INTERVISTA DI
GIANCARLO INFANTE
Nino Galloni, economista, 60 anni, romano, laureato in
giurisprudenza, sindaco effettivo INPS dall’ottobre 2010, già
dell’Inpdap, in precedenza prestigiosi incarichi al ministero del
Lavoro, Direttore generale della Cooperazione e, prima ancora, dal
1990 al ’93, DG dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro. Una
vita al servizio della pubblica amministrazione, della ricerca e
dello studio sulle realtà monetarie.
Più che la fine dell’euro si potrebbe pensare alla
coesistenza con una o più monete locali. Non c’é nessun rischio
per l’inflazione. Le banche sono quelle che hanno guadagnato a
tenere sotto silenzio i rischi della ” bolla” speculativa. Lei,
dott. Galloni tanti anni anni fa, in tempi non sospetti, cominciò a
sostenere la possibilità che potessero essere introdotte una o più
monete locali da far coesistere con l’Euro. Un tema che, dopo tante
alzate di spalle, adesso si sta imponendo. L’ultima notizia é
quella dell’interesse della Regione Lombardia. Ci può spiegare la
sua proposta?
In linea di massima ci sono tre possibilità. La prima è
un’emissione di buoni acquisto (o qualsiasi altro titolo di
credito) da parte di un Comune o anche dello Stato nazionale (vale a
dire locale!!) che siano, in un secondo tempo anche accettati in
pagamento di tasse etributi; la seconda è l’emissione di moneta
complementare da parte di privati per un ammontare doppio rispetto a
un montante in euro che viene depositato da qualche parte, tale nuova
moneta circola in modo che – a tempo o ad ogni scambio – perda un
po’ di valore (démurrage) fino a ritornare a quello iniziale (in
euro) e il gioco può ricominciare; la terza è la cosiddetta
alternativa, può venir emessa da un consorzio di imprese o di
disoccupati (purchè capaci di produrre beni e servizi che il mercato
non assorbirebbe se approntati a costi elevati in euro per via della
globalizzazione) con la partecipazione anche di sindacati e autorità
varie attraverso un patto in deroga per aggirare le normative fiscali
(per una cosa piccola e urgente in termini di ordine pubblico può
bastare anche un interpello all’agenzia delle entrate, ma non è
detto che dica di sì!). Poi ci sono gli abbuoni o gli sconti che
camminano, una cosa già ampiamnete praticata ma non sempre efficace
se troppo prudente come percentuale sui prezzi di listino e, non
ultimo, varie tecniche per valorizzare i crediti fra imprese
anticipandone - non tramite banche - forme di monetizzazione
fiduciaria.
Pensa che chi ha il potere finanziario in mano accetterà mai
queste sue idee?
Oggi chi ha il potere finanziario è più in confusione di noi,
comuni mortali. L’unica cosa che sanno tutti è che manca la
liquidità (anche se pochi sembrano in grado di riconoscere la
differenza tra limiti di bilancio e disponibilità di liquidi);
quindi è interesse di tutti che essa si formi anche endogeneamente e
non solo perché le Banche Centrali la pompano disperatamente ed
illimitatamente, ma solo per tamponare le falle delle banche
universali createsi sui mercati speculativi internazionali,
Dalla circolazione di moneta locale non può venire un aumento
dei tassi d’inflazione?
Due sono gli scenari nefasti: che ci sia moneta ma non capacità
produttiva; che una certa moneta (non a corso legale) venga rifiutata
cioè sfiduciata (inflazione infinita). Il primo è improbabile anche
se i governi europei fanno di tutto per distruggere le imprese; il
secondo corrisponderebbe al mero fallire di un eventuale
esperimento…conseguenze scarse.
A proposito, Lei ritiene che le statistiche che riguardano la
macroeconomia siano davvero veritiere? Ad esempio, a vedere il
continuo aumento dei prezzi al consumo, nei supermercati, per
intenderci, come si può credere che l’inflazione sia realmente
bassa e sotto controllo?
E’ un discorso lungo che riguarda i cosiddetti panieri…la gente
si impoverisce e cambia paniere…poi nel paniere ufficiale ci sono
beni che vedono una riduzione dei prezzi (dovuta ai costi
decrescenti). Molti srvizi aumentano di prezzo, è vero, ma
altrettante famiglie devono rinunciarvi. Ci sono settori dove la
crisi fa da calmiere, altri no.
Lei ha denunciato molti anni prima che la situazione esplodesse
la bolla finanziaria e legata ai mutui. Chi ci ha guadagnato dal
tenere invece tutto ciò sotto silenzio?
Le banche che hanno cartolarizzato (per non fare vedere i mancati guadagni come le italiane) o fatto derivati come le tedesche, francesi e americane che poi si sono rivolte alle Banche Centrali al loro servizio per ottenere liquidità illimitate ed evitare il tracollo.
Lei condivide la politica seguita dall’Europa di sostegno
alle banche? Di quelle stesse banche che hanno messo a forte
repentaglio l’economia internazionale? E perché dobbiamo pagare
noi cittadini mentre i profitti, comunque generati da operazioni
scellerate, restano ben al riparo sui conti delle grandi famiglie e
dei grandi gruppi della finanza internazionale?
Qualcosa sta cambiando, ma temo in peggio: non si chiede alle banche
la contropartita di smetterla (ripristinando la sacrosanta netta
separazione tra soggetti che operano sui mercati speculativi e
soggetti creditizi), piuttosto si attaccano i depositi seminando quel
panico che – è vero – è condizione di sottomissione dei popoli,
ma anche l’unico modo certo per far saltare tutte le banche. Quindi
penso che il messaggio sia: vi lasciamo continuare, ma dovete
rispondere alle Banche Centrali…anche in Europa!
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