Il piano del governo sui giovani sarà devastante
A. Mustillo | gioventucomunista.it
Il piano del governo Letta sulla disoccupazione giovanile non presenta nulla di nuovo e le prospettive per i giovani e per tutti i lavoratori non miglioreranno di certo. La riforma Fornero, come avevamo facilmente previsto, ha avuto come esito quello di rovesciare sui lavoratori precari gli effetti della norma sugli intervalli tra un contratto e l’altro, che al posto di generare occupazione a tempo indeterminato, ha prodotto mancati rinnovi dei contratti e ulteriore disoccupazione. Ma la strada che intraprende il governo Letta si limita al semplice ritorno al passato, con una maggiore flessibilità in entrata, che tradotto vuol dire contratti più precari. Non a caso si va a prospettare la possibilità di nuove tipologie di apprendistato, da sempre forma di lavoro dequalificato e non adeguatamente retribuito, che mirano a creare manodopera a basso costo da utilizzare non nelle forme temporanee della formazione professionale e dell’inserimento nel mondo del lavoro, ma come forza lavoro alternativa a quella stabile. La temporanea, parziale ed eventuale diminuzione della disoccupazione, ammesso che si verifichi, sarà pagata a caro prezzo dai giovani e da tutti i lavoratori.
Il disegno del governo appare poi evidente con la cosiddetta staffetta tra vecchi e nuovi lavoratori, che dovrebbe consentire l’inserimento nel mondo del lavoro di giovani disoccupati. Se l’intento fosse davvero questo basterebbe diminuire l’età pensionabile, che invece in questi anni è stata continuamente innalzata, fino ad essere oggi la più alta d’Europa, consentendo così l’uscita dal mondo del lavoro di centinaia di migliaia di lavoratori. La finalità del governo Letta è quella di esasperare la competizione tra lavoratori, per ottenere una guerra tra poveri il cui fine ultimo è la contrazione dei salari, l’aumento dell’orario di lavoro, e la diminuzione dei diritti e delle tutele dei lavoratori, a tutto vantaggio delle grandi imprese. La ritrovata unità sindacale garantirà il sostegno a questo piano, voluto ed incoraggiato dalla Confindustria, con il Partito Democratico che ancora una volta avrà svolto un ruolo fondamentale in questo processo, e la CGIL che sarà “l’ammortizzatore sociale” più importante per il governo.
Appare evidente che nei meccanismi di questo sistema non c’è spazio per cancellare la disoccupazione, per assicurare un futuro ai giovani che non sia altro che sfruttamento e precarietà. Chi parla oggi della possibilità di riforme che migliorino la condizione dei lavoratori, dei disoccupati e dei giovani, contribuisce solo ad illudere. La via per conquistare il nostro avvenire è un’altra, passa per la lotta e l’abbattimento di questo sistema di sfruttamento.
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