LE AREE VALUTARIE OTTIMALI E IL FALLIMENTO DELL'EURO
Quando i politici di turno cominceranno a dare ascolto ai veri economisti e non essere servilmente servili a banche e multinazionali forse cominceremo a vedere reali situazioni di benessere collettivo.
Tutti gli economisti non venduti al regime bancario o a qualche corporationssi sono da principio espressi contro la nascita dell'euro-zona, ritenendola da subito quel che adesso è sotto gli occhi di tutti: un progetto fallimentare; ovviamente i loro moniti sono stati e restano inascoltati.
Già venti anni fa si poteva ascoltare la cronaca di un fallimento annunciato, leggendo le considerazioni dell'economista keynesiano Wynne Godley, collaboratore del Tesoro del Regno Unito, il quale individuò i problemi nella costruzione dell’Unione Monetaria a partire dal Trattato di Maastricht, dicendo che in assenza una banca centrale pubblica, di un fisco e di un welfare federali, di trasferimenti tra regioni, si arriverà inevitabilmente alla rottura dell’Unione monetaria, appena uno dei suoi membri si troverà in forti difficoltà per qualsiasi motivo.
Eppure bastava intuirlo da piccole cose che l'euro sarebbe stato un fallimento totale, appigliandosi alla già nota teoria delle "aree valutarie ottimali" (A.V.O.), teoria nata nel 1961 dagli studi dell’economista canadese Robert Mundell, il quale elencò le condizioni necessarie affinché due o più paesi potessero adottare con successo la stessa moneta:
- flessibilità di prezzi e salari;
- mobilità interregionale di lavoro e capitale;
- grado di apertura dell'economia;
- integrazione fiscale;
- convergenza dei tassi di inflazione;
Come potevano Paesi diversi tra loro per lingua, cultura, moneta, imposte, giurisprudenza, livelli inflazionistici, produttività, livelli occupazionali ed altro integrarsi agevolmente in una comunità economica, senza che qualcuno non ci rimettesse le penne?
Secondo quale criterio logico due o più Paesi, come Italia, Grecia, Spagna, potevano pensare di convivere agevolemente in un'aerea economica come "eurolandia" senza possedere nemmeno uno dei requisiti descritti nella teoria dell'A.V.O.?
Gli europeisti hanno pensato (sperato) di poter risolvere gli shock asimmetrici attraverso riforme e trattati sul piano internazionale.
In assenza di sovranità monetaria era ed è impossibile svalutare la moneta, per cui per cercare di risolvere i problemi non si è fatto altro che cercare di sottoscrivere riforme che avrebbero reso i mercati del lavoro sufficientemente flessibili, a discapito di salari e regalando un avvenire incerto ai lavoratori.
Del resto si persevera a ricercare il benessere economico e l'aumento della produzione nel mercato del lavoro, quando invece è risaputo che il PIL aumenta attraverso mosse ben precise fatte nel mercato dei beni, finanziando la spesa pubblica, abbassando la pressione fiscale, svalutando la moneta e, quindi, riattivando i consumi; in sintesi, attraverso la sovranità monetaria e una politica monetaria espansiva, tutte strategie queste impossibili da realizzare in un regime di moneta unica e con le enormi difficoltà e disparità tra gli Stati membri dell'Ue.
A cosa è servito, quindi, l'euro?
L'euro è da considerare sotto due aspetti: è stato un progetto fallimentare qualora il suo intento fosse stato quello di ottenere il benessere socio-economico tra i Paese aderenti; è stato un progetto ben realizzato qualora la mission dell'oligarchia bancaria sia stata quella di privare gli Stati di pezzi di sovranità ed assoggettarli maggiormente al diktat dei mercati finanziari, poiché i Paesi membri di un’unione monetaria emettono titoli di debito in una valuta su cui non hanno alcun controllo, con la conseguenza che i mercati finanziari detengano il potere di condurre al default questi Paesi.
Ci sono strumenti e teorie economiche che sono più precise di un'incisione laser, ignorarle significa agire al fine di soddisfare interessi privatistici e svendere contemporaneamente la vita milioni di esseri umani e non ritengo che, specialmente nell'ultimo caso, si possa mai perdonare l'operato di chi ci sta governando ormai da troppo tempo.
Salvatore Tamburro
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