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Usa, nuova azione giudiziaria nei confronti di dieci grandi banche
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Una class action è stata intentata contro le dieci più grandi banche di Wall Street e due piattaforme di scambio con l'accusa di aver formato "almeno dal 2007" un cartello per limitare la competizione nel mercato del più diffuso tipo di derivati, gli "interest rate swap" (prodotti derivati da tassi di interesse). Si tratta di un mercato valutato circa 320 miliardi di dollari.
La causa è stata presentata presso la corte distrettuale di Manhattan contro il gotha di Wall Street: Goldman Sachs, Bank of America Merrill Lynch, JPMorgan Chase, Citigroup, Credit Suisse, Barclays, Bnp Paribas, Ubs, Deutsche Bank e Royal Bank of Scotland.
Secondo i ricorrenti, l'accordo tra le banche, in teoria concorrenti e rivali, ha impedito l'ingresso sul mercato di questi derivati di intermediari alternativi non bancari. La causa è stata presentata dai titolari di un fondo pensione di Chicago che avrebbe pagato più del dovuto i contratti di swap sottoscritti. Accanto alle banche sono citate in giudizio due piattaforme di scambio degli swap, la Icap e la Tradeweb. Quest'ultima è controllata al 40% dall'agenzia di stampa anglo-canadese Thomson Reuters che però non è citata in giudizio.
Già a metà settembre dodici istituti bancari avevano accettato di pagare 1,87 miliardi di dollari per risolvere una vertenza giuridica negli Stati Uniti. In quel caso le banche erano accusate da investitori di pratiche contrarie alla concorrenza sul mercato dei prodotti derivati di credito ("credit default swap").
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