La finanza anglosassone detta la nuova manovra finanziaria
di Federico Dal Cortivo - 11/09/2011Fonte: europeanphoenix
Alla fine hanno prevalso i cosiddetti “poteri forti”, che forti lo sono davvero, come la Bce, la Ue e il Fmi, che hanno imposto all’Italia misure economiche draconiane, in nome della “stabilità dei mercati”, che non sono altro che le banche e la grande finanza speculativa e di carta. Se qualcuno pensava che la Grecia fosse lontana, dovrà a breve ricredersi perché l’attacco a cui è sottoposta l’Italia è del tutto simile a quello che ha colpito e distrutto l’economia ellenica e quello che le restava di Stato sociale, e che investe la Spagna, il Portogallo e poi a salire se non interverranno rivolgimenti non previsti dagli gnomi finanziari.
Wall Street e la City hanno deciso di far pagare all’Europa il fallimento dell’economia statunitense e sfilare quello che resta di sovranità nazionale agli stati più deboli, chiamati con il termine dispregiativo dagli anglosassoni “pigs”.
Le misure imposte sono sempre le stesse quando in campo entra la grande finanza usuraia , lo si è visto in tempi non lontani in America Latina, dove invece ora le cose marciano in senso contrario: riduzione delle pensioni, taglio dei salari, privatizzazioni selvagge, riduzione degli stanziamenti per le scuole e università pubbliche, precarizzazione del lavoro, aumento della disoccupazione ecc. Un programma tanto caro alle oligarchie internazionali e nazionali.
Cose che si stanno verificando puntualmente e che il Parlamento italiano, tutto, nessuno escluso avvalla, con la complicità di un Capo dello Stato come Giorgio Napolitano che da comunista pentito si è convertito al peggior liberismo di marca calvinista-protestante.
Nel mondo del lavoro, che già era ridotto ai minimi termini nel campo delle tutele dalle varie Leggi Treu e Biagi, la scure imposta da Draghi e soci di Francoforte ha fatto partorire a Sacconi e compagni di governo l’art. 8 del Decreto sulla manovra finanziaria, che contiene in se una serie di stravolgimenti a danno dei lavoratori che se andranno a buon fine decreteranno la morte dei diritti e delle conquiste sociali che hanno caratterizzato il mondo del lavoro italiano dagli anni “30 agli anni “70, e di quello che è rimasto di Stato sociale oramai ridotto a brandelli dai vari governi di centro sinistra e centro destra.
Dopo il famigerato accordo sui contratti del 2009, dove la valenza negativa di quest’accordo è palese e ci viene anche dalla lettura del punto 16 dello stesso, dove compare la possibilità di “deroghe in peggio del CCNL” sia per la parte normativa, sia salariale durante la trattativa di secondo livello, ora si è pensato bene di aggirare tutti i rimanenti ostacoli costituiti dalle norme di Legge come ad esempio lo Statuto dei Lavoratori, e colpire da tergo l’Art 18, l’orario di lavoro, il controllo a distanza, l’uso di vigilantes per controllare i lavoratori, anche in questo caso, mediante accordi separati tra imprese e sindacati maggiormente rappresentativi. Si potranno poi cambiar le pause, gli inquadramenti, assumere giovani con contratti al ribasso ecc. E‘ facile intuire che in base alla duttilità dei vari sindacati, “e qui ora entra in ballo al 110% la coerenza e la capacità delle varie organizzazioni di tutelare realmente i lavoratori, si vedrà nei fatti chi realmente difenderà i dipendenti sul posto di lavoro”, e dai ricatti datoriali fatti sul tema occupazionale del tipo "licenzio 20 se non firmate l’accordo sull’aumento dell’orario o sul dimezzamento delle pause", le aziende cercheranno accordi capestro per applicare norme peggiorative per i lavoratori. Ora è necessaria in Italia e non solo, una reazione decisa soprattutto dei giovani che sembrano non capire che sono le principali vittime di tutto ciò, ma anche dell’intera Nazione che si vede scippata del proprio futuro dai “camerieri dell’alta finanza”, che siedono a Montecitorio. E’ necessario sbarrare il passo ai Draghi & C., che in nome della “stabilità”, la loro, impongono lacrime e sangue ai popoli.
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