lunedì 7 aprile 2014

La Bank of England ed il Dottor Stranamore

La Bank of England ed il Dottor Stranamore che vuole arrivare al Don

di Joseph Halevi*

La recentissima pubblicazione dello studio della Bank of England conferma da fonte insospettabile che le banche creano moneta dal nulla (cioe’ non la scavano da qualche miniera, ne’ la pompano da qualche giacimento) prestandola a coloro che hanno piani di investimento o di acquisto di beni di consumo durevoli. Non ci sono quindi vincoli monetari in quanto tali. Analogamente per la Banca Centrale: puo’ convalidare qualsiasi richiesta da parte del Tesoro e puo’ in tutta tranquillita’ monetizzare debito e deficit pubblici. Scuole, ospedali, ferrovie, pensioni, universita’ e ricerca possono essere finanziate senza vincoli di bilancio ma solo reali che dipendono dalle capacita’ produttive esistenti e utilizzabili. E’ ovvio che se all’Istituzione che dovrebbe convalidare i flussi nel circuito monetario, cioe’ la Banca Centrale, viene formalmente proibito di assecondare il processo, il circuito, da qualche parte finira’ per troncarsi.

Interrogazione: quanto rischiamo coi derivati ?

L'Economia chiarisca il valore e i rischi attuali dei contratti sui derivati
Interrogazione presentata il 03 aprile 2014 da: Carla Ruocco (M5S)
http://www.lobby24.ilsole24ore.com/interrogazione/camera/2014-04/l-economia-chiarisca-valore-e-rischi-attuali-contratti-derivati-140142.php
RIVOLTA A
  • Economia e Finanze
Per sapere – premesso che:
   il Financial Times, nel giugno 2013, ha lanciato un allarme in base ai dati contenuti nel rapporto semestrale che il Ministero dell'economia e delle finanze ha inviato alla Corte dei conti (numeri ufficiali ma non pubblici), secondo cui l'Italia rischia perdite per miliardi di euro a causa di contratti su derivati ristrutturati all'apice della crisi dell'eurozona, nel 1990;
   il quotidiano della City cita il documento di ventinove pagine del Ministero con dettagli sulle transazioni sul debito italiano e sull'esposizione nella prima metà del 2012, inclusa la ristrutturazione di otto contratti derivati con banche straniere per un valore di 31,7 miliardi di euro;
   secondo gli esperti, i contratti originali risalgono alla fine degli anni 1990. In quel periodo scrive il Financial Times «Mario Draghi, attuale presidente della Bce, era direttore generale del Tesoro»;
   il Financial Times sottolinea che il rapporto non specifica le potenziali perdite dell'Italia sui derivati ristrutturati. Ma tre esperti indipendenti consultati dal quotidiano calcolano le perdite, sulla base dei prezzi di mercato al 20 giugno 2013, a circa 8 miliardi di euro;
   «gli esperti che lo hanno esaminato – aggiunge il Financial Times – hanno detto che la ristrutturazione ha consentito al Tesoro di scaglionare i pagamenti dovuti alle banche straniere su un periodo più lungo ma, in alcuni casi, a termini più svantaggiosi per l'Italia»;
   il documento del Ministero non nomina le banche né fornisce i dettagli sui contratti originali, «ma gli esperti ritengono che risalgano alla fine degli anni 1990. In quel periodo Roma aggiustava i conti con pagamenti in anticipo dalle banche per centrare gli obiettivi di deficit fissati dall'Unione europea per i primi 11 Paesi che volevano aderire all'euro. Nel 1995 l'Italia aveva un deficit di bilancio del 7,7 per cento. Nel 1998, l'anno cruciale per l'approvazione del suo ingresso nell'euro, il deficit si era ridotto al 2,7 per cento»;
   sul rapporto del Ministero, riportano il Financial Times e il quotidiano La Repubblica (26 giugno 2013), nel mese di aprile 2013 è intervenuta anche la Guardia di finanza con perquisizioni negli uffici di via XX settembre, «con un mandato di esibizione di documenti, in cerca delle confirmation letter, i contratti di stipula di quei derivati. Finora, però, il Tesoro non ha mostrato quegli originali alle Fiamme gialle» –:
   se corrisponda al vero quanto riferito dal Financial Times circa l'esistenza di un'operazione originaria rinegoziata otto volte nel corso degli anni;
   in caso affermativo, quale siano i dettagli dell'operazione originaria (tassi applicati, nozionale, durata) e quali le sue finalità;
   se non si ritenga di fornire, inoltre, una descrizione minuziosa delle altre otto ristrutturazioni (tassi, nozionale e durata), delle finalità e delle motivazioni che hanno condotto alle singole rinegoziazioni;
   quale sia il valore di mercato, alla data di chiusura, di ogni derivato anticipatamente estinto e, alla data di apertura, di ogni derivato aperto;
   quale sia il valore attuale del derivato (derivati) in essere;
   quale sia il rischio massimo connesso allo strumento finanziario in essere.
(4-04339)

