Le Nazioni Unite sono un bluff
da: Fotti il potere, di Andrea Cangini con Francesco Cossiga, Aliberti, 2010
È a questo punto che Francesco Cossiga si lancia in un raro elogio dei "confini", dal latino cum finis: con una fine, un limite.
"Nonostante tutto" dice, "i confini sono e restano importanti perché ogni cosa, per crescere bene, deve avere uno spazio e un suo limite. I confini non sono tratti capricciosi di penna, ma rappresentano l'estremo limite di mondi vivi, tra loro in verità il più delle volte meno simili di quel che sembra". E poi, aggiunge, "non è vero che separano e allontanano: rendendo i cittadini e gli Stati sicuri di sé, i confini in fondo incoraggiano l'apertura e il venirsi incontro".
Eppure, una sorprendente indagine svolta da LaPolis per la rivista "Limes" ha mostrato come più del 27 per cento degli italiani ami dichiararsi "cittadino del mondo"...
"No, guardi, queste sono cose che si dicono quando non si sa più a cosa attaccarsi, ma non prenderei il dato come il segno di una reale coscienza cosmopolita. Semmai, come il segno di un certo conformismo politicamente corretto e di un crescente disorientamento...".
Una forma di disperazione, insomma.
L'identità nazionale, dunque, non è in crisi come si dice ?
"L'identità nazionale è in crisi, non c'è dubbio, ma la fonte della legittimità della rappresentanza politica resta comunque nazionale. Non foss'altro perché non esistono ancora alternative concrete ai concetti di nazione e di Stato".
Se ne desume che le Nazioni Unite possono al massimo rappresentare un auspicio ideale. Una tensione, un sogno, un'utopia. O, come dice più prosaicamente Cossiga, "un bluff abbondantemente scoperto".
Il Presidente non è infatti il solo a sostenere che l'Onu abbia "miseramente fallito il suo mandato perché, com'è chiaro a tutti, non è stata capace di risolvere un solo problema internazionale tra i tanti che s'è trovata ad affrontare. Neanche uno. Il caso del Ruanda, dove i caschi blu hanno assistito attoniti ai massacri tribali senza muovere un dito, è in questo senso emblematico...".
In definitiva, secondo Cossiga c'è solo un ambito nel qualle le Nazioni Unite effettivamente primeggiano: "nello spendere i quattrini. Mentre l'unico problema che è riuscita a risolvere la Fao è stato quello del benessere e del posto di lavoro dei suoi numerosissimi e ottimamente pagati dirigenti e dipendenti, altro che fame nel mondo...".
È pensabile una riforma che dia alle Nazioni Unite quell'efficacia e quell'efficienza che oggi mancano ?
"No, non è pensabile. Le Nazioni Unite si fondano necessariamente sul diritto di veto, per cui, non essendo immaginabile che le decisioni più delicate possano essere prese all'unanimità, ogni possibile scelta viene regolarmente bloccata dagli Stati che ne sarebbero danneggiati. Ne consegue la paralisi".
Cossiga fa l'esempio della definizione di terrorismo. "Le Nazioni Unite" racconta, "non sono mai riuscite neppure a dare una definizione chiara di terrorismo perché i Paesi arabi e quelli governati dalla sinistra si sono sempre opposti a ogni possibile ipotesi. I ceceni, le Farc colombiane. Hamas... sono terroristi o resistenti ? Impossibile chiarirlo. E così è su tutto. Una riforma è dunque impensabile perché presupporrebbe l'introduzione di quella capacità decisionale la cui inevitabile conseguenza sarebbe la frantumazione per conflitto di interessi dell'intera Istituzione. In definitiva, l'unica utilità oggettiva delle Nazioni Unite è che rappresentano il luogo dove anche i nemici più radicali possono parlarsi a quattr'occhi senza che questo faccia notizia. Dove, tanto per capirci, il segretario di stato americano Hillary Clinton può riservatamente incontrare l'iraniano Mahmud Ahmadinejad e discutere con lui delle possibili soluzioni pacifiche di un rapporto sempre sul punto di sfociare nel conflitto armato e fors'anche nucleare. Tutto qui. Mentre, volendone a tutti i costi trovarne una, l'utilità del Consiglio di sicurezza dell'Onu sta nel fatto che bilancia la potenza degli Stati membri: nessuno può strafare perché sennò i Paesi che ne subirebbero le decisioni metterebbero il veto. Ma se adesso verranno fatti entrare India e Brasile saranno tutti voti a favore di Putin e si manifesterà allora il rischio di un sistema sempre più sbilanciato a sfavore dell'Occidente industrializzato".
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