sabato 15 aprile 2023

Perché non è possibile sviluppare un vaccino contro il Covid? (Nanoparticelle o radionucleidi?)

 Perchè non è possibile sviluppare un vaccino contro il Covid?

Sintesi


In questo articolo discutiamo perché non è possibile sviluppare un vaccino efficace contro il Covid. Sosteniamo che l'agente patogeno della malattia non è un virus in sé, ma una nanoparticella. Quindi il Covid non è una malattia virale ma una nanotossicosi/pneumonite chimica J60-J90. Non è quindi possibile creare un vaccino contro l'avvelenamento da nanoparticelle. È necessario discutere scientificamente se il patogeno sia effettivamente un "virus" o una nanoparticella.

Parole chiave: nanotossicosi, nanoparticelle, eziologia virale

Introduzione


Il presente lavoro si ispira alla meta-analisi di Robert Young di oltre 1700 articoli scientifici peer reviewed sugli effetti avversi dei vaccini Covid. 1750+ pubblicazioni sul vaccino COVID e case report che citano effetti avversi dopo la vaccinazione COVID. Abbiamo notato che tutti gli autori partono dal presupposto che l'agente patogeno sia in realtà un virus. In realtà, il genoma del cosiddetto virus non è stato sequenziato né l'agente patogeno soddisfa i postulati di Koch. È quindi prematuro ipotizzare un'eziologia virale. Sintomi simili possono essere causati da altri agenti come prioni, nanoparticelle ecc.

Discussione


Le cellule umane producono anticorpi non solo contro i virus, ma anche contro batteri, prioni, radiazioni EM, nanoparticelle ecc. Quindi la presenza di anticorpi non prova che l'organismo abbia incontrato un virus di per sé. Sintomi simili (nausea, febbre, anosmia, tosse, vomito, polmonite, bronchite) possono essere causati dall'avvelenamento da nanoparticelle. Quando il livello di nanoparticelle (Al, Be, C, Mn, Fe) nell'ambiente e nell'organismo è elevato, si verifica una tossicosi poliorganica. In letteratura non ci sono abbastanza articoli scientifici che discutano la diagnosi differenziale tra la cosiddetta eziologia "virale" covidica e la nanotossicosi.
 

Fig. 1. Diversi tipi di nanoparticelle: Immagini TEM (a, b e c) di nanoparticelle di silice mesoporosa preparate con diametro esterno medio: (a) 20 nm, (b) 45 nm e (c) 80 nm. Immagine SEM (d) corrispondente a (b). Gli inserti rappresentano un alto ingrandimento della particella di silice mesoporosa.
 




 

 Qualsiasi virus artificiale o naturale ha una capacità infettiva limitata. Di solito i virus perdono rapidamente la loro virulenza quando incontrano l'immunità della coorte.
Le nanoparticelle assomigliano molto ai virus, hanno le stesse dimensioni, possono causare gli stessi sintomi se programmate, ma le nanoparticelle non perdono mai la loro capacità di infettare.
Oggi molte malattie sono curate dalle nanoparticelle, ma le nanoparticelle possono anche causare qualsiasi sintomo, compresa la cosiddetta Covid.


Fig. 2. Il cosiddetto Covid è causata da nanoparticelle e non da un virus 



Come sappiamo, il genoma del cosiddetto virus non è mai stato completamente sequenziato perché le nanoparticelle non hanno genoma.
Pertanto non è possibile produrre un vaccino pienamente funzionante. Ecco perché i cosiddetti vaccini non sono affatto efficaci e le persone vaccinate vengono reinfettate (avvelenate) ancora e ancora. I cosiddetti vaccini non sono affatto vaccini, ma sistemi operativi con nanoparticelle lipidiche e mRNA per l'editing genico. La presenza dell'ossido di grafene in tutti i cosiddetti vaccini può essere considerata come una minaccia per la salute.

La presenza di ossido di grafene in tutti i cosiddetti vaccini provoca lesioni diverse in individui diversi, quindi 1700 casi di effetti avversi.
Il protocollo di trattamento dell'infezione da Covid nella maggior parte degli ospedali è assolutamente sbagliato, addirittura mortale. Di solito i pazienti vengono trattati con antibiotici e ventilazione artificiale che causano un peggioramento dei sintomi e persino la morte, perché il protocollo di trattamento della nanotossicosi è esattamente l'opposto. La ventilazione invasiva (IV) brucia inoltre i bronchi danneggiati dalle nanoparticelle. È assolutamente necessaria la disintossicazione e non gli antibiotici.

