Recentemente la Russia ha reso pubblici alcuni documenti desecretati relativi all'assassinio di John F. Kennedy (JFK), avvenuto il 22 novembre 1963 a Dallas. Si tratta di una raccolta di circa 350 pagine di archivi sovietici, consegnati in copia cartacea dall'ambasciatore russo negli USA, Alexander Darchiev, alla congresswoman statunitense Anna Paulina Luna. Questi file sono stati forniti su richiesta di Luna per supportare un'ulteriore indagine sull'omicidio, e rappresentano un gesto di "trasparenza" da parte della Russia, con l'auspicio di "illuminare ulteriormente la tragedia".Non ci sono indicazioni dirette che Vladimir Putin abbia personalmente desecretato i documenti, ma l'iniziativa proviene dal governo russo sotto la sua amministrazione. L'inviato economico di Putin, Kirill Dmitriev, ha ripostato l'annuncio di Luna su X, esprimendo supporto con emoji di bandiere russe e americane e una stretta di mano. I documenti saranno ufficialmente pubblicati in Russia, e un team di esperti sta lavorando alla traduzione per renderli pubblici al più presto.Questo rilascio è avvenuto il 15 ottobre 2025, in un contesto di tentativi di normalizzare le relazioni USA-Russia.
Il testo proviene da un documento intitolato "Russian_Jfk_Dossier_10152025.pdf" e presenta un'ampia raccolta di materiali legati all'assassinio del Presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy nel 1963. Gran parte del dossier, scritto in cirillico, si concentra sulla risposta e l'analisi del governo sovietico agli eventi, includendo la corrispondenza tra i leader come Nikita Khrushchev e Lyndon B. Johnson, nonché le comunicazioni relative al viaggio di Anatoly Dobrynin e Anastas Mikoyan negli Stati Uniti per il funerale. Il documento esamina anche le indagini su Lee Harvey Oswald e i suoi trascorsi in Unione Sovietica, con documenti che attestano il tentativo fallito di ottenere la cittadinanza sovietica e le assicurazioni del KGB di non avere legami con l'assassino. Inoltre, il dossier include riferimenti alla Commissione Warren, a dibattiti sulla Guerra Fredda, e al contesto delle relazioni sovietico-americane.
5 Rivelazioni Sorprendenti sull'Assassinio di JFK dagli Archivi Segreti Sovietici
Introduzione: Un Momento di Panico al Cremlino
L'assassinio di John F. Kennedy rimane una delle ferite più profonde nella memoria collettiva del XX secolo, un mistero che a decenni di distanza continua a generare domande e teorie. Ma mentre il mondo occidentale guardava a Dallas con orrore e incredulità, cosa accadeva dietro la Cortina di Ferro? Per anni, la reazione sovietica è stata vista attraverso il prisma della propaganda della Guerra Fredda. Oggi, grazie a documenti recentemente declassificati dagli archivi russi, possiamo gettare uno sguardo inaspettato su come il Cremlino visse quelle ore drammatiche. Le carte rivelano non un avversario monolitico e calcolatore, ma una leadership colta di sorpresa, dominata da un misto di shock, dalla paura di essere incolpati e trascinati in un conflitto globale, e un sorprendente pragmatismo. Cosa accadde veramente al Cremlino il 22 novembre 1963? Le risposte sono più complesse e umane di quanto si sia mai immaginato.
1. La Notizia Arrivò Durante un Momento di Riposo: lo Shock Personale di Chruščëv
Lontano dall'immagine di una macchina statale sempre all'erta, la notizia dell'attentato a Kennedy colse i vertici sovietici in momenti di ordinaria quotidianità. A Washington, l'ambasciatore Anatoly Dobrynin apprese la notizia per radio mentre si trovava sulla poltrona del dentista, interrompendo immediatamente la seduta.
