venerdì 8 febbraio 2013
Congiura del silenzio sullo scandalo signoraggio
La congiura del silenzio sullo scandalo del signoraggio. Ne parla solo Magdi Allam. Neppure Grillo ne parla pur rivendicando il ritorno alla sovranità monetaria.
di Pietro Melis - IOAMOLITALIA
04/02/2013 07:51:35
In tal modo si è peggiorata la situazione derivante dall'assurdo del poco noto sistema del signoraggio, che vedeva lo Stato italiano stampare moneta cartacea tramite una Banca d'Italia che, pur dovendo essere organo di controllo delle banche, con il mito della liberalizzazione, negli anni '90, trasformata in S.p.A., è diventata proprietà delle maggiori banche private, che da controllate diventano controllori di se stesse, mentre le banche centrali di ogni Stato europeo sono controllate da una banca centrale con capitale dello Stato.
lunedì 4 febbraio 2013
Note da rileggere su Pound e Mussolini
"Il mio amico Ezra Pound ha ragione. La rivoluzione è guerra all’usura. È guerra all’usura pubblica e all’usura privata. Demolisce le tattiche delle battaglie di borsa. Distrugge i parassitismi di base, sui quali i moderati costruiscono le loro fortezze. Insegna a consumare al modo giusto, secondo logica di tempo, quel che è possibile produrre. Reagisce alle altalene del tasso di sconto, che fanno la sventura di chi chiede per investire nell’industria, e aumenta il mondo del risparmio, riducendone il coraggio, contraendone la volontà di ascesa, incrementandone la sfiducia nell’oggi, che è più letale ancora della sfiducia nel domani. Allorché il mio amico Ezra Pound mi donò le sue "considerazioni" sull’usura, mi disse che il potere non è del danaro, o del danaro soltanto, ma dell’usura soltanto, del danaro che produce danaro, che produce soltanto danaro, che non salva nessuno di noi, che lancia noi deboli nel gorgo dalla cui corrente altro danaro verrà espresso, come supremo male del mondo. Aggiunse in quel suo italiano, gaelico e slanghistico, infarcito di arcaismi tratti da Dante e dai cronachisti del trecento, che il potere del danaro e tutti gli uomini di questo potere regnano su un mondo del quale hanno monetizzato il cervello e trasformato la coscienza in lenzuoli di banconote. Il danaro che produce danaro. La formula del mio amico Ezra Pound riassume la spaventosa condizione del nostro tempo. Il danaro non si consuma. Regge al contatto dell’umanità. Nulla cede delle proprie qualità deteriori. Contamina peggiorandoci in ragione della continua salita del suo corso tra i banchi e le grida della borsa nelle cui caverne l’umano viene, inesorabilmente, macinato. Il mio amico Pound ha le qualità del predicatore cui è nota la tempesta dell’anno mille, dell’anno "n volte mille" sempre alle porte della nostra casa di dannati all’autodistruzione. La lava del denaro, infuocata e onnivora, scende dalla montagna che il cielo ha lanciato contro di noi, mi ha detto il mio amico Pound; e nessuno, tra noi, si salverà. Il mio amico Pound ha continuato con voi, come mi avete detto, nella casa romana dello scrittore di cose navali Ubaldo degli Uberti, l’analisi di come il danaro produce soltanto danaro, e non beni che sollevino il nostro spirito dalla palude nella quale il suo potere ci ha immerso. Non è ossessione la sua. Nessun uomo saggio, se ancora ne esistono, ha elementi per dichiarare esito di pericolosa paranoia il suo vedere, tra i blocchi di palazzi di Wall Street e tra le stanze dei banchieri della City, le pareti indistruttibili dell’inferno di oggi. I Kahn, i Morgan, i Morgenthau, i Toeplitz di tutte le terre egli vede alla testa dell’armata dell’oro. Pound piange i morti che quell’esercito fece. E vorrebbe sottrarre a ogni pericolo tutti noi esposti alla furia del potere dell’oro. Con il vostro amico Pound ho parlato di quello che Peguy ha scritto contro il potere dell’oro. Conosce quasi a memoria quelle pagine. Ne recita brani interi, senza dimenticarne alcuna parola. Il suo francese risale agli anni parigini in cui la gente di New York, di Boston, emigrata a Parigi, pensava ancora che l’occidente fosse fra noi. Illusa, quella gente, che scegliendo Parigi, il potere dell’oro sarebbe andato per stracci, almeno per questi migranti della letteratura. È, quel francese di Pound, come un prodotto del passato, come una denuncia del troppo che stiamo dimenticando, tutti noi che corriamo il rischio, o che già lo abbiamo corso, di finire maciullati dal potere dell’oro".
