LE BANCHE E LO STATO CHE LE PROTEGGE TRATTANO GLI IMPRENDITORI COME I NAZISTI TRATTAVANO GLI EBREI NEL GHETTO DI VARSAVIA
Leggendo l'articolo, soprattutto quello di ieri, viene spontaneo rilevare l'efficienza dei carabinieri e della magistratura quando si tratta di colpire un imprenditore.
Abbiamo lo Stato che non paga i suoi fornitori per uno o due anni e non succede niente. Le banche fanno operazioni sbagliate che costano ai loro clienti milioni di euro e non succede niente. Un imprenditore ritarda di qualche giorno un pagamento a mezzo assegno e si trova segnalato come cattivo pagatore in tutta Europa per cinque anni, anche dopo che ha pagato.
Si possono fare tante considerazioni ma è evidente che i semplici cittadini per un protesto di pochi euro, magari saldato come nel caso in questione, sono segnalati con il “fiocco giallo” come persone di serie B, esattamente come i nazisti facevano con gli ebrei nel ghetto di Varsavia. Il messaggio che viene dato al popolino è chiaro: se le banche vi pestano non lamentatevi, non alzate la voce perchè le istituzioni deviate vi possono trattare come un criminale.
Vale ricordare le parole di un partigiano che ricordando il comportamento dei fascisti, diceva: “Sono venuti a prendere il vicino e ho fatto finta di non vedere. Sono venuti a prendere il mio dirimpettaio e mi sono girato dall'altra parte. Quando sono venuti a prendere me, non c'era più nessuno a difendermi”.
Se non vogliamo fare la fine degli oppositori del regime fascista o degli ebrei sotto i nazisti, noi piccoli imprenditori e più in generale noi cittadini onesti dobbiamo organizzare l'autodifesa nei confronti di questo stato gestito da parassiti che ci stanno facendo morire dissanguati e umiliati. Noi non conosciamo la reale situazione dell'imprenditore oggetto dell'articolo del Mattino di oggi.
Vogliamo però esprimergli la nostra solidarietà umana e lo invitiamo ad unirci a noi che stiamo organizzando una opposizione NON VIOLENTA ma comunque decisa contro chi stà portando il nostro paese alla rovina e fra questi, in prima fila, le banche.
Fonte: SOS Economia Italia
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