e abuso di informazioni privilegiate
La Procura di Trani contro Moody’s e Standard&Poor’s
5 Agosto 2011di: Filippo Ghira, RINASCITA
Un’azione giudiziaria è stata promossa contro le agenzie di rating Usa che con i loro giudizi negativi sull’affidabilità dei titoli di Stato dei Paesi europei in difficoltà hanno provocato non pochi danni, partecipando, si spera loro malgrado, alla massiccia speculazione contro l’euro proveniente dai mercati finanziari anglo-americani. Una speculazione che ha il preciso obiettivo di sostenere un dollaro che da anni si trova in una crisi di credibilità per la debolezza di fondo dell’economia Usa.
La Procura di Trani, nel primo caso su esposto dell’Adusbef, e nel secondo di propria iniziativa, ha infatti messo sotto inchiesta, con un avviso di garanzia, i cosiddetti “senior analyst” di Moody’s e S&P, le due principali società del settore,per le loro analisi sulla situazione finanziaria del nostro Paese. Indagati non sono soltanto quattro analisti ma anche le due società in quanto tali. Tutti insieme avrebbero “diffuso notizie non corrette, dunque false anche in parte, comunque esagerate e tendenziose sulla tenuta del sistema economico-finanziario e bancario italiano” ed oltretutto “concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione del prezzo di strumenti finanziari”. In altre parole, la Procura di Trani sospetta che le valutazioni espresse da Moody’s e Standard&Poor’s non solo siano state volutamente alterate in senso negativo ma perseguissero un secondo fine. L’iniziativa dei magistrati si è concretizzata poi nel chiedere ed ottenere dalla Consob la documentazione presentata alla stessa Commissione di controllo sulla Borsa per ottenere l'autorizzazione comunitaria ad operare nell’Unione Europea. Autorizzazione che era stata rilasciata dall’Esma, l’agenzia europea per la sicurezza del mercato finanziario.
Se la Procura dovesse riconoscere un dolo da parte delle agenzie di rating, potrebbe essere bloccata l'attività di Moody's e Standard &Poor's in tutta la Ue, in quanto basterebbe l'opposizione di un singolo Stato membro, l’Italia, per bloccare l'autorizzazione ad esercitare l’attività di rating. Le accuse comunque non sono da poco. Si passa dall’aggiotaggio alla manipolazione di mercato fino all’abuso di informazioni privilegiate. Questo perché venne espresso un giudizio negativo sulla manovra finanziaria di Tremonti prima che ne fossero resi noti i contenuti.
La Procura di Trani, nel primo caso su esposto dell’Adusbef, e nel secondo di propria iniziativa, ha infatti messo sotto inchiesta, con un avviso di garanzia, i cosiddetti “senior analyst” di Moody’s e S&P, le due principali società del settore,per le loro analisi sulla situazione finanziaria del nostro Paese. Indagati non sono soltanto quattro analisti ma anche le due società in quanto tali. Tutti insieme avrebbero “diffuso notizie non corrette, dunque false anche in parte, comunque esagerate e tendenziose sulla tenuta del sistema economico-finanziario e bancario italiano” ed oltretutto “concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione del prezzo di strumenti finanziari”. In altre parole, la Procura di Trani sospetta che le valutazioni espresse da Moody’s e Standard&Poor’s non solo siano state volutamente alterate in senso negativo ma perseguissero un secondo fine. L’iniziativa dei magistrati si è concretizzata poi nel chiedere ed ottenere dalla Consob la documentazione presentata alla stessa Commissione di controllo sulla Borsa per ottenere l'autorizzazione comunitaria ad operare nell’Unione Europea. Autorizzazione che era stata rilasciata dall’Esma, l’agenzia europea per la sicurezza del mercato finanziario.
Se la Procura dovesse riconoscere un dolo da parte delle agenzie di rating, potrebbe essere bloccata l'attività di Moody's e Standard &Poor's in tutta la Ue, in quanto basterebbe l'opposizione di un singolo Stato membro, l’Italia, per bloccare l'autorizzazione ad esercitare l’attività di rating. Le accuse comunque non sono da poco. Si passa dall’aggiotaggio alla manipolazione di mercato fino all’abuso di informazioni privilegiate. Questo perché venne espresso un giudizio negativo sulla manovra finanziaria di Tremonti prima che ne fossero resi noti i contenuti.
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