Conclusione


Non è possibile realizzare e introdurre un vaccino pienamente funzionante contro il Covid, perché non è possibile sviluppare un vaccino contro la nanotossicosi. È come creare un vaccino contro le ustioni da stufa. È necessario discutere e studiare a fondo se l'agente patogeno non sia un virus ma una nanoparticella. Riteniamo che l'uso dei termini corretti gioverebbe alla scienza: dobbiamo smettere di etichettare l'agente patogeno Covid come "un virus", ma come una nanoparticella, e dobbiamo smettere di etichettare queste soluzioni come "vaccini", ma come "sistemi operativi con ossido di grafene".
 

Riferimenti:
 

1. Oltre 1750 pubblicazioni sul vaccino COVID e case report che citano effetti avversi dopo la vaccinazione COVID. Robert Young, 2020, ultima revisione 20 luglio

2. Effetti di particelle nano-scalate sulla funzione delle cellule endoteliali in vitro: studi su vitalità, proliferazione e infiammazione, Kirsten Peters, Ronald E Unger, C James Kirkpatrick, Antonietta M Gatti, Emanuela Monari, , 2004/4, Journal of Materials Science: Materials in Medicine

3. Tossicità delle nanoparticelle ingegnerizzate di ossidi metallici (CeO2, Fe3O4, SnO2) sulla biomassa microbica del suolo e sulla loro distribuzione nel suolo, LV Antisari, S Carbone, A Gatti, G Vianello, P Nannipieri Biologia e biochimica del suolo 60, 87-94 34

Quando il bue dice all'asino: Hai le corna! - a chi denuncia effetti avversi

 

“Le reazioni avverse sono più numerose di quello che si pensi: a rischio chi era sano” Il prestigioso bio-immunologo lancia inascoltato un nuovo allarme

Il dott. Mauro Mantovani, Direttore Ricerca e Sviluppo presso una Clinica di Milano, per Il Giornale d’Italia: “Le reazione avverse da vaccino sono più numerose di quello che si pensi. Quelli che le riportano ad alcuni ‘colleghi’ vengono classificati come pazienti psichiatrici. Questi ‘medici’ hanno tradito il loro mestiere e la società”

Il dott. Mauro Mantovani è Direttore Ricerca e Sviluppo presso una Clinica di Milano. È chimico sperimentale e bio-immunologo, docente di immunologia dei tumori. È membro Senior alla British Society for Immunology (London). L’intervista esclusiva rilasciata a Il Giornale d’Italia.

Qual è la sua opinione sulle reazioni avverse da vaccino covid? 

Le reazione avverse da vaccino anti COVID-19 sono più numerose di quello che si pensa. Per reazione avversa, a mio parere, non è solo ascrivibile ad una manifestazione clinica “ponderale”, ma anche ad una serie di variazioni oggettive (e soggettive) del “modus vivendi” di una persona che fino a prima della vaccinazione, stava diciamo bene, in salute e comunque senza turbe nello status quo del soggetto.

La vaccinazione non DEVE nella maniera più assoluta arrecare danno o maggior danno nella persona ricevente, ma sol ed esclusivamente “potenziare” le difese “sollecitando” con una modalità controllata il sistema immunitario effettore o specifico della persona, in seno ad un rapporto rischio/beneficio che deve essere valutato PREVENTIVAMENTE.

Se queste persone a cui è stata eseguita la vaccinazione vanno incontro a perturbazioni del loro sistema (non solo immunologico), cambiando in maniera transitoria ma anche permanente il modo di vivere allora è un DANNO, grave. Il responsabile è colui che non ha debitamente informato la persona: deve discutere della sua responsabilità nelle sedi appropriate.

Quali sono e perché avvengono?

Le reazioni più comuni sono diversificate, spesso nella stessa persona, andando a comporre un “puzzle” sintomatologico quasi unico nel suo genere, complicando anche la diagnosi e cosa più grave il percorso terapeutico. Oltretutto il ventaglio eziologico è talmente diversificato da non poter permettere l’ausilio di alcun farmaco se non solo nell’ambito dell’acuto o comunque nel calmierare i dolori, spesso invalidanti.

Le motivazioni nella comparsa di questa manifestazioni sono plurime ma risiedono principlamente nelle predisposizioni anche a livello genetico, in alcune patologie preesistenti e/o sindromi e/o sintomatologie non ancora patologiche ma già presenti e i fattori intrinseci al vaccino, vale a dire il vettore insieme alle sostanze che fanno da “corollario”, l’mRNA vaccinale e il prodotto del vaccino (la proteina Spike).

Questa congruenza di fattori scatenano la reazione avversa. Ma ciò che più fa male è il disinteresse totale di alcuni “colleghi” soprattutto ospedalieri (che riportano i pazienti) che in maniera vergognosa e senza alcun ritegno umano e professionale si girano dall’altra parte lasciando queste persone senza risposte, marchiandole come pazienti psichiatrici (fortunatamente non in tutti i nosocomi).

