mercoledì 20 luglio 2011

INATTENDIBILITA' DEI BILANCI BANCARI

STRESS TEST E CONTENZIOSO SOMMERSO:

INATTENDIBILITA' DEI BILANCI BANCARI

di Marco della Luna (avvocato)

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La scorsa settimana abbiamo avuto comunicazione che Bankitalia e BCE hanno eseguito lo stress test sulle 5 maggiori banche italiane, e che tutte lo hanno superato. Quanto vale questo risultato e il metodo che lo ha prodotto? Perché i mercati l’hanno bocciato, affondando le azioni bancarie?

Alla base degli stress test, ossia dei test di solidità delle banche rispetto a possibili shock finanziari, vi è la consistenza patrimoniale delle banche medesime. Il grosso dell'attivo patrimoniale delle banche è dato, ovviamente, dai crediti verso i clienti e verso gli stati. Quindi il punto di partenza di ogni stress test dovrebbe essere la verifica dell’effettiva sussistenza dei crediti vantati in portafoglio, e del grado di solvibilità dei rispettivi debitori.

Gli stress test sinora condotti, a quanto si capisce, si basano sui dati di bilancio dichiarati dalle banche stesse, e non verificano se essi siano veritieri oppure no: vedi il comunicato stampa del 23.07.11 della BCE. Eppure, molti recenti e clamorosi episodi di crack finanziari hanno dimostrato che sovente le grandi società (Parmalat, Halliburton, Lehman Brothers), così come fanno le piccole, al fine di ottenere o mantenere crediti o investimenti, dichiarano dati molto migliori di quelli reali. Sappiamo inoltre che tutte le società sono in grado di aggiustare i bilanci, quando serve, e che molte lo fanno (window dressing). Specialmente se il management di una corporation sta costruendo una superfrode agli investitori, è proprio allora che produce dei bilanci quadratissimi, per attirare gli investimenti! Quindi il prendere per veri i dati dichiarati dalle banche che si dovrebbe controllare, rende gli stress test pressoché inutili, come certificazione di solidità delle banche che li superano. Se poi si deve controllare se una impresa sia solida oppure no, cioè se si vuole fugare il dubbio che sia pericolante, pretendere di farlo basandosi sui dati che essa stessa dichiara è ridicolo, è un controsenso come chiedere all'oste se il suo vino è buono.

La conseguenza è che l'esito degli stress test non è stato rassicurante. Gli esperti sanno che chi li esegue non esegue prima un controllo analitico e in proprio soprattutto della qualità e consistenza dei crediti che ciascuna banca ha iscritto nello stato patrimoniale, nonché delle garanzie che essa ha prestato per debiti di altri soggetti (solitamente, società-veicolo da essa controllate) e che sono, o dovrebbero essere, esposte nei conti d'ordine. Ricordiamo che la mancata considerazione di tali fattori di rischio da parte di analisti, società di revisione e autorità finanziarie è stata decisiva per i crack-frodi delle banche americane degli ultimi anni. Vedremo se in Italia si imparerà da quella lezione.

Nella realtà delle nostre banche, in effetti, mi risulta che molti crediti sono stati cartolarizzati, cioè ceduti dalle banche a società terze, ma, allo scopo di simulare una maggiore patrimonializzazione, vengono mantenuti contabilmente nell'attivo patrimoniale col pretesto che le banche partecipano le società cessionarie. Molti altri crediti sono mantenuti in bilancio come esigibili dalle banche, mentre i debitori sono morosi o addirittura insolventi. Traspare un mare di contenzioso sommerso, che le banche, ovviamente nel proprio interesse, non mettono in sofferenza.

Per fare stress test attendibili, bisognerebbe dunque prima controllare seriamente, con apposite ispezioni della Banca d'Italia, i conti delle banche interessate, togliere dallo stato patrimoniale i crediti convogliati su società veicolo non cedute, togliere quelli inesigibili, ed eseguire gli accantonamenti per quelli da incaglio (accantonamento pari al 35% del credito) e per quelli da contenzioso (accantonamento pari al 50%). Altrimenti i dati patrimoniali del bilancio sono falsi per supposizione di attivi inesistenti e occultamento di passivi esistenti. E ciò, dentro al mondo bancario, è ben noto. Onde la sfiducia verso operazioni di rassicurazione anche se blasonate.

