martedì 13 marzo 2012

La storia italiana del gioco d'azzardo - 1



La storia del gioco d'azzardo inizia in Italia nel 1999, quando Massimo D'Alema è presidente del Consiglio. E' nel 2000 che un decreto legge permette l'attività dei Bingo. Vincenzo Scotti, ex Dc e più volte ministro, fonda con Luciano Consoli, vicino a D'Alema, "Formula Bingo". La società si occupa di consulenza per l'apertura delle sale. Grazie all'alleanza con la spagnola Codère, Scotti - che è anche presidente di Ascob, l'associazione dei concessionari - si accaparra 214 delle 420 concessioni disponibili per il Bingo. In Senato, il politico preme per abolire le tombole nei circoli e introdurre slot e videopoker.

In breve, si legalizza un sistema che affida ai concessionari la gestione dei giochi (macchinette, scommesse, lotterie). In sostanza, i concessionari sono esattori per conto dello Stato: raccolgono le giocate, controllate dalla centrale informatica Sogei, trattengono il loro utile e versano il dovuto nelle casse pubbliche. La febbre da gioco aumenta, i Bingo si popolano, le sale slot spuntano come funghi.

Delle interviste, alcune delle quali realizzate con telecamera nascosta, mostrano come l'azzardo rovini le esistenze.

Le cifre del gioco sono indicative: oggi su 70-80 miliardi di euro, una cinquantina tornano in vincite e lo Stato ne prende 8. Il resto lo dividono dieci concessionari privati, che ottengono proroghe senza bandi pubblici. I concessionari del gioco versano cifre ai partiti e investono in pubblicità televisiva, soprattutto sulle reti Mediaset. Della grande torta è partecipe anche la criminalità organizzata, che ricicla denaro e distribuisce macchinette truccate.

Lo Stato sanziona i concessionari per 58 miliardi di euro: i dati non arrivano alla Sogei, il collegamento è staccato. La multa viene ridotta a 800 milioni. La Corte dei Conti, però, condanna l'ex direttore dei Monopoli Giorgio Tino e l'attuale dirigente della sezione "Giochi", Antonio Tagliaferri, a rifondere, rispettivamente, 6 e 2,5 milioni di euro. Ci sono raggiri.

La questione giochi è complessa, un ex dirigente Fininvest acquista le concessioni poco prima della proroga da parte dello Stato e le rivende al doppio. Tutti ci guadagnano: politici, imprenditori spregiudicati, titolari di slot e fiduciari.

Luigi Li Gotti, senatore dell'Italia dei Valori, è un acerrimo rivale di questo intricato mondo. Li Gotti presenta un disegno di legge per il controllo delle giocate d'azzardo tramite siti Internet registrati all'estero. Inoltre, interviene in Commissione parlamentare Antimafia, di cui è membro, per impedire infiltrazioni della criminalità organizzata. Quindi, in Antimafia il senatore s'impegna ascoltando varie istituzioni e associazioni contro l'usura, affinché il governo assuma impegni precisi per meglio disciplinare il gioco; che, come dimostra, non porta utili allo Stato. L'inchiesta è divisa in puntate.

lunedì 12 marzo 2012

Il signoraggio nasce con la nascita della moneta

Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/03/11/signoraggio-nasce-nascita-della-moneta/196596/


Qualche anno fa ho conosciuto a Roma, in metropolitana, un signore distinto, professore all’Università di Teramo, che mi raccontò una storia: quell’incontro mi è servito a capire meglio il Risiko giocato dai banKster sulle nostre vite. La moneta, mi disse, è uno strumento “econometrico”, sostitutivo del rudimentale baratto, che serve per misurare il valore nelle transazioni commerciali. Originariamente il valore della moneta era pari al valore dei metalli usati (oro, argento, rame ecc.): i sovrani acquistavano sul mercato i vari metalli, li convertivano in monete e questi nuovi valori ritornavano in circolo sul mercato stesso. Il sovrano tratteneva per sé un piccolo guadagno, corrispondente alle spese di coniazione e di amministrazione: nasceva così il “signoraggio”. La scarsa reperibilità di oro e argento ha comportato una carenza di quantità di denaro in circolo sul mercato, determinandone la stasi, ed ecco perché è nata la moneta convenzionale.

