Imprenditore denuncia le banche. Dopo 5 giorni, 40 colpi di kalashnikov contro l’azienda.
Gioia Tauro, colpita in maniera eclatante una delle aziende dell’imprenditore che sostiene Libera e ha denunciato i tassi usurari delle banche
GIOIA TAURO - «Hanno sbagliato indirizzo, non indietreggerò di un millimetro». L’ha dichiarato al Corriere della Calabria l’imprenditore Nino De Masi, ancora visibilmente scosso per l’attentato subìto la notte scorsa e scoperto stamattina. «Non intendo fermarmi e voglio continuare a battermi per affermare i principi della legalità e della sana imprenditoria in questa nostra terra martoriata – ha proseguito il manager – e chiedo per questo ai massimi vertici istituzionali tutta l’attenzione che il caso merita».
In effetti il violentissimo danneggiamento – oltre 40 colpi di kalashnikov sparati contro il capannone della Global Repairs – sembra indicare il superamento del livello di guardia, non solo per la potenza di fuoco impiegata, ma soprattutto per un particolare messaggio nel messaggio che chi ha sparato ha voluto lasciare.
Oltre a repertare i colpi che hanno squarciato le porte di ingresso del capannone dell’azienda, infatti, viene attentamente valutata la circostanza che sulla strada da dove sarebbero partite le mitragliate sono state trovate alcune cartucce inesplose, forse a indicare la possibilità di tornare a sparare in futuro, per intimidire un’altra volta. L’Ak 47, il potente fucile da guerra utilizzato, è un’arma usata in rarissimi casi e serve a lasciare segni permanenti: è questo il sinistro significato che gli investigatori stanno cercando di interpretare.
Come pure le indagini tentano di verificare se le telecamere del servizio di videosorveglianza dell’area siano riuscite a inquadrare l’auto che è arrivata davanti ai cancelli dell’azienda. La Global Repairs , che è una società che opera al servizio della Medcenter per la manutenzione dei container – a poche decine di metri dal porto – sorge al centro della prima zona industriale, ovvero dentro il perimetro solitamente controllato dalle telecamere del consorzio Piana Sicura. L’imprenditore De Masi, oltre ad essere conosciuto per la sua azione al fianco dell’associazione antimafia Libera, è noto anche per la sua denuncia contro i tassi usurai che – secondo una sentenza del Tribunale di Palmi – avrebbero praticato alcune tra le principali banche italiane.
In effetti il violentissimo danneggiamento – oltre 40 colpi di kalashnikov sparati contro il capannone della Global Repairs – sembra indicare il superamento del livello di guardia, non solo per la potenza di fuoco impiegata, ma soprattutto per un particolare messaggio nel messaggio che chi ha sparato ha voluto lasciare.
Oltre a repertare i colpi che hanno squarciato le porte di ingresso del capannone dell’azienda, infatti, viene attentamente valutata la circostanza che sulla strada da dove sarebbero partite le mitragliate sono state trovate alcune cartucce inesplose, forse a indicare la possibilità di tornare a sparare in futuro, per intimidire un’altra volta. L’Ak 47, il potente fucile da guerra utilizzato, è un’arma usata in rarissimi casi e serve a lasciare segni permanenti: è questo il sinistro significato che gli investigatori stanno cercando di interpretare.
Come pure le indagini tentano di verificare se le telecamere del servizio di videosorveglianza dell’area siano riuscite a inquadrare l’auto che è arrivata davanti ai cancelli dell’azienda. La Global Repairs , che è una società che opera al servizio della Medcenter per la manutenzione dei container – a poche decine di metri dal porto – sorge al centro della prima zona industriale, ovvero dentro il perimetro solitamente controllato dalle telecamere del consorzio Piana Sicura. L’imprenditore De Masi, oltre ad essere conosciuto per la sua azione al fianco dell’associazione antimafia Libera, è noto anche per la sua denuncia contro i tassi usurai che – secondo una sentenza del Tribunale di Palmi – avrebbero praticato alcune tra le principali banche italiane.
Fonte: corrieredellacalabria.it
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