Molte banche, di prassi, a quanto mi si riferisce, in violazione delle disposizioni di Bankitalia, non fanno le suddette quattro operazioni, perché se le facessero la loro patrimonializzazione si ridurrebbe a livelli di default o perlomeno critici per l'operatività. E qui ritorna l'incompatibilità logica di banche e loro controllanti o partecipate, che da un lato dovrebbero essere controllate e disciplinate da Bankitalia, mentre dall'altro lato la controllano come socie. Questo problema si estende alla BCE, partecipata da Bankitalia e co-autrice degli stress test.

Le società di revisione, che dovrebbero assicurarsi che le banche formulino bilanci veritieri, che rispettino le predette disposizioni e che facciano gli accantonamenti, si rivelano poco attive, se è vero quanto sopra riferito. Per farlo, dovrebbero prendere in mano le singole pratiche, o almeno i tabulati integrali. Ma lo fanno? La Consob, che istituzionalmente ha il dovere di vigilare su di loro, dovrebbe farsi più attenta e penetrante. I controlli devono essere credibili, devono farsi sentire, oppure…

Per fare le cose seriamente, propongo di mandare ispezioni a sorpresa nelle filiali e nelle sedi centrali, richiedendo i tabulati completi dei crediti in essere, con indicazione delle cessioni , per verificare se siano state eseguite o no le debite rettifiche; delle morosità, per verificare se siano stati fatti gli incagli, le segnalazioni e gli accantonamenti prescritti; ma anche per richiedere le pratiche dei debitori ammessi a “benefici” quali dilazioni, sospensioni, differimenti delle rate o degli interessi, onde verificare la condizione patrimoniale e reddituale dei debitori beneficiari, imprese o privati che siano.

Queste sono tutte agevolazioni sponsorizzate dal governo a vantaggio sì dei consumatori-clienti ma anche delle banche, che beneficiano della regolarizzazione figurativa delle posizioni debitorie nel sistema differendo di anni la loro problematicità e ricavandone un'ottima immagine, un'immagine di competenza e coscienziosità e solidità, da spendere anche politicamente.

Infatti molto spesso tali benefici sono mascheramenti di morosità e posizioni insolventi, che andrebbero cancellate dall'attivo patrimoniale o quantomeno controbilanciate con accantonamenti del 35% o del 50% a seconda dei casi. Benefici del tipo “sospensione per 24 mesi dei pagamenti” comportano, per chi è già moroso di massimo 12 rate, che la mora si faccia figurare sanata mentre non lo è, e che altre 12 rate a scadere, che pure non saranno pagate, figureranno pagate. Poiché tali benefici sono stati applicati a milioni di soggetti, se si dovesse sollevare la foglia di fico che essi costituiscono, salterebbe fuori un mare di morosità e inesigibilità di crediti, che pure dovrebbero essere tolti dall'attivo patrimoniale delle banche, o controbilanciati coi predetti accantonamenti. Ma la sospensione finisce, prima o poi, e allora il marcio riaffiora o riaffiorerà. E questa è una mina a scoppio ritardato, che, grazie anche agli incoraggiamenti del governo, ci ritroviamo nella pancia.

Il risultato di tutte queste operazioni di correzione dei bilanci, di riduzione di attivi fasulli, sarebbe, verosimilmente, il crollo del settore bancario italiano, in quanto illiquido e decotto, gonfio di crediti inesigibili o ceduti. Se e quanto la cosa emergerà, la capitalizzazione delle banche italiane quotate, già scesa da 222 a 75 miliardi in 4 anni nonostante i cospicui aumenti di capitale, potrebbe scendere alle più oscure profondità. Evitare o rinviare questo esito, è forse l'unica giustificazione del maquillage detto stress test: se non si maschera lo stato di decozione delle banche, succede il disastro, qualcosa che la politica non saprebbe governare.

Il vecchio carrozziere in pensione, davanti a cui ho letto e corretto il presente articolo, annuisce e conferma: “Sì, ricordo di quando venivano da me gli ispettori della banca centrale a farsi riparare le loro vetture private richiedendomi di fatturare come se avessi riparato automobili delle banche che erano venuti a controllare, su indicazione e precisi accordi con le direzioni di queste. Può immaginare l'attendibilità di quei controlli.”