(Così, Benito Mussolini riferì al giovane giornalista triestino Yvon De Begnac durante i loro colloqui tra il 1934 e il 1943, che oggi ritroviamo nei famosi postumi "Taccuini mussoliniani").
(Così, Benito Mussolini riferì al giovane giornalista triestino Yvon De Begnac durante i loro colloqui tra il 1934 e il 1943, che oggi ritroviamo nei famosi postumi "Taccuini mussoliniani").
giovedì 31 gennaio 2013
Qualsiasi similitudine è puramente causale
Nella foto, la lista delle banche dealer del tesoro italiano, gli strozzini che per primi come spacciatori possono trattare e condizionare i nostri titoli del debito in cambio dell'immissione monetaria di cui il paese ha bisogno per funzionare. Sotto l'elenco delle maggiori corporations e banche che controllano la ricchezza mondiale, tratto dall'articolo http://www.imolaoggi.it/?p=40233...
Qualsiasi similitudine tra di loro è puramente "causale"...
Si noti poi che di quelle poche banche dealer che non compaiono nella lista sotto (Citigroup, Crédit Agricole, Commerzbanm HSB, banca IMI), che non ho sottolineato in giallo, non è stato ancora verificato da chi sono controllate, tranne per MPS di cui posso ragionevolmente dichiarare che è CONTROLLATA in maniera OCCULTA da AXA/MORGAN, e NON, come tutti stanno cercando di spiegare DALLA FONDAZIONE...
Semmai è vero il contrario e cioé che la Fondazione, il cui statuto è passato nel 2001 da istituto di diritto pubblico a SpA, e la cui banca è stata privatizzata e poi quotata in borsa nel 1999 (cfr. http://www.consob.it/main/emittenti/societa_quotate/query_infostoriche.html?firstres=0&hits=81&viewres=1&search=1&resultmethod=socquotadv&queryid=infostoriche&maxres=500&codconsob=135417), con la testa di legno Caltagirone, ad essere assoggettata al volere di questi. Ed è il PD da qualche decennio il loro fedele pedissequo servitore.
Si può quindi ragionevolmente rispondere alla domanda di sapere a chi sono andati i 17 miliardi di esborso all'estero dalle casse senesi. E a chi sono ritornate scudate in Italia le briciole di poco meno di 2 miliardi di commissioni. Non ditemi che è così difficile arrivarci...
1 BARCLAYS PLC GB 6512 SCC 4.05
2 CAPITAL GROUP COMPANIES INC, THE US 6713 IN 6.66
3 FMR CORP US 6713 IN 8.94
4 AXA FR 6712 SCC 11.21
5 STATE STREET CORPORATION US 6713 SCC 13.02
6 JP MORGAN CHASE & CO. US 6512 SCC 14.55
7 LEGAL & GENERAL GROUP PLC GB 6603 SCC 16.02
8 VANGUARD GROUP, INC., THE US 7415 IN 17.25
9 UBS AG CH 6512 SCC 18.46
10 MERRILL LYNCH & CO., INC. US 6712 SCC 19.45
11 WELLINGTON MANAGEMENT CO. L.L.P. US 6713 IN 20.33
12 DEUTSCHE BANK AG DE 6512 SCC 21.17
13 FRANKLIN RESOURCES, INC. US 6512 SCC 21.99
14 CREDIT SUISSE GROUP CH 6512 SCC 22.81
15 WALTON ENTERPRISES LLC US 2923 T&T 23.56
16 BANK OF NEW YORK MELLON CORP. US 6512 IN 24.28
