giovedì 9 febbraio 2017

11 febbraio: Conferenza a Carpi (MO) di Moneta Nostra

Sabato 11 febbraio alle 15, in via Terrazzieri 2. a Carpi (MO), si terrà una conferenza dedicata al progetto Moneta Nostra, Saranno presenti avvocati e vittime delle banche.

Relatori: Avv. Marco Della Luna (Centro Studi Monetari) e Marco Saba (presidente IASSEM)

La risposta della Banca d'Italia all'On. Villarosa (M5S)



L’On.Villarosa sembra riferirsi a un intervento del deputato avv. Patrick Dimier al Grand Conseil del Cantone di Ginevra, nel quale propone di tassare la creazione di moneta da parte del sistema bancario. Il deputato rammenta che la creazione di moneta non è solo quella della banca centrale, ma avviene a opera di tutte le banche mediante la moneta scritturale e si chiede perché, a differenza del signoraggio, su tale creazione di moneta non sia applicato alcun prelievo a favore delle finanze pubbliche. Una tale tassazione, sostiene, potrebbe dare un gettito consistente; egli calcola che, se la Banque Cantonale de Genève fosse tassata sui 2.700 miliardi di Franchi svizzeri di moneta scritturale creata nel 2015, vi sarebbe un incasso tributario di 475 milioni di Franchi svizzeri.

Il punto è che le banche già sono sottoposte ovunque a una tassazione dei guadagni che esse traggono dal fornire mezzi di pagamento, insieme a quelli che ricavano dalle altre attività. Circa la possibile introduzione di una nuova imposta sulla creazione di depositi (che rappresentano la quasi totalità del denaro bancario), è probabile che i maggiori costi determinati dall’imposta, pur se formalmente in capo al sistema bancario, sarebbero comunque traslati sui clienti delle banche, per esempio sui costi di apertura di conto corrente. La traslazione dell’importo potrebbe non essere piena in funzione, per esempio, del grado di concorrenzialità del mercato del settore bancario e di caratteristiche della domanda di depositi; tuttavia, in ultima analisi, sarebbe la collettività a contribuire al pagamento di parte, o dell’intero ammontare, dell’imposta.

Si ha ben presente che in un’economia basata sul sistema di riserva frazionario coesistono la moneta creata dalla banca centrale, moneta fiat, e gli strumenti monetari creati dal sistema bancario, denominati anche moneta bancaria e costituiti in larga parte dai conti di deposito. La banca centrale controlla direttamente la creazione di moneta fiat e, attraverso strumenti quali i tassi ufficiali e l’obbligo di riserva, influenza indirettamente anche la creazione di strumenti monetari da parte del sistema bancario, Nell’area dell’euro la moneta fiat, banconote e monete in circolazione più riserve di banca centrale, costituisce il 15,8% della massa monetaria, considerata nella sua accezione che comprende strumenti più simili alla moneta, M1, cioè la somma di circolante e depositi in conto corrente (dati aggiornati a novembre 2016).

Per maggiori dettagli si veda il Supplemento al Bollettino statistico pubblicato dalla Banca d’Italia, “Moneta e banche” https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/moneta-banche/2017-moneta/suppl_01_17.pdf in particolare Tavola 1.2.a.

giovedì 2 febbraio 2017

Napolitano intercettato al telefono col banchiere inquisito

Le trame di Re Giorgio intercettato al telefono col banchiere inquisito

Ubi Banca, scoop di Panorama: Napolitano garantì a Bazoli: ti farò incontrare Mattarella

http://www.ilgiornale.it/news/politica/trame-re-giorgio-intercettato-telefono-col-banchiere-1358547.html

