bruno Vespa, quando Gianfranco Fini mi buttava
in faccia “Lei padre, non è degno di portare quest’abito”, lui sorrideva. Certo, avevo
pubblicato il primo libro in Europa per denunciare l’utilizzo di armi all’uranio impoverito
“Iraq apocalisse”, con una prefazione di Dario FO, fatto due interventi all’ONU, ottenuto
una Risoluzione della Commissione Affari Esteri della Camera. Cinque anni di lavoro a
tempo pieno (a spese mie), dedicati a fare conoscere la verità sull’Iraq con libri, film e
conferenze. Al clan Berlusconi-Bush-Blair padre Benjamin dava molto fastidio. Hanno
anche provato a farlo tacere con interventi presso la Santa Sede. Non ha funzionato.
Nello stesso contesto, non ho potuto fare a meno di avviare una causa contro
Magdi Allam che aveva pubblicato un articolo sul Corriere della Sera nel quale diceva
che padre Benjamin faceva parte di un’organizzazione estremista islamica. Tutto questo
perché mi avevano invitato a Damasco a parlare ai musulmani nelle moschee, il venerdì.
E’ vero che non si vede spesso un prete fare omelie nelle moschee in Siria (ho messo un
pezzo su Youtube), ma a me interessa partecipare al dialogo islamo-cristiano sul campo
in Iraq, in Siria e nei paesi arabi, non nei convegni in alberghi a 4 stelle.
Ho scritto a Madgi Allam chiedendo di pubblicare una smentita, e cioè che non avevo
cambiato religione e che ero sempre sacerdote cattolico. Niente, non ha nemmeno
risposto.
Nel 2007 ho vinto il processo, sentenza di primo grado dal Tribunale di Milano.
Caro Beppe, anche i giornali di sinistra hanno lo stesso DNA. Hanno scritto che
padre Benjamin aveva preso e incassato allocazioni di petrolio “Oil for Food” offerti
dall’Iraq. Poi, quando l’ONU ha pubblicato il suo rapporto di 2000 pagine, specificando
che il ministero del petrolio a Baghdad ha confermato che Benjamin non ha mai ritirato
queste allocazioni e che le aveva rifiutate per lettera a Tareq Aziz, non c’è stato uno solo
di questi quotidiani di sinistra che ha avuto il coraggio di pubblicare la verità o per lo
meno una smentita su quello che avevano pubblicato.
L’atra sera su LA7, alla trasmissione di
Gad Lerner, il mio amico Jacopo Fo ha
chiesto a Lerner se poteva dire alcune verità su Berlusconi. Momento di riflessione di
Lerner che poi risponde “Certo, si... ma... non adesso”, poi non gli ha mai più chiesto di
intervenire al riguardo. Jacopo è rimasto umile e silenzioso per il resto della trasmissione.
Vedi, anche tra i più bravi dei giornalisti succede di stringere il sedere quando si trovano
di fronte a certe imbarazzanti realtà.
Su un altro aspetto dell’attualità, riguardo alla Chiesa di Roma, sarebbe
opportuno informare il prossimo Pontefice Romano su alcune cose. Ad esempio:
• Ordinato sacerdotale (nel 1991) ho assistito il cardinale Agostino Casaroli nei
suoi viaggi all’estero (per quattro anni fino al 1995). Ho sentito e viste cose
sconvolgenti che devono essere portate a conoscenza del prossimo Papa.
• Sarebbe bene anche riferire di un’altra cosa sconcertante. Il 14 febbraio 2003,
durante la visita di Tareq Aziz a Giovanni Paolo II (a un mese dall’invasione
americana dell’Iraq), sono accadute cose inammissibili e vergognose da parte di
alti responsabili della Segreteria di Stato. A seguito, ho avuto un colloquio con il
cardinale Jean-Louis Tauran (all’epoca incaricato degli Affari Esteri della Chiesa).
Non mi ha risposto, è rimasto come la moglie di Lot, pietrificato.
• Dal 1994, risiedo ad Assisi. Anche qui, povero San Francesco, il suo Sacro
Convento è diventato un vero e proprio cesto di granchio. Ci sarebbero anche da
fare alcune domande al cardinale Giovanni Re, sul suo amico Roberto Leone.
Secondo il pensiero di Qoelet “c’è un tempo per riflettere e un tempo per agire“, basta
sapere aspettare”.
Ti auguro ogni bene.
Jean-Marie Benjamin
Assisi, 12 marzo 2013
www.jmbenjamin.org