Il nuovo ordine mondiale usurocratico coincide con le banche centrali
fonte Abruzzo press - La sovranità limitata degli Stati ( nella foto prof. Giacinto Auiti, inventore e sperimentatore del Simec)
Nel ferragosto 2011, da poco trascorso, nel solco della prassi tanto cara ai periodi bui della prima repubblica e più recentemente ai governi del centro sinistra, sono state adottate misure pesanti in danno dei cittadini, sul presupposto che trattasi di scelte dolorose ma necessarie, derivanti dalla crisi economica mondiale in atto e, in particolare, dalla “speculazione” finanziaria che avrebbe in animo di aggredire l’Italia, dopo aver colpito altri stati. Tali misure sono state imposte dal diktat della BCE che ha imposto al governo italiano di vessare ulteriormente i cittadini.
Tra le varie iniziative, incidentalmente, vanno ricordate il cd. contributo di solidarietà, l’aumento delle spese di accesso alla giustizia, in breve un aggravio sconsiderato e generalizzato della pressione fiscale. Ebbene, se è vero – come è unanimemente riconosciuto – che il sacrificio di oggi trae fonte dagli sperperi di ieri, coniugati alla speculazione della grande finanza di oggi, i cittadini italiani sarebbero chiamati a rispondere a titolo di responsabilità per fatti altrui risalenti nel tempo e per attuali condotte speculative illecite di non meglio identificati centri e lobbie finanziarie.
Infatti, pur essendo certo che il mandato elettorale, quanto meno moralmente (a prescindere dall’area in cui è caduta la propria opzione di voto), ci rende tutti – quali componenti la collettività nazionale – egualmente corresponsabili con le scelte improvvide e di sperpero di denaro pubblico posto in essere dalla classe politica, il mandante (cioè il corpo elettorale) non può essere ritenuto responsabile per gli atti illeciti compiuti dal mandatario (cioè dai governanti) nell’esecuzione del mandato elettorale, non sussistendo atti di controllo che il primo può attuare sul secondo per evitare l’uso distorto delle pubbliche finanze, se non quello postumo di non esprimere nuovamente la preferenza di voto per un personaggio o per una colorazione politica che non ha ben operato.
Di conseguenza, rispondere per atti pregressi altrui di mala gestio, è iniquo ed inaccettabile sia dal punto di vista logico che giuridico. Ma ciò non sarebbe nulla, poiché il rimedio è la crisi di governo, per poi giungere alle elezioni anticipate e via con nuove iniziative populiste. Questa volta è intervenuto, in modo espresso e diretto, il vero padrone dell’Europa, il governatore della BCE, che ha fermamente imposto all’Italia di assumere le iniziative volte all’impoverimento della collettività nazionale, minacciando – udite udite – di non acquistare i buoni del Tesoro italiani se non fosse stata aumentata la pressione fiscale. Non solo, dopo aver emesso il diktat, non è stata indicata – e quindi adottata – alcuna disposizione idonea ad impedire le speculazioni internazionali. Bene farebbero le varie (e innominabili) organizzazioni internazionali a concentrare la loro attenzione sull’abbattimento delle spinte speculative e sull’azione concertata dai vari Stati tesa a perseguire, anche in sede di diritto penale internazionale, i grandi centri del potere finanziario che, attraverso la speculazione, decidono le sorti dei singoli e più stati.
Ma tornando alla BCE, questa, in verità, dovrebbe limitare il suo compito, come tutte le banche centrali, alla semplice funzione tipografica di stampa della moneta degli stati membri, accreditando la massa monetaria nell’attivo del bilancio statale, inserendo l’espresso ed assoluto divieto di attribuirsi la rendita da signoraggio primario, proprio perché la moneta ha valore in quanto accettata dalla collettività e non perché stampata dal tipografo, chiunque esso sia. Al contrario, è convinzione generale – fortunatamente in corso di erosione – che la BCE sia un organo della’Unione Europea e che le sue devastanti iniziative siano volte al bene comune. Il governatore della banca centrale, pertanto, non eletto da alcun suffragio, dopo essersi attribuito il diritto di proprietà sulla moneta emessa, attraverso il signoraggio si arricchisce di somme incredibilmente elevate, in danno delle collettività nazionali, in quanto le indebita della massa monetaria che ha emesso, addebitandola ai singoli stati che sono poi obbligati alla restituzione e, quindi, espropriati di altrettanto. Il prof. Giacinto Auriti ha per primo denunciato il sistema usurocratico della banca centrale, combattendo-lo con fermezza e rigore, tanto che oggi il ruolo e il sistema delle banche centrali è finalmente messo in discussione soprattutto grazie a lui, così come il dibattito sul signoraggio primario e secondario è entrato di diritto tra i temi caldi della vita socio economica e giuridica quotidiana. E’ facile, quindi, affermare che il vero padrone d’Europa è la BCE e che i singoli stati sono ad essa sottomessi, poiché privi di sovranità. La loro esistenza è legata alla quantità d’acqua che graziosamente riceveranno dal governatore centrale di turno.