Se qualcuno ancora pensava che Giorgio Napolitano fosse stato arbitro e garante imparziale della vita democratica del paese, la smentita - persino brutale nella sua chiarezza - arriva da una raffica di intercettazioni della Guardia di finanza.
La voce di Napolitano è nei file audio, le sue parole trascritte nei brogliacci. E questa volta non potranno venire distrutte o cancellate, come Napolitano pretese e ottenne quando a intercettarlo furono i pm palermitani dell'inchiesta sulla trattativa tra Stato e mafia.
Nessuna immunità, stavolta: uno scoop di Panorama rende di pubblico dominio quanto senza clamori era stato depositato agli atti di una inchiesta. E che inchiesta: l'indagine della Procura di Bergamo sui trucchi e le bugie che Giovanni Bazoli, il più importante banchiere italiano, presidente emerito di Banca Intesa, avrebbe messo in atto per indirizzare a suo piacimento la vita di Ubi Banca, il gruppo bancario nato dagli accordi tra finanza bresciana e bergamasca. Di queste manovre si è parlato ampiamente nel novembre scorso, quando i pm bergamaschi hanno comunicato a Bazoli e altri 38 indagati la chiusura delle indagini per ostacolo alla vigilanza della Banca d'Italia e illecita influenza sull'assemblea.

Ora Panorama scopre che Bazoli è stato intercettato a lungo dalla Guardia di finanza, e che quelle telefonate raccontano di una rete impressionante di rapporti politici e istituzionali gestiti dal grande banchiere cattolico: Bazoli parla con gli uomini di Enrico Letta e con quelli di Renzi, con direttori di giornali e con ministri, determina o ostacola a suo piacimento nomine e scelte cruciali del governo. In questo instancabile (a dispetto degli 84 anni suonati) attivismo, Bazoli ha un punto di riferimento costante: Giorgio Napolitano.
L'intercettazione Bazoli-Napolitano depositata agli atti porta la data del 19 marzo 2015, quando l'ex leader della destra Pci ha lasciato il Quirinale da poco più di un mese. Ma il rapporto tra i due, tra il vecchio comunista e il banchiere cattolico, è di ben più antica data. Secondo quanto risulta al Giornale, telefonate tra Bazoli e Napolitano sono state intercettate anche mentre il secondo era Presidente della Repubblica, ma non sono state registrate in ossequio alle prerogative della massima carica dello Stato. Poi il 3 febbraio Sergio Mattarella entra al Quirinale, e da quel momento le chiacchiere di Napolitano non sono più inviolabili.
Ed ecco, il brogliaccio delle «fiamme gialle», che racconta come Napolitano si adoperi per creare un asse anche tra Bazoli e il suo successore, Mattarella. «Napolitano specifica di avere fatto riferimento (parlando con Mattarella) anche al dialogo di questi anni tra loro, e prima ancora con Ciampi. Napolitano dice che questi (Mattarella) ha apprezzato, ed ha detto che considera naturale avviare uno stesso tipo di rapporto, schietto, informativo e di consiglio. Bazoli dice che lo cercherà per canali ufficiali nei prossimi giorni, Napolitano dice speriamo bene anche perché ha sentito fare un nome folle, ovvero di quel signore che si occupa o meglio è il factotum della 7». È un chiaro riferimento a Urbano Cairo, che punta in quei giorni a conquistare il Corriere della Sera, di cui la banca di Bazoli è azionista: la scalata riuscirà, nonostante l'opposizione di Napolitano, ma intanto Bazoli ha ottenuto che Napolitano gli aprisse un canale anche con il suo successore: il 27 marzo Bazoli, che in quel momento è già indagato, viene accolto da Mattarella al Quirinale con tutti gli onori.