La via per ristabilire, insieme, la verità economica e l'affidabilità delle banche, esiste, ma è contraria agli interessi dei banchieri, perché espone la natura della loro attività, e qui l'accenno solamente (ampiamente ne ho parlato nei saggi Euroschiavi e La Moneta Copernicana): essa inizia col rilevare che sono omissive le annotazioni di uscita di cassa e di entrata ( "accensione" ) di un credito che accompagnano l'erogazione ( di crediti) da parte delle banche, perché non riportano che ciò che esce di cassa – il credito, la moneta bancaria – non preesiste all’erogazione, ma è creato dalla banca stessa. mediante l'atto dell'erogazione di credito. Quindi il corrispondente credito con essa generato non è controbilanciato dall'uscita di cassa di denaro o valore preesistente, ma è un ricavo netto, cui si sommeranno i pagamenti di interessi. I risultati di gestione e lo stato patrimoniale dovrebbero essere rivisti di conseguenza. E anche le tasse applicabili alle banche, naturalmente. In tal modo il problema della patrimonialità delle banche sarebbe radicalmente superato, e insieme quello della finanza pubblica. Ma far emergere questi redditi occulti presupporrebbe la rinuncia a usare, come oggi si usa, la moneta e il credito come strumenti per dominare la società e l'economia, anziché per fare il loro bene favorendone il loro sviluppo.

20.07.11

martedì 19 luglio 2011

Le falsità sull'Italia divulgate dai media

In risposta a una trasmissione USA sull'intenzione della finanza di attaccare l'Italia per le sue ingenti riserve di oro, puntualizzo che:
1) non è vero che Berlusconi possiede il 90% dei media infatti, di fronte al suo compare Merdock - che controlla al 100% Sky Italia - ne possiede sicuramente meno del 50%. Per inciso, Sky Italia ha oscurato unilateralmente Mediaset Plus dalla sua piattaforma senza preavviso, esattamente come quando le banche richiedono un rientro repentino facendo fallire imprese e famiglie;

2) non è vero che l'Italia non è ricca di petrolio e di gas. Secondo un rapporto di una multinazionale inglese, è il secondo paese più ricco di petrolio d'Europa. Guardate la Basilicata oppure semplicemente una cartina delle trivelle in Italia per capire che l'Italia è una manna per le sorelle petrolifere, con "pratiche burocratiche snelle per i permessi" e royalties tra le più basse al mondo 10% (con esenzioni per le prove sui primi 20 milioni),agevolazioni fiscali (il 35% di aliquote massime sul reddito, nel 2008) http://www.northpet.com/operations/italy/)
3) in quanto all'oro esso è già fisicamente depositato presso caveaux a Washington (Federal Reserve), Londra (Bank of England) e Svizzera (BRI) [Fonte: Ulisse, RAI3, gennaio 2010 http://www.youtube.com/watch?v=T_2d3LdPpbc], ed esiste una querelle su a chi appartiene, perché apparteneva a Banca d'Italia, quando era pubblica, e adesso secondo la BCE, appartiene sempre a Banca d'Italia, anche se tutti i suoi azionisti sono diventati privati, tranne l'inps che cartolarizza anche i rotoli del cesso: ricordate quella polemica di Tremonti che aveva dichiarato che l'oro apparteneva al paese e non a Bankitalia?Adesso si tratta solo di consolidare il furto.... è facilissimo, con il macigno del debito sulla testa, il furto è presto consumato.

Perché queste falsità? Facile, per derubarci meglio. Berlusconi per fare da parafulmini e fenomeno di distrazione di massa, il secondo punto è invece piuttosto omesso, perché le multinazionali ci derubino meglio nell'ombra, con trivelle e sondaggi del sottosuolo, acquisizione dati, il tutto a nostra insaputa. Bombardano la Libia ricca di petrolio e oro, e per di più ex alleata dell'Italia a causa del "cattivo" Berlusconi, per sottrarle il petrolio, l'oro, la moneta...Noi siamo costellati di basi nucleari non certo per difenderci dalla Russia, ma per minacciarci direttamente in caso di passi falsi nei confronti dell'oligopolio globale che tiranneggia il mondo e che ha una zampa ben inficcata nel nostro paese. Il terzo punto - giuridico - la proprietà del "nostro" oro, non penso invece che Tremonti ne parlerà più per molto...