Al sistema criminale della banca centrale, si aggiungono i parenti prossimi della grande finanza, che spesso ricicla i proventi del signoraggio ed attualmente sta speculando sull’Italia, dopo averlo fatto su altri paesi. Gli speculatori non sono altro che gruppi finanziari già compartecipi a vario titolo della banca centrale che, non domi della conseguenze devastanti del signoraggio e dei lucri inimmaginabili ad esso collegati, integralmente sottratti alla pressione fiscale, intendono impoverire un territorio e, quindi, un popolo, per massimizzare i loro già incredibili profitti. Anche nei confronti della grande speculazione i governi sono del tutto privi di difese. Infatti, non è stata adottata alcuna disposizione tesa a sanzionare speculazioni finanziarie attuate da centri di potere, ma solo provvedimenti che aumentano la pressione fiscale sull’incolpevole cittadino.
Il tutto come a dire, io speculo e tu paghi!
La fonte dell’imposizione fiscale, giunta a livelli di etnocidio, in quanto l’usurario di diritto comune almeno concede uno spatium temporale all’usurato per pagare, risiederebbe nel debito pubblico, cioè nell’esposizione che lo stato ha dovuto accendere con il sistema della banca centrale per poter avere denaro. All’oro, infatti, sono stati sostituiti i buoni del tesoro, emessi per finanziare lo stato e poter richiedere una maggiore quantità di denaro, ma, in tal modo, l’indebitamento con la banca centrale aumenta in modo esponenziale.
L’enorme debito pubblico italiano ha fatto sì che anche il nascituro è già debitore. Per risanare l’esposizione occorrerebbe vivere un anno senza mangiare, respirare e, quindi, consumare alcunché, per restituire, non si sa a chi poi, il debito pubblico. In altri termini riservare tutta la ricchezza prodotta al pagamento del debito.
E poi cosa accadrebbe? Un nuovo indebitamento, poiché la moneta debito continuerebbe ad essere stampata e la collettività nazionale indebitata della massa monetaria in circolazione, con il signoraggio sempre in favore della tipografia BCE e indebitamento dei stati membri. Corollario: dopo un periodo più o meno breve saremo nuovamente indebitati e la società della disperazione si riproporrebbe ciclicamente, causando danni sociali incalcolabili.
La soluzione, l’unica, è la proprietà popolare della moneta!
La moneta viene dichiarata di proprietà dei cittadini e, quindi, non potrà più la banca centrale appropriarsi del rendita da signoraggio. Lo Stato non sarà più costretto ad indebitarsi con il sistema bancario attraverso l’emissione di buoni e i cittadini, finalmente dichiarati proprietari della moneta, potranno fruire dei benefici derivanti da un sistema normalizzato. In particolare, anche il costo del denaro e l’inaccettabile pratica del signoraggio secondario, che accresce a dismisura il lucro degli istituti di credito, sarà finalmente debellato.
La BCE sarà disposta a svolgere l’attività che le è propria, cioè la mera stampa della moneta di proprietà dei cittadini? Il Governatore della BCE cesserà di svolgere funzioni che non gli competono? Gli Stati avranno la forza di trasformarsi da “camerieri dei banchieri” in titolari della sovranità monetaria. Le collettività nazionali comprenderanno la portata rivoluzionaria dell’Idea della proprietà popolare della moneta teorizzata dal prof. Giacinto Auriti?
La risposta positiva a queste domande consentirà la creazione di un nuovo Eden, quella negativa non potrà che causare disordini sociali, ribellioni e rivoluzioni.
La domanda che, quindi, dobbiamo porre a qualsiasi interlocutore titolare di un mandato elettorale o di una qualsiasi forma di rappresentatività collettiva e di esercizio di pubbliche funzione, è la seguente: condividi la teoria della proprietà popolare della moneta del prof. Auriti?
Dalla risposta si capirà se l’interlocutore intende servire la collettività o vuole servirsi della macchina istituzionale per interessi propri difficilmente coincidenti con quelli generali.
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