giovedì 25 febbraio 2016

Scandalo Euribor, ipotesi di danno per l'Italia

Scandalo Euribor, ipotesi di danno per banche italiane ed enti pubblici 
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di Carlotta Scozzari 
 
 
Nell'ambito dello scandalo europeo sulla manipolazione dei tassi Euribor chi ha danneggiato chi? E chi è stato danneggiato come può fare per tutelarsi? A porsi le domande è Marco Rossi, avvocato e presidente del Comitato scientifico di Alma Iura, che si spinge a ipotizzare che potrebbero essere state danneggiate le banche italiane e gli enti pubblici e per questo motivo dovrebbero attivarsi per fare valere le proprie ragioni.

Rossi, insieme con Maddalena Mandarà, responsabile dell'analisi quantitativa di Alma Iura, è autore di uno studio ad hoc sul tema dal titolo “Analisi giurimetrica sull'ipotesi di manipolazione dell'Euribor”. Innanzi tutto va ricordato che l'Euribor non soltanto rappresenta il tasso a cui le banche si prestano soldi tra loro (appunto tasso "interbancario") ma nella maggior parte dei casi costituisce anche un riferimento per il calcolo degli interessi sui mutui variabili.

“Dalla nostra analisi tecnica, l’Euribor potrebbe essere stato manipolato al ribasso – afferma Rossi - in quanto le banche internazionali (come quasi tutte le grandi banche) sarebbero state pagatrici nette dell’Euribor e avrebbero quindi avuto un interesse generale ad abbassarlo e non già a innalzarlo. Se ciò fosse dimostrato, a rimetterci sarebbero stati quei soggetti che hanno pagato un tasso fisso e ricevuto l’Euribor”.

In altri termini, seguendo il ragionamento, sarebbero stati danneggiati quei soggetti che hanno ricevuto meno di quanto avrebbero dovuto, come per l'appunto le banche cui è stato pagato un Euribor più basso, per esempio attraverso i mutui variabili. Ma nella lista dei possibili danneggiati potrebebro esserci anche le imprese e gli enti locali sottoscrittori di derivati in qualche modo agganciati al tasso interbancario così come gli obbligazionisti con cedole legate all'Euribor. Viceversa, ipotizzando sempre una manipolazione al ribasso del tasso, chi paga un mutuo variabile è stato avvantaggiato perché gli è costato meno.

In attesa della pubblicazione della decisione del 2013 nella quale l’Antitrust europea condanna Deutsche Bank, Barclays, Royal Bank of Scotland e Societe Generale a pagare una multa di 1,7 miliardi di euro per un accordo di cartello finalizzato a manipolare l’Euribor, sentenza che sarà vincolante per i giudici civili italiani, nel nostro paese c’è chi sta pensando a come muoversi per fare valere le proprie ragioni. Qualcuno in Italia ha già deciso di agire conto gli istituti di credito di casa nostra. Le italiane che partecipano al comitato per la determinazione dell'Euribor sono Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps e Ubi.

“Un primo problema – spiega Rossi - è che molte cause potrebbero venire intentate da privati ed enti pubblici contro banche italiane che non hanno manipolato il tasso o perché non erano all’interno dell’Euribor panel o perché, pur facendovi parte, non risulta che abbiano posto in essere manipolazioni. In questo caso, la banca italiana non avrebbe alcuna colpa derivante dalla manipolazione e potrebbe aver addirittura subìto un danno se la manipolazione fosse avvenuta al ribasso, nei mutui e nei leasing per esempio. Pertanto - prosegue Rossi - mi sembra che l’azione di nullità potrebbe trovare qualche ostacolo, anche se è comprensibile che i clienti la propongano e potrebbero anche trovare qualche soddisfazione. Diverso il caso in cui, invece, la causa fosse proposta nei confronti di una banca che ha manipolato l’Euribor”, come gli istituti esteri finiti nel mirino dell'Antitrust.

"La domanda che mi pongo - conclude Rossi - è perché le banche italiane e gli enti pubblici non facciano nulla per verificare se e in quale misura la manipolazione abbia procurato un danno, visto che la manipolazione è cosa certa. Io penso che potranno sorgere in futuro responsabilità degli amministratori di banche ed enti pubblici che siano rimasti inerti di fronte a questo scandalo enorme. In Inghilterra si ha notizie di transazioni già avvenute sulla manipolazione e le banche manipolatrici hanno già accantonato nei loro bilanci miliardi di euro per i contenziosi".