Il Comune di Pescara fa causa ad Unicredit per gli SWAP
L'amministrazione comunale di Pescara ha deciso di intraprendere le vie legali per correre ai ripari da eventuali ma non troppo improbabili ripercussioni finanziare che potrebbero dissestare le casse comunali già fin troppo esposte da debiti. L'attuale situazione finanziaria mondiale ha indotto la giunta presieduta dal Sindaco Albore Mascia a rivedere o annnullare i contratti di Credit Default Swap in essere per un ammontare di 65 milioni di euro. L'assessore alle finanze Eugenio Seccia ha stanziato in vie cautelativa 400.000 euro che si vanno ad aggiungere al milione di euro che aveva già stanziato la precedente giunta, immobilizzando di fatto il guadagno iniziale del Comune. Il fondo ora è di 1.400.000 euro che non potranno essere utilizzati sia per tamponare la probabile perdita con l'aumento degli interessi sia per prepararsi al contenzioso legale con Unicredit. Dalle vie "bonarie" intraprese dalla precedente giunta a guida D'Alfonso che firmò tali contratti, si passa ora alle vie legali. Noi eravamo già in possesso di una relazione, che fu richiesta nel gennaio 2008, sulla situazione debitoria del Comune di Pescara dalla quale si evince l'esposizione finanziaria alla quale devono sottostare i cittadini contribuenti di Pescara.
Il documento che vi pubblichiamo mette in risalto l'entità di indebitamento del Comune di Pescara dal 2003 al 1 gennaio 2008 quando a Pescara governava la famigerata giunta D'Alfonso.
Nel documento si può notare che appena dopo l'insediamento la giunta si preoccupò subito di usare gli strumenti finanziari contrattando ripetutamente negli anni con le banche. Il debito all'atto dell'insediamento era costituito da mutui contratti negli anni '90 e rimodulati con SWAP nel 2003 per un importo di 81.168.000 euro. A fine documento noterete che i mutui totali, prolungando le scadenze dal 2020 al 2030, ammontano a 161.600.000 euro. Ben 80 milioni di euro in più di debiti in appena 5 anni. Un raddoppio dei debiti in un tempo così breve che non poteva non influire sul prelievo fiscale dei pescaresi.
Ma il bello, come dice il nostro analista Di Candida, deve ancora venire. Infatti la composizione dei derivati è nota soltanto alla banca ed a scadenza , nel 2030, sapremo effettivamente quanto ci sono costati, a meno che il Comune non riesca nell'impresa di estinguerli o far annullare i contratti in sede giudiziale.Sarebbe il primo caso in cui IL BANCO PERDE.Non siamo così fiduciosi ma quello che dovrebbe far riflettere i cittadini, leggendo il documento, è il fatto che l'utile di circa 1.000.000 di euro per il Comune, ricavato con la continua rimodulazione negli anni dei contratti derivati, è stato annullato per essere contabilizzato in riserva e non potrà essere utilizzato per i fini sociali ed il funzionamento dell'amministrazione. A chi ha giovato tutto ciò?
Buona lettura
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