L’usurpazione perpetrata dal sistema bancario ai danni dello Stato, nella gestione e nell’emissione monetaria, ebbe inizio quando i banchieri cominciarono a prestare i certificati, rappresentativi di oro ed argento, da loro stessi emessi: nacque così la note of bank, ovvero, la banconota. I bankster si arrogarono il diritto di stampare banconote in vece dello Stato che poi acquistava il valore nominale delle banconote ricevute pagando con dei titoli cosiddetti di “debito pubblico”. I banchieri cominciarono, poi, ad emettere banconote in quantità ben superiore all’oro posseduto. Pertanto, così facendo, aumentarono il capitale ed ottennero il pagamento degli interessi anche a fronte dei titoli cartacei prestati, ma privi di riserva aurea.

ll 15 agosto 1971, Forte Knox era stato quasi svuotato dalla Francia che presentava all’incasso i titoli per convertirli in oro, come prevedeva il vigente trattato di Bretton Woods: ma i banchieri avevano stampato Dollari per 9 volte il valore dell’oro che possedevano. Il Presidente Nixon dovette spazzare i patti di Bretton Woods e sospese la convertibilità del Dollaro in oro: il dollaro, però, mantenne inalterato il proprio valore. Il valore della banconota non è determinato dalla sua riserva aurea, ma unicamente da una convenzione sociale. Ciò comporta che la Banca d’Emissione guadagna un lucrosissimo signoraggio che consiste nella differenza tra il valore facciale stampato sul foglietto e il costo della carta e dell’inchiostro sostenuto per realizzare i biglietti stessi. E’ evidente come non possa essere consentito alla Banca d’Emissione d’impossessarsi del signoraggio in occasione dell’emissione monetaria: il signoraggio deve essere solo ed esclusivamente di proprietà dello Stato. E’ lo Stato che deve garantire la stabilità di un mercato tenendo sotto controllo il rapporto tra circolazione monetaria e beni da misurare: se il mercato dispone e produce maggiori beni, occorre maggior quantità di moneta, per non incorrere nella “deflazione”; quantità che va ridotta in caso di diminuzione dei beni stessi, per non creare “inflazione”.

Ora, è evidente come l’attuale crisi economica è stata realizzata mediante la folle distribuzione di titoli inventati, piazzati dalle grandi banche ai privati ed alle stesse banche minori, valori poi volatilizzati. Lo Stato deve ritornare alla propria emissione monetaria diretta, non solo per riacquisire la propria sovranità economica e politica, ma ancor più per smettere d’indebitarsi per acquistare al valore facciale la moneta emessa dai bancheri pagandola con i propri titoli di debito, sui quali scatta da subito anche il pagamento degli interessi passivi. Queste crisi vengono organizzate per sottrarre beni e sistemi produttivi ai legittimi proprietari, per farli confluire alle grandi multinazionali controllate dai banchieri stessi. Ah, già ! … quel signore in metro era Giacinto Auriti, al quale prima della sua morte ho potuto donare, grazie a Savino Frigiola, la sentenza n. 3712/04 del GdP di Lecce, prototipo della provocazione giudiziaria del cittadino ai Signori delle banche.

