sabato 15 settembre 2012

La mafia trilaterale


Commissione Trilaterale, Mario Monti e il genere umano
di Lorenzo Roberto Quaglia - 14/09/2012
Fonte: reset-italia 


La politica estera degli Stati Uniti d’America dal secondo dopoguerra ha avuto come cardine principale la ricostruzione dell’Europa (inizialmente solo quella Occidentale) e del Giappone attribuendo loro il ruolo di futuri partners commerciali e baluardo contro l’espansione del “comunismo”. Proprio con il fine di ricostruire queste aree gli Stati Uniti hanno visto favorevolmente (hanno permesso) la formazione di organizzazioni regionali come la Comunità Europea per il Carbone e l’Acciaio, l’Associazione Europea di Libero Scambio, il Mercato Comune Europeo per arrivare sino alla nascita dell’Unione Europea.

A metà degli anni sessanta divenne evidente che i settori più dinamici e “lungimiranti” del capitalismo statunitense, europeo occidentale e giapponese erano sempre più intrecciati tra di loro ed avevano sempre più una connotazione internazionale. Il vecchio sogno dei capitalisti di una comunità mondiale del capitale sembrava prossimo a realizzarsi, almeno per una piccola comunità di banche e di imprese transnazionali.

Questa dinamica, questa tendenza, venne infatti subito notata dai banchieri d’affari statunitensi e mondiali, primo tra tutti David Rockefeller. Rockefeller sostenne in quegli anni che gli interessi del genere umano vengono meglio serviti in termini economici laddove le forze del mercato libero hanno la possibilità di trascendere i confini nazionali. Furono i fautori di questa politica economica aperta, internazionale, a condurre il gioco negli Stati Uniti. Per esempio dal 1947 al 1967 sei consecutivi negoziati GATT abbassarono le tariffe sull’import USA in Europa e Giappone. Certo gli Stati Uniti sono sempre stati divisi tra un’anima internazionalista ed una protezionista che guardava più al mercato interno e chiedeva all’Amministrazione di turno l’applicazione di dazi sulle esportazioni dell’Europa e del Giappone verso gli USA. Negli anni 60 il mercato interno USA cresceva e dunque gli internazionalisti avevano la meglio, ma ad un certo punto qualcosa si ruppe. All’inizio degli anni 70 ci fu la prima crisi economica mondiale del dopoguerra. Nell’agosto del 1971 il presidente Nixon varò la Nuova Politica Economica. Il mondo finanziario così com’era stato sino ad allora, non fu più lo stesso. Nixon cancellò con un colpo di spugna gli accordi di Bretton Woods del 1944 proclamando la NON convertibilità in oro del dollaro. Questa misura voleva svalutare la moneta statunitense e favorire di conseguenza le esportazioni USA nei mercati europei e giapponesi che negli anni sessanta erano molto cresciuti. Inoltre vennero applicati dazi unilaterali sulle importazioni negli Stati Uniti, violando quelli che erano gli accordi GATT appena conclusi. Se questa politica era sostenuta dal versante protezionista dei capitalisti americani, era vista come il fumo negli occhi dagli internazionalisti che ritenevano che questa politica danneggiasse in ultima analisi il Paese. In effetti le divisioni tra le nazioni capitalistiche industriali costituivano una minaccia per quei player multinazionali (finanziari, società commerciali, banche) i cui interessi erano strettamente connessi al libero scambio e ai liberi investimenti con meccanismi flessibili di circolazione della moneta.