Non si può accettare nella maniera più assoluta questo comportamento. Questo è il male vero della Medicina. Un sanitario ha il DOVERE di aiutare il prossimo con tutti a mezzi a disposizione, senza discriminazione alcuna; altrimenti DEVE cambiare mestiere. E deve farlo subito! È un danno intollerabile per il prossimo e la Società intera, un pessimo esempio, anche umano.

Quali sono le prove diagnostiche che state riscontrando in merito alle reazioni avverse? Cosa sono i marcatori e perché sono importanti?

La diagnostica è molto complessa, in quanto trattasi di esami di tipo differenziale stratificati su più livelli di importanza. Si inizia sempre dalla diagnosi e dalla storia clinica e personale dell’individuo. Nulla va lasciato al caso anche a livello temporale. Molto spesso si confonde il “long-COVID” con la reazione avversa al vaccino.

Bisogna tenerne in debito conto e fare analisi che includono/escludono il contagio/infezione con il VIRUS, oppure capire se vi è stata sintomatologia che riconduce a sars-cov-2 con o senza tamponi positivi/negativi. Molto spesso le persone non sono conscie di aver avuto il virus (poichè asintomatiche) oppure sanno con certezza di averlo avuto solo per il tampone positivo, quando invece era una “banale” influenza (nessuna spike virale in circolo e IgG anti SARS-CoV-2 su NC negativo).

Come dicevo i marcatori vanno dalla presenza dell’infiammazione sottesa con il dosaggio delle citochine infiammatorielo stress ossidativo, il panel immunologico con tutte le sottopopolazioni, i virus endogeni, e l’assetto ormonale e coagulativo, nonchè la parte autoanticorpale.

Ma per andare più nello specifico si dosano, a seconda della sintomatologia, alcuni marcatori tipici della reazione avversa, ovvero degli autoanticorpi diretti verso alcun recettori e/o altri peptidi “self”. Questi esami ci stanno dando ragione. E vi è una netta convergenza sui dati presenti in letteratura e che ora stanno emergendo in maniera incontroevrtibile.

Stanno emergendo anche profonde disregolazioni a livello del sistema nervoso centrale che a valle intaccano l’omeostasi di altri asset ormonali come per esempio nel controllo del ciclo mestruale, con amenorree ipotalamiche, e una profonda disregolazione su vari assetti metabolici (come per es. anche il controllo del senso di fame e di sazietà che porta anche ad aumento del peso nonostante magari si stia seguendo un programma alimentare).

Altre situazioni degne di interesse, ma poco “diagnosticabili” in sede di correlazione sono le impennate a livello neoplastico, sia di tumori “primitivi” che di altri a “latere” di nuova insorgenza. Ormai è chiaro anche come meccanismi plurimi portano a indirizzarsi verso una azione diretta e/o indiretta di coinvolgimento a livello genetico.

Alcune “predisposizioni” improvvisamente si sono “accese” determinando in maniera funzionale ciò che era mutato a monte ma non espresso. I buontemponi implicano queste situazioni ad eventi “ambientali” dei più disparati… può anche starci ma non accade certo in un lasso di tempo così ristretto e in maniera improvvisa e debilitante. Normalmente ci vogliono anni con svariate sintomatologie, anche sottese e quindi non manifeste in forma acuta, ma comunque le persone notano dei cambiamenti. In questi casi non è così.

E invece per quanto riguarda le morti improvvise legate al vaccino?

Mah le teorie si susseguono e sono diverse.

Se ciò accade può essere correlato ad alcuni meccanismi che coinvolgono sia la sfera neurologica (o comunque di neurotrasmissione colinergica a livello seno-atriale), sia l’autoimmunità verso il muscolo cardiaco o tutti e due insieme, oppure come altri hanno ipotizzato su alcune ghiandole endocrine del sistema nervoso centrale. È tutto ancora da chiarire…

Cosa ne pensa della prassi tachipirina?

Era ormai risaputo da qualche lustro come il paracetamolo induca una deplezione dei livelli di glutatione (Nuttal et al. 2003; Kalsi et al. 2011). La somministrazione del paracetamolo può esaurire le riserve di glutatione che è uno dei principali antiossidanti presenti nei polmoni.

Una ridotta fonte di glutatione nel polmone può portare a un aumento del danno ossidativo all’epitelio e quindi a una maggiore frequenza e gravità degli attacchi di asma in soggetti predisposti.

Quest’ultimo (il glutatione) è essenziale nelle difese intracellulari soprattutto alla presenza di infezione virale. Il glutatione infatti fa parte di quel pool di sostanze che in un particolare stato vanno a formare gli enzimi detossificanti di classe II che, grazie a sofisticati meccanismi, aiutano le cellule a non subire danni soprattutto di natura pro-ossidante. Il metabolismo del paracetamolo avviene nel fegato e comporta l’uso di glutamil-cisteinil-glicina (Glutatione (GSH)).

E della vigile attesa?