A Mosca, Nikita Chruščëv non era nel suo ufficio al Cremlino a dirigere le sorti del mondo. Si trovava nella sua residenza privata sulle Colline Lenin, reduce da un viaggio a Kiev, e si era concesso un po' di riposo. Stava finendo di leggere il giornale della sera quando ricevette la telefonata dal Ministro degli Esteri Andrej Gromyko. Questo dettaglio, apparentemente banale, è in realtà profondamente significativo: demolisce l'immagine di un Cremlino onnisciente, rivelando invece una reazione umana e improvvisata a una crisi che avrebbe potuto far precipitare il mondo in una guerra nucleare. Lo shock non fu solo politico, ma personale.
2. Il Dossier del KGB su Oswald Era Sorprendentemente Banale
La prima, febbrile preoccupazione del Cremlino fu capire chi fosse Lee Harvey Oswald e quali fossero i suoi legami con l'Unione Sovietica. Il timore era che l'attentatore fosse un agente provocatore inviato per scatenare una rappresaglia contro l'URSS. Il KGB fu immediatamente incaricato di recuperare ogni informazione disponibile, ma ciò che emerse fu un dossier sorprendentemente scarno.
I fatti chiave erano questi: Oswald aveva vissuto in Unione Sovietica dall'ottobre 1959 al maggio 1962; la sua richiesta di ottenere la cittadinanza sovietica era stata respinta; aveva lavorato come operaio in una fabbrica di radio a Minsk, dove gli era stato fornito un modesto appartamento; e aveva sposato una cittadina sovietica, Marina Prusakova. Era stato tenuto sotto osservazione dalle autorità, ma il suo dossier lo dipingeva come una figura secondaria, non un potenziale agente o una minaccia.
Tuttavia, un dettaglio alimentò i sospetti sovietici. L'ultima lettera di Oswald all'ambasciata sovietica a Washington, datata 9 novembre 1963, era diversa da tutte le precedenti: era stata battuta a macchina, non scritta a mano, e conteneva elementi poco chiari. Per il KGB, un cambiamento così netto nelle abitudini comunicative era un segnale d'allarme: poteva indicare un'influenza esterna o che la lettera fosse stata scritta sotto dettatura, alimentando il sospetto che non avesse agito da solo.
3. Chruščëv Pensava Fosse un Complotto dell'Ultra-Destra
Fin dal primo momento, Nikita Chruščëv fu convinto che l'assassinio di Kennedy non fosse l'opera di un "pazzo solitario". La sua analisi, rivelata in una conversazione con il giornalista americano Drew Pearson, puntava in una direzione del tutto inaspettata: un complotto interno agli Stati Uniti, orchestrato da forze reazionarie.
Questa convinzione non era campata in aria, ma si radicava nel contesto del cauto disgelo seguito alla crisi dei missili di Cuba. Chruščëv percepiva che il dialogo con Kennedy stava producendo risultati concreti, come il Trattato di Mosca, e concluse che solo le forze interne americane contrarie a questa distensione avrebbero avuto un movente per eliminarlo. Le sue parole furono inequivocabili:
"Per la mente di Oswald questo è un crimine troppo complesso. Qui ha agito un intero gruppo di persone secondo un piano precedentemente elaborato. Un uomo solo non può commettere un crimine del genere. [...] Dietro tutto questo crimine ci sono persone che avevano grandi possibilità, sia materiali che finanziarie."
È sorprendente notare come il leader sovietico, nel pieno della Guerra Fredda, non accusasse la sinistra o agenti comunisti, ma puntasse il dito contro forze interne alla stessa America, convinto che volessero spingere il nuovo presidente Johnson verso una politica più aggressiva e intransigente.