Fu per “sostenere” queste idee che nel 1973 David Rockefeller, con alcuni “amici”, creò un’organizzazione che doveva servire a salvaguardare gli interessi sovranazionali: la Commissione Trilaterale. Il prossimo anno questo organismo, che esiste tutt’ora, compirà quarant’anni. I membri e i consiglieri più stretti che hanno fatto parte della Commissione a partire dalla sua fondazione (luglio 1973) fino ad oggi comprendono i rappresentati di banche, società multinazionali, società di informazione e organizzazioni internazionali. E’ possibile collegarsi al sito istituzionale della Commissione (http://www.trilateral.org/) per farsi un’idea dell’attività che porta avanti questa organizzazione e delle persone che attualmente ne fanno parte. Ad oggi gli italiani presenti risultano 18, tra cui John Elkann, Presidente di Fiat spa, Maurizio Sella, Presidente del Gruppo Banca Sella, Marco Tronchetti Provera, Franco Venturini, editorialista del Corriere della Sera, Enrico Letta, deputato e Vice Presidente del Partito Democratico , solo per citarne alcuni. Il 16 novembre 2011 Mario Monti si dimise dalla Commissione dopo essere stato scelto dal Presidente Napolitano quale successore di Berlusconi alla guida del Governo italiano.

Nel luglio 2013 la Commissione Trilaterale festeggerà i suoi primi quarant’anni di vita e di azione ai massimi livelli del potere finanziario, economico e politico internazionale. E per come sono andate le cose sino ad ora, sembra proprio che l’azione svolta sia stata efficace. L’interconnessione del mondo contemporaneo, in tutti i settori, è forse andata oltre l’immaginazione dei primi membri della Trilaterale. Ma gli interessi del genere umano, come li definiva Rockefeller, oggi, sono tutelati più e meglio di quarant’anni fa?
 

Vola l'economia della morte


Vola l'economia della morte
di Manlio Dinucci - 14/09/2012
Fonte: Il Manifesto 


Oltre 50 milioni di persone, tra cui 17 milioni di bambini, in condizione di «insicurezza alimentare», ossia senza abbastanza cibo «per mancanza di denaro e altre risorse». I dati si riferiscono non a un paese povero dell'Africa subsahariana, ma al paese con la maggiore economia del mondo: gli Stati uniti d'America. Lo documenta il Dipartimento Usa dell'agricoltura nel settembre 2012. Durante l'amministrazione Bush (2001-2008), i cittadini statunitensi senza cibo adeguato, costretti per sopravvivere a ricorrere ai food stamps (buoni cibo) e alle organizzazioni caritatevoli, sono aumentati da 33 a 49 milioni. Durante l'amministrazione Obama sono saliti a oltre 50 milioni, equivalenti al 16,4% della popolazione, rispetto al 12,2% nel 2001. Tra questi, circa 17 milioni sono in condizione di «bassissima sicurezza alimentare», in altre parole alla fame. Hanno però la soddisfazione di vivere in un paese la cui «sicurezza» è garantita da una spesa militare che - documenta il Sipri - è raddoppiata durante l'amministrazione Bush e, durante quella Obama, è salita dai 621 miliardi di dollari del 2008 a oltre 711 nel 2011. Al netto dell'inflazione (al valore costante del dollaro 2010), è cresciuta dell'80% dal 2001 al 2011. La spesa militare Usa, equivalente al 41% di quella mondiale, è in realtà più alta: comprese altre voci di carattere militare (tra cui 125 miliardi annui per i militari a riposo), ammonta a circa la metà di quella mondiale. In tal modo - si sottolinea nel Budget 2012 - il Pentagono può mantenere «forze militari pronte a concentrarsi sia nelle guerre attuali, sia nei potenziali futuri conflitti». E, allo stesso tempo, può «investire in innovazione scientifica e tecnologica a lungo termine per assicurare che la Nazione abbia accesso ai migliori sistemi di difesa disponibili al mondo». A tal fine 100 miliardi di previsti risparmi vengono «reinvestiti in settori ad alta priorità», a partire dai droni: i velivoli senza pilota che, telecomandati a oltre 10mila km di distanza, colpiscono gli obiettivi con i loro missili. Qui la realtà supera la fantascienza hollywoodiana. La Lockheed Martin sta sviluppando un nuovo drone per le forze speciali: per accrescerne l'autonomia, da terra viene usato un raggio laser che lo alimenta mentre è in volo. La Northrop Grumman è impegnata in un progetto ancora più avanzato: quello di droni che, alimentati da energia nucleare, restano in volo ininterrottamente non per giorni ma per mesi. Sempre la Northrop Grumman sta sviluppando un velivolo robotico per portaerei, lo X-47B, in grado, grazie alla memoria programmata, di decollare, effettuare la missione e atterrare autonomamente. Dati gli enormi costi di questi programmi, il Pentagono ha già redatto una lista di affidabili paesi alleati a cui vendere i nuovi droni per la guerra robotizzata. Sicuramente ai primi posti c'è l'Italia, che ha già acquistato dalla statunitense General Atomics l'ultimo modello di drone, il velivolo MQ-9A Predator B. In futuro acquisterà anche il drone nucleare che, decollando sulla testa dei 50 milioni di cittadini Usa in condizione di «insicurezza alimentare», volteggerà su quella dei disoccupati italiani che occupano le fabbriche in via di chiusura.
 

