BLITZ, ROMA, 20 OTT- E’ Ignazio Visco, vice segretario generale della Banca d’Italia, il nuovo governatore di Palazzo Koch. Alla fine, all’ultimo momento, ha prevalso la linea interna, con una scelta all’insegna della continuità.
Messi da parte gli altri nomi tanto circolati in questi giorni, da Vittorio Grilli a Fabrizio Saccomanni, fino a Anna Maria Tarantola. Ma soprattutto questa scelta, gestita in modo “non piacevole”, come hanno detto alcune fonti del Consiglio Superiore di via Nazionale, accantona Lorenzo Bini Smaghi, attualemente ancora nel board della Banca Centrale Europea.
Ciquantun’anni, tre figlie, Ignazio Visco è vice direttore generale di Bankitalia dal gennaio del 2007. Una laurea alla Sapienza di Roma e diversi corsi di perfezionamento e dottorati negli Stati Uniti, Visco ha anche un passato all’Ocse. Visco, appunto, non e Saccomanni, non gradito al ministro dell’Economia Giulio Tremonti, non è Grilli, che era un esterno, e non è Bini Smghi, che avrebbe accreditato possibili retroscena poco piacevoli.
E’ stata proprio la posizione di Bini Smaghi, fino alla serata di oggi dato come il più accreditato successore di Mario Draghi, a destare qualche problema al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Dopo la nomina di Draghi Bini Smaghi aveva detto che si sarebbe fatto da parte per lasciare il posto alla Francia di Jean-Claude Trichet. Poi però aveva cambiato idea, dicendo che sarebbe rimasto al suo posto fino al termine naturale del mandato. A meno che non fosse stato designato governatore di Bankitalia.
Ora la nomina è stata fatta. Berlusconi affronterà il nodo Bce-Bini Smaghi con il presidente Nicolas Sarkozy in occasione del vertice europeo di domenica, salvo che il vertice non venga rimandato come oggi hanno detto voci di Berlino.
La designazione di Visco riporta le redini di Bankitalia ad un interno, dopo la parentesi Draghi che si insediò a Palazzo Koch provenendo dal Tesoro, dov’era direttore generale, la stessa posizione che occupa adesso Vittorio Grilli. Ma la parentesi esterna di Draghi era stata causata dall’improvviso allontanamento di Antonio Fazio, coinvolto nell’inchiesta sui “furbetti” del quartierino.
Umberto Bossi, che aveva sempre sostenuto la candidatura del milanese Grilli, ha detto, a chi gli chiedeva se Napolitano potesse aver in qualche modo sollecitato una soluzione “interna”, che “Napolitano è stato molto presente”.
20 ottobre 2011 | 19:56
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