In uno dei momenti più tesi della storia, quando un errore di calcolo avrebbe potuto scatenare l'apocalisse, emerse una sorprendente e pragmatica cooperazione tra Washington e Mosca. Entrambe le superpotenze capirono che il nemico comune, in quel momento, era l'ignoto. Questa collaborazione si manifestò in gesti tanto concreti quanto simbolici. Innanzitutto, Chruščëv inviò a Washington non una figura secondaria, ma Anastas Mikoyan, Primo Vicepresidente del Consiglio dei ministri e una delle personalità più importanti del regime, a dimostrazione della serietà con cui Mosca considerava la tragedia. Allo stesso tempo, si aprì un canale di comunicazione diretto e personale tra Chruščëv e il nuovo presidente Lyndon B. Johnson; la prima lettera in assoluto firmata da Johnson come Presidente degli Stati Uniti fu proprio quella indirizzata al leader sovietico, un gesto per assicurare continuità e prevenire il panico. Ma il gesto più clamoroso fu la decisione senza precedenti di condividere volontariamente con il governo americano il fascicolo consolare completo su Lee Harvey Oswald. L'obiettivo era duplice: aiutare le indagini della Commissione Warren e, soprattutto, fugare ogni possibile dubbio su un coinvolgimento sovietico, disinnescando così una potenziale escalation militare.
L'assassinio non avvenne nel vuoto, ma in un momento storico delicato e pieno di potenziale. Pochi mesi prima, nell'agosto 1963, USA e URSS avevano firmato il Trattato di Mosca sulla messa al bando parziale dei test nucleari (noto anche come Partial Test Ban Treaty, PTBT), il primo vero passo per ridurre la tensione atomica dopo la crisi cubana.
Kennedy e Chruščëv, pur essendo avversari ideologici irriducibili, avevano imparato a rispettarsi. Dopo essersi guardati sull'orlo dell'abisso, avevano sviluppato un canale di comunicazione diretto e una comprensione reciproca basata sul realismo. Entrambi sapevano cosa fosse in gioco. La morte di Kennedy interruppe bruscamente questo dialogo, lasciando il Cremlino e il mondo intero in un vuoto di profonda incertezza.
Nessuna parola cattura meglio questa sensazione di un'opportunità storica perduta quanto la dichiarazione che Jacqueline Kennedy fece a Mikoyan durante il funerale del marito, un messaggio commovente che l'inviato sovietico riportò fedelmente a Mosca:
"Sono sicura che il presidente Chruščëv e mio marito avrebbero potuto raggiungere il successo nella ricerca della pace, e si sono davvero sforzati per questo. Ora dovete continuare questo lavoro voi e il presidente Johnson."
Questa frase, pronunciata in un momento di dolore inimmaginabile, trascende il cordoglio personale. È un lucido appello politico, il riconoscimento da parte della First Lady che in gioco non c'era solo il destino di un uomo, ma la continuità di un fragile processo di pace.
Conclusione: Uno Sguardo Oltre la Cortina di Ferro
I documenti declassificati dagli archivi sovietici ci offrono più di una semplice nota a piè di pagina nella storia dell'assassinio di JFK. Ci mostrano che, dietro la rigida facciata della Guerra Fredda, la reazione di Mosca fu sorprendentemente umana, pragmatica e, soprattutto, dominata dalla paura dell'ignoto e dalla volontà di evitare a ogni costo un conflitto globale. Lo shock non fu simulato; il timore di essere incolpati e trascinati in guerra era reale.
Questo sguardo inedito oltre la Cortina di Ferro ci costringe a riconsiderare uno dei momenti più bui del XX secolo, lasciandoci con una domanda potente e riflessiva: come sarebbe potuta cambiare la storia se quel fragile canale di dialogo tra Kennedy e Chruščëv non si fosse spezzato in modo così tragico quel giorno a Dallas?
La cronologia degli eventi e dei documenti chiave menzionati nelle fonti è la seguente:
Contesto Precedente (1933–1959)
• 1933 (16 novembre): Stabilimento delle relazioni diplomatiche ufficiali tra l'URSS e gli USA.
• 1949: Nascita dei due Stati tedeschi: la Repubblica Federale Tedesca (RFT) e la Repubblica Democratica Tedesca (RDT), che innescò il dibattito sulla riunificazione.
• 1955 (14 maggio): Firma del Patto di Varsavia.
• 1957 (luglio): L. Thompson divenne Ambasciatore degli Stati Uniti in URSS.