giovedì 13 settembre 2012

MANI PULITE: fu la CIA a fermare Di Pietro

De Michelis e Pomicino: c’era la Cia dietro Mani Pulite
di Giorgio Cattaneo - 12/09/2012
Fonte: libreidee 


«La Cia coprì l’apertura del Conto Protezione per il finanziamento illecito al Psi. Sapeva tutto. Il giorno dopo il disfacimento dell’impero comunista, la Cia ha preso e se n’è andata lasciandoci con il cerino in mano. Se ne andò perché l’Italia non aveva più un ruolo geopolitico e non c’era più da garantire l’equilibrio di Yalta. Da noi prevalse l’Fbi, interessata ad evitare che la mafiaprendesse troppa forza». L’ex ministro craxiano Gianni De Michelis non ha dubbi, e cita un’intervista al console americano Peter Semler: «Dice che Di Pietro lo avvertì nel ’91 che presto il Psi e la Dc sarebbero stati spazzati via». Dichiarazioni consonanti con quelle di un altro ex ministro socialista, Rino Formica: sotto il ciclone Tangentopoli, gli Usa puntarono tutto su leader “zoppi” e quindi condizionabili: D’Alema e Fini, con alle spalle legami con un passato totalitario, e Berlusconi, imprenditore dai trascorsi controversi.
Nel ’92, continua De Michelis – intervistato da Mattia Feltri per “La Stampa” – Luciano Violante, del Pds, diventa presidente della Commissione Gianni De Michelisantimafia, stringendo così uno stretto rapporto con Louis Freeh, dell’Fbi.

venerdì 7 settembre 2012

La *Democratura* a pecorina davanti ai banksters


Banche: trasferimento competenze a Bce rafforza l'Eurozona

Di Roberto Crapelli* (Il Sole 24 Ore Radiocor) - 

Milano, 07 set - La Banca centrale europea avra' il potere di concedere o ritirare la licenza bancaria. E' questo uno dei punti chiave contenuti nella bozza di regolamento - anticipata da Ilsole24ore.com - con il quale la Commissione Ue proporra' il trasferimento della sorveglianza bancaria dagli Stati membri alla Banca centrale europea. Significherebbe nella sostanza creare un unico supervisore con l'applicazione un'unica metodologia di valutazione, particolarmente utile con riferimento alla realizzazione di uno standard univoco di valutazione dei rischi e dei requisiti di capitale. Questo e' un prerequisito per assicurare la stabilita dell'euro ed e' anche un modo efficace per evitare una competizione fra paesi e sistemi bancari, garantendo una sorveglianza adeguata sui gruppi bancari con attivita in piu' paesi. La sorveglianza unificata potrebbe fra le altre cose risolvere le rigidita' nei flussi di liquidita' fra paesi garantendo allo stesso tempo la solidita' del sistema nei diversi paesi dell'eurozona. Le grandi decisioni su come realizzare questo trasferimento alla BCE della sorveglianza bancaria riguarderanno il perimetro e il livello di sorveglianza. In particolare il tema della "perimetrazione", ad esempio, dovra' trovare un punto di sintesi accettabile da tutti gli stati membri: se l'azione di supervisione avra' ad oggetto solo le banche cosiddette sistemiche o anche quelle di taglia inferiore. E' questo un tema particolarmente delicato, ad esempio in Germania in relazione alla situazione delle Volksbank e delle Sparkasse. Il perimetro dovra' essere adeguatamente ampio per evitare la permanenza di concorrenza istituzionali fra paesi. Idealmente, il nuovo ruolo dovrebbe realizzarsi attraverso processi ben articolati rispetto alle banche centrali dei singoli paesi e non configurarsi meramente come uno strato di controllo di attivita' nazionali - la qual cosa rischierebbe di peggiorare la velocita' di azione della sorveglianza oltre ad appesantire di costi sorveglianti e sorvegliati. Se il processo andasse aventi in questo senso, un simile scenario avrebbe effetti positivi sia per le Banche Italiane che per le imprese che si troverebbero ad operare in un sistema finanziario piu' omogeneo con valutazioni della qualita' degli attivi e conseguenti livelli di capitalizzazione basati su standard simili su tutti i Paesi.
*Amministratore Delegato Roland Berger Strategy Consultants
(RADIOCOR) 07-09-12 18:59:04 (0402)news 5 NNNN