N. Forcheri

Islanda, quando il popolo sconfigge l'economia globale

Democrazia virtuale e bancocrazia totalitaria

Democrazia virtuale e dittatura finanziaria reale
di Monia Benini - 18/07/2011

Fonte: europeanphoenix




Il 4 luglio, l’agenzia privata statunitense di rating "Standard & Poor’s" ha definito la Grecia come un paese di fatto in bancarotta finanziaria. La situazione italiana era stata declassata il mese precedente da stabile a negativa, mentre nel giro di un paio di settimane le stesse agenzie di rating private, made in USA, hanno iniziato a colpire le singole banche e vari enti locali, fornendo così un segnale preciso in merito alla opportunità di colpire lo Stivale attraverso manovre speculative.

Ma chi conduce questi assalti, capaci di mettere in brevissimo tempo un paese in ginocchio? A livello mondiale, il potere finanziario e bancario si concentra nelle mani di pochissime persone, in grado di schiacciare intere nazioni. Si pensi, giusto per esemplificare, alla figura di George Soros: egli attaccò la lira nel 1992 inducendola ad uscire dall Sme e incassando in pochi giorni 400 miliardi di vecchie lire. Nello stesso periodo rivolse un attacco simile all’Inghilterra, costringendo la sterlina alla stessa sorte della lira, facendogli incamerare in un solo giorno qualcosa come un 1,1 miiardi di dollari e guadagnandoci la definizione di “uomo che distrusse la Banca d’Inghilterra”.

Soros, con il suo fondo di investimento Quantum Fund, compartecipato ad esempio da un’altra potentissima casata mondiale come quella dei Rothschild, è uno dei più abili operatori sui mercati speculativi dei derivati, ovvero di quegli strumenti contrattati globalmente per una media di 1000 miliardi di dollari al giorno. La tecnica impiegata è tale da consentirgli di operare su cifre enormi, impegnando una piccolissima parte della quota nominale.

Figlio di ebrei ungheresi, George Soros effettuò le prime operazioni sulla valuta in occasione della super inflazione ungherese del 1945-46. Presidente del Soros Fund Management e dell’Open Society Institute, ex membro del Consiglio di Amministrazione del Council on Foreign Relations (CFR), finanziatore dello Human Rights Watch. Finanziò e organizzò la rivoluzione delle rose in Georgia, a suo tempo elargì grosse somme agli avversari di George Bush e appoggiò Obama alle ultime presidenziali. Amico di Gorbachov, ha supportato movimenti rivoluzionari in Serbia, Ucraina, Bielorussia, Kirghizistan, mentre avrebbe sostenuto diverse rivoluzioni colorate: da quella bianca in Venezuela, a quella verde in Iran, sino a quella viola in Italia.

George Soros, nonostante l’attacco alla lira, ottenne - grazie all’intercessione di Prodi - una singolare laurea honoris causa in Economia presso l’Università di Bologna, mentre l’Indonesia lo condannò all’ergastolo in via definitiva per il reato di speculazione sulla moneta locale. Secondo alcuni siti web, Soros avrebbe anche finanziato, insieme alle strutture governative USA, la formazione di gruppi rivoltosi nel nord Africa. In effetti, è molta la documentazione disponibile in rete relativamente al coivolgimento nelle rivolte nord-africane del suoOpen Society Institute, insieme all’USAID, al National Endowment for Democracy (NED), al National Democratic Institute for International Affairs, alla Freedom House e all’Albert Einstein Institute. Tutte queste organizzazioni sono finanziate dagli USA e da alcuni privati, come appunto Soros oppure Gene Sharp.

