venerdì 11 luglio 2014

Economia: solo la Madonna dei debitori può salvare l'Italia ?

COMUNICATO STAMPA

Economia: solo la Madonna dei debitori può salvare l'Italia 

dalla guerra e dal tracollo economico.


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È quanto sostiene il noto economista Italiano Marco Saba che in una nota afferma:"Le politiche di austerità ed indebitamento promosse dai controllori occulti di Draghi, il comitato-ombra che fa capo all'istituto Bruegel, rischiano di portarci ad una guerra europea poiché la domanda interna non è adeguatamente sostenuta dal reddito dei consumatori, sempre più disoccupati, indebitati e continuamente colpiti da una fiscalità sperequativa e sadica". E aggiunge: "Si rischia di ripetere il triste copione della crisi del 1929 e della seguente guerra mondiale. Infatti, con una guerra si permette all'industria di produrre e lanciare dei prodotti - le bombe - senza la necessità di avere dei consumatori finali disposti ad acquistarli...  
Già nel 1932 Enrico Cuccia ammoniva che non ha senso continuare ad estendere il credito alle banche ed alle industrie senza prima redistribuire potere d'acquisto ai consumatori oggi bloccati dal sovraindebitamento pubblico e privato. Occorre individuare chi sono i creditori che si nascondono dietro ai fantasmi giuridici residenti nei paradisi fiscali per ritrovare un paradiso terrestre dove chi crea la moneta gratis abbia almeno la decenza di redistribuirne gran parte al resto della comunità."
.Se il 13 settembre 1959 l’Italia venne consacrata al Cuore Immacolato della Vergine Maria, questa volta si vuole rinnovare l’affidamento perché solo un intervento divino potrà' salvare il paese dalla catastrofe. Il Gesuita Ernesto Santucci, noto per le sue opere di carità' in Albania e a Napoli,nonché ispiratore del movimento "Madonna dei debitori" ha dichiarato : "al momento mi sembra più importante viverlo, realizzarlo, entrare in questo affidamento, perché sia realmente nostro… vorrei invitare ad entrare in questo affidamento già fatto, perché sia realtà vissuta da noi ogni giorno e cresca così una Chiesa realmente mariana».

Risparmiatori Sci risarciti, condannate sette banche


I RISPARMIATORI SCI RISARCITI, CONDANNATE SETTE BANCHE
Premio Guido Carli Federico GhizzoniPREMIO GUIDO CARLI FEDERICO GHIZZONI
 (l.fer. ) Sette istituti di credito, seppure già archiviati in sede penale dall’accusa di insider trading, sono stati condannati dalla Cassazione civile a risarcire 14 risparmiatori per il danno indiretto arrecato ai loro investimenti in Borsa con l’utilizzo di informazioni «assolutamente privilegiate e confidenziali»: notizie grazie alle quali Credito Italiano (Unicredito), Cariplo (Banca Intesa), San Paolo Imi, Banca di Roma (Capitalia), Crt, Carige e Centrobanca nell’estate 1997 si alleggerirono, guarda caso appena in tempo, delle azioni detenute nella «Sci costruzioni», società genovese in crisi ma di cui i risparmiatori nello stesso periodo comprarono titoli fidandosi del proclamato impegno delle banche azioniste nel piano di risanamento.
carlo messina e moglieCARLO MESSINA E MOGLIE

A contare, nella sentenza con la quale la terza sezione della Cassazione ha confermato il verdetto di Corte d’Appello del 2007 che a sua volta aveva sposato la linea del Tribunale civile di Milano nel 2004, non è tanto l’entità del risarcimento ai risparmiatori patrocinati dall’avvocato Cino Raffa Ugolini, attorno ai 100.000 euro, ma è il principio.

La «Sci» fallì il 20 marzo 1998, ma ancora l’estate prima il bilancio la dipingeva come un’impresa in via di risanamento gestito dal Comitato ristretto delle banche creditrici, con il pieno sostegno finanziario appunto degli istituti di credito. Peccato che la realtà fosse invece quella del promemoria «strettamente riservato» che l’advisor legale «Vitale e Borghesi & C.» aveva consegnato alle banche il 10 giugno 1997, 20 giorni prima dell’approvazione del bilancio.

Lì le banche decisero che era il momento non solo di non mettere più un quattrino nella società, ma anche di uscirne a razzo prima del tracollo, tra agosto e ottobre 1997 «dismettendo alla chetichella gran parte dei titoli posseduti», per usare l’espressione del Tribunale milanese.
GIOVANNI BAZOLI E GIUSEPPE GUZZETTIGIOVANNI BAZOLI E GIUSEPPE GUZZETTI

Così le banche salvarono dal crac 37 loro milioni di euro, e contribuirono «a illudere i fruitori del mercato che vi fosse un rastrellamento da parte di raiders». Colpa di quella «discrasia informativa» lamentata nella motivazione del Tribunale: «Il mercato borsistico non può essere giudicato come un territorio di giocatori d’azzardo, perché una simile prospettiva genererebbe solo sfiducia verso un mercato su cui si fonda l’intera economia di un Paese industrializzato»