Fonte: http://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_16/showXhtml.Asp?idAtto=41973&stile=6&highLight=1
S.4/05653 [Crollo dei mercati di venerdì 15 e lunedì 18 luglio 2011]
LANNUTTI - Ai Ministri della giustizia e dell'economia e delle finanze - Premesso che:
dopo le denunce alla magistratura penale presentate da Adusbef e Federconsumatori contro le agenzie di rating, soggetti privati interessati a generare panico e turbolenze sui mercati, che con i loro rapporti posticci alimentano speculazioni ad orologeria sui mercati, per beneficare qualche azionista, almeno una Procura della Repubblica vuole verificare se dietro il crollo dei mercati di venerdì 15 e lunedì 18 luglio 2011 ci sia stato qualche soggetto che, approfittando dell'incertezza politica, abbia speculato sui mercati e sui titoli del reddito fisso generando un crollo dei titoli in borsa con perdite di circa 30 miliardi di euro;
si legge su "Agi News On" del 17 luglio 2011: «La Procura di Trani infatti, che dal giugno 2010 indaga sull'agenzia di rating Moody's, per via di un report diffuso nel maggio del 2010 su precisa denuncia di Adusbef e Federconsumatori e che dal maggio 2011 ha aperto un'indagine su Standard & Poor's, ha chiesto ufficialmente alla Consob i tabulati degli scambi azionari delle drammatiche sedute dell'8 e dell'11 luglio scorsi, giorni in cui Piazza Affari ha chiuso con un ribasso di oltre 7 punti sul mercato azionario,e di circa il 10% sui mercati obbligazionari e sui titoli del reddito fisso,che ha portato il differenziale al massimo storico degli spread tra i Btp e i Bund tedeschi. Il magistrato titolare dell'inchiesta su Moody's, dott.Michele Ruggiero, che intende coordinarsi anche con le Procure di Milano e Roma alle quali Adusbef e Federconsumatori avevano fatto recapitare analoghi esposti denunce sulle agenzie di rating, vuole capire se dietro le manovre speculative anti-Piazza Affari ci sia un disegno preciso di hedge fund e di altri soggetti non identificati che possa collegarsi in qualche modo ai giudizi negativi espressi sui conti pubblici italiani dalle agenzie di rating negli ultimi mesi. Per acquisire i tabulati all'indagine aperta, almeno dalla Procura di Trani oltre 1 anno fa, il Pm che agisce sulla base di 2 precisi esposti denunce presentati da Adusbef e Federconsumatori contro Moody's e Standard & Poor's, integrati in data 11 luglio 2011, ha chiesto alla Consob uno screening completo degli scambi azionari del venerdì nero (proprio quel giorno la commissione comunicò al mercato di aver effettuato un monitoraggio serrato delle compravendite) durante il quale furono bruciati la bellezza di 14 miliardi a Piazza Affari, colpendo in primis le banche con Unicredit ed Intesa San Paolo»;
considerato che:
in un lancio dell'agenzia Ansa del 18 luglio, Corrado Chiominto informa che «La magistratura ha acceso un faro sulla probabile speculazione che, dopo la diffusione di alcuni report di agenzie di rating sull'Italia, hanno messo in difficoltà i mercati finanziari. Il pm di Trani, Michele Ruggiero, ha già acquisito materiale dalla Consob e ha ampliato l'inchiesta già avviata a inizio anno, estendendola alle ultime settimane. Le ipotesi di reato per Moody's e S&p - ma anche per eventuali altri speculatori non ancora identificati - sarebbero quelle di Insider Trading e Market Abuse previsti dal nuovo testo unico finanziario. Per verificare eventuali anomalie nelle valutazioni di rating, inoltre, il magistrato avrebbe chiesto una "due diligence" indipendente sui conti dello Stato a un gruppo di esperti autonomi anche rispetto al settore pubblico. Trani non sarebbe comunque la sola procura ad indagare. Anche Roma e Milano hanno aperto un fascicolo anche se al momento non ci sono indagati e non sono ipotizzati