domenica 8 giugno 2014

UNICREDIT: intervento di Saba all'assemblea azionisti di risparmio

Marco Saba (Centro Studi Monetari) e Carlo Sibilia (M5S) davanti alla sede UNICREDIT a Milano

ASSEMBLEA SOCI DI RISPARMIO UNICREDIT - MILANO 6 GIUGNO 2014

Intervento di Marco Saba da trascrivere integralmente nel verbale al 1° punto o.d.g. “Approvazione del rendiconto ex art.146 comma 1, lett. c D.Lgs. 58/98”.

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Premetto agli Amministratori, Sindaci e Dirigenti di Unicredit, nonché a tutti i presenti che sono già intervenuto nell'assemblea dei soci di azioni ordinarie Unicredit tenuta tre settimane fa (il13.5.2014) a Roma e, avvalendomi della "exceptio veritatis", ho contestato il bilancio 2013 del Gruppo Unicredit (e con esso il bilancio della capogruppo Unicredit spa) nella sua legalità e nei fondamenti giuridici ed economici, in riferimento anche alle norme di IAS 8 e della circolare 262 della Banca D’Italia del 22 dicembre 2005 (2° aggiornamento 21.1.2014) che così recita:
«Se, in casi eccezionali, l'applicazione di una disposizione prevista dai principi contabili internazionali è incompatibile con la rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale, di quella finanziaria e del risultato economico, essa non deve essere applicata».


Eccepisco che il bilancio di Unicredit doveva tenere conto del fatto che le banche, oltre ad una marginale attività d'intermediazione, creano nuovo denaro ogni volta che lo prestano o investono, un fatto confermato in maniera netta - di recente – da Bernard Maris, Consigliere Generale della Banca di Francia, e peraltro ribadito nel bollettino della Banca d’Inghilterra n.1 del 2014.
Questa rilevante creazione di liquidità non è stata per niente evidenziata - come invece doveva essere - nelle attività del conto economico del bilancio 2013 del Gruppo Unicredit; e comunque detta liquidità si rileva alla voce 70 dei crediti verso clientela per 503,1 miliardi di euro, una cifra ben diversa dai 3,4 miliardi di euro indicati nel rendiconto finanziario consolidato come “liquidità generata nel periodo”.
Mi sono limitato e, allo stato, continuo a limitarmi a questi soli 503,1 miliardi di euro, ritenendo di secondaria importanza la clonazione di denaro intervenuta con i versamenti in contanti e con le operazioni di cambio di valuta estera.
Ai vertici e agli amministratori, sindaci e dirigenti di Unicredit ho chiesto la correzione degli atti contabili del bilancio 2013, che ribadisco in questa sede assembleare milanese anche nell’interesse della socia delegante Lidia Luciano (appartenente al gruppo di minoranza di persone fisiche proveniente dall’ex Banca Mediterranea del sud Italia rappresentato e guidato da Elman Rosania), tenendo conto della differenza di almeno 503,1 miliardi di euro da recuperare.
Ribadisco quanto da me precisato nella precedente assemblea romana di Unicredit del 13.5.2014 e cioè che, al netto della tassazione al 27,5%, il bilancio 2013 di Unicredit doveva registrare l’utile d’esercizio di almeno 353 miliardi di euro, anziché la perdita di 13,9 miliardi di euro che ovviamente inganna l'Erario; al riguardo chiedo di avere una risposta da parte degli amministratori, dei sindaci, dei dirigenti e del Rappresentante Comune dei soci di risparmio di Unicredit presenti in questa assemblea, essendo peraltro decorso il termine da me indicato il 13.5.2014 ai vertici societari per rispondermi per iscritto.
Vorrei poi far notare che nelle considerazioni finali della relazione del Governatore della Banca D’Italia Ignazio Visco svolte all’assemblea dei Partecipanti il 30 maggio scorso si evince che l’ammontare del denaro creato “in nero” dalle banche italiane solo per i prestiti bancari a famiglie ed imprese nell'anno 2013 supera i 1.400 miliardi di euro e il 90 per cento dello stesso prodotto interno lordo.
Col rendiconto presentato a questa assemblea dal Rappresentante Comune dei soci di risparmio non si fa riferimento ai gravi fatti innanzi esposti e nessun rilievo dal medesimo rappresentante è fatto sul bilancio 2013 di Unicredit, che viene a stravolgere ad arte il risultato economico reale.
Sono quindi contrario all'approvazione del rendiconto come presentato, perché omette fatti rilevanti per la valutazione non solo delle azioni di risparmio, ma pure della convenienza etica per l'azionista a rimanere tale all'interno di questa società e di conseguenza sono contrario alla rielezione dello stesso rappresentante comune attuale.


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