Deficit di natura strategica
di Massimo Teodor, IlSole24OreCronologia articolo14 agosto 2011
Come mai l'America non è più la nazione egemone del Novecento e scivola verso la decadenza? All'interrogativo di grande attualità risponde Lucio Caracciolo con un saggio a tesi geopolitica - America vs America - che mette a fuoco il deficit di visione strategica della politica estera americana con la fine della Guerra fredda e, ancor più, con l'inutile guerra al terrorismo. I peggiori nemici dell'America non sono gli Stati-canaglia e i terroristi islamisti contro cui si è dissanguata la massima potenza militare, ma l'America stessa che non riesce a trovare quella bussola che realisticamente orientò i presidenti Harry Truman e Ike Eisenhower nel primo scontro con l'Unione Sovietica.
Il fallimento americano cominciò quando la superpotenza non seppe approfittare della sconfitta del comunismo e ripiegò sull'autoglorificazione di se stessa fino all'11 settembre 2001. L'attacco alle Twin Towers colse di sorpresa George W.Bush che, forte del consenso del momento, reagì all'insegna di due principi velleitari ‐ l'idealista e il nazionalista ‐ suggeriti dai neoconservatori. Gli idealisti ritenevano che l'America dovesse svolgere la missione di agente della libertà e di democrazia, impersonando il bene contro il male; e i nazionalisti facevano affidamento sull'invincibile potenza militare concepita come ideologia dello Stato-fortezza. Ma entrambe le strategie difettavano di un'adeguata comprensione della realtà, ragion per cui l'America cadde nella trappola dei jihadisti che miravano alla diffusione globale del loro messaggio esaltato in tal modo proprio dalla guerra al terrorismo condotta da Bush in assenza di chiari obiettivi. Ridimensionando il ruolo di al-Qaida, sarebbe stato invece opportuno far cuocere il terrorismo nel suo brodo, considerando che solo i musulmani sono in grado di contrastare efficacemente il fondamentalismo islamico.
Il dilemma che attanaglia gli americani, mossi sia da motivi idealistici che da interessi concreti, è se divenire una potenza imperiale a tutto tondo contraddicendo le ragioni stesse per cui nacque la repubblica contro l'impero britannico, oppure rinchiudersi nell'isolazionismo. Il progetto imperiale americano si è sempre basato, più o meno esplicitamente, su quel legame tra impero e libertà che, ancora una volta, è stato declinato con enfasi militare da George W.Bush. Se la missione americana consiste nell'esportazione della libertà e della democrazia, allora la superpotenza si deve affidare alla forza delle armi che così, da puro mezzo, diviene il fine della politica internazionale: «Gli Stati Uniti non riescono a mutarsi in potenza coloniale neppure quando lo vorrebbero». Dopo i disastri della guerra al terrorismo causati dal presidente repubblicano, neanche Obama è riuscito a distaccarsi da quella vacua politica, pur se ha abbandonato il mito militaristico continuando tuttavia a coltivare il sogno della leadership mondiale: «Quando l'America prova a diventare un 'vero' impero ferisce l'American Way of Life. Il sogno americano scolora. E con esso la credibilità degli Stati Uniti».
Per Caracciolo l'attuale declino dell'America genera il cambiamento della geopolitica planetaria contestualmente all'apparizione di nuovi fattori: l'esplosione demografica dei Paesi extra-occidentali; la primazia di Cina e India come soggetti di crescita con modelli diversi dall'americano; la diminuzione della potenza dell'Occidente correlata con la crisi economica e finanziaria; e la moltiplicazione degli 'attori geopolitici', cioè delle potenze grandi e medie. In realtà, la vera novità internazionale è l'emergere come superpotenza della Cina che ha tratto giovamento dalla politica estera americana, dalla Seconda guerra mondiale che ha ridimensionato il Giappone, fino alla guerra al terrorismo che ha consentito la repressione delle minoranze interne. L'autore di America vs America dà un giudizio tanto severo sul vuoto strategico degli Stati Uniti, quanto si dichiara ammirato del «dinamismo geopolitico di Pechino» che ha sovvenzionato il debito pubblico statunitense con l'obiettivo di stringere il nodo dell'interdipendenza economico-finanziaria e mettere in questione il signoraggio mondiale del dollaro.
Lucio Caracciolo, America vs America
Editori Laterza, Roma-Bari, pagg. 194
€ 16,00
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