reati. Tutto parte dalla testardaggine e da due esposti denuncia inviati a molte procure italiane da Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, presidenti di Adusbef e Federconsumatori, nei quali non solo veniva chiesto il blocco delle diverse tipologie di vendita allo scoperto, le short selling intraday-overnaight e le "naked", ma anche di monitorare gli ordini di vendita passati sui mercati finanziari e il ruolo della Consob nella tutela degli interessi generali e del risparmio. Ruggiero, che già in passato si era attivato su reati finanziari, non ha aspettato molto. Ha subito "esteso" anche alle ultime settimane l'indagine che aveva aperta a inizio anno, dopo che Moody's a mercati aperti aveva diffuso un report sulle banche italiane, con immediato impatto sui titoli creditizi in borsa. Ha quindi chiesto a Consob i dati di Borsa Italiana sui mercati e le vendite. Oggi, accompagnato da alcuni ufficiali della Guardia di Finanza, ha varcato il portone della sede dell'authority a Roma e chiesto anche ulteriore documentazione. In particolare avrebbe raccolto elementi sui confronti che la stessa Consob aveva avuto a tambur battente con le Agenzie di Rating le scorse settimane. L'inchiesta di Ruggiero era stata aperta a inizio anno, dopo la diffusione di un comunicato Moody's sul sistema bancario italiano (che subito aveva trovato la replica del governatore di Bankitalia, Mario Draghi). Una situazione analoga si è riproposta lo scorso 21 maggio, quando l'annuncio del possibile declassamento dell'Italia da parte di S&p aveva ricevuto una pronta replica di Giulio Tremonti: il ministro dell'Economia aveva spiegato che i dati macroeconomici dell'Italia "non solo non hanno subito variazioni sfavorevoli, ma in alcuni casi sono risultati migliori" rispetto al passato. In pratica, non c'erano motivazioni tecniche per cambiare outlook. Sotto osservazione, poi, sarebbe l'ulteriore report di Standard and Poor's, diffuso il primo luglio, che esprimeva giudizi negativi sulla manovra correttiva. "Restano sostanziali rischi per il piano di riduzione del debito principalmente a causa della debole crescita", era scritto nel rapporto. Ma a insospettire il magistrato sarebbe il fatto che la valutazione, arrivata a mercati aperti, giudicava la manovra varata la sera prima a Palazzo Chigi ma della quale non si conoscevano, se non in modo sommario, i contenuti. Lo conferma il fatto che il decreto è poi stato pubblicato con grande ritardo e con modifiche, dopo l'intervento del Presidente della Repubblica. La Procura ipotizzerebbe una "manipolazione informativa" del mercato, nella convinzione che attori così importanti sul settore finanziario, come le agenzie di Rating, quando informano il mercato degli esiti delle proprie valutazioni sono a conoscenza degli impatti che questi produrranno. Così che, anche se non avessero voluto direttamente danneggiare gli investitori di uno specifico mercato, di fatto sarebbero comunque stati in grado di prevedere cosa sarebbe accaduto. L'inchiesta di Trani, comunque, non si fermerebbe solo alle Agenzie di Rating. È a tutto campo e si stanno valutando anche aspetti collaterali riguardanti possibili speculatori, al momento anonimi. Questo filone di inchiesta, al momento, si presenta il più difficile perché richiederà l'eventuale collaborazione internazionale per risalire al vero "mandante" di acquisti o vendite speculative»;
