sabato 26 maggio 2012

Pe: sì a tassa transazioni finanziarie


Pe: sì a tassa transazioni finanziarie; minuto di silenzio per strage Capaci

23 Maggio 2012 Marta Bonucci
Plenaria - foto di Parlamento europeoLa plenaria di Strasburgo vota, a larghissima maggioranza, a favore della tassa sulle transazioni finanziarie. La proposta dell'Esecutivo comuniario, valutata positivamente dal Parlamento, è di istituire un'aliquota non inferiore allo 0,1% per azioni e obbligazioni e allo 0,01% per i contratti derivati.  E l'aula di Strasburgo ha pure osservato un minuto di silenzio per ricordare la strage di Capaci, nel suo 20.o anniversario. 
Fra gli eurodeputati italiani, votano a favore della tassa sulle transazioni quelli del Partito democratico e del Popolo della libertà, si astengono i leghisti. Con l'approvazione della Ttf il Parlamento europeo mando "un messaggio chiaro al Consiglio e ai leader europei", ha commentato l'eurodeputato Pd David Sassoli. "Il principio che a pagare per la crisi siano finalmente anche quelli che l'hanno provocata e' adesso sancito dall'unica istituzione europea espressione diretta dei cittadini".
"La strada e' ancora lunga, ma quello di oggi e' un passo importante", fa notare Leonardo Domenici (Pd), tra i primi promotori della tassa sulle transazioni finanziarie. "Ciò renderà il settore finanziario più stabile, meno orientato al breve termine e più concentrato sul finanziamento all'economia reale".
Tassare le transazioni finanziarie significa "lanciare un messaggio chiaro: per uscire dalla crisi abbiamo preso decisioni straordinarie che costano importanti sacrifici ai cittadini; ora è giusto che anche il mondo della finanza, soprattutto quello che agisce con pratiche speculative, dia il proprio contributo per superare questo momento". Così l'eurodeputato del Pdl Giovanni La Via, relatore sul bilancio Ue 2013. Secondo le stime, prosegue La Via, l'imposta dovrebbe generare entrate che si aggirano intorno ai "57 miliardi di euro, che andrebbero in parte a finanziare il bilancio europeo".
Si astengono dal voto gli eurodeputati del Carroccio. Claudio Morganti, pur definendo la  tassa sulle transazioni finanziarie "un'imposta giusta, da un punto di vista etico, in quanto va a colpire chi specula", dubita della reale efficacia di questa tassa, che "dovrebbe essere applicata non solo nella Ue, ma a livello globale. In caso contrario sarebbe facile aggirarla, provocando enormi danni ai mercati europei, tra cui una riduzione della liquidità, quindi maggiori difficoltà per l'accesso al credito".
Al momento della commemorazione delle vittime della strage di Capaci, la vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli ha detto: "Il sacrificio di Falcone è diventato un simbolo in tutta Europa di lotta alle mafie e alla criminalità organizzata".

Cortei e proteste a Bergamo contro Monti



Il governo del Monti-fantoccio (o Mario-netta ?)


Monti: democrazia sospesa e autoritarismo fiscale

Pubblicato da: admin    Tags:      Pubblicato il:  maggio 9, 2012  | 



Se anche i sostenitore di Monti cambiano giudizio …

Altro che «democrazia sospesa». Il rischio è l’ autoritarismo – Lettere al Corriere Il dubbio
Troppi equivoci sul governo Monti
C on lo Stato che esige subito le tasse – anche quando ha torto: paga e poi si vedrà se hai ragione (solve et repete) – e onora i suoi debiti con anni di ritardo, e di fronte ai sempre più numerosi suicidi, il rifiuto del professor Monti della ragionevole (civile) proposta Alfano di poter scalare dalle tasse (dovute) i crediti (pretesi) rivela un totale disprezzo dei diritti dei cittadini. Ci volevano dei non eletti per dimostrare che un governo che non debba rispondere agli elettori è automaticamente dispotico. Altro che «democrazia sospesa»; qui siamo in pieno autoritarismo, mascherato da efficientismo, che sta distruggendo quel poco di democrazia liberale che c’ era. Confesso che, conoscendolo come persona intellettualmente onesta, ed essendogli amico, mi ero illuso che il cattolico-liberale Monti, se non proprio propenso a far prevalere l’ umanesimo cristiano sulla (disumana) Ragion di Stato – che, peraltro, è teoria di un cattolico (Botero) – fosse almeno incline a ricordarsi di essere liberale. Invece, per dirla con lord Acton, «se il potere corrompe, il potere assoluto (incontrollato) corrompe assolutissimamente». Ho l’ impressione che questi professori si prendano un po’ troppo sul serio nel ruolo di «salvatori della Patria» e tendano a comportarsi con i cittadini come, probabilmente, si comportavano con i propri studenti. La politica, in una democrazia liberale, non è «prendere o lasciare», ma rispetto (costituzionale) dei diritti e delle libertà individuali, nonché delle minoranze. Ma qui chi controlla? Non lo fanno i partiti in Parlamento, ormai supini – per incultura, debolezza e provincialismo – «a quelli che sanno». Non i media – che dovrebbero legittimare l’ Ordinamento esistente, ma anche fornire al cittadino gli strumenti per capire e giudicare – e sono una sorta di neoMinculpop: «il Duce ha sempre ragione»; anche se Monti non sempre ce l’ ha. Non un’ opinione pubblica frastornata cui è stato fatto credere di essere in guerra – contro lo spread – le si nasconde che questo governo non è «la soluzione», ma sta diventando «un problema», e inclina verso un «fascismo di popolo». Sono rimasto il solo a dirlo e mi spiace ripeterlo: è, nelle parole di Piero Gobetti sul fascismo, «l’ autobiografia di una nazione». Altro caso. L’ esenzione fiscale della prima casa non sarebbe una forma di «evasione fiscale» come sostiene il governo; ecco un altro (suo) tratto antidemocratico, per non dire illiberale. La prima casa – spesso frutto del risparmio di una vita sul quale si sono già pagate le tasse – è un «bene primario» per i meno abbienti; che non hanno l’ alternativa fra la casa e andare a dormire sotto i ponti. Dovrebbe essere la soglia minima oltre la quale il Fisco non dovrebbe andare in uno Stato che voglia essere davvero sociale. Invece, la sua esenzione è sprezzantemente equiparata a un reato; mentre, in nome della giustizia sociale, si sta massacrando di tasse (soprattutto) i ceti meno abbienti. Ostellino Piero

Crisi: banche che non ce la fanno non devono avere credito


Crisi: Passera, aziende che non ce la fanno non devono avere credito

Diecimila euro di debiti: artigiano si suicida


Aveva diecimila euro di debiti:
artigiano si suicida in Val d'Aosta



ROMA - Aveva 10 mila euro di debiti con Equitalia l'artigiano edile suicidatosi la scorsa notte in un cantiere a Champdepraz, vicino ad Aosta. L'uomo, Francesco Gioffrè, di 61 anni, residente a Saint-Vincent,aveva ricevuto l'ingiunzione di pagamento nei giorni scorsi. L'artigiano si è impiccato a un tubo in un cantiere della Bassa Valle. 

L'uomo fino a qualche tempo fa aveva una ditta a conduzione familiare ma negli ultimi mesi, anche a causa della crisi, aveva iniziato a lavorare da solo e a cottimo.