A proposito di quest’ultimo, Eric Herschtal scrisse su “The Jewish Week” il 15 febbraio scorso che il manuale “Dalla dittatura alla democrazia” di Gene Sharp sarebbe stato l’impronta “ebrea sulla gloriosa rivoluzione egiziana”, aggiungendo che anche se Sharp non è ebreo, è pur sempre figlio di un ministro protestante sionista, e che l’Albert Einstein Institute di Sharp è stato fondato anche da Peter Ackerman, banchiere e direttore del CFR, “che è ebreo”. Eric Herschtal ha inoltre attribuito valore all’aiuto fornito da Gene Sharp alle rivoluzioni colorate dall’Ucraina alla Birmania, dall’Iran all’Egitto. Di fatto, a livello globale, Gene Sharp è stato assunto ad esempio da imitare dall’intero movimento non-violento, mentre dietro l’ispirazione ghandiana, si tratta di una persona che ha aiutato la CIA e la NATO a realizzare (o a tentare di attuare) colpi di stato in vari paesi negli ultimi 15 anni, attraverso la traduzione del suo manuale in 20 lingue e la relativa divulgazione dei contenuti via Facebook e Twitter.

La potenza dei social network è risultata infatti dirompente in varie occasioni. La stessa Hilary Clinton ha affermato, casualmente in concomitanza con le dichiarazioni di Herschtal, che “internet è diventato lo spazio pubblico del XXI secolo” e che “le manifestazioni in Egitto e in Iran, alimentate da Facebook, Twitter e Youtube, dimostrano la potenza delle tecnologie di connessione come acceleratori del cambiamento politico, sociale ed economico”. In Italia, è recentemente apparso un articolo su "La Repubblica", guarda caso di proprietà sionista, un articolo così intitolato: “Nasce internet-ombra per i dissidenti. Il piano di Obama contro i dittatori”, dove si legge che si tratta di “una banale valigetta, con dentro computer, portatili e telefonini, capace di by-passare i server Internet, attivare reti di comunicazione parallele che resistono ad ogni blackout di regime e censura di Stato. È un progetto che nasce con l'avallo autorevole di Barack Obama. L'hanno chiamata "Operazione Internet Invisibile", o anche "la Rete-ombra". Il primo obiettivo è il sostegno agli oppositori dei regimi in Iran, Siria e Libia.” A breve distanza di tempo, è un’inchiesta diRainews dedicata alla democrazia diretta ad accennare al kit, indicando come fonte il New York Times, che avrebbe presentato la valigetta necessaria a portare la democrazia in posti dove – recita il servizio – “la libertà è ancora semi-sconosciuta”. Sarebbe quindi possibile, attraverso ripetitori terrestri o collegamenti satellitari, entrare in contatto con gli oppositori di quelli che vengono definiti “regimi” (in quanto non allineati con l’imperialismo USA) e consentire a blogger e ai dissidenti sui social network di comunicare fra di loro, attraverso apparati mobili che non possono essere oscurati. E che sono costati al Dipartimento di Stato USA e al Pentagono oltre 50 milioni di dollari. Da Soros a Internet ombra, ci si rende conto di come il potere sia concentrato nelle mani di pochissimi, per lo più appartenenti ai centri nevralgici statunitensi o alla lobby sionista. Con pochissime mosse – sul web, piuttosto che con alcune astuzie finanziarie speculative – interi popoli possono essere messi sotto scacco, intere aree (es. Europa) possono essere destabilizzate, intere nazioni possono essere impiccate al cappio della grande finanza mondiale, con l’avvallo dell’opinione pubblica globale che, condizionata dei media, finirà addirittura per incensare le rivolte e i mezzi non violenti.

lunedì 18 luglio 2011

Scie chimiche, signoraggio e le nuove sorelle bancarie

In una lettera di risposta di CoNosci sul fenomeno delle scie chimiche al Ministro delle Difese, il Vice Capo di Gabinetto, Generale B.A. Luca Goretti ammette, nel mese di giugno scorso, che l'Aviazione Militare
"non ha mai autorizzato velivoli militari o civili, nazionali o stranieri, a condurre simili operazioni nello spazio aereo nazionale. (...):
 Per quanto precede e tenuto conto degli elementi in possesso, si ritiene VEROSIMILE affermare che gli episodi descritti non siano attribuibili a velivoli dell'Amministrazione della Difesa".
 Da strumento di "bioremediation" dell'inquinamento nucleare, è diventato strumento di spargimento di sementi geneticamente modificate a vantaggio delle multinazionali/bancarie. Benetazzo lo illustra bene nel video sottostante.