• 1959 (4–21 gennaio): A.I. Mikoyan compì un viaggio negli Stati Uniti come ospite dell'Ambasciatore dell'URSS.
• 1959 (15 settembre): Il senatore John F. Kennedy si incontrò con N.S. Khrushchev durante la sua visita al Congresso degli Stati Uniti.
• 1959 (13 ottobre):Lee Harvey Oswald arrivò in URSS come turista.
• 1959 (17 ottobre): Oswald presentò la sua domanda per l'ammissione alla cittadinanza sovietica al Presidium del Soviet Supremo dell'URSS.
• 1959 (23 ottobre): Il Presidium del Comitato Centrale (CC) del PCUS si espresse contro la concessione della cittadinanza sovietica a Oswald.
• 1959 (27 novembre): Nota di A.A. Gromyko e A.N. Shelepin al CC del PCUS riguardante la richiesta di Oswald di ottenere la cittadinanza sovietica.
• 1959 (28 novembre): La nota di A.A. Gromyko e A.N. Shelepin fu inviata ai membri del Presidium del CC del PCUS.
• 1959 (1 dicembre): Il Consiglio dei Ministri dell'URSS decise di concedere a L.H. Oswald il diritto di residenza temporanea in URSS per un anno.
Periodo del Trattato sul Bando dei Test e della Campagna Elettorale (1960–Ottobre 1963)
• 1960 (12 gennaio): Oswald fu assunto come regolatore di primo livello presso la fabbrica di radio di Minsk.
• 1961 (3–4 giugno): Incontro tra N.S. Khrushchev e J.F. Kennedy a Vienna.
• 1962 (marzo): Inizio della preparazione di documenti tematici per il I e VI settore del Dipartimento Generale del CC del PCUS.
• 1962 (28 maggio): L.H. Oswald lasciò l'URSS per gli Stati Uniti con la sua famiglia.
• 1963 (marzo): Marina Prusakova richiese di tornare in URSS per la residenza permanente.
• 1963 (10 giugno): Il Presidente J.F. Kennedy pronunciò il suo famoso discorso "Strategia di Pace" all'American University di Washington.
• 1963 (13 giugno): Il discorso completo di Kennedy fu pubblicato sulla "Pravda".
• 1963 (15 giugno): Fu pubblicata l'"Intervista" con Khrushchev, una risposta al discorso di Kennedy.
• 1963 (26 giugno): W. Averell Harriman arrivò a Mosca per la preparazione e la firma del Trattato sul Bando dei Test Nucleari.
• 1963 (27 luglio): Annuncio sull'accordo raggiunto sul Trattato sul Bando dei Test Nucleari.
• 1963 (5 agosto): Il Trattato sul Bando dei Test Nucleari nell'atmosfera, nello spazio cosmico e sott'acqua fu firmato a Mosca. Il Segretario di Stato americano D. Rusk arrivò per la firma.
• 1963 (17 agosto): Lettera di Khrushchev a Kennedy con le condoglianze per la morte del figlio.
• 1963 (17 settembre): A.A. Gromyko iniziò il suo soggiorno negli Stati Uniti per la 18a sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
• 1963 (23 settembre): Il Senato degli Stati Uniti ratificò il Trattato sul Bando dei Test.
• 1963 (26 settembre): L.H. Oswald visitò il Consolato Sovietico a Città del Messico.
• 1963 (7 ottobre): Il Dipartimento Consolare del Ministero degli Affari Esteri (MAE) dell'URSS inviò una lettera all'Ambasciata riguardo alla richiesta di Oswald di tornare in URSS.
• 1963 (9 ottobre): Risoluzione del Presidium del CC del PCUS sulle lettere di Khrushchev a Kennedy e Macmillan in occasione dell'entrata in vigore del Trattato sul Bando dei Test.
• 1963 (10 ottobre):Il Trattato sul Bando dei Test Nucleari entrò in vigore. A.A. Gromyko si incontrò con J.F. Kennedy.