La vigile attesa è scevra da ogni commento. Penso sia un’aberrazione in campo medico. La persona che inizia ad avere dei sintomi VA SEGUITA E CURATA, altro che vigile attesa, il cui risultato può essere l’ospedalizzazione e quindi un assembramento nelle strutture nosocomiali fino all’intasamento, oltre che di spazio anche e sopratutto di personale e di attrezzature, con enorme dispendio di risorse umane ed economiche.

Qualche personaggio televisivo se ne è uscito a distanza di due anni dalla pandemia che bastava dare degli anticorpi monoclonali anti-IL 1 o addirittura l’aspirina per “guarire” il malato COVID… dopo due anni e “qualche” decesso… complimenti!

E delle vaccinazioni a tappeto, anche per i bambini?

La vaccinazione “a tappeto”, stile “catena di montaggio”, senza valutare lo stato anamnestico, è, per usare un eufemismo, incomprensibile.

L’immunità suppletiva “artificiosa” andrebbe presa in considerazione alla luce della incapacità oggettiva e soggettiva del sistema immunitario dell’individuo di reagire contro un determinato agente infettivo potenzialmente letale per il quale il nostro sistema immunitario è “nudo”, indifeso e per il quale potrebbe non essere particolarmente pronto alla protezione (intesa come funzionalità).

Come sempre dico i virus sono “apparsi” molto prima dell’avvento dell’immunità sia innata che adattativa, per cui è quest’ultima che si è dovuta adattare e NON il contrario. Il sistema immunitario di individui sani sa bene cosa deve fare da centinaia di anni.

L’incapacità di reagire ad un agente infettivo e quindi di ammalarsi più o meno seriamente è dato da fattori che sono a latere dell’immunità (malnutrizione, indigenza, fattori genetici, ecc..). È la differenza tra immunità e capacità di risposta.

Tutti siamo potenzialmente immuni verso un dato agente infettivo ma la risposta se regolare o impropria (up o down) è un altro discorso.  Andrebbe, quindi, eseguita un’anamnesi approfondita prima di procedere a qualunque trattamento farmacologico. “Primum non nuocere“, si dice…

Pensare di indurre una capacità protettiva poggiando su un qualcosa che NON funziona già di suo è aberrante e ignorante solo a concepirlo. Faccio un esempio. Se gli anticorpi vengono prodotti dopo sollecitazione e vari passaggi intermedi e se uno o più di questi passaggi è deleto, qualcuno deve spiegare come può un qualsiasi farmaco sopperire a queste mancanze. È impossibile! (ad oggi).

Torniamo quindi al punto iniziale: la capacità di un vaccino di funzionare bene presuppone un altrettante capacità del sistema immunitario di produrre immunità. Ma se già lo fa da solo e anche ben bilanciato perché diavolo ho bisogno di un qualcosa che glielo ricordi?

Cos’è l’ADE?

L’ADE è il potenziamento della malattia mediata da anticorpi. È un fenomeno, anche questo, risaputo già da decenni e che è stato associato o all’agente infettivo stesso (con le sue varianti) e/o alla vaccinazione (V-ADE), per cui un individuo può sviluppare un aumento di anticorpi non neutralizzanti e che portano al potenziamento della malattia.

La soglia di una risposta immunitaria efficiente è regolata precisamente da svariati meccanismi e basta una “distorsione” nella produzione dell’antigene, anche quantitativamente parlando, che può provocare un ampliamento sconsiderato nella risposta immunitaria e produrre troppi anticorpi (non neutralizzanti per l’appunto).

Nel qual caso, dopo una infezione con una variante del virus originario, si possono formare sia agglomerati (Complessi immuno ciroclanti) con l’antigene che possono depositarsi in tessuti molli (vedi rene per es.) sia un enhanchment a livello macrofagico che non porta alla risoluzione dell’infezione, bensì ad una esacerbazione e quindi ad un potenziamento della malattia (paradosso del macrofago).

L’ADE comunque può manifestarsi con diversi meccanismi, non sempre fatali, ma può portare a fenomeni di autoimmunità indotta con la produzione di autoanticorpi e/o a autoreattività cellulo-mediata. Stiamo avendo delle importanti evidenze a livello di ricerca che emergono ogni giorno.

Cosa ne pensa dell’indagine della procura di Bergamo? E delle chat emerse che coinvolgono ad esempio Brusaferro e Speranza? 

Stiamo alla finestra… Il tempo è galantuomo

Ha mai avuto problemi con i suoi colleghi per le sue opinioni?

Purtroppo no!… non mi sono mai nascosto, perché non ho assolutamente mai avuto e non avrò mai nulla da nascondere. La mia porta è sempre stata e sempre sarà aperta al dialogo costruttivo e alla critica per raggiungere la verità.

Alcuni personaggi vedo che stanno bene in certi programmi, protetti dai conduttori “di parte” e si limitano a ridacchiare e fare “lezioni” che sono a dir poco ridicole e penose dal punto di vista scientifico (ma anche non scientifico).