venerdì 15 luglio 2011

In Italia tre milioni di persone in povertà assoluta

In Italia tre milioni di persone in povertà assoluta

ROMA, 15 LUG – Nel 2010 in Italia sono 1 milione e 156 mila le famiglie, il 4,6% di quelle residenti, che risultano in condizioni di poverta' assoluta per un totale di 3 milioni e 129 mila persone (il 5,2% della popolazione residente). Lo rileva l'Istat, spiegando che sono considerate assolutamente povere le famiglie con una spesa mensile pari o inferiore a quella minima necessaria per acquisire l'insieme di beni e servizi considerati essenziali per conseguire uno standard di vita minimamente accettabile. Si tratta, quindi, spiega l'Istituto dei ''piu' poveri tra i poveri''.

blitzquotidiano.it,15 luglio 2011

Intervista a Marra su NEW STAR del 14 luglio 2011

Quella che segue è l'intervista integrale a Marra delle Gemelle Diverse pubblicata il 14 luglio 2011 da New Star in relazione allo strategismo. L'intervista è con domande e risposte scritte, e Marra ha dichiarato che, diversamente da altre, corrisponde al suo punto di vista scientifico sull'argomento.

Raffaele Ferrante


CHE COSA È LO STRATEGISMO? A NOI LO DICE MARRA IN PERSONA


Noi Gemelle ci siamo innamorate di un personaggio molto discusso: il filosofo e giurista napoletano Alfonso Luigi Marra, autore di quel capolavoro letterario che è Il labirinto Femminile. L'avvocato, per promuovere il suo libro ha realizzato degli spot avendo come testimonial donne molto discusse: da Ruby Rubacuori a Sara Tommasi a Manuela Arcuri. Lo abbiamo incontrato per un tè e gli abbiamo fatto alcune domande.


Gemelle Diverse - Ci dice, avv. Marra, cosa diamine è lo strategismo di cui parla ne Il labirinto femminile?


Marra - Lo strategismo è ovviamente una visione appunto strategica, furbesca, prevaricatoria, non dialogica, delle relazioni umane. L'elemento di novità è che la mia analisi sullo strategismo si inquadra nella mia teoria sul modo di formazione del pensiero e nella mia tesi circa la sessualità come strumento per addivenire all'emozionale profondo dell'altro e quindi come fondamentale forma di linguaggio. Il potere ha invece sempre istituito culture che bloccassero la sessualità allo stadio genitale, perché una sessualità di tipo dialogico innescherebbe il confronto, che poi si estenderebbe alla famiglia e alla società, e nel confronto ogni forma di prevaricazione si dissolverebbe. Strategismo che, in quanto strumento per vincere, è ineludibile e le cui radici raggiungono profondità inenarrabili, ma che è oggi divenuto straordinariamente perverso, sicché occorre che cambi di qualità e divenga compatibile a un maggior livello di civiltà. Il livello di strategismo\pazzia dell'uomo di oggi è infatti tale che, nel vano scontro su tutti i piani, tutte le forze stanno per spezzarsi, e tutte le mete, pur a portata di mano, sono sempre più irraggiungibili per i sempre più tragicamente ridicoli lottatori, che assurdamente si sono consumati al solo scopo di impedirsi l'un l'altro di raggiungerle.


Gemelle Diverse - Quindi lo strategismo è l'oggetto dell' «epistolario d'amore in sms» di cui alle prime 278 pagine del libro.


Marra - Non esattamente. Il vero oggetto de Il labirinto femminile è la mia teoria sul modo di formazione del pensiero, ovvero sul modo in cui l'individuo, sotto la spinta delle pulsioni fondamentali, elabora il suo sapere e giunge alla comprensione delle cose.


Gemelle Diverse - Pulsioni fondamentali? E quali sono?


