Verso una moderna definizione di moneta...
e Stato
di Marco Saba, IASSEM, 17 maggio 2016
La moneta è un mezzo legale di pagamento finale, circolare, senza scadenza, irredimibile che ha un valore nominale denominato nella valuta sovrana della zona di pertinenza e il cui potere d'acquisto è influenzato dal mercato.
La prima emissione di moneta - che rappresenta una ingentissima tassazione dellla comunità che l'accetta - dovrebbe essere preferibilmente effettuata da un organo dello Stato, tenendo conto che, nei secoli, i banchieri privati e centrali ne hanno approfittato non contabilizzando correttamente il patrimonio netto del signoraggio.
Nella moneta moderna (elettronica) la rendita monetaria (il signoraggio) concide praticamente col valore nominale d'emissione. Infatti, chi emette moneta può emetterne a sufficienza per coprire anche le spese. In Italia ogni anno viene emessa moneta da banche private per oltre 2.000 miliardi di euro, cifra paragonabile al Debito Pubblico e oltre il doppio del bilancio dello Stato.
La rendita monetaria va considerata CREDITO PUBBLICO necessario allo Stato per il pareggio di bilancio col DEBITO PUBBLICO.
Il paniere del minimo vitale
L'art. 36 della Costituzione italiana afferma che Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
Se per sopravvivere con un minimo di dignità occorrono 1.200 euro al mese (maggio 2016), una cifra modesta calcolando che in Svizzera si considerano appena sufficienti 2.400 euro mensili, allora è facile anche capire qual'è il salario netto minimo orario da pagare al lavoratore: minimo vitale mensile fratto ore di lavoro mensili. se si cosiderano 160 ore mensili, la paga oraria minima non deve essere inferiore a 7,5 euro netti l'ora.
Allo stesso modo almeno il reddito annuale fino a 14.400 euro (12 x 1.200) non deve essere tassato o diminuito per non violare l'art. 36 Cost. Fasce di reddito superiori vanno via via detassate con l'avanzo generato dalla riappropriazione del credito pubblico.
Il reddito minimo garantito
La sussistenza non va tassata, ma anzi lo Stato deve investire parte dell'avanzo da rendita monetaria per assicurare a tutti quei servizi e diritti essenziali che il cittadino non riesce a coprire col reddito minimo. Ai cittadini che non hanno un lavoro va comunque riconosciuto il minimo vitale considerandolo come un obiettivo fondamentale per la sicurezza e la stabilità dello Stato.
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