Gli scherzi e le risate vanno benissimo a tavola tra amici. Tra l’altro questi buffi personaggi prendono una frase scritta da altri Colleghi e ci scrivono sopra dicendo che sono tutte fake, dribblando peraltro il confronto se non in talk-show diretti e presieduti da altri buffi personaggi che si camuffano da giornalisti imparziali (ciò ovviamente confonde le idee alle persone non addette ai lavori, lasciandole in preda al panico).

Concludo, dicendo che non sono affatto contro le terapie innovative verso patologie gravi e debilitanti, ma va tutto soppesato ed estremamente personalizzato. Non tutto vale per tutti allo stesso modo.

Chi è Mauro Mantovani, bio-immunologo

Mauro Mantovani è un Chimico Sperimentale, Bio-Tecnologo, Bio-Immunologo. Ha conseguito un Master in Immunologia di Base, Oncologica, nelle Malattie Infettive e nelle Patologie Autoimmuni alla Harvard Medical School (Boston)Docente di Immunologia dei Tumori Master di II livello, Docente di Immunologia Cellulare e Molecolare IMBIO Academy, Visiting Professor in Diagnostica Infettivologica alla St George Campus University, Membro Senior alla British Society for Immunology (Londra).

L’intervista è stata rilasciata a titolo personale.

Scavalca la censura di regime dei social. Seguici via Telegram, basta un clic qui >https://t.me/capranews

La psicopatia covidiota è in bella mostra

La follia covidiota è in bella mostra
DA RHODA WILSON IL 15 APRILE 2023

Fonte: https://expose-news.com/2023/04/15/covidian-insanity-is-on-full-display/

 



Negli Stati Uniti lo "stato di emergenza" covidiano viene dichiarato ufficialmente concluso, mentre in Nuova Zelanda viene prorogato al 2024.  In Italia il tasso di natalità è dichiarato emergenza nazionale.  La variabilità del lotto di iniezione di Covid è una caratteristica e non un bug, con il 4,2% delle dosi che ha causato il 71% degli eventi avversi gravi.  Non sorprende che, mentre si scopre che le iniezioni di Covid presentano alti livelli di contaminazione del DNA, il capo della FDA statunitense incolpi la "disinformazione" per il calo dell'aspettativa di vita.

Dimostrando che nessuna verità li fermerà, gli sviluppatori e i promotori delle iniezioni di covid sono di nuovo all'opera.  Questa volta con un "vaccino" contro la malaria destinato all'Africa.  Il "vaccino" dell'Università di Oxford dovrà essere somministrato in quattro dosi in un anno ai bambini africani di età compresa tra i cinque mesi e i tre anni.

Il dottor Toby Rogers illustra il livello di psicopatologia con cui abbiamo a che fare.

E... non lasciatevi ingannare dalle affermazioni dei covidiani sul "consenso scientifico", è un costrutto artificiale.  Non ci può essere consenso quando le voci che sfidano la narrazione ufficiale vengono censurate.

Di seguito riportiamo solo alcuni degli articoli pubblicati ieri che descrivono la follia covidiana.  Ne abbiamo elencati solo alcuni: ce ne sono molti altri da trovare, ma elencarli tutti richiederebbe un libro su base settimanale, se non quotidiana.  Per leggere l'articolo completo, cliccate sui titoli delle sezioni.

Il consenso scientifico: un costrutto costruito ad arte

Una teoria ampiamente accettata, come quella dell'evoluzione, scrive Maryanne Demasi, dipende dal raggiungimento di un consenso da parte della comunità scientifica, ma deve essere ottenuto senza censure o rappresaglie.

Non è difficile raggiungere un consenso scientifico quando si soffocano le voci dissenzienti. L'origine del covide è un esempio classico. Ventisette scienziati pubblicarono una lettera su The Lancet per condannare le "teorie della cospirazione" che suggerivano che il virus non avesse un'origine naturale. Le opinioni dissenzienti sono state censurate sui social media ed etichettate come "disinformazione". Il consenso scientifico è diventato un costrutto artificiale, dettato dalla politica e dal potere.

Governo britannico - (mancanza) di prove per i mandati della maschera - Punti principali


La revisione dell'Agenzia per la Sicurezza Sanitaria del Regno Unito ("UKHSA") sull'efficacia delle maschere per ridurre la trasmissione del covide nella comunità, aggiornata al 14 settembre 2021, comprendeva due studi randomizzati controllati e 23 studi osservazionali, noti anche come studi non randomizzati.

La revisione dell'UKHSA ha apparentemente informato la politica britannica sulle maschere. Tuttavia, nessuno ha guardato sotto il cofano di questi studi per vedere se erano adatti a creare una politica efficace.  I professori Tom Jefferson e Carl Heneghan hanno quindi fatto alcuni brevi commenti sulle "prove" fornite dall'UKHSA, concentrandosi sui 23 studi non randomizzati della revisione UKHSA.