17 NATIXIS FR 6512 SCC 24.98
18 GOLDMAN SACHS GROUP, INC., THE US 6712 SCC 25.64
19 T. ROWE PRICE GROUP, INC. US 6713 SCC 26.29
20 LEGG MASON, INC. US 6712 SCC 26.92
21 MORGAN STANLEY US 6712 SCC 27.56
22 MITSUBISHI UFJ FINANCIAL GROUP, INC. JP 6512 SCC 28.16
23 NORTHERN TRUST CORPORATION US 6512 SCC 28.72
24 SOCIÉTÉ GÉNÉRALE FR 6512 SCC 29.26
25 BANK OF AMERICA CORPORATION US 6512 SCC 29.79
26 LLOYDS TSB GROUP PLC GB 6512 SCC 30.30
27 INVESCO PLC GB 6523 SCC 30.82
28 ALLIANZ SE DE 7415 SCC 31.32
29 TIAA US 6601 IN 32.24
30 OLD MUTUAL PUBLIC LIMITED COMPANY GB 6601 SCC 32.69
31 AVIVA PLC GB 6601 SCC 33.14
32 SCHRODERS PLC GB 6712 SCC 33.57
33 DODGE & COX US 7415 IN 34.00
34 LEHMAN BROTHERS HOLDINGS, INC. US 6712 SCC 34.43
35 SUN LIFE FINANCIAL, INC. CA 6601 SCC 34.82
36 STANDARD LIFE PLC GB 6601 SCC 35.2
37 CNCE FR 6512 SCC 35.57
38 NOMURA HOLDINGS, INC. JP 6512 SCC 35.92
39 THE DEPOSITORY TRUST COMPANY US 6512 IN 36.28
40 MASSACHUSETTS MUTUAL LIFE INSUR. US 6601 IN 36.63
41 ING GROEP N.V. NL 6603 SCC 36.96
42 BRANDES INVESTMENT PARTNERS, L.P. US 6713 IN 37.29
43 UNICREDITO ITALIANO SPA IT 6512 SCC 37.61
44 DEPOSIT INSURANCE CORPORATION OF JP JP 6511 IN 37.93
45 VERENIGING AEGON NL 6512 IN 38.25
46 BNP PARIBAS FR 6512 SCC 38.56
47 AFFILIATED MANAGERS GROUP, INC. US 6713 SCC 38.88
48 RESONA HOLDINGS, INC. JP 6512 SCC 39.18
49 CAPITAL GROUP INTERNATIONAL, INC. US 7414 IN 39.48
50 CHINA PETROCHEMICAL GROUP CO. CN 6511 T&T 39.78
2 CAPITAL GROUP COMPANIES INC, THE US 6713 IN 6.66
3 FMR CORP US 6713 IN 8.94
4 AXA FR 6712 SCC 11.21
5 STATE STREET CORPORATION US 6713 SCC 13.02
6 JP MORGAN CHASE & CO. US 6512 SCC 14.55
7 LEGAL & GENERAL GROUP PLC GB 6603 SCC 16.02
8 VANGUARD GROUP, INC., THE US 7415 IN 17.25
9 UBS AG CH 6512 SCC 18.46
10 MERRILL LYNCH & CO., INC. US 6712 SCC 19.45
11 WELLINGTON MANAGEMENT CO. L.L.P. US 6713 IN 20.33
12 DEUTSCHE BANK AG DE 6512 SCC 21.17
13 FRANKLIN RESOURCES, INC. US 6512 SCC 21.99
14 CREDIT SUISSE GROUP CH 6512 SCC 22.81
15 WALTON ENTERPRISES LLC US 2923 T&T 23.56
16 BANK OF NEW YORK MELLON CORP. US 6512 IN 24.28
17 NATIXIS FR 6512 SCC 24.98
18 GOLDMAN SACHS GROUP, INC., THE US 6712 SCC 25.64
19 T. ROWE PRICE GROUP, INC. US 6713 SCC 26.29
20 LEGG MASON, INC. US 6712 SCC 26.92
21 MORGAN STANLEY US 6712 SCC 27.56
22 MITSUBISHI UFJ FINANCIAL GROUP, INC. JP 6512 SCC 28.16
23 NORTHERN TRUST CORPORATION US 6512 SCC 28.72
24 SOCIÉTÉ GÉNÉRALE FR 6512 SCC 29.26
25 BANK OF AMERICA CORPORATION US 6512 SCC 29.79
26 LLOYDS TSB GROUP PLC GB 6512 SCC 30.30
27 INVESCO PLC GB 6523 SCC 30.82
28 ALLIANZ SE DE 7415 SCC 31.32
29 TIAA US 6601 IN 32.24
30 OLD MUTUAL PUBLIC LIMITED COMPANY GB 6601 SCC 32.69
31 AVIVA PLC GB 6601 SCC 33.14
32 SCHRODERS PLC GB 6712 SCC 33.57
33 DODGE & COX US 7415 IN 34.00
