mercoledì 25 giugno 2014

Dall'archivio: Banche, in Germania maxi inchiesta per frode fiscale

Banche, in Germania maxi inchiesta per frode fiscale. Coinvolta Hvb (Unicredit)

Il fisco tedesco indaga su 50 casi di sospetta evasione da parte di istituti di credito e fondi di investimento. Tra cui HypoVereinsbank, controllata di Unicredit, che "insieme ai suoi soci" avrebbe sottratto "circa 200 milioni di euro". In ballo oltre 1 miliardo di euro: nel solo Land dell'Assia la posta è di 979 milioni

Banche, in Germania maxi inchiesta per frode fiscale. Coinvolta Hvb (Unicredit)
Frodavano lo Stato con operazioni truccate sul mercato azionario. Per cifre da capogiro, dell’ordine di miliardi di euro. E’ l’accusa del fisco tedesco nei confronti di alcune banche e fondi di investimento, tra i quali spicca HypoVereinsbank (HVB), la controllata tedesca di Unicredit, che “insieme ai suoi suoi” avrebbe sottratto “circa 200 milioni di euro allo Stato”. Nei confronti degli istituti coinvolti, scrive il quotidiano Süddeutsche Zeitung, le autorità tedesche hanno avviato oltre cinquanta procedimenti per accertare l’esatta entità della frode. In una decina di casi l’ipotesi di evasione fiscale è talmente pesante da aver fatto già scattare l’inchiesta delle procure. I dettagli dell’operazione non sono ancora stati resi noti, per non compromettere l’esito degli accertamenti giudiziari. I ministeri delle finanze dei Länder da cui sono partite le accuse – loro è la competenza in materia fiscale – hanno comunque ammesso i procedimenti a carico di diverse banche, non solo tedesche ma anche internazionali. E tra quelle nell’occhio del ciclone c’è proprio la HVB. 

Argentina: il ricatto di AL BANCÀIDA

Il ricatto della finanza internazionale contro l’Argentina

Ricattofinanzainternazionaleargentina1.1Recentemente una decisione della Corte suprema USA ha respinto il ricorso presentato dal governo argentino che chiedeva di non poter pagare oltre 1,3 miliardi di dollari ai fondi speculativi (hedge funds) che detengono bond del Paese sudamericano.
La presidentessa Cristina Kirchner ha affermato inizialmente in un discorso alla nazione, che l’Argentina non può permettersi di pagare tutti i debiti entro due settimane come richiesto dalla Corte Suprema, definendo queste pressioni come un’estorsione.
Ultimamente la stessa Kirchner ha fatto un piccolo passo indietro, aprendo alla negoziazione con i fondi speculativi, pretendendo però condizioni eque.
La presidentessa ha anche messo in guardia dagli “avvoltoi” della finanza, “coloro i quali volteggiano” sull’ Argentina non solo sul fronte finanziario, “ma anche sulle nostre risorse naturali”, in particolare sulle ingenti riserve degli idrocarburi.
Difatti l’alta finanza internazionale ora è nuovamente intenzionata a mettere le mani sull’Argentina per imporre i propri diktat.