martedì 1 aprile 2014

GRECIA SPOLPATA DALL'UE: SVENDUTE LE BANCHE

GRECIA SPOLPATA DALL'UNIONE EUROPEA: SVENDUTE BANCHE, DISTRUTTO IL SISTEMA SANITARIO, DECINE DI MIGLIAIA DI LICENZIATI.

martedì 1 aprile 2014
http://www.ilnord.it/index.php?id_articolo=2765

L’articolo del Times riporta l’approvazione di nuove “riforme strutturali” da parte del parlamento greco, una condizione imposta dall’Unione Europea e dal Fondo Monetario Internazionale per ottenere una nuova tranche di aiuti di 8,3 miliardi di euro, parte del pacchetto di 172 miliardi che costituisce il secondo “salvataggio”. Denaro che - come in un'immensa giostra, ma di soldi - entra nelle casse dello Stato greco per uscirne l'istante dopo in quanto usato per pagare i bond della Grecia - gravati di interessi esorbitanti - in mano alle banche tedesche e del nord Europa.

LA POLICY BANKITALIA STA STROZZANDO GLI IMPRENDITORI ?


BANCHE-ROTTE - CHI C'E' DAVVERO DIETRO LA MAXI-PERDITA DI BANCA MARCHE CHE HA PORTATO AL COMMISSARIAMENTO DA PARTE DI BANKITALIA? LA POLICY DI PALAZZO KOCH NON STARA' STROZZANDO I PICCOLI IMPRENDITORI?

Il “buco” di bilancio di Banca Marche sembra essere stato determinato anche dall’innalzamento a livelli stratosferici degli accantonamenti sui crediti generici (quelli “in bonis”). A fronte di un accantonamento percentuale in Banca Marche dello 0,97%, Unicredit accantona lo 0,50%, la Banca Popolare di Milano lo 0,44%...

Andrea Giacobino per il blog 'andreagiacobino.wordpress.com'
Sono oltre 6 mesi che Banca Marche è stata commissariata dalla Banca d'Italia. Ma nessuno, forse nemmeno il governatore Ignazio Visco, sa che fine farà l'istituto di credito su cui poggia gran parte dell'economia della regione.
Di certo c'è, nel puntuale apparire e sparire di fantomatiche "cordate" di imprenditori locali come "cavalieri bianchi" e con la banca ancora in mezzo al guado, che ad oltre mezzo anno dal provvedimento traumatico di Via Nazionale, qualcuno comincia a comporre le tessere di un mosaico. Il cui disegno non coincide esattamente con la storia finora raccontata dai grandi giornali che addebita tutto il male alla passata gestione. Ed è probabile che di questo e altro ancora si dibatterà oggi in Consiglio Regionale.
Banca Marche indexBANCA MARCHE INDEX
Secondo alcune ricostruzioni, infatti, il vero "colpo di grazia" contro Banca Marche è stato assestato immediatamente dopo il Ferragosto dello scorso anno. Per quanto risulta, infatti, malgrado 200 milioni di euro circa di accantonamenti, la bozza della semestrale 2013 era stata presentata al consiglio d'amministrazione del 1° agosto con una perdita di circa 50 milioni di euro. Questo risultato, seppur negativo, permetteva ancora alla banca di "galleggiare", visto che il patrimonio di vigilanza (definito Total Capital Ratio) continuava ad attestarsi intorno all'8%. Se questo era il preconsuntivo di periodo, come si è poi giunti alla perdita di 232 milioni al 30/06/2013?