Marra -Sono la volontà di sopravvivere, svilupparsi, riconoscere, essere riconosciuti, e raggiungere in massimo del risultato con il minimo dello sforzo. Un altro punto centrale del libro è il tentativo di spiegare cosa fu nella mia mente quella che ho definito «scoperta antologica». Il tentativo cioè di descrivere cosa accadde nella mia mente quella notte della primavera del 1984 in cui, d'un tratto, in seguito a una cosa dettami da Loredana, la mia seconda ex moglie, una persona di straordinaria intelligenza, realizzai quell'operazione che avrei poi definito come un'infrangere la barriera del proprio inconscio fittizio e dirsi realmente tutto ciò che non si è mai voluto sapere. Un momento in cui appunto mi resi conto d'un tratto che mi ero costruito, di tutte le persone della mia vita e innanzitutto di me, l'immagine che avevo voluto, traendola peraltro dai luoghi comuni di cui alle antologie della letteratura. Immagini che avevo poi imposto o cercato di imporre agli altri, e che in quel momento ebbi la forza di vedere per quello che realmente erano. Una 'scoperta' dalla quale in poi, dopo quella straordinaria notte, partì il processo intellettuale in seguito al quale giunsi alla comprensione del modo di formazione del pensiero.


Gemelle Diverse - Lei ci sta insomma dicendo che Il labirinto femminile è un saggio sulla psicanalisi. Ma lei è freudiano?


Marra - No, neanche un po', e comunque Freud cerca piuttosto di realizzare una ricostruzione logico/empirica di quello che accade nella mente, ma non enuncia alcuna teoria circa il modo Grassettodi formazione del pensiero.


Gemelle Diverse - Altro che trash e kitsch, lei sembra semplice, ma cela una profondità incredibile.


Marra - Non so, forse. Comunque ho scritto queste tesi, e molte altre, in forma di epistolario d'amore in sms in modo da renderle di facile comprensione. Benché il capitolo finale (Le chiavi di lettura) sia scritto sì anch'esso in una forma praticamente narrativa, sempre per renderlo di più facile lettura, ma sia nella sostanza un saggio.


Gemelle Diverse - Perché dice che gli animali non sono intelligenti e non sono in grado di forme evolute di amore?


Marra - Perche l'intelligenza non consiste nella capacità di formulare concetti o architettare strategie - che hanno anche gli animali - ma nella capacità di svilupparsi passando attraverso lo sviluppo degli altri. Essa si fonda sulla generosità, ed è il presupposto dell'amore, e non è quindi altro che una categoria morale - la principale - tipica solo dell'uomo, perché il cane sarà capace di intelligenza (e di amore) solo quando, guardandoti negli occhi, saprà capire che hai fame e decidere se dividere con te la scodella, mentre, per il momento, così come molti uomini e donne, ti può 'amare' magari anche moltissimo, ma solo per quello che serve a lui. Un amare solo per quello che serve a noi che causa da sempre uno sviluppo eccessivo di forme di strategismo - che, in quanto frutto della prevaricatorietà, non si svolgono secondo i canoni dell'intelligenza, ma della furberia, che consiste nella capacità di svilupparsi a scapito degli altri - e innescano pertanto una dinamica di scontro che genera la sofferenza degli individui e un grande rallentamento del cammino della civiltà.


Gemelle Diverse - Lei ci sconvolge: dice con una semplicità incredibile cose assolutamente ovvie e incontestabili, ma che non ci risulta che nessun altro filosofo, scienziato o pensatore ha mai detto prima. Ma chi diavolo è lei? È sicuro di non venire da un altro pianeta?


Marra - Non vengo da un altro pianeta, ma da un'altra cultura. Ho definito la cultura come il modo che gli uomini, sempre attraverso il rapporto di forza, mediano di dover avere in comune nel vedere la realtà. Ecco: io mi sono ribellato a quell'accordo e ho iniziato a vedere la realtà per quello che è veramente. È per questo che i miei libri e i miei video suscitano tante reazioni da parte delle sentinelle del regime..

