mercoledì 27 febbraio 2013

Catalogna: i primi effetti della Sovranità


Catalogna: i primi effetti della Sovranità

25 FEBBRAIO 2013 

CATALUNYA: 200 SINDACI INDIPENDENTISTI SI RIUNISCONO IN ASSEMBLEA

Venerdí 15 febbraio si è riunita a Vilanova i La Geltrú, a circa 30 Km a sud ovest di Barcellona, l’assemblea della AMI(Associazione dei Municipi per l’Indipendenza) con piú di 200 sindaci, rappresentanti dei 648 municipi che ci sono associati. Bisogna tenere conto che la Catalogna si compone di un totale di 947 municipi e l’AMI non ha tra i suoi iscritti, per il momento almeno, Barcellona, Tarragona e Lerida. C’è Gerona, c’è Vic e ci sono altre importanti cittá. La ANC (Assemblea Nacional Catalana) lavora per l’incorporazione del resto di cittá all’ente municipalista.

lunedì 25 febbraio 2013

SIGNORAGGIO: parla l’ex Procuratore generale della Repubblica

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domenica 24 febbraio 2013

EURO-AGENDA: COSI' INIZIANO "LE DITTATURE!"

Misteri svelati dell'alta rendita


            VFF       
Da: NUNTIUM NOVITATUM                     
25.11.2012
Misteri svelati dell'alta rendita
a cura di Marco Saba *( Authorization number VFF. 3012-EC/ 16.12.2012 )
Original document written in Italian 
on 25/11/2012 ( last revision )

       Basilea: la Spectre del sistema bancario ?

Il professor Carroll Quigley, il fu docente di storia, scienze politiche e geopolitica a Princeton, Harvard e Georgetown, così descrisse la Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI o BIS, Bank for International Settlements) di Basilea, nel suo libro Tragedy and Hope, uscito nel 1966 da McMillan:
"(Dopo la prima guerra mondiale) i poteri del capitalismo finanziario avevano un altro obiettivo remoto, di creare nientemeno che un sistema mondiale di controllo finanziario concentrato in mani private, in grado di dominare il sistema politico di ciascun paese e l'economia mondiale. Questo sistema doveva essere controllato con criteri feudali dalle banche centrali del mondo, che agivano di concerto grazie ad accordi segreti ai quali pervenivano nel corso di frequenti incontri e conferenze private. Il vertice del sistema doveva essere la Banca per i Regolamenti Internazionali di Basilea, in Svizzera, una banca privata di proprietà e sotto il controllo di banche centrali mondiali, esse stesse società private di capitali (corporations).

 [ ... ] La BIS., in quanto istituzione privata, era proprietà di sette direttori di altrettante banche centrali e operava attraverso di loro che ne formavano allo stesso tempo il gruppo direttivo [ ... ]. Essi si accordavano su tutti i maggiori problemi finanziari del mondo, come pure su molti problemi economici e politici, specie in riferimento a prestiti, pagamenti e al futuro economico delle aree più importanti del globo... ”.

Come prolungare la crisi

mercoledì 20 febbraio 2013

ELEZIONI: GRILLO, PORREMO IN DISCUSSIONE OGNI TRATTATO


ELEZIONI: GRILLO, PORREMO IN DISCUSSIONE OGNI TRATTATO UE

(ANSA) - ROMA, 20 FEB - ''M5S porra' in discussione ogni trattato e decisione europea, dalla Bolkenstein al fatto che noi andiamo in guerra in Libia, in Afghanistan, in Mali. Ridiscuteremo i trattati agricoli, i trattati sulla pesca. Vogliamo anche ridiscutere il
debito''. Lo dice Beppe Grillo in un'intervista a Euronews. Sulla politica commerciale, il leader delle cinque stelle afferma: ''Io mi voglio riprendere la mia sovranita'. Ad esempio quella alimentare che abbiamo perso. La grande distribuzione e' in mano ai francesi che vengono qua e si comprano tutto. Vengono qua a vendere il latte francese, i formaggi francesi, qua, nella patria del formaggio e del latte!''.(ANSA). 20-FEB-13 13:15

venerdì 8 febbraio 2013

Beppe Grillo parla di economia (2008)

Congiura del silenzio sullo scandalo signoraggio


La congiura del silenzio sullo scandalo del signoraggio. Ne parla solo Magdi Allam. Neppure Grillo ne parla pur rivendicando il ritorno alla sovranità monetaria.

