giovedì 15 dicembre 2011

La clonazione del denaro

Sinossi Docfilm: 1992 il bivio


Sinossi Docfilm: 1992 il bivio

L'attuale crisi economica internazionale viene esaminata dalla

prospettiva italiana.
 
 L’analisi si snoda attraverso le testimonianze di: cittadini,
giornalisti, scrittori, avvocati, economisti, politici, artisti ed
attivisti; la corredano immagini di manifestazioni e dati storici dai
quali emergono i diversi disagi sociali e le possibili cause.
 
Attraverso una regressione panoramica sulla storia dell’economia
italiana con l’allineamento cronologico di una serie di eventi
drammatici - le stragi dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo
Borsellino, Tangentopoli, l’attacco speculativo alla lira da parte
dell’alta finanza internazionale, un governo che ha varato una serie
di manovre finanziarie definite “lacrime e sangue” e l’avvio al
processo delle privatizzazioni - l’indagine documentaristica individua
il nodo centrale del tema nell’anno 1992.
 
Questo anno è indicato come il bivio che ha dirottato l’Italia verso
la globalizzazione dei mercati finanziari e della moneta unica europea
al ritmo del neoliberismo sfrenato, minando le basi della democrazia,
dello stato sociale e della ridistribuzione equa della ricchezza.
 
Uno scenario storico che si ripropone agli italiani con tutta la sua attualità.
 
Un documentario coraggioso e politicamente scorretto nel quale vengono
evidenziati provocatoriamente i lati positivi del regime fascista,
confrontandoli con quelli degenerati dell’attuale forma di “democrazia
pilotata” in cui lo Stato, svuotato della sua sovranità, è succube
delle banche e delle oligarchie internazionali.
 
Un filo comune, ancora invisibile ai più, emerge durante il percorso
documentaristico come nella composizione di un puzzle, fornendo un
quadro cognitivo utile allo spettatore di qualsiasi estrazione sociale
e politica per riesaminare il proprio ruolo di cittadino e persona.


Sara Tommasi e Marra a Roma, cartello contro Monti


Sara Tommasi a Roma, cartello contro Monti

LUCINDA GEORGE» Giovedì 15 Dicembre, GOSSIP BLOG
sara tommasi GOSSIP.IT

Lezioni ecuadoriane: se il debito è illegittimo non si paga

Fonte: Il Cambiamento

di Andrea degli Innocenti, 2 dicembre 2011

Come accaduto in Islanda, anche in Ecuador il popolo, guidato dal presidente Rafael Correa, si è rifiutato di pagare il debito. Una commissione appositamente istituita l'ha dichiarato illegittimo in quanto si trattava di un prestito che faceva gli interessi esclusivi di banche e multinazionali e non del paese che avrebbe dovuto aiutare. Un'altra lezione di cui tenere conto.
di Andrea Degl'Innocenti - 2 Dicembre 2011

Parliamo di vulcani. E di eruzioni. Tempo fa, in Islanda, l'impronunciabile vulcano Eyjafjallajökull sbuffava nubi di ceneri bianche mandando in tilt i collegamenti aerei di mezzo mondo; allo stesso tempo il popolo islandese decideva di sollevarsi contro i poteri forti della finanza globale. Nell'altro emisfero, in Ecuador, da qualche anno si è risvegliato il potente Tungurahua - appena più facile da pronunciare, ma neanche poi tanto – proprio nel periodo in cui il presidente Rafael Correa dichiarava il debito estero che gravava sulle spalle dei suoi cittadini “illegittimo ed illegale”.

In una sinergia quasi sovrannaturale, sembra che la natura e gli esseri umani si destino all'unisono, in varie parti del mondo, in un moto di ribellione verso i propri oppressori. Che a ben vedere, per l'una e per gli altri, sono i medesimi. Quell'elite finanziaria che controlla l'economia globale, possiede corporazioni e multinazionali, controlla le banche e gestisce i mercati, è responsabile da un lato dei maggiori crimini ambientali: emissioni nocive, fallimento dei vertici internazionali sul clima, deforestazione, disastri petrolieri; dall'altro della schiavitù dei popoli, oppressi da debiti immensi, privati dei propri diritti e della sovranità nazionale.

