Marco Saba (Centro Studi Monetari) e Carlo Sibilia (M5S) davanti alla sede UNICREDIT a Milano
ASSEMBLEA SOCI DI RISPARMIO
UNICREDIT - MILANO 6 GIUGNO 2014
Intervento di Marco Saba da
trascrivere integralmente nel verbale al 1° punto o.d.g.
“Approvazione del rendiconto ex art.146 comma 1, lett. c D.Lgs.
58/98”.
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Premetto agli
Amministratori, Sindaci e Dirigenti di Unicredit, nonché a tutti i
presenti che sono già intervenuto nell'assemblea dei soci di azioni ordinarie Unicredit tenuta tre settimane fa (il13.5.2014) a Roma e, avvalendomi della "exceptio
veritatis", ho contestato il bilancio 2013 del Gruppo Unicredit
(e con esso il bilancio della capogruppo Unicredit spa) nella sua
legalità e nei fondamenti giuridici ed economici, in riferimento
anche alle norme di IAS 8 e della circolare 262 della Banca D’Italia
del 22 dicembre 2005 (2°
aggiornamento 21.1.2014) che così recita:
«Se,
in casi eccezionali, l'applicazione di una disposizione prevista dai
principi contabili internazionali è incompatibile con la
rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale,
di quella finanziaria e del risultato economico, essa non
deve essere applicata».
Eccepisco
che il bilancio di Unicredit doveva tenere conto del fatto che le
banche, oltre ad una marginale attività d'intermediazione,
creano nuovo denaro ogni volta che lo prestano o investono,
un fatto confermato in maniera netta - di recente – da Bernard
Maris, Consigliere Generale della Banca di Francia, e peraltro
ribadito nel bollettino della Banca d’Inghilterra n.1 del 2014.
Questa
rilevante creazione di liquidità non è stata per niente evidenziata
- come invece doveva essere - nelle attività del conto economico del
bilancio 2013 del Gruppo Unicredit; e comunque detta liquidità si
rileva alla voce 70 dei crediti verso clientela per 503,1 miliardi
di euro, una cifra ben diversa dai 3,4 miliardi di euro
indicati nel rendiconto finanziario consolidato come “liquidità
generata nel periodo”.
Mi
sono limitato e, allo stato, continuo a limitarmi a questi soli 503,1
miliardi di euro, ritenendo di secondaria importanza la clonazione di
denaro intervenuta con i versamenti in contanti e con le operazioni
di cambio di valuta estera.
Ai
vertici e agli amministratori, sindaci e dirigenti di Unicredit ho
chiesto la correzione degli atti contabili del bilancio 2013, che
ribadisco in questa sede assembleare milanese anche nell’interesse
della socia delegante Lidia Luciano (appartenente
al gruppo di minoranza di persone fisiche proveniente dall’ex Banca
Mediterranea del sud Italia rappresentato e guidato da Elman
Rosania), tenendo conto della differenza di almeno 503,1
miliardi di euro da recuperare.
Ribadisco
quanto da me precisato nella precedente assemblea romana di Unicredit
del 13.5.2014 e cioè che, al netto della tassazione al 27,5%, il
bilancio 2013 di Unicredit doveva registrare l’utile d’esercizio
di almeno 353 miliardi di euro, anziché la perdita di 13,9
miliardi di euro che ovviamente inganna l'Erario; al riguardo chiedo
di avere una risposta da parte degli amministratori, dei sindaci, dei
dirigenti e del Rappresentante Comune dei soci di risparmio di
Unicredit presenti in questa assemblea, essendo peraltro decorso il
termine da me indicato il 13.5.2014 ai vertici societari per
rispondermi per iscritto.
Vorrei
poi far notare che nelle considerazioni finali della relazione del
Governatore della Banca D’Italia Ignazio
Visco svolte all’assemblea dei Partecipanti il 30 maggio scorso si
evince che l’ammontare del denaro
creato “in nero” dalle banche
italiane solo per i prestiti bancari a famiglie ed imprese nell'anno
2013 supera i 1.400 miliardi
di euro e il 90 per cento dello stesso prodotto interno lordo.
Col
rendiconto presentato a questa assemblea dal Rappresentante Comune
dei soci di risparmio non si fa riferimento ai gravi fatti innanzi
esposti e nessun rilievo dal medesimo rappresentante è fatto sul
bilancio 2013 di Unicredit, che viene a stravolgere ad arte il
risultato economico reale.
Sono
quindi contrario all'approvazione del rendiconto come presentato,
perché omette fatti rilevanti per la valutazione non solo delle
azioni di risparmio, ma pure della convenienza etica per l'azionista
a rimanere tale all'interno di questa società e di conseguenza sono
contrario alla rielezione dello stesso rappresentante comune attuale.
Concludo,
ringraziando tutti i presenti per l'attenzione prestatami.
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