BERNESCHI IL “FOCOSO”: “NEL ’93 PORTAI BORSE PIENE DI SOLDI IN AUSTRIA. I SOLDI LÌ ACCREDITATI ERANO IDENTIFICATI DA UN NUMERO O DA UN NOME DI FANTASIA, UNO DI QUESTI ERA ‘FOCOSO’” - I RAPPORTI COL MAESTRO DELLA LOGGIA MASSONICA DI LUGANO -
Nei suoi verbali, Berneschi punta a dimostrare di aver accumulato capitali all’estero in anni antecedenti a quelli che la Procura di Genova indica come periodo del raggiro ai danni di Carige. Tempi lontani ed eventuali reati prescritti. E poi c’è la storia delle valigette di denaro portate in Austria assieme al vecchio presidente Dagnino: un modo per dire che a esportare fondi non era il solo…
Giusi Fasano per il “Corriere della Sera”
«Si dà atto che l’indagato ha appunti manoscritti» dice il verbale del suo interrogatorio del 29 maggio davanti al giudice delle indagini preliminari Adriana Petri. «L’indagato» è Giovanni Berneschi, 76 anni, ex presidente di Banca Carige arrestato il 22 di maggio per riciclaggio e associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Lui sfoglia quegli appunti e fa mettere a verbale: «Sono riuscito a trovare la formazione del mio patrimonio all’estero».
E attacca: «Nel ‘93 ero direttore della Carige e ho portato in Austria, insieme all’avvocato Dagnino, allora presidente di Banca Carige, una somma considerevole che non ricordo, in contanti. Una borsa la portavo io, ed erano i miei, e l’altra borsa la portava Dagnino. Li portai a Vienna, al Credit-Anstalt. Avevamo paura che in Italia succedesse qualche cosa. Si trattava dei miei risparmi italiani che mi riservo di precisare meglio. Poiché era difficile andare in Austria — dove questi soldi rendevano bene, davano l’8, 8 e mezzo — entrambi eravamo andati con le rispettive mogli».