in un annuncio "TM News" del 18 luglio 2011 si legge che anche «la Procura di Roma ha aperto un fascicolo d'inchiesta sull'andamento di titoli di Borsa. L'accertamento considerato esplorativo da parte degli inquirenti segue le segnalazioni della Consob che sono state inviate agli inquirenti di piazzale Clodio e a quelli di Milano. Secondo quanto si è appreso le verifiche, allo stato, si concentreranno sui giorni del 28 giugno, dell'8 e 11 luglio. I magistrati incaricati di seguire gli accertamenti sono quelli del pool dei reati economici coordinati dal procuratore aggiunto Nello Rossi. Al momento i controlli non riguardano nello specifico le agenzie di rating. In ogni caso si dovranno verificare tutti i diversi elementi che possano aver contribuito ad alterare il mercato»;
Adusbef e Federconsumatori, in data 10 maggio 2010, inviarono esposti denunce alle principali Procure della Repubblica, tra le quali Roma, Trani e Milano, in merito al report diffuso dall'Agenzia di rating Moody's sull'Italia il precedente 6 maggio. Solo la Procura di Trani ha attivato i procedimenti di inchiesta interrogando gli esponenti ed altre personalità per fare luce sulla vicenda. In data 25 maggio 2011, a seguito di un report negativo diffuso dall'agenzia di rating Standard's & Poor's, le due associazioni inviarono ulteriori esposti denunce alle Procure della Repubblica, tra le quali Roma, Milano e Trani, e solo quest'ultima avviò le indagini. In data 11 luglio, dopo il venerdì ed il lunedì nero in borsa, le due associazioni integrarono l'esposto diffondendo il seguente comunicato reperibile sul sito: www.adusbef.it: «Anche oggi continua l'attacco speculativo all'Italia, perché le decisioni prese ieri dalla Consob di comunicare vendite allo scoperto pari allo 0,2 % sono assolutamente insufficienti, essendo evidente che se non sono state stabilite le tempistiche e le modalità di cumulazione di posizioni corte, il broker può usare 10 piattaforme, e shortare sul mercato lo 0,199999 ovviamente con 10 intermediari differenti, senza dover comunicare nulla. Inoltre la decisione non blocca in alcun modo la speculazione in atto perché non comprende i derivati ed i sottostanti ma soprattutto non include i broker esteri, quando tutti sanno bene che la speculazione deriva soprattutto da fondi inglesi ed americani. In realtà lo sa anche la Consob, che interfacciandosi con Borsa Italiana (che ha i tabulati di tutte le contrattazioni) ben vede chi sono gli speculatori. Una Consob che non sia la succursale dell'Abi e degli interessi delle banche e dei banchieri, avrebbe il dovere di porre in essere questi comportamenti, per frenare la speculazione: 1) Blocco dello short selling intraday e overnight (proveniente sia dall'italia che dall'estero) su tutti i mercati regolamentati, comprendendo nel blocco sia i titoli azionari che obbligazionari e i relativi sottostanti e derivati, come anche Il future sull'indice e relativi derivati. 2) Blocco delle vendite allo scoperto così dette naked, ovvero in marginazione, siano esse provenienti dall'italia che (soprattutto) dall'estero su tutti gli strumenti sopra citati, interfacciando controlli incrociati coi tabulati forniti da borsa italiana, al fine di verificare se qualche broker estero non rispetti il divieto. 3) Obbligo della immediata ricopertura su tali strumenti per tutti i brokers (italiani ed esteri) che, per conto proprio o per conto terzi, abbiano effettuato un naked short selling su qualunque strumento finanziario quotato a piazza affari, ivi compresi derivati e sottostanti. 4) Costante monitoraggio, attraverso i dati forniti da Borsa Italiana, sugli ordini di vendita passanti sui finanziari quotati e relativi sottostanti e derivati, quantomeno quelli quotati nell'indice principale. 5) Costante monitoraggio e incrocio di controlli con Borsa Italiana relativa ai titoli di stato quotati, per verificare che ria rispettato il divieto di short selling. 