domenica 29 settembre 2013

Sistema bancario: «cosca mafiosa», con tanto di «sicari»

«Il sistema delle banche tradisce i risparmiatori»


Ne aveva fatto una battaglia di principio e di sostanza: per Arrigo Molinari, nella veste di avvocato patrocinatore delle cause dei cittadini deboli contro i poteri forti, quella contro la Banca d’Italia e il suo governatore Antonio Fazio era diventata una sorta di sfida da vincere a tutti costi.
E l’occasione giusta - come gli piaceva dire - era capitata di recente: per la causa intentata «nell’interesse degli eredi di Pallavicino Maria Teresa e Pallavicino Carlo che hanno numerosi contenziosi civili incardinati nei tribunali di Genova, Savona e Imperia, relativi a rapporti di conto corrente e di mutuo fondiario con numerosi istituti bancari».
Ci si era dedicato con lo stesso entusiasmo che aveva messo in tanti anni di carriera in polizia. Tanto più che, diceva spesso, «i risparmiatori sono stati traditi, e bisogna che si prendano la loro rivincita». Le sue argomentazioni parevano ineccepibili, magari un po’ ardue da decifrare, ma, di questi tempi, sparare sulle istituzioni creditizie private e pubbliche, nazionali ed europee, poteva incontrare solo consensi. Nel mirino, però, più di tutti, la Banca d’Italia, «un elefante con 8mila addetti che godono di stipendi da 75mila euro all’anno e il cui capo è di fatto completamente inamovibile. Il vero scandalo è una schiera di dipendenti annidati in un vero e proprio carrozzone».
Molinari aveva affondato il coltello nella piaga, facendo ricorso contro l’istituto centrale e le sue sedi decentrate di Genova, Savona e Imperia, ma accomunando nell’istanza anche la Banca centrale europea. Sosteneva infatti che Palazzo Koch «aveva privato i ricorrenti della tutela amministrativa prevista dalla normativa vigente in materia di vigilanza sugli istituti di credito, stante il conflitto di interesse che si è venuto a creare tra la Banca d’Italia stessa e gli istituti di credito soci della Banca d’Italia».
In particolare, sottolineava Molinari, «il dibattito che è scaturito sulla cosiddetta vicenda Fazio non è tanto sulla regolamentazione dei poteri e sulla durata in carica del governatore, quanto una meritoria presa di posizione dello Stato italiano di riappropriarsi di risorse, il cosiddetto reddito di “Signoraggio“, nella quale era stato, seppure in parte, espropriato in favore di soggetti privati. Invero e singolare se non addirittura assolutamente inaccettabile che l’istituto di emissione in uno Stato sovrano sia in primis una società per azioni commerciale, nonché partecipata per la maggioranza assoluta da soggetti privati che nulla hanno a che vedere con le ragioni pubbliche che dovrebbero presidiare ogni determinazione relativa alla Banca centrale».
Ed è questo soprattutto che a Molinari, ormai compreso perfettamente nella parte di paladino dei diritti dei risparmiatori, non andava proprio giù. «Le banche - insisteva l’ex vicequestore di Genova - sono diventate padrone dell’arbitro». Seguivano, nel ricorso, espressioni particolarmente pesanti nei confronti del sistema, definito senza mezzi termini «mafioso». E una vera e propria «cosca mafiosa», con tanto di «sicari» e base a Montecarlo, aveva in qualche modo minacciato «i danti causa dei ricorrenti». Per questo si chiedevano «provvedimenti urgenti in merito alla proprietà della moneta per conseguire il risarcimento del danno da parte della collettività derivante dall’illecita attribuzione del reddito da “Signoraggio“ in favore di soggetti che ab origine e per loro natura non hanno titolo a percepire alcun provento dalla circolazione monetaria».
Nel portare avanti la sua battaglia anti-Fazio, Molinari si era rivolto anche al Giornale, telefonava in redazione quasi quotidianamente, dichiarando di condividere in pieno le argomentazioni sull’argomento pubblicate nelle nostre pagine. «Bravi. Dobbiamo fare azione comune - insisteva - per far cessare l’ingiustizia». E la fiducia nella causa non gli era mai venuta meno: «La Banca d’Italia, nata per essere pubblica, è in mano alle stesse banche che la Banca d’Italia stessa dovrebbe controllare. Il conflitto di interesse è grave. Una mia cliente - spiegava in dettaglio -, vessata e usurata da un gruppo bancario di primaria importanza, radicato in Liguria, con la quale è stata in rapporto con 18 rapporti di conto corrente e con 9 mutui ipotecari, non era affatto tutelata in quanto il gruppo bancario controlla la Banca d’Italia, essendo socia della stessa al 3,96 per cento». La conclusione era drastica: «Il sistema va riformato. A cominciare dai poteri del governatore»
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Cinque milioni di italiani sotto la soglia di povertà

Gli extracomunitari siamo noi

http://www.beppegrillo.it/2013/09/gli_extracomunitari_siamo_noi.html

Cinque milioni di italiani sono sotto la soglia di povertà, persone che non hanno le risorse per vivere. Gli indigenti sono raddoppiati dal 2007. A loro non pensa nessuno. Stiamo diventando un Paese di miserabili. Gli extracomunitari siamo noi. A quando i barconi in partenza dall'Italia per le coste dell'Africa o del Medio Oriente? In Italia non esiste, come negli altri Paesi della UE, un reddito di cittadinanza. Lo Stato, anche se hai pagato le tasse e i contributi per decenni ti lascia morire se perdi il tuo lavoro. La spesa per il cibo e le bevande è crollataai valori di vent'anni fa. Si ruba per mangiare come ai tempi di guerra. In alcuni supermercati hanno introdotto alle casse una bilancia per frutta e verdura sfusa. Non si fidano dei clienti che introducono nel sacchetto una mela o un cavolfiore in più dopo aver pesato per risparmiare pochi centesimi. I supermercati sono diventati come le banche. All'ingresso ci sono guardie giurate che ti guardano con sospetto. Neppure loro però possono nulla contro chi mangia direttamente in corsia, chi ingurgita veloce un pezzo di formaggio o una salciccia, magari rifugiandosi in bagno. Non c'è il corpo del reato. Non è possibile accusarlo di nulla e l'esame delle feci non è una prova assoluta. Per evitare l'esproprio alimentare stanno aumentando le telecamere. Il cliente è ormai controllato passo dopo passo. Si prospettano in futuro bilance all'ingresso e all'uscita dove ci si dovrà pesare. Se il peso aumenta di qualche grammo o di qualche etto sei arrestato, ma in galera almeno ti sfamano. La bomba sociale degli ultimi sta per scoppiare. A un uomo puoi chiedere tutto, ma non di non lasciare la sua famiglia senza cibo. Quanti milioni di affamati sono necessari prima di una rivoluzione? Il 13% dei pensionati, quasi due milioni e mezzo, riceve meno di 500 euro al mese. La pensione minima è di 495,43 al mese mentre vengono erogati miliardi di euro in pensioni d'oro. E' una follia, una provocazione che sta diventando intollerabile. Il conto alla rovescia è incominciato. Ripeto. Il conto alla rovescia è incominciato.

Enrico Brignano e la banca