1992: Qual'era il patto tra stato e mafia?

sabato 10 marzo 2012

Attacco ai semi: un grido di aiuto e uno spiraglio





Sul Cambiamento [1] trovo questo appello per tutelare la nostra biodiversità attaccata dalle lobby degli ogm e dei produttori di sementi ibride di cui avevo parlato nel lontano 2008 (cfr. http://www.stampalibera.com/?p=251 [2]).
La tutela della nostra biodiversità è uno di quegli aspetti degenerati per via della dittatura dell’usura e della moneta, che sfocia ineluttabilmente in strumenti finanziari come i brevetti. I semi, è risaputo, si rigenerano da soli, ma il banchiere pensa: perché permettere ai contadini e alle persone di rigenerarsi i semi se noi possiamo VENDERGLIELI? Due laboratori, uno in Olanda l’altro in Israele stanno trafficando da decenni i nostri semi per imitare le nostre varietà e brevettarli, sono i cosiddetti semi ibridi, la maggior parte delle varietà che troviamo nel nostro piatto e che non si possono rigenerare. Sterili o subfertili.
Ed è chiaro che qua, nel caso di Bari, chi dovrebbe essere incriminato è il CNR, la solita struttura con i vertici paracadutati da certa massoneria e dalle solite lobby di interesse bancariomultinazionale, che non si dovrebbe proprio occupare di semi.

Il registro delle varietà commerciali annovera un numero sempre più ridotto di specie, poiché le piante rare o uscite dai registri commerciali sono state messe in ‘banca’, in modo da farli sparire dalla circolazione e dalla natura per poterli poi brevettare un giorno. Infatti se qualcuno ‘scopre’ una nuova pianta oggigiorno la può brevettare. Per cui basta farne dimenticare l’esistenza per un po’, tanto i rettili fanno calcoli a lunga scadenza, forse chissà, vivono anche più a lungo degli altri (quanti anni ha veramente la regina d’Inghilterra?).
Mentre vietavano tale scambio di semi, e distruggono qua e la le varie banche del germoplasma – chissà che fine ha fatto quella della Libia? – come nel caso di Bari, loro, i rettili infatti vanno riempiendo i caveaux della banca dei semi più grande al mondo, la banca di Rockefeller, a Spitzberg, in Norvegia, dove sono stati appena inviati dei carichi ricchi di cereali dalla Siria (cfr. http://www.tmnews.it/web/sezioni/news/PN_20120228_00256.shtml/ ).

Naturalmente, si dichiara che tali semi rimarranno di proprietà degli Stati che li inviano, che bella barzelletta, un po’ come con l’oro d’Italia che è diventato di Bankitalia, cioé delle sue banche azioniste, e che è fisicamente custodito, tenuto in pegno, in altri luogi, in altri paesi (Svizzera, USA, GB). Essendo sull’orlo del fallimento, per opera degli stessi che ci ‘custodiscono’ magari a pagamento, l’oro, pensate forse che ci restituiranno il nostro oro? Lasciatemi ridere.
Un paese come la Siria nel caso fosse schiacciato dalla forza nemica che si vuole scatenare su di essa, pensate che ricupererà mai i suoi semi, poi, dallo stato di ‘liberazione’ post bellica come quello che ci perseguita ancora a noi, 60 anni dopo? Ahahaha!

Fortuntamente, un piccolo spiraglio: il criminale divieto di commerciare i semi non iscritti nel registro delle varietà commerciali è stato invalidato dalle conclusioni dell’avvocato generale della Corte europea di giustizia di gennaio scorso in cui dichiara che non è valido tale divieto poiché tale principio “viola il principio di proporzionalità, di libertà d’intraprendere, di libera circolazione delle merci e il principio di non discriminazione”.
L’avvocato generale aggiunge che “il fatto che i contadini siano relegati a coltivare le varietà ammesse riduce finalmente la diversità genetica nei campi degli europei” e che “gli inconvienti del divieto di commercio delle sementi di varietà non ammesse ne superano di gran lunga i vantaggi”. (http://www.kokopelli.it/.