Tutti e 23 gli studi non menzionano l'esistenza di un protocollo, un dettaglio che è sfuggito ai revisori dell'UKHSA. Tutti gli studi menzionano i test in modo poco chiaro. Tutti gli studi non prevedono l'accecamento del ricercatore/analista rispetto all'esposizione o all'esito dei dati, introducendo un elevato rischio di bias.

Dodici lavori hanno un disegno che non può rispondere alla domanda dello studio. Altri due studi avrebbero dovuto essere esclusi dalla revisione. In molti di essi, la popolazione non è rappresentativa, quindi i risultati mancano di validità esterna e non si applicano alle persone di interesse.

Forse uno degli esempi più eclatanti di studio di scarsa qualità è stata l'inclusione di uno studio caso-controllo non comparato pubblicato su una rivista predatoria. Uno dei principali indicatori delle riviste predatorie è che spesso viene promessa una rapida pubblicazione. Nel giugno 2022. Nature ha messo in guardia dal coronavirus e dalle riviste predatorie perché non hanno fornito servizi editoriali. Pertanto, le informazioni contenute in tali riviste non sono verificabili e dovrebbero essere eliminate dalla revisione. Finché si paga, si può pubblicare su queste riviste, senza badare al contenuto.



È finalmente giunta la fine delle due settimane più lunghe della storia!

Il 14 aprile 2023, negli Stati Uniti, è ufficialmente terminato lo "Stato di emergenza". Non sarebbe potuto accadere ieri, 13 aprile. Né sarebbe stato possibile che finisse domani - 15 aprile (Tax Day - per chi non vive negli Stati Uniti). No, la scienza ha stabilito che il 14 aprile era il giorno della fine di tutti i giorni! La fine di due settimane per appiattire la curva.  O, come scrive Meryl Dorey:

- Due settimane per appiattire la popolazione.
- Due settimane per appiattire la vostra attività.
- Due settimane per appiattire l'istruzione vostra e dei vostri figli.
- Due settimane per appiattire la vostra famiglia, la vostra comunità e la vostra salute mentale.
 

Chi l'avrebbe mai detto che in sole due settimane potessero accadere così tante cose?

In Australia, i governi statali e federali non hanno ancora messo fine alla dichiarazione di emergenza. Farlo significherebbe togliere loro tutto quel potere adorabile, sexy e onnicomprensivo.

La Nuova Zelanda estende la quarantena obbligatoria per il coronavirus fino al 2024

L'11 aprile 2023 il primo ministro neozelandese Chris Hipkins ha annunciato che il periodo di quarantena obbligatoria per il coronavirus, della durata di sette giorni, sarà mantenuto fino alla fine del 2023 e forse oltre.

I funzionari della sanità neozelandese si sono espressi a favore del mantenimento della politica di quarantena, anche se la maggior parte del resto del mondo ha superato la pandemia di coronavirus, perché ritengono che il mantenimento dell'obbligo di quarantena stimolerebbe i cittadini a prendere più seriamente le possibili infezioni da coronavirus.

Il tasso di natalità dell'Italia dichiarato emergenza nazionale


Il tasso di natalità nazionale italiano è sceso al livello più basso mai registrato.  I nuovi dati rivelano che l'anno scorso sono state registrate 400.000 nascite, il che ha contribuito a un calo generale della popolazione.  I numeri in calo sono stati dichiarati un'emergenza nazionale, con la conseguente rassicurazione da parte del Primo Ministro di cercare di aumentare la popolazione nei prossimi anni.

I dati danesi sulla variabilità da lotto a lotto pubblicati in una lettera dell'European Journal of Clinical Investigations


Sasha Latypova mette in evidenza una lettera pubblicata sull'European Journal of Clinical Investigations il 30 marzo 2023.
Credono che indicare la variabilità da un lotto all'altro significhi che alcuni lotti sono "buoni" e che questo problema sarà semplicemente risolto un giorno dagli umili addetti alla produzione e i vaccini rimarranno in uso solo come "lotti buoni".

Questo è assolutamente sbagliato! La capacità di fabbricare il prodotto secondo gli standard cGMP determina se il prodotto può esistere come farmaco in primo luogo. Questo viene prima degli studi clinici, prima che la sicurezza e l'efficacia possano essere valutate. Se non si può dimostrare di produrre la formulazione XYZ ogni volta, in ogni pillola, fiala, capsula, in milioni e miliardi di pezzi, in ogni lotto, non si può iniziare a valutare se XYZ sia sicuro o efficace per qualcosa!