• 1963 (22 ottobre): Telegramma cifrato di A.F. Dobrynin al CC del PCUS sulla politica dell'amministrazione Kennedy dopo il Trattato di Mosca.
L'Assassinio di Kennedy e l'Immediata Reazione Sovietica (Novembre 1963)
• 1963 (9 novembre): Data dell'ultima lettera di L.H. Oswald all'Ambasciata Sovietica a Washington.
• 1963 (18 novembre): La lettera di Oswald del 9 novembre fu ricevuta dall'Ambasciata Sovietica.
• 1963 (22 novembre):Il Presidente J.F. Kennedy fu assassinato a Dallas, Texas.
◦ La notizia dell'arresto di Oswald (ore 16:00 EST) fu riportata dall'agenzia telegrafica statunitense TASS.
◦ A.F. Dobrynin venne a conoscenza dell'attentato (tra le 19:00 e le 20:00 ora di Mosca).
◦ TASS riportò l'omicidio e l'assunzione della presidenza da parte di L. Johnson.
• 1963 (23 novembre):
◦ Arrivo dei telegrammi cifrati contenenti i dettagli dell'arresto di Oswald sulla scrivania della leadership sovietica (7:30 e 8:30 del mattino).
◦ Oswald fu formalmente accusato dell'omicidio di Kennedy.
◦ Khrushchev si recò all'Ambasciata degli Stati Uniti a Mosca per esprimere le sue condoglianze.
◦ Invio delle note di condoglianze di N.S. Khrushchev e L.I. Brezhnev al nuovo Presidente L. Johnson e a Jacqueline Kennedy.
◦ Preparazione del progetto di messaggio confidenziale di Khrushchev a Johnson.
◦ L. Johnson assunse ufficialmente la carica di Presidente.
• 1963 (24 novembre):A.I. Mikoyan partì per gli Stati Uniti per partecipare ai funerali.
◦ Risoluzione del Presidium del CC del PCUS che approvava il messaggio confidenziale di Khrushchev a Johnson.
• 1963 (25 novembre): Oswald fu ucciso da Jack Ruby.
◦ Mikoyan partecipò ai funerali di Kennedy ad Arlington.
◦ Mikoyan partecipò al ricevimento organizzato da Jacqueline Kennedy.
• 1963 (26 novembre): Mikoyan si incontrò con il Presidente L. Johnson alla Casa Bianca.
◦ Dobrynin trasmise un telegramma cifrato riguardo al carattere provocatorio della lettera di Oswald.
• 1963 (27 novembre): A.A. Gromyko e V.E. Semichastny prepararono una nota al CC del PCUS per respingere le insinuazioni della stampa americana sui legami di Oswald con l'URSS.
• 1963 (28 novembre): Risoluzione del Presidium del CC del PCUS che approvava l'attività di Mikoyan durante il suo viaggio negli Stati Uniti.
• 1963 (29 novembre): L'Ambasciata dell'URSS negli USA preparò un breve promemoria sulle circostanze dell'omicidio di Kennedy.
◦ Risoluzione del Presidium del CC del PCUS sul trasferimento agli americani di fotocopie della corrispondenza di Oswald.
• 1963 (30 novembre): Dobrynin incontrò D. Rusk per consegnare le fotocopie della corrispondenza consolare con Oswald e sua moglie.
Sviluppi Post-Assassinio (Dicembre 1963 – Settembre 1964)
• 1963 (1 dicembre): Il "Washington Post" pubblicò la notizia della consegna delle fotocopie della corrispondenza di Oswald.
• 1963 (3 dicembre): Dobrynin trasmise il testo del messaggio confidenziale di L. Johnson a Khrushchev.
• 1963 (4 dicembre): V.E. Semichastny inviò una nota a V.V. Kuznetsov con una relazione su L.H. Oswald.
• 1963 (10 dicembre): Risoluzione del Presidium del CC del PCUS sulla risposta alla richiesta di D. Rusk riguardo al rifiuto della domanda di cittadinanza di Oswald.
