venerdì 23 dicembre 2011

Bankenstein miete un'altra vittima

L'Argentina è in lutto. Il sottosegretario al commercio, all'uscita da una riunione con il Fondo Monetario, si impicca all'età di 33 anni.
di Sergio Di Cori Modigliani


Tempi duri per i puri, non vi è dubbio.
A Montevideo, Uruguay, ieri notte, il sottosegretario alla presidenza e al commercio nonché l'uomo che sarebbe dovuto essere il prossimo ministro dell’economia della Repubblica Argentina, Ivan Heyn si è impiccato nella sua stanza d’albergo, all’Hotel Radisson.
La notizia, indifferente per noi europei, viene vissuta come una enorme tragedia per tutta l’America Latina e anche in Usa l’evento ha suscitato un forte impatto.
Per diversi motivi. Tra cui, non ultimo, la giovane età dell’economista: 33 anni.
Considerato il padre dell’attuale rivoluzione economica argentina, Ivan Heyn si trovava a Montevideo per una riunione allargata del Mercosur (sarebbe il corrispondente in America Latina della Unione Europea) alla quale erano stati invitati anche i responsabili di Usa e Gran Bretagna. Uscendo da una riunione ristretta con i delegati del Fondo Monetario Internazionale, l’economista ha pronunciato la frase “io questo non lo posso proprio fare”. Da quel momento è sparito e nessuno l’ha più visto.
Dieci ore dopo è stato trovato impiccato nella sua suite dell’albergo.
In Argentina gli stanno tributando un enorme cordoglio. Veniva soprannominato “el economista callejero”, l’economista di strada, perché proveniva da una famiglia povera, e nonostante la sua prestigiosa carriera, aveva scelto di rimanere a vivere nel suo quartiere natìo di Constituciòn, tra i più popolari e poveri della capitale Buenos Aires, dove era riverito e amato dalla gente. Si era laureato in economia a 24 anni e, per un caso fortuito, al bar dell’università, il giorno della laurea, aveva incontrato Maximo, il figlio primogenito della presidenta Christina Kirchner, con il quale condivideva il fatto di essere fidanzati con due gemelle. Attivo militante del gruppo La Càmpora, la frazione più a sinistra del partito peronista al potere, si era specializzato in macro economia e aveva accettato una consulenza al ministero dell’economia, diventando poi consigliere personale della Kirchner. In seguito, lei stessa aveva fortemente spinto per farlo accettare dagli anziani del partito dandogli il sottosegretariato al commercio e indicandolo chiaramente come la figura preminente a cui affidare nel 2012 il dicastero dell’economia.

Cassazione anti-Bankenstein (sentenza n. 46669)


Dr. Giovanni Battista Frescura
Consulente Tecnico *

Principi di diritto stabiliti dalla sentenza della Cassazione 19 dicembre 2011 n. 46669

1) l'innalzamento della soglia dell'usura vale solo dal maggio 2011, non è retroattivo, nemmeno ai fini penali;
La portata dell’intervento innovativo sulla determinazione dei criteri di individuazione del tasso
soglia e la mancanza di norme transitorie, certamente non dovuta a disattenzione [del legislatore], denotano che si è voluto dare alla normativa (che ha introdotto un regime maggiormente favorevole agli istituti di credito in relazione al reato di usura) operatività con esclusivo riferimento a condotte poste in essere dopo la sua entrata in vigore, senza produrre effetti su preesistenti situazioni, regolate dalla normativa precedente.

2) le circolari della Banca d'Italia non hanno alcun valore ai fini dell'interpretazione della legge sull'usura;
Le circolari e le istruzioni della Banca d’Italia non rappresentano una fonte di diritti ed obblighi e
nella ipotesi in cui gli istituti bancari si conformino ad una erronea interpretazione fornita dalla
Banca d’Italia in una circolare, non può essere esclusa la sussistenza del reato di usura sotto il
profilo dell’elemento oggettivo.
Le circolari o direttive, ove illegittime e in violazione di legge non hanno efficacia vincolante per gli istituti bancari sottoposti alla vigilanza della Banca d’Italia, neppure quale mezzo di interpretazione, trattandosi [l’usura] di questione nota nell’ambiente del commercio che non presenta in sè particolari difficoltà, stante anche la qualificazione soggettiva degli organi bancari e la disponibilità di strumenti di verifica da parte degli istituti di credito.

3) i presidenti o il c.d.a. delle banche sono responsabili dell'usura; fanno eccezione solo i casi relativi ai primi anni 2000, quando nessuno diceva che le banche facevano usura;
E’ ravvisabile in capo al presidente o al consiglio di amministrazione un potere di controllo
gestionale sull’attività della direzione generale o centrale commerciale con specifico riferimento
alla determinazione dei tassi di interesse, anche se a termini statutari tali organismi sottordinati
abbiano autonomia gestionale operativa, con conseguente responsabilità penale concorrente
degli organi apicali ove venga superato il tasso soglia degli interessi in ordine alla erogazione
del credito alla clientela.
Non è scusabile, in linea di principio, da parte di un istituto di credito, l’errore riferibile al calcolo
dell’ammontare degli interessi usurari trattandosi di interpretazione che oltre ad essere nota nell’ambiente bancario non rappresenta in se particolari difficoltà.
In mancanza di un orientamento giurisprudenziale di legittimità, sia civile che penale, all'epoca, che ritenesse illecita la prassi bancaria, sviluppatasi poi successivamente, nessuna censura di mancanza di doverosa prudenza può essere posta a carico dei presidenti delle banche e non può ritenersi violato il dovere di diligenza nella ricostruzione dei criteri applicabili ai fini della individuazione del tasso soglia a carico degli organi di vertici degli istituti bancari.

