sabato 25 aprile 2020

"Il Vampiro del Continente", prefazione all'edizione statunitense



   Il libro "The Vampire of the Continent" del conte ERNST ZU REVENTLOW, di cui ho il piacere di presentare ai lettori americani un'edizione inglese notevolmente ridotta, non può essere troppo raccomandata a tutti coloro che desiderano farsi un'idea dei recessi nascosti della storia politica europea, dove sono all'opera le forze che hanno plasmato l'evoluzione dell'Europa a partire dalla metà del XVI secolo circa.

   È il primo tentativo sistematico di andare alla radice delle cose, di mettere a nudo le forze evolutive in questione che finora sono sfuggite all'attenzione di storici parziali o non sufficientemente chiari.  Con rara penetrazione e abilità il conte Reventlow mostra tutte queste forze per trovare la loro sintesi nella volontà di potere dell'Inghilterra - per usare un'espressione coniata da Nietzsche - nell'insaziabile avidità dell'Inghilterra, nella sua illimitata brama delle ricchezze di questo mondo.  Il punto centrale della storia europea degli ultimi 350 anni si trova a Londra.  È qui che si sono intrecciati tutti i fili degli innumerevoli intrighi politici, il cui risultato è stato quello di trasformare i palazzi e i cottage d'Europa in disordini, i suoi campi assolati e i suoi pascoli in un deserto inondato di sangue umano.  E, nel frattempo, i depositi e i granai d'Inghilterra erano pieni di grano, i suoi magazzini di merci di ogni tipo provenienti da ogni angolo del globo; le sue fabbriche e le sue officine riversavano i loro prodotti con quadruplicata energia; le sue navi da guerra si aggiravano lungo le autostrade dell'oceano, rubando tutto ciò su cui potevano mettere le mani, sia che appartenesse a un amico o a un nemico o a un neutrale; e le sue navi mercantili trasportavano i suoi manufatti in tutti i paesi, prosciugando le ricchezze di questi ultimi in cambio, e riempiendo d'oro le tasche del mercante britannico.

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