Il Trattato di Maastricht? Va rinegoziato. Il Fiscal compact? Da cancellare. La Bce? Si metta a stampare moneta. I salvataggi europei? Li paghi Berlino. Il Movimento Cinque Stelle è pronta ad interpretare il suo ruolo di opposizione in Parlamento cominciando dal Def, il Documento di Economia e Finanza in discussione nella Commissione speciale di Camera e Senato. I parlamentari grillini stanno lavorando ad una risoluzione, della quale L'Huffingtonpost ha potuto leggere una bozza, con la quale provano a smantellare l'impianto del governo e a proporre una loro contro-ricetta economica.

Il documento, una trentina di pagine, parte con un'analisi impietosa del fallimento delle politiche di austerity in Europa. Un fallimento, ricordano i parlamentari pentastellati, nato anche da presupposti teorici errati, come gli errori nei file Excel delle elaborazioni degli economisti Reinhart e Rogoff, che avevano teorizzato le difficoltà di crescita dell'economia quando i debiti sono superiori al 90% del Pil. La soluzione? "In risposta all'eclatante fallimento del sistema di austerità", si legge nella bozza di risoluzione, "occorre porre in essere una diversa politica europea attraverso l'attuazione di misure anticicliche anche attraverso la rinegoziazione del Trattato di Maastricht e del Fiscal Compact al fine di rilanciare una nuova Europa". Inoltre, aggiunge il documento, "serve una maggiore democrazia nella governance europea che ponga al suo centro il benessere dei cittadini europei e non il mito dello sviluppo e della crescita".
Insomma, l'idea è quella di superare i vincoli di bilancio imposti dall'Europa. Ma non è l'unico punto. I Cinque Stelle puntano anche ad una ridefinizione del del "ruolo della Bce" che "dovrebbe diventare prestatore di ultima istanza per i diversi debiti pubblici" ed inserire tra i suoi obiettivi "il perseguimento della piena occupazione, nonché finanziare direttamente gli investimenti produttivi".
L'altro punto è la solidarietà. Soprattutto quella tedesca. "Occorre", spiega la bozza di risoluzione, "che i Paesi con un bilancio positivo, come la Germania, si facciano carico del fondo di stabilità europeo (Mes) senza ricatti verso gli altri Stati che invece non possono contribuirvi nelle misure richieste e rischiano il default, come l'Italia".
Nel loro lungo documento, i Cinque Stelle affrontano capitolo per capitolo ogni aspetto programmatico del Def e del Piano nazionale di Riforme, dal pagamento dei debiti della Pa fino alla questione fiscale. Sul pagamento dei 90 miliardi di debiti commerciali della pubblica amministrazione, i grillini sostengono che dovrebbe essere la Cassa depositi e prestiti, utilizzando il risparmio postale, a pagare la cifra. Poi, con i tempi necessari, dovrebbe farsi saldare dallo Stato.
Sulle tasse la maggior parte delle proposte sono per un'abolizione. Via sicuramente la Tares, la nuova imposta sui rifiuti, che rischia di essere un doppione dell'Imu. No all'aumento dell'Iva di un punto a luglio. Sì all'abolizione dell'Imu sulla prima casa, ma anche eliminazione dei bolli sui conti correnti, una delle "patrimonialine" introdotte dal governo Monti con il Salva-Italia con lo scopo di effettuare un prelievo proporzionale su conti correnti e strumenti finanziari soprattutto dei più abbienti. Il tutto da sostituire con un inasprimento della Tobin Tax, il prelievo sulle transazioni finanziarie.