6) Ammenda fino a 5 milioni di euro per chiunque non rispetti tale divieto. La Consob preposta alla tutela di interessi generali e del risparmio, non sta tutelando nulla e nessuno, alimentando con i suoi provvedimenti 'spot' da veri e propri "pannicelli caldi", una speculazione che oramai passa alla cassa ogni giorno a danno dei piccoli investitori e delle casse pubbliche visto l'aumento costante ed allarmante dello spread rendimento BTP - Bund tedesco, che ci costringe ad andare sui mercati a rifinanziarci a costi sempre maggiori, proprio a causa della speculazione, con conseguenze sui conti pubblici e sulle tasse dei cittadini. La speculazione guidata dalle agenzie di rating attacca l'Italia che questa settimana deve andare sul mercato con aste di titoli di Stato, come 4 giorni fa, guidata da Moody's, ha attaccato il Portogallo dovendo andare a mercato per rifinanziarsi, è stata costretta a farlo a rendimenti molto elevati per colpa di quel downgrade! Consob sa bene da dove arrivano gli ordini short e che dietro Moody's, c'è un fondo che lavora anche in Italia partecipato dalla stessa Moody's col 3.29%: è il fondo BlackRock, lo stesso che mercoledì scorso ha parlato di rischio Italia! Adusbef e Federconsumatori, ad integrazione degli esposti denuncia inviati ad alcune Procure della Repubblica contro Moody's e Standard'& Poor's, in un ulteriore esposto inviato oggi, hanno chiesto l'acquisizione dei tabulati di tutte le compravendite effettuate sui finanziari (basteranno Unicredit, Intesa e Generali) per verificare se via sia qualche fondo collegato e partecipato in qualche misura da Moody's (o Standand&Poor) per fare scattare le manette per il reato di aggiotaggio e turbativa dei mercati»;
il quotidiano "la Repubblica" del 19 luglio 2011, informa che «Dopo Trani, l'andamento della Borsa nelle ultime settimane finisce anche sulla scrivania dei magistrati di Roma. Nessuna ipotesi di reato, non ancora, nessun indagato, ma il procuratore aggiunto Nello Rossi, coordinatore del pool sui reati economici, vuole vederci chiaro sul caos del mercato delle ultime settimane. Lo vuole l'autorità giudiziaria, lo vuole la Consob che, nei giorni scorsi, ha inviato alle procure di Roma e Milano (dove non si esclude possa essere aperto nei prossimi giorni un altro fascicolo), un dossier sui giorni neri della Borsa. Presto ancora per dire quale sarà la direzione delle indagini, ma nel documento presentato dall'autorità si parla di una serie di cause. Si fa un rapido accenno ai rating di Moody's e a Standard & Poor's e alle audizioni fatte a proposito dalla Consob. Ma il documento fa un passo in più. Parla di varie concause che avrebbero influito sui movimenti anomali e sul crollo dei mercati, tra cui alcuni ordini cospicui di vendita a cui ha fatto seguito una cascata di ordini automatici predeterminati di vendita al ribasso. Sarebbero questi due gli elementi che avrebbero giocato il ruolo principale nella crisi dei giorni scorsi. E forse non sono gli unici. Un'inchiesta ancora al via (è stato aperta solo ieri) che ha, però, un dato certo: nel mirino dei magistrati romani, oltre che della Consob, tre giornate in particolare, le più critiche. Il 24 giugno, l'8 e l'11 luglio scorso. Il fascicolo, che al momento è, per usare il linguaggio giuridico, di "atti relativi a", ovvero senza ipotesi di reato e senza indagati, è solo "esplorativo". Ci si limita ad osservare, dunque, a tenere sott'occhio il mercato. E non si esclude che nei prossimi giorni si possano delegare alcune indagini. È un fatto, però, che a piazzale Clodio si è scettici rispetto all'inchiesta dei colleghi di Trani che procedono, sulla base di una denuncia presentata da Adusbef e Federconsumatori, per market abuse (manipolazione del mercato) e insider trading dopo le valutazioni negative sull'Italia e sulla manovra correttiva. Ipotesi di reato, quelle pugliesi, che non trovano riscontro nelle carte su cui lavora la capitale: al momento non c'è alcun elemento per sostenere che le