La campagna per la tutela della biodiversità chiede di istituire una commissione di esperti di germoplasma indipendente dal CNR; individuare una struttura ad hoc che si adoperi per la conservazione della banca di Bari e fare una copia di backup all’IGV CNR di Bari; creare una task force per sviluppare in due anni un progetto per la salvaguardia dei semi ancora vivi, prima che perdano la loro variabilità genetica; creare una rete di contadini custodi disposti a rigenerare sin da ora una parte dei semi; creare una rete di avvocati, giornalisti, comunicatori, storici del cibo, cuochi, organizzazioni per il cibo biologico, contadini e consumatori che avvertano il pubblico dell’importanza del germoplasma e della salvaguardia dell’agro biodiversità per il futuro dell’agricoltura biologica.
Qua [2] l’appello del Prof. Perrino, che da anni denuncia il crimine dell’incuria, della negligenza e della violazione della banca del germoplasma di Bari per opera della lobby degli OGM, nel contesto di un attacco mondiale ai semi e alla biodiversità, grave al punto da meritare la stessa fine chi lo ha premeditato e chi lo attua. Morte dell’anima, ritorno al calderone della materia, poiché chi calpesta il mistero della vita racchiuso in un seme non solo non merita di vivere, ma merita proprio di ridiventare melma. Magari modificata, magari sterile, magari insipida. Come la vita delle specie e degli umani da lui rovinate. Poiché chi uccide il prototipo di un seme e lo modifica, uccide e modifica una specie intera. Mentre l’unica specie che va eliminata e/o modificata è quella di chi uccide e modifica i semi.

Nicoletta Forcheri 9 marzo 2012



mercoledì 7 marzo 2012

UNA RIVOLUZIONE DELLA MENTE

UNA RIVOLUZIONE DELLA MENTE


Da mesi ormai sta aumentando in misura sempre più consistente il numero di email inviate da mamme preoccupate per il futuro professionale ed occupazionale dei loro figli, in particolar modo mi chiedono su quali corsi universitari o in quali paesi dovrebbero indirizzare la preparazione accademica per metterli nelle condizioni di poter avere più chance possibili una volta completato il loro percorso di formazione scolastica. Ahimè proprio le loro ridondanti cure materne e la voglia di proteggerli dal nuovo che avanza rappresentano oggi le più aberranti attenzioni che si possano ricevere in procinto di indirizzarsi sul nuovo mondo del lavoro che verrà. Iniziamo con il decretare la fine per sempre dei percorsi di studio troppo canonici o convenzionali che un tempo si era abituati a intraprendere certi che i sacrifici sarebbero stati successivamente ben ricompensati.

Non so se ve ne siate accorti ma siamo in piena rivoluzione industriale, una parte della old economy nei paesi occidentali sta lentamente morendo ed assottigliandosi, mentre al contempo una new economy si sta ormai consolidando da tempo. Nell'immaginario popolare il termine new economy ha ancora un accezione negativa in quanto correlato allo sboom e flop delle quotazioni dei titoli azionari che agli inizi del nuovo millennio prima infiammarono i listini e subito dopo li purgarono. Siamo in piena rivoluzione in quanto stanno scomparendo lavori, professioni ed occupazioni che ormai sono obsoleti o medioevali in contrapposizione alla velocità con cui si sta muovendo tutta l'economia planetaria. Pensate ancora che abbia senso studiare per fare il geometra, il ragioniere o il perito industriale ? Pensate che una laurea in giurisprudenza vi apra le porte per il mercato del lavoro (a meno che vostro padre non abbia già uno studio notarile avviato) ? Pensate che in un paese come il nostro che esporta all'estero eccellenze ed intelligenze fuori dell'ordinario ed importa manodopera extracomunitaria generica priva di specializzazione, la risposta sia ancora pensare ad opportunità occupazionali tipiche della metà degli anni novanta ?

Il processo di trasformazione ed evoluzione che sta vivendo anche l'Italia a seguito della concorrenza di Cindonesia ci deve portare a rivedere completamente quelli che sono i driver occupazionali attesi per il futuro ormai imminente, chi non mette a fuoco queste priorità è destinato ad essere messo in quarantena occupazionale. Stanno scomparendo milioni di posti di lavoro “tradizionali e canonici” legati ad una economia ormai morente soprattutto di natura manifatturiera, che per quanto riusciremo a proteggere non sopravviveranno a lungo (tranne le cosiddette nicchie di eccellenza), tuttavia al tempo stesso stanno nascendo milioni di nuovi posti di lavoro su settori e ambiti “non convenzionali” in cui ancora oggi non si conoscono appieno le rispettive opportunità. Fermatevi solo a pensare: Skype, Google, Linkedin, Zynga, Booking, Twitter, YouTube, Facebook, Ebay, Paypal & Company rappresentano tutte aziende che con il loro indotto stanno cambiando il nostro modo di comunicare, vendere, giocare, promuovere, conoscere, pagare, scrivere, leggere ed informare.