La magistratura ipnotizzata dai banchieri

La magistratura ipnotizzata dai giochi di "prestigio" dei banchieri
La Banca della Magliana, ovvero, la vera ragione per cui i tribunali fallimentari sono un fallimento
di Marco Saba, 1 aprile 2014 (ma non è uno scherzo)



Con la pubblicazione del bollettino numero 1 del 2014 da parte della Banca d'Inghilterra (1), anche in Europa diventa ufficiale e notorio il fatto che le banche creano denaro "ad hoc" ogni qual volta effettuano dei prestiti, mutui, finanziamenti e aperture di linee di credito. Questo denaro contabile diventa denaro reale, denaro "legale", che lo stato accetta in pagamento dei tributi, delle sanzioni e, addirittura, delle spese legali originate dalle sentenze dei tribunali.

 Cade quindi la presunzione dei banchieri italiani che sostengono la difficoltà nell'estendere nuovo credito come se tale denaro dovesse essere precedentemente reperito presso correntisti, risparmiatori e/o finanziatori, che rischierebbero di perderlo in operazioni azzardate. Essendo denaro creato tramite scritture contabili, per sostenere che v'è scarsezza naturale di denaro occorrerebbe dimostrare PRIMA che v'è scarsezza di contabili disposti ad inserirlo nelle scritture ! Scarsità di computer accesi !

Ne derivano altri corollari, tra cui quello chiarissimo del fatto che la crisi è creata a tavolino, essendo ora evidente che non è la domanda che crea l'offerta di denaro, poiché se così fosse ve ne sarebbe agevolmente a sufficienza, ma semplicemente la disponibilità o meno, da parte delle banche, di crearlo.

Una prima implicazione di questa affermazione è che le banche possono quantificare e pianificare a piacimento, tramite accordi di cartello più o meno occulti, la scarsità del denaro circolante creando ciclicamente delle crisi che non sono che la parte finale del ciclo dell'esproprio pianificato dei beni offerti in garanzia dagli altri agenti economici. Ma, a differenza della Banda della Magliana, i banchieri non hanno necessità di minacciare direttamente il cliente usurato, per esempio puntando una pistola alla tempia: ci pensa il TRIBUNALE ! Già, perché nella mitologia del diritto che opera in Italia, i tribunali fallimentari sono ipnotizzati dai banchieri, CREDONO REALMENTE che la banca subisca perdite reali, anziché un mancato guadagno, quando ad esempio un cliente restituisce solo la prima rata di un mutuo, oppure non ripaga totalmente la banca del debito più gli interessi. E già, perché ci vuole forse un Nobel per capire che, se tutto il denaro viene creato dalla banca è anche vero che la banca crea solo il capitale delle anticipazioni che effettua. Ma non crea denaro a sufficienza per coprire gli interessi che pretende dal cliente, altrimenti non godrebbe della parte succosa dell'operazione: l'esproprio di beni reali col colore della legalità.

Si pensi che addirittura il Tribunale dà CREDITO A VISTA agli estratti conto forniti dalla banca e prende per ORO COLATO le dichiarazioni verbali di un qualsiasi dipendente della banca stessa,  obbligando lo sfortunato cliente, la controparte, a dimostrare che il debito NON è legittimo, invertendo l'onere probatorio.
MA COME FA IL CLIENTE A DIMOSTRARLO SE NON HA ACCESSO  ALLE SCRITTURE CONTABILI ORIGINALI CREATE DALLA BANCA ? Difatti, avendone accesso, si potrebbe dimostrare agevolmente che il capitale creato comporta per la banca solo una minima spesa, oltre la quale è solo guadagno puro (2). Da qui discendono altre considerazioni sull'usura reale che lascio a eventuali magistrati "a 5 stelle".

Si tratta quindi di un vero e proprio "gioco di prestigio", e non di un gioco di "prestidigitazione", come all'inizio dell'articolo avrà pensato qualche saputello. Il prestigio immeritato che l'ordinamento giudiziartio, ignorando i fatti, attribuisce a tutto il sistema bancario italiano. Un CREDITO, questo sì, davvero mal riposto.