agenzie di rating Moody's e Standard and Poor's abbiano deliberatamente diffuso notizie false per alterare il mercato. Almeno non a Roma. Già pochi giorni fa, la Procura di Roma si era espressa a favore del regolamento con cui la Consob (pur non attuando un vero e proprio blocco come fece invece in un altro momento di speculazione nel 2008) ha imposto un obbligo di trasparenza alle vendite allo scoperto. Una garanzia per la Borsa e una certezza per i magistrati: in caso di violazione di questa norma, infatti, si delinea il reato penale di ostacolo all'attività di vigilanza. Che prevede, tra l'altro, una reclusione che arriva fino 4 anni. Fino a ieri solo ragionamenti astratti. Ora, fascicolo alla mano, una realtà, una certezza da cui partire»;
considerato che a giudizio dell'interrogante:
è singolare che la Procura di Roma si possa permettere di diffondere notizie a mezzo stampa volte a denigrare il lavoro di altre Procure, affermando che le ipotesi di reato, quelle pugliesi, non trovano riscontro nelle carte su cui lavora la capitale, poiché al momento non ci sarebbe alcun elemento per sostenere che le agenzie di rating Moody's e Standard and Poor's abbiano deliberatamente diffuso notizie false per alterare il mercato;
è proprio il connubio con le pseudo autorità indipendenti da parte della Procura di Roma, che, pochi giorni fa, si era espressa a favore del regolamento con cui la Consob (pur non attuando un vero e proprio blocco come fece invece in un altro momento di speculazione nel 2008) ha imposto un obbligo di trasparenza alle vendite allo scoperto, a generare "gelosie" investigative o peggio il perseguimento di una forma di monopolio del reato da perseguire, che non dovrebbe essere consentito dall'ordinamento giudiziario e dalla leale collaborazione tra gli uffici,
si chiede di sapere:
se risultino le ragioni che hanno indotto la Consob ad evitare il blocco totale dello short selling intraday e overnight (proveniente sia dall'Italia che dall'estero) su tutti i mercati regolamentati, comprendendo nel blocco sia i titoli azionari che obbligazionari e i relativi sottostanti e derivati, come anche il future sull'indice e relativi derivati;
se risulti che il mancato provvedimento della Consob sulle vendite allo scoperto cosiddette naked, ovvero in marginazione, siano esse provenienti dall'Italia che (soprattutto) dall'estero su tutti gli strumenti sopra citati, interfacciando controlli incrociati con i tabulati forniti dalla borsa italiana, al fine di verificare se qualchebroker estero non rispetti il divieto, non siano stati la concausa della successiva speculazione sui mercati avvenuta lunedì 18 luglio 2011 con oltre 12 miliardi di euro bruciati alla borsa valori di Milano, la peggiore d'Europa con un calo di oltre il 3 per cento;
se risulti che la scettica Procura di Roma, notissima come "Porto delle nebbie", i cui sostituti aggiunti a parere dell'interrogante sono adusi ad inseguire teoremi privi di qualsivoglia consistenza giuridica per alimentare macchine del fango ed arrecare discredito, abbia ricevuto gli esposti denunce inviati da Adusbef e Federconsumatori in data 10 maggio 2010, 25 maggio e 11 luglio 2011, e se risultino i motivi della sua inerzia rispetto ad attacchi speculativi delle agenzie di rating indagati da altre Procure della Repubblica;
quali misure urgenti di competenza si intendano attivare, in assenza di doverosi interventi sanzionatori, per evitare ad alcune Procure di insabbiare scientificamente atti giudiziari rilevanti, specie nel settore della tutela del risparmio e del risparmio tradito, che arrecano danno enorme ai diritti collettivi di consumatori, utenti, risparmiatori, alle famiglie ed agli interessi generali del Paese.
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