Aggiungiamoci oltre al software anche l'hardware con i tablet, gli smart phone e i netbook: siamo nel mezzo di una nuova rivoluzione industriale, una rivoluzione della mente. Proprio come ci ha ricordato Steve Jobs questo sta producendo e generando centinaia di nuove professioni, mestieri e lavori che dieci anni fa nemmeno esistevano e che oggi si possono intraprendere solo attraverso il “learning by doing” al posto dell'ormai superato “doing by knowing”. Sostanzialmente queste nuove opportunità professionali non le imparerete a scuola o all'università in quanto la classe docente attuale è mentalmente obsoleta per poter insegnare ciò di cui ha sentito solo parlare, ma li imparerete perchè ci metterete il muso dentro da soli. Io stesso ho imparato un mestiere 15 anni fa, quello del trader professionista, perchè il software e l'hardware (accesso alla banda larga) me lo hanno permesso, non di certo perchè l'università mi ha trasmesso le conoscenze o le opportunità a livello operativo.

Pertanto care mamme, fate attenzione adesso a tarpare le ali ai vostri ragazzi, obbligandoli a studiare per vostro vezzo architettura, giurisprudenza o pedagogia, in quanto se la vostra mente non percepisce il clima rivoluzionario che sta caratterizzando quest'epoca rischiereste di condannare vostro figlio ad una competizione tra poveri in mestieri e professioni che perderanno sempre più valore aggiunto e redditività. Insegnate loro non a cercare un lavoro, ma ad imparare una professione o un mestiere, ma questa volta fuori dai canoni tradizionali, puntando sulle dinamiche evolutive e la deindustrializzazione che stanno caratterizzando tutta l'economia occidentale. Una rivoluzione della mente potrà portare a nuovi orizzonti professionali ed imprenditoriali.

lunedì 5 marzo 2012

Napolitano è figlio del Re Umberto II



Pochi lo sanno, anzi in Italia sono in molti ma tacciono, ma quando la gente scherzando allude al fatto che il Presidente Napolitano sembra il figlio di Re Umberto II tanto ne è il sosia, sbaglia.Nel senso che Napolitano non sembra, E' il figlio naturale del nostro ultimo Re. Sua madre contessa di Napoli (titolo che da buon comunista ha sempre accuratamente nascosto come Berlinguer faceva con il suo titolo di marchese ) era una delle dame di compagnia della regina Maria Josè che a volte, esasperata dalla folla di amanti del Re (in genere donne ) gli piazzava rappresaglie gigantesche e se ne andava (notoriamente innamorandosi forse una sola volta: di Indro Montanelli che da grandissimo signore si è sempre rifiutato anche solo di discutere l'argomento ) In una di queste prolungatissime assenze la dama di compagnia di Maria Josè lo divenne anche del Re, al punto che ne nacque il prestigioso pargolo. Questo accadimento,confermatomi in una intervista registrata che ancora conservo da uno dei comunisti più informati e anche per bene che abbia mai consciuto Ciro Soglia (grande giornalista,grande partigiano ) costò l'elezione a segretario del PCI al nostro attuale Presidente. Quando Betlinguer morì all'improvviso anche un focomelico avrebbe capito che il PCI disponeva di due sofisticati colti rassicuranti fuoriclasse per scalare fin da allora le paure della borghesia: l'ex sindaco di Bologna Renato Zangheri e il nostro attuale primo cittadino. Invece si suicidarono eleggendo l'ultima raffica di Stalin all'interno del PCI : Natta, pedante, tardoleninista, gufaceo, impresentabile. Come fu possibile? E' molto semplice. L'ex sindaco di Bologna aveva da tempo una incredibile storia segreta (preberlusconiana osiamo dire ) con la nobile moglie di uno dei più rampanti industriali italiani, Napolitano era il figlio genetico del Re. Due giganteschi scheletri nell'armadio che il partito temeva sarebbero saltati fuori se la stampa internazionale avesse iniziato a scavare a fondo nelle loro vite come scontato se eletti segretario. Quindi elessero la continuità perbenista , una continuità ideologicamente già incartapecorita, quasi commoventemente grottesca, come nel caso di Natta. Un errore di valutazione che ritardò forse di vent'anni la loro trasformazione in forza governativa.