Nota:

1 - Il link per scaricare il bollettino (in inglese) è:
http://www.bankofengland.co.uk/publications/Pages/quarterlybulletin/2014/qb14q1.aspx

Per tutte le affermazioni successive sul rapporto Tribunali-Banche basta far riferimento all'esperienza giornaliera di qualsiasi associazione di difesa dei consumatori del settore bancario; in primis, in Italia, ADUSBEF: http://www.adusbef.it/

2 - Si veda qui la mia segnalazione a INTOSAI, l'organizzazione internazionale delle istituzioni superiori di controllo che indirizza istituzioni come, in Italia, la Corte dei Conti:
 L'ircocervo della "passività irrecuperabile" e l'hybris dei banchieri
http://seigneuriage.blogspot.it/2014/03/lircocervo-della-passivita.html

lunedì 31 marzo 2014

Tremonti: per l'Europa si fece ricorso a tuttora segretissimi derivati

Le verità di Tremonti: così l'arrivo dell'euro ci ha portati al disastro

Tremonti: "Furono gli industriali tedeschi a insistere. Temevano la nostra concorrenza se fossimo rimasti fuori dall'Ue"

 - Mer, 26/03/2014 - 09:59
http://www.ilgiornale.it/news/interni/verit-tremonti-cos-larrivo-delleuro-ci-ha-portati-disastro-1004921.html

Tutto quello che avreste voluto sapere sull'euro e nessuno ha mai osato dire ora è nero su bianco nell'ultimo libro del redivivo Giulio Tremonti. Il «cuore artificiale dell'Europa contemporanea», una moneta «che toglie più di quello che dà» sentita «come un killer venuto da fuori».

L'ex ministro abbandona i silenzi diplomatici in Bugie e verità, che Mondadori ha appena mandato in libreria (286 pagine, 18 euro), togliendo le ultime ipocrisie sugli anni recenti di storia italiana dominati dall'«internazionale della bugia».

sabato 29 marzo 2014

Tango bond: Banca Sella risarcisce dopo 13 anni

Tango bond: perse i risparmi nel 2001, risarcito 13 anni dopo dalla Corte di Appello di Roma

DURA CONDANNA DI BANCA SELLA AL RISARCIMENTO DI 86.397 EURO, OLTRE SPESE LEGALI
http://www.agi.it/repository/struttura-sito/la-voce-dei-consumatori/adusbef/notizie/tango-bond-perse-i-risparmi-nel-2001-risarcito-13-anni-dopo-dalla-corte-di-appello-di-roma

Ennesima importante vittoria dei  delegati Adusbef, avvocati Vittorio Bovini e Roberto Polloni, sui tango Bond appioppati da Banca Sella ai correntisti. La Corte d'Appello di Roma presieduta dal dottor Lucio Bochicchio, ha emesso una sentenza depositata il 12 marzo 2014, che  ribaltando la precedente del Tribunale di Roma, ha condannato Banca Sella a risarcire 86.397 euro (oltre spese legali ed interessi), ai risparmiatori frodati. Migliaia le cause vinte una ad una da Adusbef ed altre associazioni, in assenza della class action !

Nel default della Repubblica Argentina avvenuto nel 2001, furono coinvolti circa 450.000 risparmiatori, per un valore di 13,5 miliardi di euro, per precise responsabilita' delle banche italiane le quali, nonostante il rating dell'Argentina fosse sceso nel 1999 a livello B1, nel successivo triennio 1999-2001, continuarono a collocare  titoli per buona parte in contropartita diretta (ossia da proprio portafoglio), addossando ad ignari correntisti junk bond (titoli spazzatura) che avevano acquistato.

Gli istituti di credito italiani, beneficiando di sostanziose commissioni per piazzare tango bond dai mercati, o vendute alla propria clientela  obbligazioni che detenevano nella propria diretta titolarita', con palese conflitto di interesse e senza informare  in modo esauriente del rischio Paese, hanno rovinato per ben due volte centinaia di migliaia di italiani.

La prima, non informando sull'elevato rischio dei tango bond, la seconda raccogliendo in banca oltre 200.000 deleghe con la falsa promessa che con la task force Argentina, istituita dall'Abi avrebbero presto ottenuto i dovuti risarcimenti dalla Repubblica Argentina, a patto di non intentare azione giudiziaria contro le banche.  L'Argentina offri' il rimborso di circa un terzo del valore investito, e neppure quello per decine di migliaia di italiani che avevano creduto alle frottole dell'Abi senza intentare quelle doverose azioni giudiziarie, in uno dei piu' gravi scandali bancari (dopo quello della Parmalat) della storia italiana avvenuta con la complicita' (come si legge in numerose sentenze) degli organismi preposti alla vigilanza.

Roma, 29.3.2014