Caltanissetta – Condannate otto banche per illegittima procedura esecutiva in danno ad un imprenditore
Il Tribunale di Caltanissetta nella persona del G.I. dott. Gaetano Sole con Sentenza del 20 luglio, ha accolto l’opposizione alla esecuzione proposta dai legali di Amorelli, considerato nel mondo il re delle pipe, (gli avvocati Marcello Petitto e Giuseppe Salvato) con queste motivazioni: non può restare in vita una procedura esecutiva una volta che il creditore pignorante è stato soddisfatto nella sua pretesa e nel caso in cui non vi siano pignoramenti successivi, sentenzia il Giudice Sole, la procedura esecutiva va dichiarata estinta. I principi erano già ben chiari alla giurisprudenza di legittimità, ma ovviamente, avversati dalle banche e l’imprenditore che ha confidato nella giustizia raggiunge un risultato di conforto anche per la moltitudine di persone che si sentono raggirate e aggredite nei propri beni da banche, società finanziarie e di riscossione “con dichiarazioni insidiose e fraudolente tali da indurre in errore i Magistrati delle esecuzioni e che gettano nella disperazione famiglie e imprese” sottolinea Amorelli.
Se poi andiamo a vedere i fatti concreti della Procedura Esecutiva ora sospesa con Ordinanza del 31 luglio, si nota che un creditore per un importo di 25.000 euro assoggetta a pignoramento un patrimonio di 14.000.000 euro e anche se è stato soddisfatto nella sua pretesa (nel lontano 2005) diverse Banche con in testa il Banco di Sicilia, e la Serit Sicilia pretendono la vendita forzata dei beni senza dimostrare l’entità/legittimità dei propri crediti che, viceversa, evidenzia Amorelli, “risultano usurari all’esito di un incidente probatorio penale (Banco di Sicilia) e all’esito di otto CTU svolte nei paralleli giudizi civili introdotti”. Oppure si oppongono alla sospensione dell’esecuzione anche se i propri crediti vengono dichiarati inesistenti o non dovuti per mancanza di prova (Sentenza n. Giudice Cammarata) o se sospesi dalla Commissione Tributaria nel caso della Serit. Tra l’altro gli stessi crediti, vantati come certi ed esigibili, sono risultati “irregolari” anche per la Banca d’Italia. Infatti, la Vigilanza aveva imposto l’immediata rettifica delle segnalazioni trasmesse alla Centrale dei Rischi dal 2009 al 2011, alla luce di un esposto dell’imprenditore presentato alla Unità di Informazione Finanziaria, smentendo così le decisioni favorevoli per le Banche assunte in precedenza dall’Arbitro Bancario Finanziario ai reclami presentati dalla Ditta. Dove sta quella certezza, liquidità ed esigibilità di crediti tanto sbandierata dalle Banche nelle Aule giudiziarie? “E’ tutta da scoprire, si rifiutano di rispettare le Sospensioni dei Termini concesse dalla Prefettura ex art. 20 L. 44/99 e finanche l’Accordo Quadro sottoscritto al Ministero dell’Interno” risponde l’imprenditore che ora attende l’esame del dossier presentato alla Guardia di Finanza contenente le analisi di 25 rapporti di credito intrattenuti dalla Ditta e in cui ritiene vi siano gli estremi di reati commessi dai vertici di 14 Istituti di credito anche alla luce delle recenti Sentenze di Cassazione penale.
La vicenda bancaria di Amorelli, che è assistito dagli avv.ti Marcello Petitto, Giuseppe Salvato, Paolo Grassi, Mario Lupica, Italo Amorelli, Michele di Benedetto, Ivan Maravigna e dal consulente Baldassare Accolla, è complessa e articolata, è stata anche oggetto di interpellanza Parlamentare, sembrerebbe unica e surreale. “Non lo è affatto” ad avviso di Amorelli, “ ogni impresa è costratta a difendersi da un sistema creditizio tutto italiano che trae profitti oltre i limiti consentiti dalla legge e conduce il reato di usura, ma non solo quello, alle estreme conseguenze fino ad uccidere persone e libera impresa da Trento a Gela”.
A ben guardare ciò che può accadere ad un operatore economico che fa ricorso al credito bancario per sviluppare l’attività d’impresa non possono che venire i brividi.
E se in ballo ci sono finanziamenti pubblici ottenuti dalle imprese per realizzare capannoni, acquistare macchinari e incrementare l’ occupazione ? La musica non cambia, anzi:
“Intanto l’interesse ( ! ) delle Banche diventa più famelico, forti della materiale disponibilità dei fondi statali, e poi c’è il pericolo concreto che la dazione usuraria avvenga con meccanismi automatici, all’insaputa del beneficiario e …. con i soldi dello Stato. Dunque altre illegalità in pregiudizio all’interesse pubblico e sviamento delle finalità previste dagli Enti, altro che incentivi per miliardi di euro erogati alle imprese per lo sviluppo delle aree depresse del Paese secondo le previsioni di legge vedi 488/92 o Patti Territoriali”.
Dunque una nuova faccia della medaglia sull’utilizzo dei fondi strutturali europei, fatta da non solo truffe di imprenditori criminali che prima o poi risponderanno alla Magistratura, ma anche, e forse soprattutto iniziative industriali sostenute dalle Banche per percepire fondi statali al fine di ripianare le passività dei rapporti bancari preesistenti gonfiati da anatocismo ed usura. All’imprenditore onesto che investe i suoi averi nell’idea progettuale, vengono fatti sottoscrivere investimenti in strumenti finanziari complessi e rischiosi, cioè tossici, o similari, tipo “for-you” propinati dalla Banca che promette finanziamenti “a tasso di favore”, invece fuorilegge, per sostenere l’investimento nelle more dell’erogazione statale che, manco a dirlo, ritarderà ad essere erogata e l’imprenditore si vedrà sommerso di debiti e di obbligazioni rese impossibili dalla stessa Banca che aveva assentito il programma industriale proposto dall’impresa.