Dunque è curioso vederli sbottare all'unisono, quasi che vulcani ed esseri umani siano due diversi strumenti nelle mani di un unico potente flusso vitale. Ma accantoniamo la retorica e andiamo a vedere cosa è successo. Dell'Islanda, e di come il popolo si sia ribellato ai poteri forti internazionali e abbia dato vita ad un percorso di democrazia partecipata, vi abbiamo già parlato tempo addietro. Occupiamoci dell'Ecuador.

Qui è accaduto che il paese si ritrovava schiacciato, da una trentina d'anni circa, da un debito pubblico enorme. Nel 1983, infatti, lo Stato si era fatto carico, di fronte ai creditori, del debito estero contratto da privati, per un totale di 1371 milioni di dollari, ai tempi una cifra notevole. Talmente notevole che nei successivi sei anni il paese non fu in grado di pagarla. Invece essa crebbe fino a raggiungere la soglia di 7 miliardi.

Condannato il prof. Ferdinando Superti Furga


Crac Hdc, sette anni a Crespi assoluzione per Confalonieri
Il sondaggista condannato: «Difenderò la mia buona fede»

Il Messaggero


MILANO - L’ex sondaggista Luigi Crespi è stato condannato a 7 anni di reclusione per il crac da 40milioni dell’Hdc. Assolti il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri e il parlamentare del Pdl Alfredo Messina. I giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Milano, oltre a Luigi Crespi, interdetto in perpetuo dai pubblici uffici, hanno condannato a quattro anni di reclusione il fratello Ambrogio, anche lui ex componente del Cda della holding della comunicazione poi fallita; a 2 anni e 6 mesi Ferdinando Superti Furga in qualità di presidente del collegio sindacale della società dal 2001 al 2003; e a 2 anni Fulvio Pravadelli, ex consigliere delegato dell’area amministrazione e finanza di Publitalia ’80. «L’ammontare della pena mi sorprende - commenta Crespi -  perché la considero non coerente con la censura delle mie responsabilità, ammesse fin dal primo momento».

Democrazia antistress


Democrazia antistress

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Siamo così distratti dall'economia che non sappiamo più cos'è la democrazia. In Italia ci sono un governo, un parlamento, un presidente della Repubblica, ma non c'è la democrazia. Monti rappresenta solo sé stesso, nessuno lo ha eletto. La sua funzione è quella del liquidatore che deve preservare "la credibilità internazionale", in sostanza il valore dei titoli di Stato comprati da Francia, Germania e Gran Bretagna per evitare il default. Chiunque, incensurato e morigerato, fosse venuto dopo questa classe partitocratica, della quale Berlusconi è la caricatura, sarebbe stato accolto come un salvatore. E così è stato. La paura di perdere tutto da parte degli italiani ha fatto il miracolo. Ha trasformato un vecchio professore in un padre della Patria. I governi precedenti sono stati il trionfo della partitocrazia. I segretari di partito, grazie a una legge elettorale incostituzionale, hanno eletto a tavolino tutti i senatori e tutti i deputati. Nessun partito si è tirato indietro nel fottere la democrazia. Se comandare è meglio che fottere, i partiti hanno coniugato entrambe le attività. Senza democrazia, senza la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica non c'è futuro per l'Italia. Invece che di diritti civili si discute di spread, di bund e di crescita. Se è più democratico un conto corrente o un investimento azionario.
Per la successione di Monti, nel 2013, c'è, caldo caldo, il banchiere Passera. Abbiamo fatto il Risorgimento e la Resistenza per mettere a capo del governo un banchiere? E non è il primo a essere candidato al soglio. Il pdmenoellino Enrico Letta, il nipote di suo zio, ebbe lo stomaco di candidare Profumo un paio di mesi fa. Ritorneremo al voto per censo, come nell'Ottocento. Voterai se te lo puoi permettere. I voti si pagano, non si contano. Il dibattito sui diritti e sui doveri, sulla Costituzione, sui motivi dello stare insieme e sulla costruzione di un futuro migliore è scomparso da qualunque agenda. Siamo diventati correntisti al posto di cittadini. Il codice fiscale ha sostituito la cittadinanza. Si usa la parola democrazia come una pallina antistress. Serve a farci sentire meglio mentre la strizziamo parlandone. "Siamo un Grande Paese Democratico" dove il referendum è solo abrogativo e comunque i partiti se ne fregano dei risultati, dove le proposte di leggi popolari sono ignorate e dove non puoi scegliere il candidato. Cosa vuoi di più dalla vita? Il fascismo a questi gli fa una sega.