Intervista a Paolo Maddalena sulla mafia bancaria

lunedì 30 gennaio 2017

M5S: tassare la creazione di danaro delle banche

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Il governo "Renziloni" non sa come trattare lo spinoso capitolo banche. E oscilla tra una scandalosa connivenza con il ceto dei banchieri (che ha distrutto il settore del credito) e un'incapacità cronica di evitare toppe che siano peggio del buco quando si tratta di proteggere il risparmio.
I portavoce del M5S hanno seguito con attenzione e domande precise le audizioni parlamentari (dalle quali normalmente inizia l'esame di un provvedimento) circa il decreto "salva-risparmio": stiamo mettendo in gioco 20 miliardi di nuovo debito, soldi dei cittadini, per salvare Mps e stabilizzare il sistema bancario. Un governo serio, come minimo, chiederebbe chiarezza sul disastro degli Npl e spingerebbe le autorità di vigilanza a far pagare tutto ai colpevoli. Sarebbe il minimo, prima di metterci i danari delle nostre tasse.
Invece l'esecutivo fa spallucce di fronte agli errori della dirigenza bancaria e al tempo stesso copre nefandezze e mancanze degli organi di vigilanza Bankitalia e Consob.
Così dobbiamo subire l'affronto dell'ad di Siena, Marco Jp Morelli, che resta al suo posto. Anzi, viene in Parlamento e fa pure la parte del buon samaritano che (forse) rinuncia a qualche bonus per il bene, dice lui, della banca che guida (grazie alla ricapitalizzazione dello Stato). Val sempre la pena ricordare che il manager romano, da vicedirettore generale del Montepaschi ai tempi di Mussari e Vigni, raccolse i soldi per portare a termine l'operazione Antonveneta, l'acquisizione che ha mandato al tappeto Siena. Ed è stato sanzionato da Bankitalia per questo, indagato dalla procura senese e poi prosciolto quando il fascicolo passò a Milano.
Poi fa specie sentire da Palazzo Koch che gli obbligazionisti puniti dal decreto di risoluzione delle quattro banche hanno meno diritti sui rimborsi (forfait non per tutti e all'80%, con procedura arbitrale alternativa sparita dai radar) rispetto ai risparmiatori di Mps (100% di risarcimento al retail e 75% agli istituzionali, senza valutare a quanto abbiano in carico i titoli). E ciò soltanto per un presunta condizione finanziaria differente del Montepaschi rispetto a Etruria, Banca Marche e compagnia.
I bond subordinati, con le loro differenti gradazioni di rischio, dovrebbero dare uguali diritti e uguali condizioni a tutti, a prescindere da chi è l'emittente. Altrimenti, siamo al limite dell'incostituzionalità.
A quel punto, però, il M5S ha chiesto: "Avete in mano perizie che permettano di capire se nel caso delle quattro banche e di Mps sia stato rispettato il principio del 'no creditor worse off' (principio secondo cui la risoluzione si può fare se non dà per gli stakeholder esiti peggiori della liquidazione)"? E gli indici usati per dichiarare la posizione di dissesto del Monte in caso di scenario avverso? Anche rispetto, per dire, ad Unicredit?
Carmelo Barbagallo, ossia il capo del dipartimento di Vigilanza di Palazzo Koch, si è stretto nelle spalle: "Presumo che questi documenti ci siano". Poi, rispondendo a una nostra interrogazione, ha spiegato che la perizia c'è per le quattro banche (ma non dice dove sia e come rintracciarla), mentre per Mps ci ha pensato la Bce a fare le valutazioni sui fabbisogni di capitale.
La verità è che Bankitalia e governo misero in risoluzione le quattro banche, nel 2015, sulla base di stime arbitrarie, come il M5S ha sempre sostenuto. Una risoluzione che, tra l'altro, ci è costata non meno di 7 miliardi, visto che ora Via Nazionale ha ammesso candidamente che servirà almeno un altro miliardo e mezzo (soldi di tutte le banche) per chiudere il capitolo aperto il 22 novembre di due anni fa.
Perché sulle quattro banche non si è intervenuti un anno prima, in modo da evitare il dissesto e mettere in piedi una operazione in stile Mps?
Abbiamo chiesto dove fosse stato Palazzo Koch quando certi amministratori distruggevano banche sane, in particolare le quattro risolte, Mps o le popolari venete. Barbagallo ancora ha tentennato e si è nascosto dietro l'alibi dei commissariamenti. Dimenticando di dire che proprio durante la gestione dei commissari gli istituti della risoluzione sono stati portati al collasso.
Il dirigente di Bankitalia ha avuto poi il coraggio di sostenere che le crisi degli intermediari derivano dalle difficoltà di famiglie e imprese, non dal modo di erogare crediti e affidamenti. Una follia: i 186 miliardi di sofferenze lorde registrati a settembre 2016 riguardano, al 78%, prestiti superiori a 250mila euro, che vengono deliberati direttamente da direttori generali, consigli di gestione e Cda. Dunque famiglie e piccole aziende sono parte in causa solamente in scarsa misura. La vera piaga risiede nel legame incestuoso tra banchieri e certa grande impresa, con la benedizione del sistema dei partiti.
Abbiamo sentito dire a Bankitalia che gli istituti dovrebbero recuperare remuneratività. Noi crediamo invece che le banche debbano recuperare il ruolo di intermediari nell'interesse pubblico. E dovremmo iniziare a tassare la creazione di moneta da parte loro, come già proposto recentemente anche in Svizzera. Perché siamo sotto una montagna di liquidità meramente virtuale che ci sta schiacciando.
Con il presidente Consob Giuseppe Vegas siamo passati dalla padella alla brace. Come si fa a sostenere che la sua authority non si sarebbe opposta se le banche avessero emesso gli scenari probabilistici volontariamente? La Consob avrebbe dovuto pretendere uno strumento chiaro a tutela del risparmio. Invece Vegas ne ha sminuito il valore. E come si può accettare che il regolatore dei mercati, su Mps, si lavi la coscienza con 13 sanzioni? A cosa sono servite se siamo arrivati a questo punto? Siamo di fronte a un personaggio impresentabile per quel ruolo, un personaggio la cui continuità con il salottino marcio della finanza italiana ne imporrebbe immediate dimissioni, come chiediamo da tempo.
Il M5S in Parlamento prova a inchiodare questa gente alle proprie responsabilità. Il problema è che le audizioni si trasformano troppo spesso in un vuoto rito pro forma, quando non in farsa. Non si rispettano le prerogative dei parlamentari e gli auditi spesso non replicano in modo puntuale a domande che vengono raccolte in maniera cumulativa e troppo di frequente aggirate.
Noi, però, vi informiamo. Teniamo acceso un faro. Siamo nelle istituzioni anche per questo. Solo una puntuale conoscenza dei fatti dà sostanza al nostro status di cittadini.

