martedì 2 agosto 2011

La crisi economica e la soluzione per superarla

Chieti, 2 Agosto ’11 – Martedì, S. Alfonso - Anno XXX n. 276 - www.abruzzopress.info - abruzzopress@yahoo.it - Tr. Ch 1/81
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Ap – Economia

La crisi economica e la soluzione per superarla

di Savino Frigiola

I nodi al pettine. In rapida successione si sono verificati tre accadimenti, assolutamente imprevedibili sino a poco tempo fa, significativi e solo apparentemente scollegati.

1) Dopo anni d'inascoltate segnalazioni la Commissione Finanze della Camera, (maggioranza ed opposizione), scopre e denuncia le "agenzie di rating" per aggiotaggio e per "conflitti di interesse tra l'attività di valutazione svolta e la prestazione di servizi di consulenza nei confronti dei soggetti che emettono gli strumenti finanziari oggetto della loro valutazione"; ma anche, ed è l'aspetto più grave, per attività svolta a favore ed in sintonia con gli interessi della "cupola economica-monetaria" che gestisce i debiti sovrani e sconta i titoli di debito emessi dagli Stati. Fatto in se di tutto rilievo poiché è la prima volta che ufficialmente un organo ufficiale dello Stato comincia a percepire e denuncia la truffa che si annida nei vari passaggi dell'attuale emissione monetaria ed interviene anche se, per il momento in maniera del tutto marginale, ma nella giusta direzione.

2) Nel giro di poche ore, all'improvviso, viene convocato l'incontro di tutte le organizzazioni del lavoro: categorie imprenditoriali, cooperative, sindacati, agricoltori & C. Scopo della riunione sollecitare il Governo a prendere provvedimenti contro la crisi economica per sostenere la crescita e per fronteggiare le manovre speculative in atto verso il debito pubblico che si verificano in campo internazionale, pilotate e spinte dalle solite "agenzie di rating". Unica nota stonata la presenza dei banchieri i quali, con le varie manovre di "Basilea Una, Due e Tre", con la drastica riduzione della circolazione monetaria sull'intero mercato, con gli alti tassi pretesi, con i costi bancari praticati (tra i più alti al mondo), hanno contribuito in maniera significativa al fallimento di tante aziende, alla sottrazione di ricchezza dal mercato ed all'aggravarsi della crisi economica. L'incontro si è svolto nel segno di voler lanciare la "discontinuità" (non è dato sapere nei confronti di chi o di cosa).

3) Per quanto riguarda il terzo evento, basta riportare integralmente il comunicato ANSA: - ROMA, 28 LUG - La decisione di Deutsche Bank di 'scaricare' 7 miliardi di euro di titoli italiani «mi ha sconvolto, vuol dire che è la fine di ogni legame di solidarietà.» (leggasi Euro) E' quanto ha affermato l'ex premier Romano Prodi. Una scelta del genere, ha sottolineato, «'significa obbligare tutti a giocare in difesa,» e quando viene presa dalla Germania, una guida storicamente ''saggia'', «sono turbato: dobbiamo avere il senso dell'allarme, senza dare colpa alla globalizzazione.» Poco d'aggiungere se non per sottolineare che proprio Prodi ha spinto e gestito la morte della Lira e l'avvento dell'Euro che doveva risolvere ogni e qualsiasi problema di tutti.

La concomitanza di questi tre eventi costringe a prendere atto che, improvvisamente, ci si è accorti che la nave sta affondando e senza che sia stato lanciato il "si salvi chi può"; ciascuno si agita per proprio conto, anche per perseguire scopi diversi, in Patria e all'estero. Il pericolo maggiore in queste circostanze è proprio il panico che contamina tutti, capace di provocare più danni della stessa falla apertasi a bordo dell'imbarcazione; tipica situazione che si verifica in carenza di preventive esercitazioni. La nave con tutti i suoi beni è ancora salvabile, basta procedere razionalmente con le appropriate manovre. In primo luogo assicurare sotto i ferri quelli che hanno aperto la falla. Prendere atto definitivamente che la crisi economica è dovuta al mastodontico debito pubblico costruito prevalentemente con l'attuale emissione monetaria, pertanto se si vuole salvare la nave, non vi è altra soluzione che stagnare la falla e creare le condizioni che non possa riaprirsi, applicando la semplice equazione: 1) per superare la crisi, rilanciare l'economia e pagare i debiti occorrono nuove risorse che non vi sono. 2) impossibile reperire risorse con l'aumento del debito (è già sin troppo insopportabile), impossibile, come sosteneva il prof. Giacinto Auriti, estinguere un debito con altro debito. 3) Occorre reperire nuove risorse per fronteggiare i debiti e rilanciare l'economia e l’occupazione, senza creare debito. 4) Unica soluzione possibile quella che lo Stato ritorni a battere moneta con l'acquisizione al proprio attivo, per titolo originario, dei valori monetari emessi. 5) Vantiamo in questa attività dello Stato italiano una positiva e centennale esperienza dal 1874 al 1975. 6) Come nel passato, i valori monetari acquisiti direttamente dallo Stato (signoraggio) invece che dai banchieri privati, consentono di superare la crisi economica, con il rilancio dell'occupazione ed il pagamento dei debiti, senza dover emettere nuovi titoli del debito pubblico. Questa è l'unica discontinuità possibile da invocare e praticare nell'interesse di tutti. In questa orchestrata emergenza, per mal acquisito concetto del contenimento dei costi della politica, o per praticare più agevolmente la svendita dei gioielli di famiglia, preparata e tanto attesa dalla "cupola monetaria-bancaria", (Tirrenia docet) a qualcuno potrà venire in mente di ridurre l'impiego di tre monti per utilizzarne solo Uno. Come in Islanda, individuato il primo da mettere sotto i ferri.

S.F.

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