di Sergio Di Cori Modigliani
“Gli italiani vivono le partite di calcio come se fossero delle guerre; in compenso, vivono le guerre come se si trattasse di una partita di calcio”.
Sir Winston Churchill. Londra 1952.
In teoria ci troviamo nell’epoca della comunicazione, dell’informazione totale, delle notizie diffuse da tutti a tutti e mai come oggi “la gente” avrebbe la possibilità e l’opportunità di sapere come stanno le cose. Non è così. Si tratta di un trucco retorico, ben congegnato e gestito dai proprietari mediatici per far credere alle persone di essere informate. Se domani ci fossero le presidenziali dirette, all’americana, potrebbe anche vincere Barbara D’Urso, o Cesare Prandelli, o il commissario Montalbano, anche se non esiste nella realtà in quanto personaggio romanzesco, ma alla gente poco importa. Forse neppure lo sa e quando vede il telefilm pensa che si tratti di reportage investigativo. Comunque sia, sarebbe possibile convincerli, in qualche modo. Se li hanno convinti che Mario Monti è come De Gasperi, Silvio Berlusconi è un grande imprenditore, e Massimo D’Alema è una risorsa per la democrazia, allora vuol dire che è possibile convincere gli italiani che chiunque può essere chiunque in qualunque momento, basta che la cupola mediatica decida e scelga di cavalcare questo o quel destriero. E quindi va bene anche Montalbano o Harry Potter. Tutto ciò per introdurre l’argomento relativo alla realtà dello scontro politico in atto per la scelta del presidente della repubblica, per cercare di comprendere alcuni aspetti che appartengono a un’idea complessa della realtà che è opposta alla facile e affascinante cultura del complottismo becero, autentica passione italiota. A mio avviso, ci troviamo al centro di una importantissima battaglia che fa parte di una poderosa guerra tra massoni e che dura esattamente da 80 anni, dalla primavera del 1933.
Quello che domani si apre, in parlamento, è un capitolo di questa guerra all’ultimo sangue.