IL PIACERE DELLA CRUDELTA': ASSERVIRE COL DEBITO PUBBLICO (il più grande successo dell'euro).
http://orizzonte48.blogspot.it/2015/09/il-piacere-della-crudelta-asservire-col.html
Van Rompuy riceve il premio Kalergy
1. Traduco, per maggior beneficio dei lettori, la parte finale dell'ultimo commento di Bazaar:
"Il
debitore ha concluso un contratto con il creditore e si è impegnato nel
senso che, se non dovesse restituire il dovuto, darà in sostituzione
qualcos'altro che possiede, qualcosa su cui ha il controllo, per
esempio, il suo corpo, sua moglie, la sua libertà...
Chiariamo la logica di tale forma di compensazione: è alquanto singolare.
Un'equivalenza
è stabilita dall'atto del ricevere del creditore, in luogo di una
letterale compensazione (monetaria ndr.) per qualsiasi danno (da
inadempimento) (così, al posto del denaro, terra, possedimenti di ogni
tipo), un vantaggio apprezzabile nella forma di un tipo di piacere -
il piacere di essere autorizzato a dar liberamente sgofo al suo potere
sopra chi ne sia totalmente privo, il piacere voluttuoso "di fare il
male per il piacere di farlo", il godimento del violentare...Nel "punire" il debitore, il creditore partecipa del diritto (illimitato) dei padroni...La compensazione, allora, consiste in una garanzia "di" e in una legittimazione "a" la crudeltà"
(Corey Robin 2015, sulla Grecia)
2. Questa impressionante, ma non sorprendente, citazione sul modo neo-liberista di intendere i vincoli contrattuali e creditizi, è in realtà l'essenza del "mondo moderno" che si afferma con il Rinascimento e la Riforma innescata dalla predicazione di Lutero, in Germania.
Dovrebbe essere inutile ripetere che per arrivare, nell'evoluzione da mercantilismo a capitalismo industriale, a una mitigazione che potesse ribaltare questa crudeltà, occorrerà la stagione costituzionale democratica, conseguente
alle lotte sociali dell'800 e del primo '900. La intrinseca logica
luterana e liberista verrà però scansata solo a fronte della sconfitta
militare, disastrosa, degli estremi mandatari (per conto delle oligarchie dei creditori) di questa "logica".
3. La citazione sopra tradotta ci consente di riagganciarci con le vicende alle origini di tale traiettoria "culturale" della modernità (finanziaria), narrate in un interessante libro di Carlo Martigli, "La congiura dei potenti" che, appunto, verte sul ruolo dei banchieri Fugger nella vicenda, ambigua e manovrata, di Lutero.
Sono vicende a taluni note, ma più spesso ignorate, dato la attuale grancassa mediatica: la vendita delle "indulgenze" che scatenò il malcontento verso il papato, fu in realtà indotta ed estesa su larga scala dagli stessi Fugger, al fine di lucrare una lauta percentuale del ricavato, che non andava affatto a Roma.
La Riforma, non moralizzò tale aspetto (di prelievo sostanzialmente fiscale a vantaggio di principi e vescovi, pubbliche autorità costituite), ma stabilì in definitiva che l'intero flusso di queste entrate dovesse restare in Germania (divenendo imposizione fiscale "nazionalizzata" per risanare il debito verso le banche del tempo); con, appunto, il prelievo della ricca intermediazione bancaria.
La Riforma, non moralizzò tale aspetto (di prelievo sostanzialmente fiscale a vantaggio di principi e vescovi, pubbliche autorità costituite), ma stabilì in definitiva che l'intero flusso di queste entrate dovesse restare in Germania (divenendo imposizione fiscale "nazionalizzata" per risanare il debito verso le banche del tempo); con, appunto, il prelievo della ricca intermediazione bancaria.
4. Dal libro ora citato, traiamo alcune citazioni in linea con quanto postato da Bazaar:
Qui (pagg.211-212), il pensiero del cardinale, vescovo-principe di Magdeburgo e Halberstadt, Alberto di Hohenzollern (uno dei maggiori protagonisti della vicenda della riforma protestante):
"I
briganti come quelli che lo avevano assalito erano utili per
giustificare dazi e gabelle e imporre l'ordine anche quando non serviva.
Pure dei facinorosi a volte si ha necessità, per far funzionare la gogna e la forca a alimentare nel popolo la paura, fornendogli al tempo stesso qualche motivo di svago...Si creano anche ad arte, alla bisogna, le teste calde,
che non mancano mai tra gli spriti più esaltati, e basta il
suggerimento di una spia per spingerle ad alzare il collo, giusto in
tempo perchè venga stretto da una corda nella piazza. Ma le rivolte no,
su questo Fugger non sbagliava. Quelle non sono mai opportune e occorre
stroncarle sul nascere, prima che il vento delle idee si faccia tempesta".
5.
E' noto che tale rivolta fu quella che, - "prendendo sul serio" le
iniziali prediche anti-papato, e contro l'immorale oppressione fiscale
feudale ed ecclesiastica, di Lutero-, fu innescata dal monaco "folle" Thomas Muntzer. Sulla sua figura e azione Friedrich Engels scrisse un saggio nel 1850, "La guerra dei contadini in Germania".
Dalle citazioni-glossario al termine del libro, (pag.337), traiamo questa citazione del saggio di Engels (neretto aggiunto):
"Chi
trasse profitto dalla rivoluzione dei contadini? I principi. Chi trasse
profitto dalla rivoluzione del 1848? I grandi principi d'Austria e
Prussia. Dietro ai piccoli principi [di allora] stavano i piccoli
borghesi che li tenevano a sè con il pagamento delle imposte, dietro ai
grandi principi del 1850 stanno i grandi borghesi filistesi che li sottomettono ben presto al loro giogo con il debito pubblico".
Insomma, "purezza del sangue" kalergica o meno,
i "principi" messi accanto ai banchieri - per Kalergy, nella Pan-Europa
federale, la classe dirigente naturale e incorrotta-, sono l'ideale per
sottomettere l'intera società col debito pubblico, per disciplinare
la masse inevitabilmente pigre e riottose che meritano la "durezza del
vivere".
Naturalmente, nei tempi moderni, tutto ri-nasce con la banca centrale indipendente "nel quadro della costruzione €uropea"...Insomma, per chi non volesse ancora capire (e forse non vorrà mai capire), il debito pubblico non è la causa della crisi: è la legittimazione del vero potere (e della soddisfazione del piacere della crudeltà") e, dunque, ci deve essere e possibilmente aumentare, (appunto, quando si infligge crudeltà con l'idea di ridurlo!).
Che è poi "il più grande successo dell'euro", quello dell'aumento del debito/PIL nei paesi debitori e quindi dell'aumento di asservimento e simmetrico godimento. E infatti (Monti ipse):
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