mercoledì 5 agosto 2015

Scandalo Libor, 14 anni per un ex-dipendente UBS e Citigroup

Scandalo Libor, 14 anni per un ex-dipendente UBS e Citigroup

Esploso nel 2012 ma relativo al quinquennio 2006-2010, per lo scandalo LIBOR è giunto il momento della prima condanna. Tom Hayes, ex dipendente di UBS e Citigroup, è stato condannato a 14 anni di reclusione da un tribunale inglese
Cominciano ad avere dei responsabili certificati le manipolazioni del London Inter Bank Offered Rate (LIBOR); uno di questi è Tom Hayes, matematico inglese di 35 anni che rivedrà la libertà quando di anni ne avrà 49. L’ex trader di UBS e Citibank è stato riconosciuto colpevole di avere corretto in modo fraudolento il LIBOR, così come dimostrato dall’SFO (Serious Fraud Office) di Sua Maestà. Sentenza che da’ spessore al tribunale britannico e a tutto il sistema inglese ma che per il momento lascia fuori i vertici delle banche, difficilmente ignare di quanto stesse accadendo.
Ma cos’è il LIBOR e come impatta sulla vita delle persone? È il tasso di prestito interbancario, ossia l’indice che misura il costo del denaro applicato dalle banche quando si prestano liquidità. I tassi LIBOR sono fissati ogni giorno con un procedimento certificato (male) dalla BBA (British Bankers Association). Dal LIBOR dipendono i tassi di interesse di una lunga lista di prodotti e servizi tra i quali i mutui a tasso variabile, le carte di credito, i leasing e parte del credito al consumo. Se l’indice LIBOR sale salgono anche i tassi d’interesse a questo associati e, al contrario, questi scendono con il diminuire del tasso LIBOR.
Il meccanismo con cui veniva manipolato è in realtà facile – e questo la dice lunga sul sistema di controllo della BBA e sulla facilità con cui le banche si muovono tra le crepe del sistema – e trova un effetto massimo quando più Istituti vi collaborano, annunciando tassi di interesse più alti di quelli che in realtà vengono applicati loro. Il LIBOR è una media tra tutti i tassi di interesse annunciati dalle banche (con eccezione del valore minimo e di quello massimo, che vengono esclusi dal calcolo).
Lo scandalo ha fatto vittime illustri nel 2012, a partire dalla Deutsche Bank che fino ad oggi ha pagato multe per 2,5 miliardi di dollari fino ad UBS che ha versato 1,5 miliardi, passando per RBS, Crédit Agricole, JP Morgan e HSBC che, insieme, hanno collezionato poco meno di un miliardo di euro di multe comminate dalla Commissione Europea. Sempre nel 2012 la Barclays Bank, oltre a pagare una multa di 360 milioni di euro, è stata completamente decapitata dei vertici; hanno infatti lasciato le rispettive poltrone il direttore generale Jerry Del Missier e l’amministratore delegato Bob Diamond.
Multe pesanti, certo, ma in realtà il denaro accantonato dagli Istituti di credito è stato tolto all’economia. Le parole di Joaquin Almunia, Commissario europeo per la Concorrenza dal 2010 al 2014, sono rivelatrici: “quello che è scioccante non è solo la manipolazione degli indici, ma anche la collusione tra banche che si suppone siano concorrenti”. I trader di diversi Istituti di credito, coperti da nick name, stabilivano tra loro il tasso di diversi prodotti finanziari, verità ribadita anche Tom Hayes che sostiene di essere solo un capro espiatorio e di essere stato scaricato dai suoi precedenti datori di lavoro, aziende troppo potenti per essere contrastate da un uomo solo. Hayes ha collaborato con l’SFO per poi ritrattare tutto, sostenendo di avere mentito per evitare l’estradizione negli USA, laddove avrebbe rischiato una pena più pesante dei 14 anni di reclusione inflitti. Durante i numerosi interrogatori l’uomo aveva ammesso di essere stato molto attivo nelle manipolazioni dell’indice e che il management degli Istituti di credito per cui lavorava era al corrente.
Il singolo è stato punito, ed è necessario che ciò avvenisse. Ora le condanne devono entrare nei piani alti delle banche ed è possibile che ciò accadrà l’anno prossimo, con l’apertura di altre due inchieste da parte delle Autorità britanniche. Anche i tribunali USA sono chini sulla questione LIBOR.
L’attendibilità del sistema bancario continua la sua discesa: era il 2008 quando Jerôme Kerviel, ex trader della banca francese Societé Générale, è stato condannato a 5 anni di reclusione per avere fatto perdere all’Istituto di credito 4,9 miliardi di euro, un caso eclatante secondo solo a quello che ha visto protagonista Nick Leeson il quale, con una serie di speculazioni tanto rischiose quanto fallimentari, ha fatto chiudere la Barings Bank per la quale lavorava. Nel 2012 Kweku Adoboli, ex trader di UBS a Londra, è stato condannato a sette anni di reclusione per frode, dopo avere cagionato perdite per circa 2 miliardi di dollari alla banca. In tutti questi casi le banche erano all’oscuro delle operazioni fatte dai propri dipendenti. Così davvero fosse, il sistema di verifica delle operazioni va rivisto.
Il passato recente è storia: le banche in difficoltà vengono serialmente salvate dai Governi che iniettano miliardi di euro (o dollari) nei caveau.