• 1964 (26 febbraio): Lettera di Robert Kennedy a N.S. Khrushchev per chiedere aiuto nella raccolta di materiali per la Memorial Library di J.F. Kennedy.
• 1964 (27 febbraio): Lettera di J. Blazka, Presidente del Consiglio di fondazione della J.F. Kennedy Memorial Library, a A.F. Dobrynin sulla creazione della biblioteca.
• 1964 (24 marzo): Dobrynin informò D. Rusk sul trasferimento di materiali aggiuntivi su Oswald, e ricevette la richiesta formale di E. Warren (Presidente della Commissione Warren) per i documenti su Oswald.
• 1964 (15 aprile): Nota di V.V. Kuznetsov e V.E. Semichastny al CC del PCUS sul trasferimento agli Stati Uniti delle fotocopie dei documenti relativi al soggiorno di Oswald in URSS.
• 1964 (23 aprile): Risoluzione del Presidium del CC del PCUS sul trasferimento al Dipartimento di Stato delle fotocopie dei documenti di Oswald.
• 1964 (19 aprile): Nota di A.A. Gromyko a N.S. Khrushchev sulla possibilità di fornire materiali per la Biblioteca Kennedy.
• 1964 (28 maggio): Risoluzione del Presidium del CC del PCUS sulla nota di Gromyko del 19 aprile riguardante la Biblioteca Kennedy.
• 1964 (24 giugno): Telegramma cifrato di V.M. Vasev con la lettera di B. Russell a N.S. Khrushchev, che chiedeva il fascicolo di Oswald.
• 1964 (29 giugno): Risoluzione del Presidium del CC del PCUS sulla risposta a R. Kennedy in merito alla partecipazione alla creazione della Memorial Library.
• 1964 (1 agosto): Risoluzione del Presidium del CC del PCUS sulla risposta a B. Russell (negando la consegna dei materiali di Oswald).
• 1964 (31 luglio): Inoltro dei materiali documentari per la Biblioteca Kennedy a R. Kennedy (attraverso l'incaricato d'affari Korneenko).
• 1964 (24 settembre): Il Rapporto della Commissione Warren fu presentato al Presidente Johnson.
• 1964 (27 settembre): Il Rapporto della Commissione Warren fu pubblicato.
• 1964 (28 settembre): Messaggio dell'Ambasciatore degli Stati Uniti F. Kohler a N.S. Khrushchev riguardante l'invio della copia del Rapporto della Commissione Presidenziale sull'assassinio di J.F. Kennedy.
• 2025: Anno di pubblicazione della raccolta di documenti "L'omicidio del Presidente degli Stati Uniti J.F. Kennedy e le relazioni sovietico-americane"
L'Assassinio di Kennedy: La Prospettiva Sovietica
Introduzione: Un Mondo Diviso
Durante il XX secolo, il mondo fu dominato da un periodo di profonda tensione politica e militare noto come Guerra Fredda. Questa contrapposizione vedeva da un lato gli Stati Uniti e i loro alleati, e dall'altro l'Unione Sovietica e il suo blocco. I leader delle due superpotenze all'inizio degli anni '60 erano il Presidente americano John F. Kennedy e il leader sovietico Nikita Khrushchev. Questo documento illustra come l'Unione Sovietica reagì a uno degli eventi più traumatici di quell'epoca: l'assassinio del Presidente Kennedy.
1. Un Cauto Disgelo: Le Relazioni USA-URSS nel 1963
Nel 1963, l'anno dell'assassinio, le relazioni tra Stati Uniti e Unione Sovietica erano in una fase delicata. Sebbene la sfiducia reciproca rimanesse altissima, entrambe le parti avevano iniziato a esplorare caute forme di dialogo per ridurre il rischio di una catastrofe globale. Questo clima era stato definito da due eventi fondamentali:
• L'ombra della Crisi dei Missili di Cuba: L'anno precedente, la crisi missilistica cubana aveva portato il mondo a un passo da una guerra nucleare. Questa esperienza traumatica spinse entrambe le superpotenze a cercare canali di comunicazione per evitare futuri scontri diretti che potessero sfuggire al controllo.