Migliaia di articoli sono stati scritti da accademici e medici sulla proteina spike. La "loro" parte scrive che è efficace per prevenire la covida, mentre la "nostra parte" scrive che è mortale e distruttiva. Ma non abbiamo ancora prove che i componenti che producono spike siano in ogni fiala e in ogni iniezione. Tutt'altro! Questo perché i produttori non sono in grado di produrli in modo affidabile, se non del tutto! E non è un problema semplice, e nessuno ha fretta di risolverlo - dopo 2,5 anni è solo peggiorato con le produzioni bivalenti. Naturalmente sappiamo perché: il cartello criminale governo-farmaci ne è pienamente consapevole. Per loro è una caratteristica, non un bug.

I lotti difettosi dei vaccini Pfizer rappresentano il 4,2% delle dosi ma il 71% degli eventi avversi gravi


Il dottor Peter Mccullough scrive della stessa lettera pubblicata da Sasha Latypova e spiega perché alcuni hanno effetti gravi dalle iniezioni di covid e altri no: non tutti ricevono la stessa dose di mRNA.

In base all'autorizzazione all'uso in emergenza, le aziende produttrici di vaccini e i loro subappaltatori non effettuano alcuna ispezione delle fiale finali riempite e finite. È una situazione senza precedenti.

È possibile che le nanoparticelle lipidiche si aggreghino in sospensione e quindi alcuni lotti potrebbero contenere più mRNA di altri. Allo stesso modo, poiché le dimensioni dei lotti sono variate nel tempo, è possibile che i contaminanti del processo di produzione si concentrino in alcuni lotti più piccoli rispetto a quelli più grandi. Infine, il trasporto, la conservazione e l'uso del prodotto possono essere fattori che denaturano l'mRNA, tra cui il riscaldamento, l'aria iniettata nelle fiale e gli aghi multipli immersi nella sospensione.

Un rapporto di Schmeling e collaboratori sul vaccino COVID-19 BNT162b2 mRNA di Pfizer ha rilevato che il 71% degli eventi avversi gravi proveniva dal 4,2% delle dosi (lotti ad alto rischio), mentre <1% di questi eventi proveniva dal 32,1% delle dosi (lotti a basso rischio). Ciò significa che la maggior parte del rischio risiede nell'iniezione e non nella persona che l'ha ricevuta.

Chi può spiegare gli alti livelli di contaminazione da DNA nei vaccini con tecnologia mRNA COVID?


Il Dr. Paul Alexander evidenzia il documento pre-print "Sequencing of bivalent Moderna and Pfizer mRNA vaccines reveals nanogramms to microgramms quantities of expression vector dsDNA per dose", pubblicato l'11 aprile 2023. "Gli studi che valutano l'attività della trascrittasi inversa di LINE-1 e dell'mRNA del vaccino dovranno tenere conto degli alti livelli di contaminazione del DNA nei vaccini. L'esatto rapporto tra DNA lineare frammentato e DNA plasmidico circolare intatto è ancora in fase di studio", hanno scritto gli autori del documento.

Il capo della FDA incolpa la "disinformazione" per la diminuzione dell'aspettativa di vita


Su Substack Igor Chudov ha discusso ed esplorato cosa potrebbe spiegare il misterioso "eccesso di mortalità" che affligge i Paesi vaccinati con Covid.  Fortunatamente per noi, il commissario della FDA Robert Califf ha la risposta: l'eccesso di mortalità, noto anche come riduzione dell'aspettativa di vita, è causato dalla "disinformazione"!

Secondo la logica del Dr. Califf, la disinformazione è così potente da aumentare i tassi di mortalità, causando attacchi cardiaci improvvisi, ictus, morti infantili e altro ancora. La mente brillante del dottor Califf ha prodotto questa perla:

"Califf ha detto che un nuovo fattore si è aggiunto all'elenco delle cause note di disparità nell'aspettativa di vita, come la razza, l'etnia, il reddito e l'istruzione: vivere in un'area rurale, dove ha notato che le persone sono esposte a diverse fonti di informazione".

Il Ghana è il primo Paese al mondo ad approvare il nuovo vaccino contro la malaria di Oxford


Il Ghana è diventato il primo Paese al mondo ad approvare il nuovo vaccino contro la malaria dell'Università di Oxford. L'iniezione può essere utilizzata nei bambini di età compresa tra i cinque mesi e i tre anni, per contribuire a controllare la mortalità infantile legata alla malaria. Il Paese dell'Africa occidentale ne ha autorizzato l'uso nei bambini di età compresa tra i cinque mesi e i tre anni.

La velocità e il successo dello sviluppo dei "vaccini" covidici dimostrano cosa è possibile fare, scrive Quartz, e dovrebbero essere d'ispirazione per portare a termine, autorizzare e distribuire questo vaccino contro la malaria. È importante non solo per la minaccia che rappresenta la malaria, ma anche perché investire nei vaccini può aiutarci a prepararci per la prossima pandemia. Il lavoro su questo vaccino ha contribuito ad accelerare lo sviluppo del vaccino di Oxford per il covide. Il Regno Unito è da tempo una forza nella ricerca sulla salute globale e la lotta alla malaria è un'attività di punta.

