Poeta portoghese condanna il “campo di concentramento” che è diventata l’UE
EUROPA UE, NEWSmag 10, 2013
10 magg – In Portogallo, l’ex capo di stato Mário Soares è intervenuto nuovamente chiedendo che il Portogallo ed altri paesi UE non paghino il debito usuraio verso le banche, e dichiarino la moratoria come hanno fatto Argentina e Brasile. Le condizioni in Portogallo, ha detto, sono perfino peggiori di quelle sotto la dittatura fino al 1974.
Un’altra descrizione drastica della politica UE è stata data da un’altra personalità del Partito Socialista Portoghese, Manuel Alegre, un poeta settantaseienne, due volte candidato alla Presidenza (2006-2011). Così scrive sul Jornal I:
“Siamo come prigionieri nei campi di concentramento che vivevano nell’illusione che non fosse ancora giunta la loro ora, anche se gli altri erano già allineati per le camere a gas. Non si vedono le svastiche; non ci sono soldati che sbraitano ordini; la frase ‘Arbeit macht frei‘ non è ancora apparsa all’ingresso del nostro paese.
“Ma [il ministro del Tesoro tedesco] Schäuble, [il Presidente della Commissione Europea] Durão Barroso e i proprietari dell’Europa germanizzata incutono timore. Non hanno bisogno di invadere o bombardare. Prendono una decisione e sterminano un paese. Ieri è toccato a Cipro. La quinta colonna che governa i paesi europei ed i commentatori irreggimentati credono di non venirne toccati. Hanno detto lo stesso per la Grecia. Fino a quando non ci mettono un marchio sul bavero, credono di poter scappare. Ma io comincio già a sentirmi condannato. Non posso fare a meno di sentirmi cipriota. Ero convinto che appartenessimo all’Unione Europea, un progetto per la prosperità condivisa tra nazioni eque e sovrane. Ma Cipro, dopo la Grecia, ed in un certo senso anche dopo noi stessi, mi fa comprendere che questa Europa è una frode. Non è più un progetto di pace e libertà; comincia ad essere una minaccia totalitaria, con l’obiettivo di impoverire e schiavizzare noi paesi del sud. Ecco perché ci induce a sentirci ciprioti. Prima che raggiunga anche noi”.
Helga Zepp-LaRouche ha commentato che l’analisi generale di Manuel Alegre è corretta, tranne su un punto. “L’Europa non è germanizzata” ha scritto; “è nelle grinfie dell’Impero britannico, in quanto l’UE nella sua forma attuale non è che l’espressione della globalizzazione, che a sua volta esprime l’Impero britannico. Anche la maggioranza della popolazione tedesca è destinata al macello coi tagli all’assistenza sanitaria, le pensioni e l’istruzione, e per molte persone la paura del futuro è stata sostituita dalla paura del presente”. MOVISOL
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