• Il Trattato di Mosca: Come passo concreto verso il disarmo, nell'agosto del 1963 fu firmato il Trattato di Mosca. Questo importante accordo vietava i test nucleari nell'atmosfera, nello spazio extra-atmosferico e sott'acqua, segnando un primo, significativo successo diplomatico.
Tuttavia, il disgelo era fragile. Le discussioni su altre questioni cruciali, come un patto di non aggressione tra la NATO e il Patto di Varsavia o la spinosa "questione tedesca", procedevano con estrema lentezza. L'amministrazione Kennedy era particolarmente cauta a causa dell'imminente campagna per le elezioni presidenziali.
Fu in questo contesto di fragili speranze e profonde tensioni che la notizia dell'attentato di Dallas sconvolse il mondo.
2. La Notizia da Dallas: La Reazione del Cremlino
La notizia dell'assassinio del Presidente Kennedy suscitò grave preoccupazione ai vertici del potere sovietico. La catena di comunicazione che portò la notizia al leader sovietico fu rapida e concitata:
1. L'Ambasciatore Dobrynin: Il primo a sapere fu Anatoly Dobrynin, ambasciatore sovietico a Washington. Apprese la notizia dalla radio mentre si trovava nello studio del suo dentista.
2. La Chiamata a Gromyko: Dobrynin si precipitò in ambasciata e contattò immediatamente a Mosca il Ministro degli Esteri, Andrei Gromyko.
3. L'Avviso a Khrushchev: Gromyko, che era già a casa, telefonò subito a Nikita Khrushchev, che si stava riposando nella sua residenza sulle Colline Lenin.
La paura principale del Cremlino era che l'assassinio potesse trasformarsi in un "grosso problema", scatenando una crisi internazionale o, nel peggiore dei casi, una guerra. Il timore più concreto era che gli ambienti più oltranzisti negli Stati Uniti potessero sfruttare l'evento per accusare Mosca di un complotto, creando un pretesto per un conflitto (casus belli) e vanificando i fragili progressi diplomatici raggiunti dopo la Crisi di Cuba. I leader sovietici discussero immediatamente su come gestire la situazione, compresa la scelta di chi inviare ai funerali. Inizialmente, Khrushchev sostenne che "un presidente dovrebbe essere sepolto da un presidente", a testimonianza dell'enorme importanza attribuita all'evento. Alla fine, la scelta ricadde su un alto funzionario, A.I. Mikoyan.
In quelle prime ore concitate, un elemento divenne fonte di particolare ansia e incertezza per Mosca: l'identità dell'assassino, Lee Harvey Oswald.
3. L'Enigma Oswald: Un Problema per Mosca
La figura di Lee Harvey Oswald divenne immediatamente un punto critico per la leadership sovietica. Il fatto che l'assassino di un presidente americano avesse vissuto per quasi tre anni in Unione Sovietica era una coincidenza potenzialmente disastrosa, che gli avversari di Mosca avrebbero potuto facilmente manipolare per presentare l'omicidio come una cospirazione sovietica. Il Cremlino aveva l'assoluta necessità di capire chi fosse quest'uomo e cosa avesse fatto durante la sua permanenza nel paese.
Di seguito una sintesi dei fatti chiave relativi al soggiorno di Oswald in URSS:
Periodo
Eventi Chiave Riguardanti Lee Harvey Oswald in URSS
Ottobre 1959 - Maggio 1962
Oswald vive in Unione Sovietica.
Ottobre 1959
Chiede di ottenere la cittadinanza sovietica, ma la sua richiesta viene respinta.
1959 - 1962
Gli viene concesso di risiedere a Minsk, dove lavora in una fabbrica di radio.
Aprile 1961
Sposa una cittadina sovietica, Marina Prusakova.
Novembre 1963
Una sua lettera sospetta, datata 9 novembre ma ricevuta solo il 18, arriva all'ambasciata sovietica. Era battuta a macchina, a differenza delle altre, e menzionava un rifiuto di visto per Cuba e l'URSS a Città del Messico, sollevando dubbi.