sabato 3 marzo 2012

Fiorella Mannoia denuncia il signoraggio


Fiorella Mannoia denuncia il signoraggio: "Forse è il problema più grande che abbiamo"

L'Alternativa

Mercoledì scorso, durante il consueto appuntamento radiofonico a Radio MPA,  noi di Lo Sai abbiamo avuto l'onore di intervistare la bellissima e bravissima Fiorella Mannoia, la quale ha dedicato il suo ultimo cd "SUD" a Thomas Sankarà.


E' grazie a Luca Consonni (coordinatore di Lo Sai Bergamo) che siamo entrati in contatto con lei; infatti lo scorso Gennaio le scrisse una lettera aperta alla quale Fiorella rispose subito. E' sempre grazie a lui che Fiorella ha partecipato all'ultima puntata di "Lo Sai @ RadioMPA"dedicata all'ex Presidente del Burkina Faso Thomas Sankarà.
Qui di seguito vi riporto un suo breve intervento. L'intera puntata la potete ascoltare qui.



Ringrazio di cuore anche Maurizio Spezia (coordinatore di Lo Sai Milano e responsabile della regione Lombardia) per aver intervistato brillantemente Fiorella e ringrazio Marco Cuoco e tutto lo staff di RADIO MPA che ci da la possibilità di parlare in radio ogni Mercoledì sera dalle 19 alle 21.
Infine un ringraziamento speciale va a Fiorella: grazie di cuore per averci risposto e per aver dato voce alla storia poco conosciuta (aimè) di Thomas Sankarà!

Questo mese inizia il tour del suo nuovo album ed è per questo che vi ripropongo l'idea di Maurizio: invitiamo tutti i nostri lettori ad andare ai suoi concerti muniti di cartellone con scritto "Lo Sai". Supportiamo una cantante che ha il coraggio di dar voce ad un personaggio "scomodo" come Sankarà e che non ha paura di parlare di SIGNORAGGIO in radio!

venerdì 2 marzo 2012

PARLAMENTO NON CEDA A PRETESE BANCHE

AGI, venerdì 2 marzo 2012, 15.23.34
LIBERALIZZAZIONI: SCILIPOTI, PARLAMENTO NON CEDA A PRETESE BANCHE
(AGI) - Roma, 2 mar. - "La poca chiarezza su interessi spese e
commissioni che le banche hanno applicato fino ad oggi deve
finire". Lo dichiara  Domenico Scilipoti Segretario Nazionale
MRN a proposito dell'  emendamento  approvato nel DL
liberalizzazioni che ha suscitato la protesta dell'  ABI. 
    "Nessuno faccia un passo indietro - continua il deputato- 
su un emendamento che limita l'  ingordigia del ABI la quale  non
si limita a chiedere il pagamento di, legittimi, interessi ma
pretende anche di incassare ingiuste e poco trasparenti spese e
commissioni".
    "La gola - conclude Scilipoti - e' un peccato capitale del
quale l'  ABI non si pente, il Parlamento ora ha la possibilita'
di porvi un freno, chi si tirera' indietro ne sara'
responsabile davanti alle  famiglie e alle piccole e medie
imprese italiane". (AGI) 
Red/Mgm
021523 MAR 12