di Pietro Melis - IOAMOLITALIA
04/02/2013 07:51:35
La congiura del silenzio sullo scandalo del signoraggio. Ne parla solo Magdi Allam. Neppure Grillo ne parla pur rivendicando il ritorno alla sovranità monetaria.
In tal modo si è peggiorata la situazione derivante dall'assurdo del poco noto sistema del signoraggio, che vedeva lo Stato italiano stampare moneta cartacea tramite una Banca d'Italia che, pur dovendo essere organo di controllo delle banche, con il mito della liberalizzazione, negli anni '90, trasformata in S.p.A., è diventata proprietà delle maggiori banche private, che da controllate diventano controllori di se stesse, mentre le banche centrali di ogni Stato europeo sono controllate da una banca centrale con capitale dello Stato.

lunedì 4 febbraio 2013

Note da rileggere su Pound e Mussolini

  "Il mio amico Ezra Pound ha ragione. La rivoluzione è guerra all’usura. È guerra all’usura pubblica e all’usura privata. Demolisce le tattiche delle battaglie di borsa. Distrugge i parassitismi di base, sui quali i moderati costruiscono le loro fortezze. Insegna a consumare al modo giusto, secondo logica di tempo, quel che è possibile produrre. Reagisce alle altalene del tasso di sconto, che fanno la sventura di chi chiede per investire nell’industria, e aumenta il mondo del risparmio, riducendone il coraggio, contraendone la volontà di ascesa, incrementandone la sfiducia nell’oggi, che è più letale ancora della sfiducia nel domani. Allorché il mio amico Ezra Pound mi donò le sue "considerazioni" sull’usura, mi disse che il potere non è del danaro, o del danaro soltanto, ma dell’usura soltanto, del danaro che produce danaro, che produce soltanto danaro, che non salva nessuno di noi, che lancia noi deboli nel gorgo dalla cui corrente altro danaro verrà espresso, come supremo male del mondo. Aggiunse in quel suo italiano, gaelico e slanghistico, infarcito di arcaismi tratti da Dante e dai cronachisti del trecento, che il potere del danaro e tutti gli uomini di questo potere regnano su un mondo del quale hanno monetizzato il cervello e trasformato la coscienza in lenzuoli di banconote. Il danaro che produce danaro. La formula del mio amico Ezra Pound riassume la spaventosa condizione del nostro tempo. Il danaro non si consuma. Regge al contatto dell’umanità. Nulla cede delle proprie qualità deteriori. Contamina peggiorandoci in ragione della continua salita del suo corso tra i banchi e le grida della borsa nelle cui caverne l’umano viene, inesorabilmente, macinato. Il mio amico Pound ha le qualità del predicatore cui è nota la tempesta dell’anno mille, dell’anno "n volte mille" sempre alle porte della nostra casa di dannati all’autodistruzione. La lava del denaro, infuocata e onnivora, scende dalla montagna che il cielo ha lanciato contro di noi, mi ha detto il mio amico Pound; e nessuno, tra noi, si salverà. Il mio amico Pound ha continuato con voi, come mi avete detto, nella casa romana dello scrittore di cose navali Ubaldo degli Uberti, l’analisi di come il danaro produce soltanto danaro, e non beni che sollevino il nostro spirito dalla palude nella quale il suo potere ci ha immerso. Non è ossessione la sua. Nessun uomo saggio, se ancora ne esistono, ha elementi per dichiarare esito di pericolosa paranoia il suo vedere, tra i blocchi di palazzi di Wall Street e tra le stanze dei banchieri della City, le pareti indistruttibili dell’inferno di oggi. I Kahn, i Morgan, i Morgenthau, i Toeplitz di tutte le terre egli vede alla testa dell’armata dell’oro. Pound piange i morti che quell’esercito fece. E vorrebbe sottrarre a ogni pericolo tutti noi esposti alla furia del potere dell’oro. Con il vostro amico Pound ho parlato di quello che Peguy ha scritto contro il potere dell’oro. Conosce quasi a memoria quelle pagine. Ne recita brani interi, senza dimenticarne alcuna parola. Il suo francese risale agli anni parigini in cui la gente di New York, di Boston, emigrata a Parigi, pensava ancora che l’occidente fosse fra noi. Illusa, quella gente, che scegliendo Parigi, il potere dell’oro sarebbe andato per stracci, almeno per questi migranti della letteratura. È, quel francese di Pound, come un prodotto del passato, come una denuncia del troppo che stiamo dimenticando, tutti noi che corriamo il rischio, o che già lo abbiamo corso, di finire maciullati dal potere dell’oro".
(Così, Benito Mussolini riferì al giovane giornalista triestino Yvon De Begnac durante i loro colloqui tra il 1934 e il 1943, che oggi ritroviamo nei famosi postumi "Taccuini mussoliniani").