4) anche se non si individua il colpevole, ma il reato usura esiste, la banca deve rimborsare i danni.

[l’usura è] comunque un illecito avente rilevanza civilistica, non rileva, ai fini risarcitori, che non
sia stato accertato il responsabile penale della condotta illecita, in quanto l’azione risarcitoria
civile ben potrà essere espletata nei confronti degli istituti interessati che rispondono, comunque,
del fatto dei propri dipendenti.

* Direttore Centro servizi peritali (per il controllo dell’usura)
Valdagno (VI) Via Dalmazia 39/A Tel. 0445.412545
Email csvaldagno@assimai.it
G. Frescura – Usura e d anatocismo – La verifica del TAEG nei finanziamenti legali
- 2011

E se i debitori si rifiutassero di pagare?


E se i debitori si rifiutassero di pagare?

22 dicembre 2011 (MoviSol) - Il Vicepresidente del Partito Socialista Portoghese si è appellato alla propria e alle altre nazioni sotto il tallone dell'Unione Europea affinché usino la "bomba del debito" contro i banchieri. Ad una manifestazione di partito il 10 dicembre Pedro Nuno Santos ha dichiarato: "Possediamo una bomba atomica che possiamo puntare contro i tedeschi e i francesi: questa bomba atomica è la decisione che semplicemente non paghiamo. Il debito è la nostra unica arma e dovremmo usarla per imporre migliori condizioni, perché proprio la recessione è ciò che ci impedisce di rispettare gli impegni presi (con la Troika UE-FMI-BCE). Dovremmo far tremare le ginocchia dei banchieri tedeschi".
La "bomba del debito" è un concetto sviluppato dal movimento di LaRouche all'inizio degli anni ottanta, quando la crisi del debito messicano minacciava di esplodere. Recentemente è stata rilanciata da economisti come Loretta Napoleoni, che ha aggiornato la versione e-book del suo Contagio con le seguenti parole: "Il deficit dei paesi a rischio default è una loro grande forza, non un punto di debolezza. Perché i paesi creditori hanno tutto l'interesse di farsi restituire il denaro che hanno prestato".
Santos ha chiesto ai membri periferici dell'Unione Europea di unirsi contro i diktat di Bruxelles e Francoforte. "E' incomprensibile che i paesi periferici non fanno ciò che fanno il Presidente francese e il Cancelliere tedesco. Dovrebbero unirsi".
Santos ha fatto la sua dichiarazione lo stesso giorno in cui migliaia di dimostranti sfilavano lungo le strade di Lisbona protestando contro le misure di austerità, tra cui l'aumento della settimana lavorativa a 42 ore e il taglio del 16% per la fascia alta e dell'8% per la fascia bassa degli stipendi del pubblico impiego.
In tutta Europa sta crescendo un movimento per ripudiare il debito, facendo proseliti soprattutto tra le giovani generazioni indignate per essere private di un futuro mentre le banche centrali prestano centinaia di miliardi di denaro a buon mercato alle banche. Tuttavia, un semplice ripudio del debito non funzionerà.
Il 17 dicembre il segretario generale di MoviSol Andrew Spannaus è intervenuto all'assemblea nazionale del "Comitato No Debito" a Roma il 17 dicembre, organizzazione nata dalla sinistra vicina al sindacalista della Fiom Giorgio Cremaschi, all'insegna dello slogan "contro il governo Monti, contro il governo della BCE, contro la manovra". Davanti ad oltre 500 persone presenti al Teatro Tendastrisce di Roma e collegate al livestream via internet, Spannaus ha esordito affermando: "Sono americano, non sono comunista, ma sono d'accordo con chi si batte contro il governo delle banche". Ha poi detto che "non basta battersi per i diritti, bisogna sapere come siamo arrivati nella situazione di oggi, e avere proposte chiare per uscirne".
Il segretario di MoviSol ha poi tracciato brevemente la trasformazione delle economie industrializzate in società "post-industriali" e i punti salienti della deregulation finanziaria che ha portato alla crisi di oggi. La risposta alla situazione di oggi, in cui vengono creati dei governi antidemocratici per imporre una politica a favore degli interessi della grande finanza internazionale è chiara: riprendersi la sovranità nazionale e riorganizzare il sistema finanziario. Serve la separazione delle funzioni bancarie (Glass-Steagall), e una banca nazionale per finanziare lo sviluppo industriale ed infrastrutturale. In conclusione, Spannaus ha ammonito del pericolo di guerra che si sta creando con le avventure militari dell'occidente nel medio oriente, e specificamente con le minacce di un attacco all'Iran e alla Siria, a cui Cina e Russia hanno già reagito in modo pubblico.
L'intervento di Spannaus è stato apprezzato da molti per la sua chiarezza, e il giornalista Giulietto Chiesa ne ha fatto riferimento nel proprio intervento, preoccupandosi però del fatto che è stato l'unico tra le decine di persone a parlare che ha fatto riferimento al pericolo di guerra in questo momento.
Nel corso dell'assemblea è emersa la varietà di posizioni dei membri del comitato, dal comunismo e il socialismo, alle posizioni più aperte verso persone di altre estrazioni culturali e politiche. La proposta di MoviSol è di lanciare una mobilitazione intorno alla questione della riforma del sistema finanziario internazionale, a partire dal ripristino di Glass-Steagall e la fine del sistema dell'euro.