34 LEHMAN BROTHERS HOLDINGS, INC. US 6712 SCC 34.43
35 SUN LIFE FINANCIAL, INC. CA 6601 SCC 34.82
36 STANDARD LIFE PLC GB 6601 SCC 35.2
37 CNCE FR 6512 SCC 35.57
38 NOMURA HOLDINGS, INC. JP 6512 SCC 35.92
39 THE DEPOSITORY TRUST COMPANY US 6512 IN 36.28
40 MASSACHUSETTS MUTUAL LIFE INSUR. US 6601 IN 36.63
41 ING GROEP N.V. NL 6603 SCC 36.96
42 BRANDES INVESTMENT PARTNERS, L.P. US 6713 IN 37.29
43 UNICREDITO ITALIANO SPA IT 6512 SCC 37.61
44 DEPOSIT INSURANCE CORPORATION OF JP JP 6511 IN 37.93
45 VERENIGING AEGON NL 6512 IN 38.25
46 BNP PARIBAS FR 6512 SCC 38.56
47 AFFILIATED MANAGERS GROUP, INC. US 6713 SCC 38.88
48 RESONA HOLDINGS, INC. JP 6512 SCC 39.18
49 CAPITAL GROUP INTERNATIONAL, INC. US 7414 IN 39.48
50 CHINA PETROCHEMICAL GROUP CO. CN 6511 T&T 39.78
Nicoletta Forcheri, 31 gennaio 2013
Riferimenti:
martedì 29 gennaio 2013
MONTI HA PARALIZZATO PAESE
CRISI: SCILIPOTI"MONTI HA PARALIZZATO PAESE, VUOLE CANCELLARE CETO MEDIO"
Roma, 29/01/2013. "Il Governo Monti ha paralizzato il Paese, non
c' e' categoria che non stia protestando, autotrasportatori,
tassisti, benzinai, pescatori, farmacisti, questi sono segnali
eloquenti che la politica adottata dal Professore non solo e'
fallimentare ma rischia di far scomparire intere categorie e di
cancellare il ceto medio". Lo afferma in una nota Domenico
Scilipoti candidato al Senato per il Pdl. "Monti - continua - in
questi 13 mesi ha tartassato i cittadini spremendoli come limoni,
mettendo in ginocchio il ceto medio, che assieme alla piccola e
media impresa sono da sempre il punto di forza dell' economia del
nostro Paese". "Sono certo - conclude Scilipoti- che gli elettori
se ne ricorderanno alle urne il prossimo 24 e 25 febbraio".
Roma, 29/01/2013. "Il Governo Monti ha paralizzato il Paese, non
c' e' categoria che non stia protestando, autotrasportatori,
tassisti, benzinai, pescatori, farmacisti, questi sono segnali
eloquenti che la politica adottata dal Professore non solo e'
fallimentare ma rischia di far scomparire intere categorie e di
cancellare il ceto medio". Lo afferma in una nota Domenico
Scilipoti candidato al Senato per il Pdl. "Monti - continua - in
questi 13 mesi ha tartassato i cittadini spremendoli come limoni,
mettendo in ginocchio il ceto medio, che assieme alla piccola e
media impresa sono da sempre il punto di forza dell' economia del
nostro Paese". "Sono certo - conclude Scilipoti- che gli elettori
se ne ricorderanno alle urne il prossimo 24 e 25 febbraio".
domenica 27 gennaio 2013
Mario Consoli: le radici della perdita di sovranità
1. Nel 1981, anno del divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia, con la lettera di Andreatta si esonera quest’ultima dall’acquisto in toto o parziale dei titoli di Stato, per farli andare sui mercati internazionali.
