Interessi sugli interessi, consumatori: “Commissariare Bankitalia”
Di ora in ora si moltiplicano le critiche alla proposta di Bankitalia
sull’anatocismo (il calcolo, vietato per legge, degli interessi sugli
interessi) e si preannunciano anche iniziative giudiziarie nei confronti
dell’istituto guidato da Ignazio Visco. Ai rilievi molto pesanti avanzati da Unimpresa che ha parlato di un “intervento vergognoso” con cui “viene clamorosamente aggirata una legge dello Stato oltre che calpestate numerose pronunce giurisprudenziali”, si uniscono anche Adusbef e Federconsumatori che, con un comunicato durissimo, chiedono il commissariamento di Banca d’Italia e preannunciano una denuncia penale nei confronti dell’istituto centrale per concorso nel reato di usura ed abuso di potere.
Nell’occhio del ciclone c’è la norma che Banca d’Italia, in accordo con il ministero del Tesoro, intende proporre al Cicr
(Comitato interministeriale per il credito e il risparmio) che
reintroduce di fatto la capitalizzazione degli interessi vietata dalla
legge: un regalo che per le banche vale circa 2 miliardi di euro.
In questi anni, ricordano Adusbef e Federconsumatori, la Banca d’Italia
è intervenuta illegittimamente con sue circolari per rendere
sostanzialmente inapplicabile la legge sull’usura espungendo ad esempio la commissione di massimo scoperto ai fini del calcolo della soglia ed è stata sconfessata dalla Corte di Cassazione
che non solo ha stabilito che la commissione dovesse rientrare nel
calcolo, ma ha anche sottolineato come “le circolari o direttive, ove
illegittime e in violazione di legge, non hanno efficacia vincolante per gli istituti di credito”.
Ora l’intervento a gamba tesa sull’anatocismo bancario, che – come la legge sull’usura – ha avuto un iter piuttosto travagliato, ma che dal 2013, con la riformulazione dell’articolo 120 del Testo unico bancario, è vietato a tutti gli effetti e senza possibili fraintendimenti, anche se manca appunto la delibera del Cicr per renderla operativa a tutti gli effetti. E così le banche hanno continuato e continuano a calcolare gli interessi sugli interessi, gli utenti sono costretti a rivolgersi ai tribunali (che condannano le banche, come da ultimo è successo alla Cassa di risparmio di Ascoli Piceno) e la Banca d’Italia, anziché intervenire a tutela del pubblico risparmio,
propone ancora una volta il colpo di spugna. Come? Stabilendo una
deroga: secondo la proposta di Via Nazionale gli interessi verrebbero
calcolati su base annua, ma andrebbero obbligatoriamente liquidati entro 60 giorni dalla ricezione dell’estratto conto di fine anno (o di chiusura del rapporto).
Qualora l’utente non si trovi nelle condizioni di poterli liquidare (perché ha il conto in rosso), sarebbe possibile di mutuo accordo tra cliente e banca utilizzare il fido
per estinguere il debito da interessi. Ed è proprio in questo modo che
su conti correnti e carte di credito viene reintrodotto l’anatocismo
perché – come si legge nello stesso documento di Via Nazionale – si
avrebbe appunto una “conseguente produzione di interessi su quanto
utilizzato per estinguere il debito da interessi”. Un meccanismo perverso che negli anni della crisi ha contribuito a strozzare tante famiglie e imprese e contro il quale si prepara una mobilitazione compatta di associazioni, imprenditori e cittadini.
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