Il papà del black bloc? Un funzionario Bankitalia
Il Secolo XIX, 17 ottobre 2011
| Matteo Indice
Manifestanti e polizia si fronteggiano durante gli scontri in Via del Corso a Roma |
È solo uno dei dettagli che comincia a filtrare mentre accelerano le indagini sugli scontri fra “neri” e forze dell’ordine. Da due giorni ormai ininterrottamente in primis la Digos, ma pure il Ros dei carabinieri, lavorano infatti sul campo per dare un volto ai violenti e decifrare nel limite del possibile quel che è accaduto. Fissando un po’ di paletti: un segnale preciso ha rappresentato il la all’inferno, le devastazioni erano praticamente previste e in parte ritenute inevitabili, la presenza degli stranieri non era così massiccia come preventivato e però ne è rimasto qualche segno inquietante.
Chi sono, i venti fermati? Hanno tutti meno di trent’anni (dodici quelli finiti in carcere, altri otto denunciati a piede libero), cinque i romani, uno originario di Lecce ma studente a Bologna, uno di Brindisi, uno di Catania, in parte noti agli investigatori per fatti legati alla piazza, uno già segnalato per la partecipazione a un rave. Sei sono minorenni, quattro le donne. Fra i residenti nel Lazio, ma il dettaglio dello screening sarà più approfondito oggi, figurerebbe il figlio del bancario. Il quale, messo alle strette, non avrebbe negato la partecipazione a parte della guerriglia. Gli interrogatori saranno completati entro mercoledì, sebbene il numero degli indagati sia comunque destinato a salire: «Una decina di frame - è la conferma che arriva da più di un investigatore - è molto interessante, e nel giro di qualche giorno potrebbe rivelarci svariate identità. Solo il tempo d’isolarli e inviarli nelle principali questure per i riconoscimenti».
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