Quando Khrushchev apprese che l'assassino era legato a ideali di sinistra, la sua reazione fu netta. Dichiarò che il partito comunista era sempre stato contrario ai metodi del terrore, citando una frase attribuita a Lenin: "Noi seguiremo un'altra strada". Invocando il rifiuto fondativo di Lenin del terrorismo individuale a favore dell'azione politica di massa, Khrushchev stava distanziando con forza e immediatezza lo stato sovietico e l'ideologia comunista dall'atto di Oswald: un segnale ideologico cruciale per il pubblico interno e internazionale.
Per fugare ogni sospetto e dimostrare la propria estraneità ai fatti, l'Unione Sovietica prese una decisione cruciale: cooperare pienamente con le autorità americane. Fornì alla Commissione Warren, incaricata di indagare sull'assassinio, documenti e informazioni dettagliate sul soggiorno di Oswald in URSS. Questo livello di trasparenza con un'indagine statunitense era quasi senza precedenti per l'Unione Sovietica e sottolineava la profonda urgenza del Cremlino di neutralizzare la connessione con Oswald e provare la propria innocenza.
Mentre gestiva la delicata questione di Oswald, la diplomazia sovietica lavorava febbrilmente per garantire la stabilità con la nuova amministrazione americana guidata da Lyndon B. Johnson.
4. Diplomazia in Tempo di Crisi: Costruire un Ponte con Johnson
La missione di A.I. Mikoyan a Washington per i funerali di Kennedy non fu solo un gesto di cordoglio, ma un momento diplomatico fondamentale per stabilire un contatto con la nuova leadership americana.
L'incontro tra Mikoyan e il neopresidente Lyndon B. Johnson fu un passaggio chiave:
• Tensione iniziale: Mikoyan si recò all'incontro con una certa agitazione.
• Esito positivo: L'incontro andò bene. Johnson si mostrò lusingato da un messaggio confidenziale che Khrushchev gli aveva inviato tramite Mikoyan.
• Garanzia di continuità: Johnson assicurò a Mikoyan di voler proseguire la politica di Kennedy volta a migliorare le relazioni tra le due superpotenze e propose di continuare lo scambio di messaggi personali.
Dopo la morte improvvisa di un presidente americano, i sovietici si trovavano di fronte a un'enorme incertezza sulla linea politica della nuova amministrazione. La rapida assicurazione di Johnson di voler continuare la politica di dialogo di Kennedy fu un segnale fondamentale che prevenne un vuoto diplomatico e una potenziale escalation.
Un altro gesto significativo fu il toccante messaggio che Jacqueline Kennedy scrisse a Khrushchev. Nella sua lettera, esprimeva la convinzione che suo marito e il leader sovietico avrebbero potuto "raggiungere il successo nella ricerca della pace".
Come ulteriore prova di buona volontà, la dirigenza sovietica acconsentì a fornire filmati e documenti per la creazione della Biblioteca Presidenziale John F. Kennedy, un'istituzione dedicata a preservare la memoria del presidente assassinato.
5. Conclusione: L'Impatto sulla Guerra Fredda
In sintesi, la reazione iniziale dell'Unione Sovietica all'assassinio del Presidente Kennedy fu una combinazione di shock, profonda preoccupazione per la stabilità mondiale e il timore di essere ingiustamente accusata a causa dei legami, per quanto tenui, tra Lee Harvey Oswald e l'URSS. La leadership del Cremlino temeva che l'evento potesse innescare una crisi incontrollabile.
Tuttavia, l'assassinio portò a un'inaspettata fase di cauta ma costruttiva diplomazia. In un sorprendente paradosso storico, l'evento – che portò il mondo sull'orlo del panico – finì per catalizzare un periodo di pragmatismo diplomatico, poiché entrambe le superpotenze scelsero l'imperativo della stabilità anziché cedere alla tentazione del confronto.