Il parassita della malaria è complesso, con più di 5.000 geni, il che significa che ha molte caratteristiche diverse su cui i progettisti di vaccini possono scegliere di puntare. Il SARS-CoV-2 ha solo 12 geni e la sua proteina spike era l'obiettivo ovvio per gli scienziati del vaccino.

La progettazione e lo sviluppo iniziale si sono svolti presso il Jenner Institute dell'Università di Oxford, dove dal 1999 vengono condotti studi clinici sul vaccino contro la malaria. Il Prof. Adrian Hill, direttore dello Jenner Institute, dove è stato inventato il vaccino Covid di Oxford/AstraZeneca, ha dichiarato di ritenere che il "vaccino" contro la malaria abbia il potenziale per ridurre drasticamente il numero di morti. Hill ha detto che l'istituto potrebbe richiedere l'approvazione d'emergenza per il vaccino contro la malaria, proprio come ha fatto per l'iniezione di Covid.

Il "vaccino" a base di proteine di Oxford - progettato utilizzando i geni della proteina esterna del parassita della malaria P. falciparum e una parte del virus dell'epatite B - richiede una componente adiuvante ed è fornito da Novavax, un'azienda di biotecnologie degli Stati Uniti e della Svezia. La produzione del vaccino è in corso presso il più grande fornitore di vaccini al mondo, il Serum Institute of India.  Anche il vaccino Mosquirix viene somministrato in quattro dosi.  L'anno scorso, quattro dosi del "vaccino" sono state somministrate ai bambini in una sperimentazione in Burkina Faso. Sono state somministrate tre vaccinazioni a intervalli di 4 settimane e una quarta dose un anno dopo.

Circa 40 Paesi sono stati dichiarati liberi dalla malaria (senza "vaccino"!), tra cui Cina ed El Salvador nel 2021. Ora, si sostiene che la malattia affligge prevalentemente l'Africa.

Ripensare la malattia mentale, la sanità mentale e la cultura alla luce del fatto che la presidente del Comitato consultivo sulle pratiche di immunizzazione, Grace Lee, è letteralmente impazzita


L'establishment della sanità pubblica americana è pieno di psicopatici ben inseriti.  Se li incontraste al supermercato, probabilmente li trovereste piacevoli. Ma sono responsabili di più morti e invalidi americani di qualsiasi altro avversario militare straniero nella storia degli Stati Uniti.

Uno studio sano di mente (in realtà scientifico) che cerca di misurare il rischio di ictus derivante dal richiamo bivalente avrebbe confrontato il tasso di ictus nei vaccinati rispetto ai non vaccinati. Ma il CDC è composto da psicopatici. Quindi, hanno confrontato il rischio di ictus nella popolazione con richiamo bivalente nei giorni da 1 a 21 dopo la vaccinazione con un gruppo di persone con richiamo bivalente nei giorni da 22 a 42 dopo la vaccinazione. Ma, come risulta, anche truccando lo studio in questo modo, c'è ancora una differenza statisticamente significativa tra i due gruppi (ci sono stati significativamente più ictus nei giorni da 1 a 21).

Il superfissatore Tom Shimabukuro ha spiegato che sì, sembra [ai vostri occhi bugiardi] che ci siano più ictus nei primi giorni dopo aver ricevuto un vaccino Covid. Ma questo è dovuto al fatto che l'iniezione di Covid è così efficace nel ridurre gli ictus più tardi nel mese, che i primi giorni appaiono negativi in confronto.

Questo porta il dottor Toby Rogers al presidente del Comitato consultivo sulle pratiche di immunizzazione ("ACIP"), Grace Lee. I potenti sono ben contenti di questa donna. È una psicopatica completa. Come ricorderete, la dottoressa Lee ha chiamato la polizia contro Steve Kirsch quando questi ha cercato di condividere con lei i dati sulla sicurezza dei vaccini provenienti da Israele.

Alla fine dell'ultimo incontro di tre giorni dell'ACIP, dopo due anni di carneficina inesorabile causata dal più disastroso lancio di vaccini nella storia dell'umanità, la dottoressa Lee ha detto questo: "Riflettendo sui dati sulla sicurezza dei vaccini che abbiamo visto prima... la mia interpretazione è che il segnale... non sono convinta che ci sia un vero segnale. Penso che in realtà il segnale che stiamo vedendo sia in parte l'effetto protettivo della vaccinazione".

Il dottor Rogers voleva essere chiaro sul livello di psicopatologia con cui abbiamo a che fare.  Pertanto, ha chiesto al team di OpenVAERS di analizzare i numeri reali per lui. Leggete il suo Substack per scoprire cosa ha scoperto.