mercoledì 25 gennaio 2017

President Elect Trump, Drain the Monetary Swamp

An Open Letter to President Elect Trump
President Elect Trump, Drain the Monetary Swamp
End the deficit, pay off the national debt as it comes due, get rid of Obama Care by giving us real national health-care, pay for education: it is all possible by draining the monetary swamp of the fraudulent debt money system.
Guess what it also does?
 It unifies our country by addressing the very real concerns of all Americans.
The U.S. monetary system is so corrupt that almost nobody understands it.
But it is really quite simple.
Almost all of what we use for money is created out of thin air by banks when they make loans.
This debt money exists only as debt, as the debts are repaid the money is extinguished from the bank's bookkeeping.
We must therefore be in debt, individually and through our government, or there would be no money and society would grind to a halt.
It gets worse, there is no money created with the loans for the significant interest that we must pay.
This makes it even more impossible to reduce the level of indebtedness and insures that it must perpetually increase.
The Federal Reserve is no more federal than Federal Express.
All 12 Federal Reserve Banks are owned entirely by the private banks in their districts.
Even our currency, which accounts for only about a tenth of the total money supply, is printed by the government and then given to the Federal Reserve for the cost of printing to be distributed to the banks.
Our government is paid a nickel for a $1 bill and 14.3 cents for a $100 bill.
The only real money in this system are the coins in our pockets and piggy banks.
Our government is paid face value by the Fed for every coin minted.
Our government gets 30 cents for a quarter and a nickel and it only gets 28.6 cents for two $100 bills.
This is not a misprint, the debt money banking system pays us more for a nickel and a quarter than they do for two $100 bills.
I used the word fraudulent to describe this system, because the monetary economists at the Fed, the politicians and the bankers have not told us that this is how the system works.
Most of them probably don't ever know how it works, because the textbooks that they have learned from also misrepresent what the system is.
For those that do know and haven't told us, shame on them. Our economists, politicians and bankers are either ignorant or supporters of fraud.
 