domenica 2 settembre 2012

Le banche arruolano 007 privati


Crisi, le banche arruolano gli 007 privati

Del Rio racconta le investigazioni in tempi di vacche magre: controlli prima dei mutui



Indagini anche per conoscere l’esistenza dei beni di chi non salda i crediti nella prospettiva di procedere successivamente ai pignoramenti
L'investigatore privato Franco Del Rio
L'investigatore privato Franco Del Rio
La Spezia, 2 settembre 2012 - SULLA SCRIVANIA del suo studio troneggia una fiamma di cristallo, indizio dei trascorsi da carabiniere. Appesa la divisa al chiodo col grado di tenente, dal 1974 si dedica dall’attività di investigatore privato. Ne ha viste davvero di tutti i colori, testimone come è stato di tante e varie situazioni... sottotraccia. Per scoprire le quali è stato e continua ad essere «arruolato». Lui è il professor Franco Del Rio. Ha accettato l’intervista ad una condizione: nessuna domanda, anche trabocchetto, sull’identità dei clienti.
Ci parli delle persone che si risolgono agli investigatori privati: chi sono?
«La casistica è varia: si rivolgono a noi persone coniugate o fidanzate che sospettano di essere tradite; genitori che sospettano cattive frequentazioni dei figli; mariti separati che desiderano conoscere le entrate della moglie per ridurre l’importo degli alimenti che devono corrispondere; mogli separate che desiderano conoscere le entrate del marito per avere maggiori alimenti. Ma non solo.»
Cioè?
«Ci sono le persone che sono o si ritengono vittime di reati e desiderano scoprire i colpevoli; lo spettro dei reati è ampio: diffamazioni, danneggiamenti, molestie telefoniche».
La crisi ha rallentato l’attività degli investigatori?
«Più che altro nuove disposizioni ci impogono maggiori adempimenti e maggiori spese (titoli di studio universitari, corsi di aggiornamento annuali, aumento delle cauzioni). Ma la crisi innesca nuove domande di lavoro, quidi sotto certi profili si è risolta in un’opportunità»
Esempi?
«Soggetti che vantano crediti da persone che non pagano e vogliono sapere se hanno qualche bene da pignorare; persone o imprese in trattativa di vendere beni mobili o immobili con pagamenti rateali e desiderano informazioni sulla solvibilità degli aspiranti acquirenti. Banche che vogliono maggiori informazioni su persone che chiedono mutui, prestiti a volte anche aperture di conto corrente; imprese o impresari per controllare dipendenti assenteisti, dipendenti o soci infedeli (sospettati tali), per avere informazioni sulla solvibilità e moralità commerciale e personale di aspiranti soci».
La crisi ha fatto abbassare il prezzo delle prestazioni degli 007 privati?
«Posso rispondere per quel che mi riguarda: le mie tariffe sono generalmente inferiori a quelle di altre agenzie (specialmente di altre città); ai clienti pratico abitualmente sconti che aumentano con l’aumentare dell’importo delle investigazioni eseguite e poi ai clienti che ne hanno necessità concedo pagamenti rateali. E sta capitando...».
di Corrado Ricci