2. Nel 1991 con Guido Carli il tasso di sconto diventa deciso dalla Banca d’Italia.
3. La terza mossa decisiva è quella delle privatizzazioni effettuata da Prodi and co, che hanno privatizzato di fatto la Banca d’Italia. In quanto agli speculatori internazionali, rimando alla lista delle banche dealer sul sito del Tesoro - http://www.dt.tesoro.it/export/sites/sitodt/modules/documenti_it/debito_pubblico/elenco_specialisti/Elenco_Specialisti_in_titoli_di_Strato_-_Dal_6_Luglio_2012.pdf - tradotto erroneamente in italiano con specialiste in titoli di stato, ma più correttamente banche “spacciatrici”…
In quanto alla Federal Reserve non è vero che sia nazionale, Lincoln e Kennedy hanno stampato dei biglietti di Stato…
In Italia anche tanti governi, di cui l’ultimo fu di Aldo Moro…
Un biglietto di stato significa che non costa interessi allo stato e non è messo al passivo nel bilancio dello Stato. In quanto al dogma diffuso che la responsabilità del debito pubblico dipenda dalle ruberie e dagli sprechi della classe politica, basta andare a leggere quanto l’Italia ha pagato di interessi sui titoli di stato dal 1990 ad oggi: una cifra pari alla somma del debito pubblico attuale.
La nostra classe politica per quanto abbia rubato e sprecato, sono inezie rispetto all’emorragia degli interessi sui titoli di stato ai prestatori internazionali.
La Bank of England del 1788, l’Inghilterra aveva 13 milioni di sterline di debito pubblico, dopo 90 anni si è arrivati all’incremento dell’800%, con il passaggio al concambio moneta-titoli di stato; altro dato nel 1981 il debito pubblico nostrano era del 50% oggi è del 120%: la relazione è immediata, basta incrociare i dati. L’austerità serve oltre ad onorare gli interessi, a risucchiare i risparmi, anche quelli occulti, da trasferire nel circuito della speculazione finanziaria.
2. Nel 1991 con Guido Carli il tasso di sconto diventa deciso dalla Banca d’Italia.
3. La terza mossa decisiva è quella delle privatizzazioni effettuata da Prodi and co, che hanno privatizzato di fatto la Banca d’Italia. In quanto agli speculatori internazionali, rimando alla lista delle banche dealer sul sito del Tesoro - http://www.dt.tesoro.it/export/sites/sitodt/modules/documenti_it/debito_pubblico/elenco_specialisti/Elenco_Specialisti_in_titoli_di_Strato_-_Dal_6_Luglio_2012.pdf - tradotto erroneamente in italiano con specialiste in titoli di stato, ma più correttamente banche “spacciatrici”…
In quanto alla Federal Reserve non è vero che sia nazionale, Lincoln e Kennedy hanno stampato dei biglietti di Stato…
In Italia anche tanti governi, di cui l’ultimo fu di Aldo Moro…
Un biglietto di stato significa che non costa interessi allo stato e non è messo al passivo nel bilancio dello Stato. In quanto al dogma diffuso che la responsabilità del debito pubblico dipenda dalle ruberie e dagli sprechi della classe politica, basta andare a leggere quanto l’Italia ha pagato di interessi sui titoli di stato dal 1990 ad oggi: una cifra pari alla somma del debito pubblico attuale.
La nostra classe politica per quanto abbia rubato e sprecato, sono inezie rispetto all’emorragia degli interessi sui titoli di stato ai prestatori internazionali.
La Bank of England del 1788, l’Inghilterra aveva 13 milioni di sterline di debito pubblico, dopo 90 anni si è arrivati all’incremento dell’800%, con il passaggio al concambio moneta-titoli di stato; altro dato nel 1981 il debito pubblico nostrano era del 50% oggi è del 120%: la relazione è immediata, basta incrociare i dati. L’austerità serve oltre ad onorare gli interessi, a risucchiare i risparmi, anche quelli occulti, da trasferire nel circuito della speculazione finanziaria.
sabato 26 gennaio 2013
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