The Bank of England, the UK's central bank and the model for the Federal Reserve, unequivocally stated:
"
In the modern economy, most money takes the form of bank deposits. But how those bank deposits are created is often misunderstood: the principal way is through commercial banks making loans. 
Whenever a bank makes a loan, it simultaneously creates a matching deposit in the borrower’s bank account, thereby creating new money. The reality of how money is created today differs from the description found in some economics textbooks: 
• Rather than banks receiving deposits when households save and then lending them out, bank lending creates deposits."
(Emphasis BoE), Money Creation in the Modern Economy, 2014
Some on the far left have said nationalize the banks.
Wrong, nationalizing banks does nothing, we need to nationalize money creation.
The Constitution says money creation belongs with our government.
"The Congress shall have Power To... coin Money, regulate
the Value thereof..." (Article I, Section 8)
The phrase "coin Money" refers to the creation of money and was used because coins at the time were considered the real money.
Simple, straightforward, non partisan, monetary reform legislation was put into Congress in 2011 by Congressmen Dennis Kucinich and John Conyers: NEED Act (National Emergency Employment Defense Act).
Its reforms are intuitively what one thinks the system already is.
The Federal Reserve System, currently owned by the private banks, would be put into the federal government.
Banks would no longer create our money and would only loan money that already exists.
Money would be created, debt-free, in non inflation/deflationary amounts and spent into existence for the needs of the nation: jobs, infrastructure, healthcare, education, etc.
The federal debt will be repaid as it comes due, an absolute impossibility under the present system and there will be no more deficits and debt circuses in Washington.
The NEED Act transforms our society from austerity to a productive, bountiful and sustainable democracy.
More information is available at the American Monetary Institute
(
).
President Elect Trump, unite our country and drain the monetary swamp by proposing the NEED Act on Day One.
Nick Egnatz
Munster, IN
occupynick@yahoo.com
References

Jamie Walton's 2 page paper explains how immediate, seamless and non-disruptive the overnight transition to a government money system would be, "How the N.E.E.D. Act gives an Immediate, Seamless and Non-Disruptive Overnight Transition from a Crisis-Prone Bank Debt System to a Stable Government Money System"

NEED Act

"Money Creation in the Modern Economy", Bank of England

The following gentlemen are at your service to bring about monetary reform.
Stephen Zarlenga
Director American Monetary Institute
Jamie Walton
Senior Researcher American Monetary Institute
Dennis Kucinich
Former Congressman and sponsor of the NEED Act

martedì 24 gennaio 2017

La BCE calpesta il Parlamento italiano sovrano

La BCE calpesta il Parlamento italiano sovrano

http://www.movimento5stelle.it/parlamento/2017/01/la-bce-calpesta-il-parlamento-italiano-sovrano.html draghiBCE.jpg
Dobbiamo votare un decreto salva-risparmio che crea 20 miliardi di nuovo debito, per puntellare le banche. E perché "dobbiamo"? Per la solita ragione: ce lo chiede l'Europa. Per la precisione, ce lo chiede la BCE.
E' Francoforte infatti che ci impone i salvataggi, o gli aumenti di capitale degli istituti, con i suoi esoterici stress test e le sue astruse valutazioni sulla forza patrimoniale delle banche (vedi lo Srep, Supervisory review and evaluation process).
Il Parlamento italiano quindi è oggi costretto ad ottemperare, e ad analizzare il decreto prescritto. Come per ogni provvedimento sono previste audizioni di addetti ai lavori in Commissione: tra questi, un rappresentante della stessa Bce. Ma la Banca Europea non si è degnata di mandare nessuno, perché occupata a definire le proprie valutazioni sul provvedimento. Insomma: il Parlamento sovrano (si fa per dire) impegna le commissioni, esamina, valuta emendamenti in merito a un provvedimento del Governo che però non si può fare finché non avremo l'ok dalla nostra banca centrale padrona, su diktat già decisi a Francoforte.
E quindi niente domande all'esperto, e neppure delucidazioni sui criteri, gli algoritmi e i parametri con i quali si giudica "salvabile" un intermediario e un altro no. Chi deve essere vittima e chi invece può evitare il bail-in. Quali risparmiatori possono essere salvati e quali no. Perché Mps ha bisogno di 8,8 miliardi e non ne bastano cinque o sei? In base a cosa si decide che servono certi cuscinetti aggiuntivi di capitale?
Avremmo voluto chiedere tante cose alla Bce. Ma il suo rappresentante oggi non si è presentato in Parlamento.
Il portavoce M5S Alessio Villarosa ha protestato con veemenza, tutta la Commissione Finanze ci ha dato ragione e anche il presidente della Commissione si è impegnato a scrivere a Francoforte per chiedere conto di questa assenza.
Continuano a calpestare le nostre prerogative democratiche e la nostra sovranità. Non si può più accettare questo trattamento da sudditi, riservato senza rispetto alcuno anche alle nostre più alte istituzioni come il Parlamento. Serve al più presto un governo Cinquestelle.