domenica 6 ottobre 2013

Usury-States: banchieri felici: "Yes, We Can"

MARTEDÌ 2 AGOSTO 2011

La farsa del debt ceiling è finita


Si è verificato (ma non ci volesse poi molto a capirlo) quanto avevo pronosticato con giorni di anticipo in "La pagliacciata del debt ceiling americano" circa l'aumento della soglia del debito e il taglio della spesa pubblica.
L'accordo è arrivato: si autorizza un nuovo debito per 2.100 miliardi e tagli di spesa per quasi 2.500 miliardi. L'accordo è passato alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti con 269 voti a favore e 161 contrari, ed oggi è passato al Senato con 74 sì e 26 no.
La legge garantisce immediatamente al Tesoro la possibilità di aumentare di 400 miliardi l'indebitamento.
Inutile ribadirvi che l'innalzamento del tetto sul debito sopra 14,3 trilioni non ridurrà a sufficienza il buco di bilancio della maggiore economia al mondo, in quando si è proceduto solo ad autorizzare "legalmente" un passo in avanti del Tesoro verso il baratro del debito pubblico. Ci sarebbe bisogno di migliaia di dollari di tagli alla spesa pubblica e aumento delle tasse se si volesse stabilizzare il rapporto tra debito pubblico e Pil ed, inoltre,  mantenere il rating sul credito di tripla A.
E' come mettere una toppa più piccola del buco da coprire.
A limite del ridicolo la frase di Obama dopo l'approvazione dell'accordo al Senato: «un primo passo importante per assicurarci che come nazione viviamo secondo i nostri mezzi».  Obama dovrebbe precisare che gli USA vivono secondo i mezzi, ossia la moneta, stampata dalla privatissima Federal Reserve e le conseguenze ricadono tutte sulle spalle dei cittadini, costretti a subire tagli delle spesa pubblica e innalzamento delle tasse.
Però adesso gli amici banchieri di Obama possono gridare felici "Yes, We Can" alla faccia del popolo americano. 

Salvatore Tamburro

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