Politici e banchieri

EDITORIALE

Politici e banchieri

di Ida Magli
ItalianiLiberi | 14.07.2011


Il sabato 9 luglio 2011 è una data che gli Italiani non debbono dimenticare. E’ il giorno, infatti, in cui il Ministro Tremonti, senza dare nessuna giustificazione del fatto che non paga l’affitto della casa dove abita, ha risposto ai giornalisti che gli domandavano se avesse intenzione di dimettersi, con una frase lapidaria: “Non mi dimetto perché sono io che garantisco l’Italia davanti all’Europa: se cado io, cade l’Italia e se cade l’Italia cade l’euro. E’ una catena.” In nessun periodo della storia d’Occidente un uomo politico, quale che fosse la sua importanza, ha mai potuto fare una simile affermazione. Né un conquistatore come Napoleone, né uno Zar come Pietro il Grande né un Re come Luigi XIV, né un Imperatore come Filippo di Spagna, perché essi rappresentavano l’immagine politica, non la dimensione concreta degli Stati, la forza dei popoli che vi vivono. Quelle di Tremonti, invece, per quanto terribili, non sono parole vane. La situazione è proprio quella che lui ha riassunto nell’affermazione: se cado io cade l’Italia e cade l’euro. In altri termini, l’Europa va in rovina perché il potere è nelle mani di una decina di banchieri, e sono essi a quantificarne la forza, giocandola in Borsa. Giocatori che soltanto la penna di Dostojewski sarebbe in grado di descrivere, questi banchieri hanno messo sul tavolo da gioco le Nazioni e non si alzeranno fino a quando non le avranno giocate tutte, essendo loro ad avere in mano il banco.

Il dramma, dunque, è tutto qui. Firmando il trattato di Maastricht i politici hanno trasferito il proprio potere nelle mani dei banchieri. Oggi debbono riprenderselo, non possono fare altro che riprenderselo. Il che significa avere il coraggio di creare, senza indugio e senza discussioni, una nuova banca nazionale e stampare in proprio la moneta necessaria al bilancio dello Stato. I titoli dello Stato li compreranno esclusivamente i suoi cittadini (come avviene in Cina, in Russia e ovunque ci siano governi degni di questo nome) e non saranno collocati nella borsa mondiale alla mercé di chiunque voglia impadronirsene. Sono già pronti molti studi e molti progetti, elaborati da economisti italiani e stranieri di grande competenza, per la rinascita della moneta nazionale, e sono anche molti i politici, presenti in diversi Partiti, dal Pdl alla Lega, a Io amo l’Italia all’Italia dei Valori (con un’interpellanza parlamentare dell’on. Di Pietro sulla questione della sovranità monetaria) che sarebbero favorevoli a questa decisione e aspettano soltanto che qualcuno prenda la parola per primo. Si tratta di una decisione che comporterà moltissimi sacrifici, ma alla quale non c’è scelta perché uno Stato che intraprende la strada dei prestiti a interesse con la Banca centrale europea, non sarà mai in grado di restituirli e alla fine crollerà. Abbiamo la Grecia sotto gli occhi: dopo un orribile tira e molla, indegno di un qualsiasi concetto di civiltà, per concederle dei prestiti ad altissimo interesse, oggi la Bce dichiara che il fallimento della Grecia è inevitabile. Non è forse stato imposto pochi giorni fa all’Italia, di cui a sua volta si dice che stia per fallire, di contribuire per il 17% al totale dei miliardi prestati alla Grecia? Debitori sull’orlo della rovina costretti a prestare denaro a chi sta per fallire? C’è in Italia qualche politico che abbia conservato il minimo di buon senso necessario per rendersi conto della “follia” (se è follia e non rapina preordinata) di simili comportamenti?

E’ indispensabile abbandonare ladri e folli al loro destino. Nessuno si illuda che esistano alternative alla decisione di produrre in proprio la moneta. Il meccanismo che sta portando alla rovina gli Stati europei non è dovuto a un qualche imprevedibile incidente ma è intrinseco alla creazione dell’euro, cosa che è stata detta e ripetuta innumerevoli volte da economisti e monetaristi di ogni tendenza politica. Non può sussistere una moneta che non fa capo a uno Stato e che non risponde alle necessità di questo Stato, in quanto la moneta di per sé è stata inventata proprio per essere uno “strumento” e non un “fine”. In Europa, invece, gli Stati sono stati costretti a mettersi al servizio dell’euro, piegandosi a poco a poco a costruire un mercato adatto all’euro, limitando le possibilità di scambio delle merci, coltivando carote su misura, uccidendo mucche, distruggendo arance… Per gli storici di domani l’Europa dell’Unione costituirà l’esempio più evidente di una società che delira. Siamo però ancora in tempo a cercare di non morirne.

Ida Magli
Roma, 12 Luglio 2011