L'incredibile
scoperta della pratica bancaria
di Marco Saba,
IASSEM, 1 dicembre 2015
L'ultimo testo del
professor Richard Werner, che apparirà pubblicato nel prossimo
numero della Rivista Internazionale di Analisi Finanziaria (1),
s'intitola: “Un secolo perduto nell'economia: tre teorie bancarie e
la prova conclusiva”.
Riportiamo la traduzione del sommario
in italiano per la comodità del lettore:
“Come operano
le banche e da dove arriva la provvista di denaro? La crisi
finanziaria ha sollevato la consapevolezza che queste domande sono
state inopportunamente sottovalutate da molti ricercatori. Nel secolo
passato, in periodi differenti, hanno dominato tre differenti teorie
sulla pratica bancaria:
1) La teoria
bancaria correntemente prevalente dell'intermediazione finanziaria
dice che le banche raccolgono i depositi e poi li prestano, proprio
come gli altri intermediari finanziari non bancari.
2) La vecchia
teoria bancaria della riserva frazionaria dice che ogni banca
individualmente è un intermediario finanziario che non ha potere di
creare moneta, ma che il sistema bancario nel suo insieme è capace
di creare moneta attraverso il processo della “multipla espansione
dei depositi” (il moltiplicatore monetario).
3) La teoria
bancaria della creazione del credito, predominante un secolo fa, non
considera le banche come intermediari finanziari che raccolgono
depositi per poi prestarli, ma invece argomenta che ogni banca
individualmente crea credito e moneta nuova ogni volta che la banca
effettua un prestito.
Le teorie
differiscono nel loro trattamento contabile del prestito bancario e
anche per quanto riguarda le implicazione procedurali.
Poiché secondo
la teoria dominante dell'intermediazione finanziaria le banche sono
virtualmente identiche agli altri intermediari finanziari non
bancari, queste non sono incluse nei modelli economici usati
nell'economia o dai banchieri centrali. Inoltre, la teoria che vede
le banche come intermediari ci procura il razionale per la
regolazione bancaria basata sull'adeguatezza del capitale. Se questa
teoria non fosse corretta, la corrente modellazione prevalente
nell'economia e le politiche di regolazione sarebbero senza
fondamento empirico.
Nonostante l'importanza della questione, finora solo una prova
empirica delle tre teorie è stata riportata nelle riviste
scientifiche. Questo documento presenta una seconda prova empirica,
ricorrendo a metodi alternativi, che permette il controllo di tutti
gli altri fattori. Le teorie bancarie dell'intermediazione
finanziaria e della riserva frazionaria vengono rifiutate dalle prove
presentate. Questa scoperta mette in dubbio le motivazioni per la
regolamentazione dell'adeguatezza patrimoniale della banca al fine di
evitare le crisi bancarie, come viene illustrato nel caso di studio
di Barclays Bank durante la crisi. La scoperta indica che consigliare
e incoraggiare i paesi in via di sviluppo a prendere in prestito
dall'estero, è fuorviante. La trattazione considera qual'è il motivo
per cui gli economisti hanno fallito per gran parte del secolo scorso
nel fare progressi per quanto riguarda la conoscenza del sistema
monetario, e perché invece si sono spostati sempre più lontano
dalla verità, come già era riconosciuta dalla teoria della
creazione di credito ben più di un secolo fa. Viene trattato il
ruolo dei conflitti di interessi delle parti interessate nel plasmare
l'attuale consenso accademico che non tiene conto delle banche. Viene
indicata una serie di percorsi per le ulteriori necessarie ricerche.”
E poi Werner, dopo
aver analizzato il bilancio della Banca Raffeisen ed aver dimostrato
empiricamente la validità dellla teoria della creazione del
“credito”, e che questo credito è denaro, conclude:
“(quanto sopra)
rinforza la necessità di una nuova agenda di ricerca
interdisciplinare sul ruolo delle banche e della banca centrale in
particolare, e del sistema monetario in generale,
che dovrebbe essere saldamente radicata nella metodologia della
ricerca empirica e induttiva
per produrre economia scientifica. Mentre molti autori hanno
proclamato un offuscamento continuo della divisione tra le banche e
le istituzioni finanziarie non bancarie, l'autore
ha mostrato esattamente quello che consente alle banche di creare
denaro (e capitale) dal nulla, mentre le
non-banche non sono
in grado di farlo. E' quindi richiesto un
lavoro interdisciplinare con i ricercatori
in politica, diritto, contabilità, gestione, ricerca operativa,
informatica, ingegneria e sistemi di ricerca per assicurare che
l'economia e la finanza per conto proprio non possano
continuare ad ignorare la realtà empirica e si
avviino in un altro secolo perso per le
scienze economiche .”
Nello
studio precedente (2) Werner affermava che la legalità o meno del
modo con cui le banche gestiscono la parte
contabile necessita di una ulteriore ricerca legale al di là degli
scopi dell'autore, tuttavia rimane aperta
la questione contabile: le banche
registrano l'operazione del prestito NON evidenziando la creazione di
nuovo denaro ma lasciando supporre all'osservatore che esse
utilizzino il denaro contenuto nei depositi, mentre, come
empiricamente dimostrato, nella pratica si comportano in tutt'altro
modo. Le conseguenze di questa tenuta contabile difforme dalla realtà
dei fatti sono state da me evidenziate nel corso di varie assemblee
degli azionisti presso le più importanti banche italiane nel 2014 e
2015.
In pratica, non contabilizzando nell'attivo di cassa il denaro
creato ex novo, si simula una situazione passiva dell'istituto che
non corrisponde a verità ma che influisce sulla nostra realtà visto
l'affannarsi delle autorità nel cercare continuamente metodi per
rimpinguare le casse delle banche, come l'esempio della recente legge
sul BAIL-IN ben ci dimostra.
Si cerca cioè continuamente di riempire
un falso buco contabile attingendo alle tasche dei cittadini,
direttamente o indirettamente, perché non si vuol riconoscere
l'enorme guadagno non contabilizzato che le banche ottengono creando
soldi dal nulla e pretendendo di farseli restituire con gli
interessi.
L'entità
della grave situazione che così si crea è sotto gli occhi di
chiunque. Basta andare in Grecia, o vivere in Italia aprendo gli
occhi. per scoprire la realtà della miseria assurda e non necessaria che creano
continuamente queste politiche bancarie di offuscamento contabile
dell'abbondanza possibile dei mezzi monetari, e quindi della
fattibilità immediata di un reddito di sussistenza per tutti, per
capire che viviamo nella caverna di
Platone.
Il vero problema oggi è che il
sistema bancario è fuori controllo, ma non solo, c'è anche il fatto
drammatico che il mostro di Bankenstein si
è impadronito di tutto il resto. Autorità di controllo comprese,
oltre a tutta l'ostentata ignoranza e indifferenza mostrata
dai media col
silenzio assordante su questo problema.
Note:
1) Werner, R.A., A
lost century in economics: Three theories of banking and the
conclusive evidence, International Review of Financial Analysis
(2015)
2) “Whether
the Client Money Rules were designed for this purpose, and whether it
is indeed lawful for banks to reclassify general ‘accounts payable’
items as specific liabilities defined as ‘customer deposits’,
without the act of depositing having been undertaken by anyone, is a
matter that requires further legal scrutiny, beyond the scope of this
paper.”
In: Werner, R.A.,
How do banks create money, and why can other firms not do the same?
An explanation for the coexistence of lending and deposit-taking,
International Review of Financial Analysis, Volume 36, December 2014,
Pages 71–77
Nessun commento:
Posta un commento